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indireinforma

23 Febbraio 2015

E-CLIL: insegnare in lingua straniera con le tecnologie digitali

Questo il tema affrontato nel numero 18 de "I Quaderni della ricerca", ne parliamo con le curatrici

di Rudi Bartolini

È recentemente stato pubblicato, per la collana I Quaderni della ricerca di Loescher Editore, il volume E-CLIL per una didattica innovativa volto ad illustrare finalità, obiettivi, caratteristiche e risultati dell’omonimo progetto promosso dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione del Miur.

Il progetto è stato attivato nell’anno scolastico 2010-11 con durata biennale e ha visto il coinvolgimento di diverse scuole secondarie di secondo grado sparse su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo era coniugare la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, promuovendo così sia l’apprendimento dei contenuti disciplinari in lingua straniera sia lo sviluppo delle competenze digitali.

Il volume si articola in due parti. La prima restituisce lo scenario di riferimento della metodologia CLIL secondo diverse prospettive (quella didattica, quella normativa, quella comunicativa e tecnologica) e illustra le caratteristiche innovative del progetto; la seconda parte descrive “i prodotti e i processi” realizzati dalle scuola coinvolte.

Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande alle curatrici del volume, Gisella Langé, Ispettrice Tecnica di Lingue Straniere del Miur, e Letizia Cinganotto, Ricercatrice Indire.

 

Come nasce il progetto “E-CLIL per una didattica innovativa”?

Giselle Langé: «Il progetto nasce come una iniziativa di accompagnamento all’introduzione della metodologia CLIL nelle scuole secondarie di secondo grado, ancor prima dell’effettiva entrata in vigore della Legge di Riforma. È stato ideato e realizzato a cura di un Comitato Tecnico Scientifico organizzato dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti del Miur. Si è trattato di una iniziativa di ricerca-azione, finalizzata a guidare e supportare i docenti nella progettazione e realizzazione di moduli CLIL con l’uso delle nuove tecnologie».

 

Quali tipologie di scuole ha coinvolto?

Letizia Cinganotto: «Il progetto ha coinvolto una rete di scuole in tutto il territorio nazionale. In ogni scuola una o più classi hanno sperimentato moduli CLIL con l’ausilio delle tecnologie. I docenti coinvolti nella sperimentazione, principalmente docenti di discipline non linguistiche (DNL), sono stati supportati da un Comitato Tecnico Scientifico di esperti attraverso incontri in presenza e webinar a distanza».

Quali novità rispetto ai percorsi di insegnamento in lingua straniera intrapresi precedentemente nel nostro Paese?

Gisella Langé: «Prima dell’entrata in vigore della Riforma, che prevede l’insegnamento di una Disciplina Non Linguistica veicolata in lingua straniera, le scuole realizzavano in modo autonomo iniziative sperimentali di bilinguismo o di insegnamento di moduli CLIL in lingua straniera. Con la Legge di Riforma n. 53 del 2003 e i successivi Regolamenti attuativi (DM 88 e 89 del 2010) la metodologia CLIL è stata portata a regime, in modo obbligatorio, in tutte le quinte dei Licei e Istituti Tecnici e nelle classi terze dei Licei linguistici. Si è trattato di una scelta coraggiosa, che vede l’Italia più avanti rispetto al resto d’Europa».

 

Qual è stato l’impatto sull’organizzazione e la pratica didattica? 

Letizia Cinganotto: «L’implementazione della metodologia CLIL comporta un ripensamento generale delle pratiche didattiche, del setting e dell’organizzazione generale e ha un forte impatto su tutti gli attori della comunità scolastica (dirigenti scolastici, docenti, studenti, famiglie, territorio).
È dunque “naturale” un processo di innovazione del sistema scolastico correlato all’attuazione della metodologia CLIL».

 

È possibile individuare le competenze tipo di un “docente E-CLIL”?

Gisella Langé: «Il docente “E-CLIL” racchiude in sé una serie di competenze linguistiche, didattiche, comunicative, che sono le competenze proprie del docente CLIL. Un preciso “Profilo del docente CLIL” è stato messo a fuoco in un Decreto del Ministro del 30 settembre 2011, successivamente declinato per i docenti in servizio da un Decreto della Direzione del personale scolastico del 16 aprile 2012. La “E” che precede la parola “CLIL” fa riferimento alla dimensione delle tecnologie e della multimedialità e quindi è correlata allo sviluppo delle competenze digitali, ormai imprescindibili nell’Europa del XXI secolo».

 

Come hanno reagito gli studenti? E quali opportunità ha offerto loro questo progetto?

Letizia Cinganotto: «Gli studenti sono stati invitati a presentare le loro esperienze nel corso di un seminario presso il MIUR ed è stato davvero gratificante percepire il loro entusiasmo e la loro passione nella presentazione dei  lavori. Le ricadute sono state sicuramente molteplici: la spinta all’internazionalizzazione del curricolo, la promozione delle competenze linguistiche, la sensibilizzazione alla metodologia CLIL, lo sviluppo delle competenze digitali e tecnologiche sono solo alcuni dei vantaggi che gli studenti hanno tratto da questo progetto».

 

Qual è stato il ruolo di Indire in “E-CLIL”?

Letizia Cinganotto: «Indire ha accompagnato e supportato il processo di implementazione della metodologia CLIL nelle scuole italiane, curando i rapporti con le università assegnatarie dei corsi di perfezionamento metodologici, raccogliendo materiali e buone pratiche in repository dedicati, sensibilizzando la realizzazione di progetti CLIL nelle scuole attraverso il programma LLP, ora Erasmus Plus, ecc. Nello specifico, nel progetto E-CLIL, Indire ha avuto una rappresentanza nel Comitato Tecnico Scientifico del progetto e ha messo a disposizione un ambiente di apprendimento online per la condivisione di materiali, lo scambio di idee e l’organizzazione di incontri di formazione e riunioni attraverso sistemi di videoconferenza».

 

Il volume è liberamente consultabile online.

 


Note biografiche delle curatrici

Gisella Langé è Ispettrice Tecnica di Lingue Straniere del Miur, responsabile di progetti italiani ed europei finalizzati all’internazionalizzazione e all’innovazione sia linguistica sia interculturale. È membro di vari Gruppi di lavoro e Commissioni ministeriali per le Indicazioni nazionali, lo sviluppo della metodologia CLIL, la formazione docenti. In qualità di esperta presso la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa, ha partecipato a numerosi gruppi di ricerca e alla progettazione di percorsi plurilingue di sviluppo professionale per docenti in presenza e online. Ha pubblicato testi in ambito di politiche e sviluppo di curricoli linguistici, certificazioni delle competenze linguistiche, educazione interculturale, metodologia CLIL.

Letizia Cinganotto è Ricercatrice presso Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) dal mese di ottobre 2014. In passato, in qualità di docente di lingua e letteratura inglese comandata presso il Miur – DG per gli Ordinamenti scolastici, ha curato e coordinato progetti e iniziative finalizzate al potenziamento delle lingue straniere, all’introduzione della metodologia CLIL nelle scuole secondarie di secondo grado e alla tutela delle lingue di minoranza. Ha conseguito master e corsi di perfezionamento in didattica delle lingue e nuove tecnologie multimediali e multimodali e un dottorato di ricerca in Linguistica sincronica, diacronica e applicata.