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31 Marzo 2016

Lo sport come strumento educativo e sociale: sintesi del seminario di Urbino

Il 21 marzo l'Unità italiana ha organizzato l'incontro per approfondire le molteplici relazioni fra sport ed educazione

di Alessandra Ceccherelli

L’Università di Urbino ha ospitato lo scorso 21 marzo il seminario EPALE “Itinerari educativi nello sport”. Obiettivo dell’incontro è stato quello di parlare delle iniziative sportive nell’ambito dell’educazione degli adulti, per esplorare quell’universo di attività che oltre all’esercizio fisico e ludico hanno una finalità educativa e sociale. Il seminario ha avuto come ospite di eccezione l’atleta Giuseppe Ottaviani, il pluricampione mondiale master, classe 1916, che ha testimoniato con la sua presenza al seminario quanto l’impegno sportivo sia un mix di lunga vita fatto di gioco, gioia e curiosità verso il mondo.

 

 

Il progetto EPALE ha scelto di occuparsi dello sport per la sua crescente rilevanza come strumento di educazione e formazione. In Europa la prospettiva sociale e educativa dello sport ha acquisito importanza nei documenti ufficiali solo a partire dalla fine degli anni ‘90, mentre ben più evidente è stata la necessità di una norma comunitaria che regolasse il diritto sportivo per l’importanza che il settore riveste sotto il profilo economico, con oltre 15 milioni di persone impiegate e un contributo all’occupazione totale dell’UE pari al 5,8 %. L’ingresso ufficiale dello sport tra le priorità europee risale al 2007, quando il Trattato di funzionamento dell’UE stabilisce che “l’Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa”.

Al seminario EPALE, l’intervento del docente dell’Università di Urbino Marcello Pierini ha ripercorso il quadro europeo delle politiche in materia di sport, fino alla significativa creazione di uno specifico settore Sport in Erasmus+, il programma con cui per il settennio 2014-2020 la Commissione finanzia gli interventi in ambito educativo e formativo. A proposito del programma, le ultime novità di finanziamento per il 2016 sono state presentare dall’Agenzia Erasmus+ Indire, con l’intervento di Pietro Michelacci.

EPALE rientra a pieno titolo tra gli interventi comunitari a supporto dell’educazione, in particolare per i discenti adulti, e contempla temi e target estremamente diversificati. Anche i percorsi nello sport sono interessanti sotto diversi punti di vista: quello degli operatori in prima battuta (allenatori e educatori sportivi sono figure di riferimento per i giovani e devono avere una formazione adeguata), quello delle associazioni che promuovono con il gioco l’inserimento sociale di persone con svantaggio, fisico, psichico sociale, quello degli sportivi al termine della loro carriera (anch’essi adulti con necessità di formazione per reinserimento), quello di particolari contesti sottoposti a limitazioni, come il carcere, o a discriminazione, come le zone ad altra immigrazione, aree in cui lo sport può fare la differenza.

La scelta di Urbino come sede del seminario non è stata casuale. L’ateneo cittadino vanta infatti una lunga tradizione nel campo delle Scienze motorie e ha al suo attivo interessanti sperimentazioni correlate all’attività sportiva. Ne è un esempio il gruppo di ricerca sullo sport in carcere condotto da Ario Federici, docente del Dipartimento di Scienze biomolecolari, impegnato da oltre dieci anni a indagare gli effetti e le ricadute dell’attività motoria in ambito penitenziario, rispetto a tre principali assi tematici: salute e benessere, rispetto delle regole, benefici generali nel percorso di risocializzazione (clicca qui per leggere sul sito di EPALE una sintesi dell’intervento “Lo sport come strumento di inclusione sociale per i detenuti”).

