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Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

indireinforma

4 Dicembre 2015

Tecnologie e processi di innovazione, la proposta di Avanguardie educative

di Lorenza Orlandini

Il rapporto “Students, Computer and Learning: making the connection”, realizzato dall’Ocse a settembre 2015, ha contribuito ad alimentare nei mesi scorsi il dibattito tra perfomance degli studenti e presenza delle tecnologie all’interno dei contesti scolastici. I principali risultati evidenziano alcune tendenze interessanti per quanto riguarda gli studenti del nostro Paese sulla disponibilità di tecnologie a casa e a scuola, l’accesso a internet e alcuni risultati di apprendimento.

Il corposo lavoro, coordinato da Andreas Schleicher, è utile per comprendere il contesto di riferimento all’interno del quale si collocano alcune attività di ricerca e di supporto che l’Indire sta realizzando da tempo con le scuole del Movimento delle Avanguardie educative, con l’obiettivo di introdurre e mettere a sistema processi di innovazione didattica e organizzativa.

I dati – oltre alla critica sull’introduzione delle tecnologie nei contesti scolastici che alcune letture hanno fatto emergere – sottolineano e danno centralità agli insegnanti nell’introduzione e nell’uso delle tecnologie a scuola. I docenti, sottolinea Schleicher, devono svolgere un ruolo attivo all’interno del processo di innovazione, poiché è da loro che i ragazzi imparano, e non dai dispositivi che hanno a disposizione.

Gli studenti necessitano oggi di un modello di scuola in grado di rispondere alle esigenze del contesto attuale in cui vivono e all’interno del quale sperimentano un uso costante e immersivo delle nuove tecnologie. Nuove forme di comunicazione, nuove modalità di apprendimento e di costruzione attiva e creativa della conoscenza rappresentano i bisogni attuali degli studenti, e i docenti devono essere preparati rispetto a queste necessità per poter sostenere le nuove generazioni nell’interpretazione della realtà attuale. La scuola ha quindi il compito di allinearsi rispetto a questo quadro generale: da un lato deve introdurre nuovi modelli di insegnamento e apprendimento in relazione a spazi, tempi e ruoli profondamente diversi rispetto al passato, dall’altro deve essere in grado di offrire agli insegnanti occasioni formative con le quali rendere i docenti attori attivi di un processo di cambiamento che possa garantire il radicamento di pratiche di innovazione e nel quale i linguaggi digitali giochino un ruolo abilitante. La connessione tra tecnologie e studenti è possibile quindi solo attraverso un’adeguata formazione degli insegnanti

Su questo aspetto insistono le attività di assistenza/coaching destinate ai docenti delle scuole che fanno parte delle Avanguardie educative. Tali attività consentono a tutti gli insegnanti interessati di entrare a far parte di una comunità di pratica e, come sollecitato anche a livello europeo, il Movimento ha fatto proprio un approccio che permette agli insegnanti di lavorare in prima persona sull’innovazione e sulla promozione del cambiamento.

Un altro spunto di riflessione che emerge dal report  riguarda le modalità, i processi e le strategie attraverso cui le tecnologie sono state introdotte all’interno dei contesti scolastici.

Superare un sistema verticistico di diffusione delle tecnologie è una raccomandazione che l’OCSE aveva già avanzato, invitando a puntare su modelli che nascono dal basso, personalizzati e on the job, all’interno dei quali dare centralità alla creazione di reti (di scuole, di insegnanti, e così via) e di collaborazioni tra docenti, con l’obiettivo di favorire la disseminazione di esperienze.
Avanguardie educative ha fatto propria questa logica, ponendosi fin dall’inizio in questa prospettiva di emersione dal basso, sia nella fase in cui sono state “intercettate” le esperienze innovative nelle scuole capofila, sia nel lavoro realizzato insieme a queste scuole per progettare il coaching, sia nel modello di coaching stesso rivolto alle nuove scuole.

 

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Nella foto: il processo di innovazione: dall’esperienza al cambiamento sistemico (Murray, Caulier-Grice & Mulgan, 2010)

 

Per mettere in atto processi di trasformazione e di innovazione del sistema scuola, è opportuno superare, infatti, un approccio verticistico di tipo top down, per partire invece da un lavoro di ricerca educativa e di analisi di concrete esperienze innovative realizzate a scuola, valorizzando in questo modo la dimensione partecipativa e collaborativa degli attori presenti all’interno dei contesti scolastici. Allo stesso tempo, le azioni a livello nazionale di tipo verticistico dedicate alla diffusione delle tecnologie rappresentano validi strumenti di supporto per garantire la presenza di un’adeguata infrastruttura di base.

L’aspetto sul quale dovremo soffermarci nel prossimo futuro riguarda la connessione tra tecnologie e diffusione di modelli innovativi orientati al superamento della tradizione lezione frontale, condizione necessaria per creare una scuola a misura degli studenti di oggi.

 

Per approfondire:

 

Bibliografia:

  • EuropeanCommission (2012), Rethinking Education: Investing in skills for bettersocio-economic outcomes
  • EuropeanCommission (2013), Opening up Education: Innovative teaching and learning for allthrough new Technologies and Open Educational Resources
  • Murray, R., Caulier-Grice, J., & Mulga, G. (2010),The open book of social innovation, UK, NESTA and The Young Foundation.
  • OECD (2013), Innovative Learning Environments, Educational Research and Innovation,  Paris, OECD Publishing.