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3 Febbraio 2015

Metodologia CLIL e innovazione didattica

Possibili applicazioni dell'insegnamento disciplinare in lingua straniera alle "idee" del Movimento delle Avanguardie Educative

di Letizia Cinganotto

1. CLIL e tecnologie: lo sfondo europeo

In base alla Riforma della scuola secondaria di secondo grado, la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning), che prevede l’insegnamento di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare, è stata introdotta obbligatoriamente nei licei e negli istituti tecnici italiani.

Il termine CLIL, introdotto da David Marsh e Anne Maljers nel 1994, è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning, apprendimento integrato di contenuto e lingua. Si tratta di una metodologia innovativa, a focalizzazione duale, che valorizza i contenuti, senza perdere di vista la lingua e viceversa. In ambito europeo questa metodologia è già sperimentata con successo in diversi Paesi da molti anni [1]. L’Italia, tuttavia è l’unico Paese ad aver introdotto il CLIL negli ordinamenti scolastici attraverso una legge di Riforma.

La Commissione Europea, nella Raccomandazione Rethinking Education del 2012, mette in correlazione le metodologie didattiche innovative con il CLIL e lo sviluppo di risorse basate sull’uso delle tecnologie, come di seguito specificato: “through innovative methods and approaches, initial and in-service training of language teachers, increased opportunities of using language skills, CLIL, development of ICT-based language learning resources […]” [2].

Più recentemente, nel giugno del 2014, la Commissione Europea ha pubblicato il documento intitolato Improving the effectiveness of language learning: CLIL and computer assisted language learning [3], dove, dopo aver ribadito la funzione chiave della metodologia CLIL come motore di rinnovamento e di crescita dei sistemi scolastici europei, mette in luce il valore aggiunto del CALL (Computer Assisted Language Learning) nello sviluppo delle competenze linguistiche e nell’apprendimento di contenuti disciplinari in lingua straniera.

Nello specifico, le potenzialità dell’uso del computer e delle tecnologie multimediali e multimodali sono descritte in termini di impatto sulla  formazione dei docenti, sugli approcci didattici e sui processi di apprendimento, come illustrato nel grafico seguente:

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Figura 1 – European Commission, Improving the effectiveness of language learning: CLIL and computer assisted language learning

 

Il documento focalizza l’attenzione sulla necessità di ripensare lo sfondo pedagogico e le pratiche didattiche, centrando tutto il percorso formativo sull’apprendente, attraverso l’uso di strumenti interattivi che possano promuovere la co-costruzione e la negoziazione degli apprendimenti.

 

2. Il Movimento delle Avanguardie Educative e la metodologia CLIL

Su questo sfondo si colloca la sfida lanciata in questi mesi da Indire, insieme a 22 scuole fondatrici, col Movimento delle Avanguardie Educative.

Si tratta di un movimento aperto alle scuole italiane, finalizzato a valorizzare e portare a sistema esperienze significative di trasformazione dell’attuale modello organizzativo e didattico. Un modello sostanzialmente trasmissivo non più adeguato a rispondere alle sfide della conoscenza. Con questo intento sono state individuate una serie di “Idee” innovative, che riguardano tre dimensioni strategiche del fare scuola: lo spazio, il tempo, la didattica.

Di seguito si segnalano e descrivono brevemente alcune di queste “Idee” adottate dalle scuole, che possono rivestire un ruolo importante nell’implementazione e diffusione dell’insegnamento di una disciplina in lingua straniera veicolare.

 

2.1 CLIL e debate

Il debate è una metodologia che favorisce il confronto tra gli studenti, impegnati a sostenere e controbattere un argomento proposto dal docente. Disciplina curricolare nel mondo anglosassone, il debate si fonda sul cooperative learning e sulla peer education non solo tra studenti, ma anche tra docenti e tra docenti e studenti. Questo modello si basa sul rispetto di regole ben precise cui attenersi nella presentazione delle proprie idee e ben si presta ad attivare dinamiche di osservazione e valutazione interna.

Alcune scuole stanno sperimentando con successo il debate in lingua inglese ed è innegabile la correlazione con la metodologia CLIL, soprattutto per il potenziamento delle abilità orali, in quanto gli studenti, focalizzati a difendere o a controbattere un’affermazione, utilizzano la lingua straniera in contesti efficaci e veicolano al contempo contenuti significativi.

