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indireinforma

26 Novembre 2014

Perché aderire al movimento delle Avanguardie Educative

Due dirigenti scolastici ci raccontano l'esperienza delle loro scuole e il loro impegno nel progetto

di Lorenza Orlandini

Nella cornice del Salone dell’educazione, dell’orientamento e del lavoro ABCD di Genova, Indire insieme a 22 scuole capofila ha lanciato il Movimento delle Avanguardie educative. Un’opportunità aperta a tutte le scuole italiane che punta a scardinare le vecchie logiche del “fare scuola”, recependo ed elaborando nuovi modelli didattici e ripensando il rapporto fra spazi e tempi dell’apprendimento, anche grazie alle tecnologie digitali. Il progetto intende individuare l’innovazione e diffonderla, portarla a sistema, rendendola riproducibile in realtà e contesti diversi. Il fine ultimo è migliorare l’apprendimento degli studenti, favorirne la partecipazione e renderli in grado di affrontare le sfide della società della conoscenza.

Beatrice Aimi e Daniele Barca, dirigenti di due scuole capofila – rispettivamente dell’IISS Paciolo-D’Annunzio di Fidenza e dell’IC di Cadeo e Pontenure di Piacenza – ci raccontano la loro esperienza, le opportunità e le prospettive di sviluppo future del Movimento delle Avanguardie educative.  Se interessati, nella parte conclusiva di questo contributo troverete le informazioni necessarie per aderirvi.

Uscire dall’aula e fare sistema con le altre scuole – di Beatrice Aimi

Avanguardie educativeLe 22 scuole della rete diAvanguardie Educative, insieme a Indire, hanno intrapreso un cammino al fine di analizzare le esperienze di innovazione didattica realizzate all’interno delle singole istituzioni coinvolte, studiarle e  verificarne l’efficacia e la riproducibilità.  Una grave carenza nel nostro Sistema di Istruzione è la mancanza di una seria e documentata ricerca educativa, interna al mondo della scuola e in grado di fornire un feedbackefficace alla pratica didattica. Per troppi anni la ricerca educativa in Italia è stata appannaggio della sola Università e troppo spesso anche lontana dalla logica della didattica e del miglioramento del sistema di istruzione. Tuttavia, dentro le nostre aule sono tante e significative le singole esperienze innovative che rimangono confinate fra i muri della scuola, o peggio, dell’aula, prerogativa del singolo docente.  La sfida del Movimento è dunque quella di raccogliere queste esperienze e di metterle a sistema. Si è deciso di partire con 22 scuole nelle quali l’idea innovativa era uscita dall’aula ed era diventata (quasi) sistema all’interno dell’istituto. Le scuole capofila sono state oggetto di visita da parte di ricercatori Indire che hanno raccolto evidenze scientifiche e testimonianze qualitative e quantitative di come l’innovazione sia andata diffondendosi, intervistando tutti gli attori e glistakeholders della scuola.
L’uscita dall’aula dell’innovazione e la sua propagazione dentro e fuori le mura dell’edificio scolastico è la cosa più difficile da realizzare. Tutti sappiamo che le nostre scuole sono spesso costituite da monadi che lavorano chiuse dentro le singole aule e che frequentemente attuano metodologie didattiche nuove, efficaci e centrate sugli studenti,nel pieno silenzio. A volte anche sconosciute allo stesso dirigente scolastico.
Una buona leadership, con una chiara vision, ha però il dovere di individuare le migliori strategie didattiche nel contesto in cui si trova, estrapolarle dalla singola aula e cogliere gli elementi che rendono possibile la replicabilità dell’esperienza stessa. Appare del tutto evidente che questo percorso necessiti di un lavoro di squadra non solo all’interno di ogni scuola ma anche fra scuole. Il senso del Movimento di Avanguardie Educative è proprio questo: unire le forze per confrontare le esperienze significative, individuare gli elementi di riproducibilità e diffondere le idee. Indire aiuterà le scuole in questo faticoso ma entusiasmante cammino, mettendo a disposizione strumenti e risorse umane in grado di accompagnare le scuole che vorranno unirsi al percorso. Ogni scuola potrà aderire ad una delle 12 idee o proporne una nuova ma non sarà lasciata sola, avrà colleghi con cui confrontarsi e ricercatori preparati a cui rivolgersi per la formazione e lo sviluppo dell’idea. Il tutto supportato da una seria ricerca didattica cha alla fine consentirà di affermare se quella sperimentazione sia stata efficace oppure no e quali siano i fattori determinanti per la sua diffusione.

