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25 Marzo 2016

Dispersione scolastica: in Italia l’abbandono precoce scende al 15%

Il dato emerge dall’analisi comparativa europea sul fenomeno appena pubblicata da Eurydice Italia

di Simona Baggiani

L’abbandono scolastico precoce è un fenomeno che preoccupa tutti gli Stati europei e che è al centro delle politiche educative europee e nazionali. Si tratta infatti di un aspetto cruciale, dal quale si può valutare lo stato di salute di un sistema educativo, ed è uno dei principali parametri di riferimento che la Commissione europea utilizza per la misurazione dei progressi fatti dagli Stati membri nel settore istruzione e formazione. Uno dei traguardi principali di miglioramento della strategia Europa 2020 è proprio quello di abbassare al di sotto del 10% la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona prematuramente gli studi o la formazione.

La questione degli early leavers viene affrontata nel nuovo numero della collana “I Quaderni di Eurydice”, dal titolo La lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione: strategie, politiche e misure. La pubblicazione,  curata da Eurydice Italia, è la versione italiana di un precedente studio realizzato della rete europea. Per registrare gli sforzi che i singoli Stati membri stanno facendo nel monitorare lo stato del fenomeno e le soluzioni adottate, lo studio Eurydice prende in analisi la raccolta e il monitoraggio dei dati, le strategie e le politiche contro l’abbandono precoce centrate su prevenzione, intervento e compensazione e sui gruppi ad alto rischio di abbandono, sul ruolo dell’orientamento scolastico, la cooperazione intersettoriale e l’abbandono precoce dell’istruzione e formazione professionale. L’Unità italiana ha integrato il proprio volume con un Allegato che presenta gli ultimi dati disponibili, comparati all’obiettivo stabilito dall’UE e ai vari obiettivi nazionali.

In Italia, per quanto riguarda la riduzione del tasso di abbandono precoce,  si sono registrati significativi miglioramenti: la percentuale dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente la scuola, non conseguendo diplomi di secondo grado né attestati di formazione professionale, è scesa dal 19,2% nel 2009 al 15% nel 2014. Con questo dato, l’Italia raggiunge il suo obiettivo nazionale fissato al 16%, pur rimanendo ancora distante dall’obiettivo europeo del 10% entro il 2020 (vedi grafico).

 

Tasso di abbandono precoce degli studi o della formazione in Italia (2009-2014)

Tasso di abbandono precoce degli studi o della formazione in Italia (2009-2014)

 

Un altro dato significativo che emerge dallo studio Eurydice è che l’abbandono precoce incide diversamente sulla popolazione studentesca a seconda del genere e, soprattutto, a seconda dello status di cittadino nato all’estero oppure nativo. In molti Paesi europei infatti gli studenti nati all’estero che abbandonano precocemente i percorsi di istruzione e formazione costituiscono la maggioranza di chi abbandona (l’unica eccezione a questa tendenza generale è rappresentata dal Regno Unito). I tassi sono particolarmente alti in Grecia, Spagna e in Italia, dove il tasso di abbandono degli alunni stranieri è addirittura più del doppio rispetto a quello degli alunni italiani. In Italia, il 34,4% degli studenti nati all’estero non consegue diplomi di secondaria superiore o di formazione professionale, mentre tra gli studenti nativi la percentuale scende al 14,8%; dati entrambi superiori alla media europea, che è rispettivamente del 22,7% e 11%.

L’Italia risulta anche tra i Paesi con le più forti disparità tra tassi di abbandono maschili e femminili, con una percentuale del 20,2% per i maschi e del 13,7% per le femmine, un dato negativo rispetto alla media europea (13,6% maschi, 10,2% femmine). Accanto all’Italia, i Paesi che registrano forti disparità di genere sono Cipro, Estonia, Spagna, Lettonia, Portogallo e Islanda. La maggiore propensione all’abbandono scolastico da parte degli alunni di sesso maschile nel nostro Paese è particolarmente evidente nelle aree più disagiate.

In Italia, a differenza di altri Paesi, le politiche e le misure per contrastare l’abbandono precoce non sono ancora inserite in una strategia globale, anche se sono state intraprese alcune iniziative per riunirle in un unico framework e si sta cercando di rafforzare la cooperazione con i vari soggetti interessati (famiglia, alcuni ministeri, enti locali e associazioni del terzo settore). Importanti sono le misure sistemiche che ruotano attorno all’obiettivo dell’inclusione, come l’innalzamento dell’obbligo di istruzione e formativo, l’istituzione del sistema nazionale delle anagrafi degli studenti, il riordino del sistema di istruzione e formazione professionale con la definizione di organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi regionali, fino alla riorganizzazione dell’istruzione degli adulti, senza tralasciare la speciale attenzione che il nostro Paese ha rivolto da sempre all’educazione e alla cura della prima infanzia.

Cos’è Eurydice
Eurydice è la rete europea che raccoglie, aggiorna, analizza e diffonde informazioni sulle politiche, la struttura e l’organizzazione dei sistemi educativi europei. Nata nel 1980 su iniziativa della Commissione europea, la rete è composta da un’Unità europea con sede a Bruxelles e da varie Unità nazionali. Dal 1985, l’Indire è sede dell’Unità nazionale italiana.

 

Scarica il volume “La lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione: strategie, politiche e misure” (formato .pdf, 5Mb)

 

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