A tal proposito il debate si coniuga perfettamente con le affermazioni di Mohan, secondo cui la metodologia CLIL non fa altro che rispecchiare quanto avviene naturalmente nel corso di ogni interazione verbale, in cui è sempre presente una forma di integrazione tra contenuti e mezzo linguistico: “Language is a system which relates what is being talked about (content) and the means used to talk about it (expression). Linguistic content is inseparable from linguistic expression” (Mohan, 1986).

 

2.2 CLIL e flipped classroom

La flipped classroom, o classe capovolta, è un modello che si sta diffondendo in questi ultimi anni nelle scuole italiane. L’idea di fondo è che la lezione rappresenta l’oggetto dei compiti a casa, mentre il tempo in classe è usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. In questo contesto, il docente assume il ruolo di mentor e di regista dell’azione pedagogica. La peculiarità della lezione a casa è l’ampio uso di video, podcast, contenuti didattici digitali e altre risorse multimediali, mentre in classe il tempo si dedica principalmente ad attività collaborative, sperimentali e laboratoriali.

Questo approccio si presta perfettamente alla didattica CLIL, che comporta un totale rinnovamento delle pratiche didattiche quotidiane, del setting d’aula e dei materiali: le lezioni si svolgono in aula multimediale, in laboratorio, con l’utilizzo delle tecnologie, dei contenuti didattici digitali e delle OER (Open Educational Resources). Risulta particolarmente utile la fruizione di video e materiali digitali in lingua straniera tratti da siti e repository dedicati.

Questa strategia contribuisce in modo notevole a soddisfare le esigenze di scaffolding proprie di una lezione CLIL. Come afferma Oliver Meyer (2010), la progettazione di una unità di apprendimento CLIL si può rappresentare graficamente attraverso una piramide (cfr. figura 2), i cui step sono strettamente interdipendenti e il cui punto di partenza è rappresentato dalla selezione dei contenuti e dei materiali. In una lezione “flipped CLIL” dunque, la presentazione dei contenuti ben si presta agli step 1 e 2 della piramide, affidando l’esecuzione di task collaborativi e laboratoriali e la produzione degli output alle attività da realizzare in classe.

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Figura 2  – CLIL Pyramid, Meyer 2010 [4]

 

2.3 CLIL e aule laboratorio disciplinari

L’idea di fondo nasce dal ripensamento della configurazione tradizionale dello spazio aula in cui gli studenti vivono la maggior parte delle ore di lezione, mentre i docenti si avvicendano in successione temporale. Nasce dunque, l’“aula laboratorio disciplinare”, molto comune nel mondo anglosassone, dove ad ogni disciplina è assegnato uno spazio dedicato, con attrezzature, arredi e software specifici.

Questo modello si sposa pienamente con la metodologia CLIL, in quanto il docente DNL (Disciplina Non Linguistica) può personalizzare il proprio spazio di lavoro adeguandolo a una didattica attiva di tipo laboratoriale, predisponendo arredi, materiali, libri, strumentazioni, device, software, ecc. Questa organizzazione non può che facilitare l’insegnamento dei contenuti disciplinari in lingua straniera, tanto più che il profilo del docente DNL si caratterizza per l’intreccio di competenze linguistiche, disciplinari e metodologico-didattiche, come indicato nel Decreto 6 della Direzione Generale per il personale scolastico MIUR del 16 aprile 2012, nello schema di seguito riportato, da cui si evince l’attenzione alle risorse tecnologiche e informatiche.

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Figura 3 – Il profilo del docente CLIL

 

2.4 TEAL (Technology Enhanced Active Learning)

Un’altra delle dodici “Idee” di Avanguardie Educative è il TEAL, una metodologia didattica che prevede la combinazione di lezioni frontali, simulazioni e attività laboratoriali su computer per un’esperienza di apprendimento interattiva e collaborativa.

Questa metodologia nasce nel 2003 presso il MIT di Boston nella didattica della fisica per studenti universitari e prevede una serie di strumenti tecnologici e arredi modulari che si possono facilmente riconfigurare in base alle diverse esigenze. Tra le varie strategie si alternano lectures, esperimenti, discussioni, animazioni, utilizzando le risorse tecnologiche.

