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3 Marzo 2016

Inclusione sociale a scuola e nelle università: priorità, progetti e strumenti online

di Elena Maddalena

«L’istruzione può costruire ponti fra persone provenienti da ambienti ed esperienze diverse, favorisce lo sviluppo personale dei giovani e può contribuire allo sviluppo di una mentalità aperta». Con queste parole il Ministro olandese dell’Istruzione Jet Bussemaker ha chiuso l’ultimo Consiglio speciale Istruzione e Cultura dedicato al tema dell’inclusione sociale nell’educazione. In Europa c’è un ampio consenso sul ruolo cruciale dell’istruzione nell’aiutare i migranti e i rifugiati ad ambientarsi e integrarsi nei nuovi Paesi. Si tratta di una sfida che offre un’opportunità alle scuole e agli educatori, che hanno più di una ragione per lavorare sulla diversità culturale e sviluppare progetti che promuovano la tolleranza e l’inclusione.

Nell’incontro di Bruxelles, i 28 Ministri dell’Istruzione dell’Unione hanno adottato una risoluzione per sviluppare misure che garantiscano investimenti mirati nei settori dell’istruzione e della formazione per promuovere la cittadinanza e l’inclusione sociale, contribuire a colmare il deficit di competenze, ripristinare posti di lavoro e promuovere una crescita economica sostenibile.
L’incontro rappresenta l’ultimo passo di un percorso comunitario avviato oltre vent’anni fa sul tema dell’inclusione. Nei documenti pubblicati dopo il Consiglio si sottolinea l’importanza di avere sistemi educativi non solo impegnati nella creazione di nuova forza lavoro, ma in grado di promuovere concretamente alcuni dei valori fondamentali europei condivisi, come la libertà di espressione, la cittadinanza democratica e l’uguaglianza. L’attenzione europea rispetto a questi temi coinvolge in modo diretto i Programmi educativi europei, in primis Erasmus+, che tramite le opportunità di mobilità e cooperazione rappresenta un preziosissimo strumento di coesione sociale.

Erasmus+ per lo sviluppo di sistemi di istruzione e formazione inclusivi
Per il 2016, la Commissione europea e gli Stati Membri hanno evidenziato come priorità la creazione e la promozione di sistemi di istruzione, formazione e gioventù inclusivi. A seguito degli attacchi terroristici, della situazione di tensione internazionale e relativi flussi migratori – si sottolinea con forza a partire dalla Dichiarazione di Parigi del marzo 2015 – l’istruzione e la formazione devono avere un ruolo incisivo nel contribuire a creare società inclusive, facendo nel contempo da ponte fra il mondo dell’educazione e il mercato del lavoro. A questo proposito, una delle priorità nella Guida al Programma Erasmus+ 2016  è dedicata alla “promozione dell’equità e dell’inclusione, facilitando l’accesso ai partecipanti provenienti da ambienti svantaggiati e con minori opportunità in confronto ai loro coetanei, nei casi in cui lo svantaggio limiti o impedisca la partecipazione ad attività transnazionali”.

I progetti Erasmus+
Tra il 2014 e il 2015, in Erasmus+ sono stati avviati 83 progetti di cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone pratiche (Partenariati strategici dell’Azione Chiave 2) volti all’apertura, l’accoglienza, l’integrazione sociale, l’equità. I partenariati di questo tipo rappresentano il 12% dei 703 progetti finanziati a livello nazionale e coinvolgono scuole, università e organizzazioni impegnate nell’apprendimento degli adulti. La tematica è stata declinata in vari modi: studio delle lingue, apprendimento interculturale, acquisizione di competenze, integrazione nelle istituzioni educative e di formazione, nel mercato del lavoro e nella società, riconoscimento di competenze, orientamento professionale, supporto personale, psicologico e generale, sostegno a educatori e insegnanti. In Italia il tema ha suscitato interesse anche in anni meno recenti: dal 2007 al 2013 sono stati 286 i progetti realizzati dal mondo della scuola e nell’educazione degli adulti.

Gli strumenti online
Per chi sta elaborando una proposta per Partenariati strategici in vista della scadenza del prossimo 31 marzo o per chi semplicemente desidera farsi un’idea delle esperienze e azioni per l’inclusione già attive in Europa, vale la pena ricordare gli strumenti comunitari disponibili in rete. Il principale canale online realizzato dalla Unione europea è la nuova banca dati European web site on integration, che offre una panoramica dei progetti avviati per l’integrazione dei migranti. Il database raccoglie pratiche e iniziative intraprese nei 28 Stati membri per migliorare l’inclusione e la coesione sociale dei migranti che risiedono legalmente in uno dei Paesi europei. Il sito fornisce informazioni anche rispetto al mandato per promuovere l’integrazione a livello comunitario, le azioni europee affinché l’integrazione possa funzionare e l’integrazione nelle diverse aree politiche di intervento.

Per le scuole e gli insegnanti è disponibile anche un sondaggio realizzato di recente dalla Commissione europea, che mostra alcune iniziative a supporto dell’integrazione dei rifugiati realizzate dalle organizzazioni che lavorano nell’istruzione scolastica, la formazione professionale e l’apprendimento degli adulti. Dal sondaggio, che ha coinvolto 256 intervistati, è scaturito un elenco di buone pratiche. Le risposte raccolte sono suddivise in varie aree: apprendimento delle lingue, apprendimento interculturale, acquisizione di competenze, integrazione nelle istituzioni educative e di formazione, nel mercato del lavoro e nella società, riconoscimento di competenze, orientamento professionale, supporto personale, psicologico e generale, supporto a insegnanti ed educatori.

Inoltre, la Direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione ha realizzato anche un estratto del report specifico per l’istruzione scolastica: “Challenges, ideas and inspiring practices from European Schools”.


Per approfondire il tema:

 

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