Un luogo per condividere nuovi modelli didattici e organizzativi – di Daniele Barca 

Aderire al Movimento delle Avanguardie educative per il mio istituto comprensivo è stato l’approdo di un lungo percorso, che ha coinvolto, negli ultimi 3 anni in cui sono dirigente, una fetta sempre più ampia di docenti e, direi, oggi, tutta la comunità scolastica. All’origine vi è stata l’idea che le Avanguardie fossero un luogo in cui condividere prima di tutto uno spirito, un’idea di scuola. Più della connotazione tecnologica – e la mia è una scuola dove si sperimenta parecchio, dall’iPad personale alle medie, ai proiettori interattivi, dal coding alla stampante 3D – vi è stato il desiderio dicondividere nuovi modelli didattici ed organizzativi. Nel nostro caso, abbiamo provato a mettere a sistema questo cambiamento, non solo in una sezione o in un ordine di scuola, ma nell’intero Istituto comprensivo, coinvolgendo tutti i ragazzi dai 3 ai 14 anni.  Più facile a scriversi che a farsi; ma credo che lo spirito giusto per chi decide di intraprendere questa esperienza sia proprio la volontà di realizzare un’idea e trovare altre scuole che – seppur con i soliti mille limiti strutturali, normativi, organizzativi e ambientali – ci sono già riuscite o ci stanno provando investendo su loro stesse.

Immagino Avanguardie educativecome una comunità che propone possibili soluzioni; e – siccome ho imparato in questi anni che l’autoreferenzialità alla lunga non paga – ritengo importante riuscire ad immaginare tali soluzioni adattate ai diversi contesti. Ognuna delle scuole delleAvanguardie ha una specificità; ma sarebbe velleitario pensare che ogni singola esperienza possa essere trasferita in un altro scenario d’uso e funzionare nel medesimo modo. Oserei dire, come consiglio per chi decide di aderire, che il laboratorio di idee – che si propone di essere il Movimento delle Avanguardie – in primo luogo, “aspetta” l’idea di chi si avvicina, in secondo offre al benvenuto, oltre ad una Galleria delle idee, suggerimenti, confronto e supporto. Spesso, le reti di scuole si sono configurate come club esclusivi da cui attingere esperienze, know how, come la polvere dorata di Trilly e Peter Pan che fa volare chiunque. Io, piuttosto, immagino Avanguardie educativecome un club inclusivo, una di quelle situazioni in cui ci si ritrova a spalare neve con il “vicino nuovo arrivato”: il lavoro è tanto, oneroso, ma insieme e con voglia si riesce a portar fuori l’automobile dal vialetto innevato.
Così, nel nostro caso, si può provare a far emergere non casualmente, o sulla scorta di un premio o di una manifestazione, delle idee di scuola che si sono fatte realtà, scuola autentica. Del resto che cosa fa il buon insegnante con una classe nuova? Conosce, valorizza i talenti, porta alla luce le potenzialità, le fa lavorare insieme, perché uno vale tutti. Prendiamo esempio dalla classe; perché noi siamo scuola!

Adotta un’IDEA, entra a far parte del Movimento delle Avanguardie educative e contribuisci al cambiamento della scuola

Per aderire al Movimento basta compilare il questionario pubblicato sul sito Avanguardie educative, dove vi saranno richiesti i dati generali della scuola, il nominativo del dirigente scolastico, il referente dei progetti innovativi e l’idea che intendete adottare e sperimentare all’interno della vostra scuola.

Adottare un’idea significa entrare a far parte di un movimento aperto, che vuole sostenere le scuole impegnate nell’innovazione di un modello scolastico ormai pericolosamente disconnesso dalla società contemporanea e dal mondo del lavoro. Tutte le realtà scolastiche che decideranno di impegnarsi in questo percorso potranno contare sul supporto delle scuole capofila e sull’intervento dei ricercatori Indire. Per qualsiasi informazioni e richiesta di delucidazioni potete scrivere a:ae@indire.it