In Italia, le scuole che hanno adottato il TEAL stanno ampliando lo spettro di intervento ad altre discipline oltre la fisica, integrando le tradizionali lezioni frontali con simulazioni su computer e prassi esperienziali, attraverso attività di cooperative learning.

Presso l’I.S. Fermi di Mantova nel 2008 l’Aula TEAL è stata inaugurata grazie al supporto del MIT di Boston e da allora la metodologia è adottata regolarmente al livello curriculare.

Per quanto riguarda le discipline scientifiche è facile rilevare le connessioni tra il TEAL e il CLIL, in quanto le tecniche, gli strumenti e l’organizzazione delle lezioni tipiche del TEAL possono apportare un valore aggiunto all’efficacia dei percorsi formativi se svolti in lingua straniera.

Per concludere, è possibile affermare che sta emergendo uno stretto legame tra la metodologia CLIL e il Movimento delle Avanguardie Educative, anche con  quelle idee che non è stato possibile menzionare in questo contributo. La graduale messa a sistema dell’innovazione nelle scuole sarà un’importante occasione di diffusione per il CLIL, che a sua volta potrà contribuire al consolidamento di alcune “idee” in varie realtà scolastiche.

 


Note

[1] Si rimanda alla pubblicazione di Eurydice Keydata on teaching languages at school in Europe, 2012, http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/key_data_series/143en.pdf

[2] Rethinking Education (2012), Commission Staff Working Document accompanying the COM (2012) 669. Language competences for employability, mobility and growth.

[3] European Commission, Improving the effectiveness of language learning: CLIL and computer assisted language learning, 25 June 2014, http://ec.europa.eu/languages/library/studies/clil-call_en.pdf

[4] Meyer O., (2010), Introducing the CLIL-Pyramid: Key Strategies and Principles for Quality CLIL Planning and Teaching, in M. Eisenmann, T. Summer (a cura di), Basic Issues in EFL-Teaching and Learning, Heidelberg, Winter.

 


Bibliografia

Bergmann, J., Sams, A. (2011), How the Flipped Classroom Is Radically Transforming Learning. In The Daily, http://www.thedailyriff.com/articles/how-the-flipped-classroom-is-radically-transforming-learning-536.php

Cecchinato G. (2014), Flipped classroom: innovare la scuola con le tecnologie digitali, Tecnologie Didattiche, Edizioni Menabò.

Coyle, D. (2010), Evaluating the impact of CLIL programmes, in Content and Language Integrated Learning, Cambridge English.

Coyle, D. (2011), ITALIC Research Report – Investigating Student Gains: Content and Language Integrated Learning, University of Aberdeen.

Dalton-Puffer, C. (2007), Outcomes and processes in Content and Language Integrated Learning (CLIL): current research from Europe, in Future Perspectives for English Language Teaching, Carl Winter, Heidelberg.

Granelli A., Trupia F. (2014), Retorica e business. Intuire, ragionare, sedurre nell’era del digitale, Egea, Milano.

Maglioni M., Biscaro F. (2014), La classe capovolta, Erickson, Trento.

Marsh, D., Mehisto, P., Wolff, D., Jesús Frigols Martín, M. (2011), European Framework for CLIL Teacher Education: A framework for the professional development of CLIL teachers.

Meyer O. (2010), Introducing the CLIL-Pyramid: Key Strategies and Principles for Quality CLIL Planning and Teaching, in M. Eisenmann, T. Summer (a cura di), Basic Issues in EFL-Teaching and Learning, Heidelberg, Winter.

Mohan, B. A. (1986), Language and content, Reading, MA, Addison-Wesley.

Rybold G. (2006), Speaking, Listening and Understanding. Debate for Non-Native-English Speakers, International Debate Education Association, New York.

 

Link utili

Movimento delle Avanguardie Educative – avanguardieeducative.indire.it

Classi senza aula al Fermi – www.fermimn.gov.it/materiali/375/materiali/classi_senza_aula.pdf

Volt@smartschool – www.avolta.pg.it/a06/a0604.asp