Cosa significa lo sport nello sviluppo della persona? Perché è significativo dal punto di vista educativo? Lo sport ha la capacità di valorizzare varie caratteristiche (non solo fisiche) delle persone che lo praticano e suscita attitudini valoriali e umane implicite in ognuno a livello naturale. L’intervento di Paolo Crepaz, medico e giornalista sportivo, citando grandi pedagogisti e famosi sportivi, ha suscitato più di una suggestione sul rapporto tra sport ed educazione nel mondo attuale. «Molte persone, specie i più giovani, vivono oggi una crisi di identità che porta insicurezza, fragilità e vulnerabilità. In questo contesto la risorsa più contesa è la visibilità sociale, un appello al “guardami, guardami” più che mai vivo anche nello sport», ha affermato Crepaz.  Il ruolo dell’educatore sportivo diventa così molto più importante e richiede una specifica formazione per fare emergere – educĕre, appunto – la persona oltre che l’atleta. Crepaz ha proposto qualche regola di base per gli educatori: svincolare l’autostima dal risultato, consentire un po’ di frustrazione, stimolare l’autonomia e l’assunzione di responsabilità, salvaguardare il diritto di sbagliare e ricominciare, insegnare a passare la palla (clicca qui per leggere tutto l’intervento).

Centralità del ruolo dell’allenatore/educatore, quindi. L’adulto diventa sempre più spesso, dopo la famiglia e la scuola, la terza figura di accompagnamento nella crescita dei bambini, e si trova ad assolvere molti ruoli nello stesso tempo: istruttore, insegnante, modello, animatore. Gli obiettivi educativi vanno così oltre la preparazione fisica e l’allenamento: guidare lo sviluppo corretto dell’autostima, la corretta percezione di sé, l’educazione al fair play. Per una piena assunzione del ruolo, occorre dunque una presa d’atto di elementi di teoria dell’età evolutiva. L’intervento di Sofia Tavella, docente dell’Università di Urbino, ha ben focalizzato il rapporto educativo e la relazione bambino-adulto nel contesto sportivo (guarda le slide del suo intervento).

Parlando poi di possibilità concrete e buone sinergie, nella regione Marche l’offerta formativa degli sport di base accoglie le indicazioni delle politiche locali e dei piani di attività regionali per lo sport. Il Coni, rappresentato al seminario da Alberto Paccapelo, svolge da tempo una serie di iniziative sull’educazione allo sport rivolte a giovani e adulti, ad esempio con “Velaspiegata”, un ciclo di lezioni di vela rivolte ai nonvedenti dal titolo o con “Luoghi di Sport”, un progetto per incentivare l’attività fisica di tutti gli abitanti, anziani e non, di un piccolo paese.

L’Ufficio scolastico regionale per le Marche, in rappresentanza del quale è intervenuta Michelangela Ionna, ha presentato le linee di indirizzo per la promozione dell’attività fisica nella Regione. Si sono infatti avviate alleanze strategiche tra regione, USR ed enti locali a supporto delle azioni di promozione dell’attività fisica anche nell’età adulta. In particolare, nelle Marche è attivo uno specifico intervento sull’attività fisica nella formazione degli adulti rivolto ai CPIA e in stretto raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni (guarde le slide dell’intervento).

Infine, le esperienze di alcuni progetti hanno raccontato cosa è possibile realizzare in concreto con lo sport partendo “dal basso oppure con il contributo dei fondi europei. Ad esempio, l’integrazione dei ragazzi migranti nelle attività sportive diventa più semplice ed efficace se si seguono indicazioni specifiche, come quelle raccolte dalle esperienze dei partner europei di “MATCH Migration and Sports”, un progetto Grundtvig. E ancora si può pensare allo sport come mezzo sia per sviluppare le capacità dei ragazzi disabili sia, al contempo, per creare economia sul territorio, come è accaduto a Catania con il progetto “DiveActive”. Il piano di formazione degli allenatori della Polisportiva Pontevecchio, la più grande società sportiva di Bologna che conta 120 allenatori e oltre 4000 soci, è a sua volta un esempio di investimento, anche economico, sulla professione educativa dell’allenatore. Infine, il progetto “Aftermatch – Life beyond sport” si occupa degli atleti al termine della carriera sportiva e si pone l’obiettivo di facilitarne l’occupazione attraverso la valorizzazione e il trasferimento delle diverse competenze traversali acquisite.

 

Clicca qui per vedere tutte le risorse presentate al seminario.

 

Per approfondire il tema:

 

epale