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14 Ottobre 2016

Giuseppe Lombardo Radice tra immagine pubblica e privata

Su questo sito una mostra virtuale dedicata al celebre pedagogista siciliano

di Patrizia Centi

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Un percorso fotografico nella scuola dei primi del Novecento attraverso la vita – pubblica e privata – di uno dei pedagogisti più importanti d’Italia: Giuseppe Lombardo Radice.
Ѐ la mostra virtuale «Educazione è compenetrazione di anime. Il lavoro per la scuola, la famiglia e gli amici di Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938) attraverso le immagini dell’archivio Indire», corredata da una pubblicazione online dedicata al pedagogista.

Il “viaggio” ha inizio con le immagini della sua famiglia di origine, della sua città, Catania, e della moglie Gemma Harasim, fino ad arrivare agli anni Trenta. Un’attenzione particolare è rivolta alla sezione che riunisce 13 fotografie di amici, colleghi e personaggi dell’ambiente culturale frequentato dal pedagogista. Insieme alle fotografie di famiglia e alla documentazione del proprio lavoro, egli conservava anche un ritratto di Scipio Slataper, scrittore triestino che, come Lombardo Radice, collaborò con La Voce e, allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruolò volontario nel Regio esercito italiano, rimanendo ucciso al fronte. Nelle memorie fotografiche di Lombardo Radice troviamo anche due stampe che ritraggono Giovanni Gentile, con cui fin dal 1910 maturò un rapporto amichevole e di collaborazione, traducendo la Critica della ragion pura di Kant, e avvicinando così il suo idealismo pedagogico a quello gentiliano. Ne fu prova, anni dopo, il volume L’ideale educativo e la scuola nazionale: lezioni di pedagogia generale fondata sul concetto di autoeducazione (Firenze 1916), in cui l’eco dell’attualismo era assai forte. Inoltre vi troviamo anche due fotografie che ritraggono l’altro filosofo ispiratore dell’opera di Giuseppe Lombardo Radice, Benedetto Croce.

La mostra prosegue con immagini che ritraggono la sua partecipazione politica, e quindi, dopo la prima guerra mondiale, le sue dimissioni al partito socialista italiano, la scelta di partire volontario per il fronte.

Nella sezione “Giuseppe Lombardo Radice e la Scuola”, ci sono delle fotografie che raccontano del suo rapporto con il mondo della scuola in tutti i suoi risvolti: insegnante nelle scuole secondarie, poi professore di pedagogia presso l’Istituto superiore di magistero a Roma e, dal 1923, Direttore Generale per l’Istruzione Primaria, incarico durante il quale, si occupò di elaborare i programmi per la scuola elementare.

 

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A partire dagli anni Venti, Lombardo Radice condusse la sua battaglia per il rinnovamento della scuola, pubblicando una serie di testi fondamentali quali Nuovi saggi di propaganda pedagogica (Torino 1922); Educazione e diseducazione (Firenze 1923); Accanto ai maestri (Torino 1925); Athena fanciulla (Firenze 1926); Scuole, maestri e libri (Palermo 1926); Saggi di critica didattica (Torino 1927); Il nostro Pestalozzi (Roma 1927). Opere che approfondivano ulteriormente la sua concezione di “scuola serena”, già teorizzata nel 1913 in Lezioni di didattica, e sempre più contraddistinta dalla centrale idea del ruolo attivo e critico dell’insegnante.

La sua visione pedagogica rifletteva sulla creazione di una scuola in cui lo spirito infantile potesse liberamente manifestarsi e la creatività non fosse ostacolata né soffocata dagli adulti, secondo il mito della «scuola serena» teorizzato dal pedagogista siciliano, ovvero un «modello di scuola nuova o attiva in cui al centro si trovano l’attività del bambino, ma anche il maestro come quale sollecitatore dell’impegno del bambino». Questa visione era al centro della sua opera sull’istruzione primaria, sviluppata nel corso del suo incarico di direttore per l’istruzione primaria al Ministero. Esperienza che vide la sua conclusione il 6 giugno 1924, quattro giorni prima dell’assassinio di Giacomo Matteotti, quando il Regime espresse apertamente la sua intransigenza totalitaria e Lombardo Radice decise così di abbandonare la sua collaborazione al governo per essere reintegrato nella carriera universitaria.

La mostra, curata dalla ricercatrice Indire Pamela Giorgi e dalla collaboratrice Irene Zoppi, è stata resa possibile grazie all’archivio «Giuseppe Lombardo Radice», conservato nella sede fiorentina dell’Istituto e articolato in una parte documentaria (lettere, scritti e appunti autografi, relazioni, fotografie) e una bibliografica (collezioni complete di due riviste da lui dirette: Nuovi Doveri e L’Educazione Nazionale e la sezione pedagogica).

«Il fondo trae origine dalla mostra documentaria Il tempo, la vita, il pensiero e l’opera di Giuseppe Lombardo Radice, organizzata nel 1980, in occasione del centenario della nascita, dalla Biblioteca di documentazione pedagogica nazionale, oggi Indire», spiega Pamela Giorgi. «Nel corso degli anni sono stati donati, da parte della famiglia, ulteriori documenti, andando così a implementare il fondo a lui dedicato. L’intero materiale è oggi riordinato e munito di un dettagliato elenco di consistenza. Di recente si è concluso il ricondizionamento complessivo dei materiali fotografici provenienti dalle varie donazioni, realizzato attraverso la sua articolazione in sottocategorie, riguardanti le memorie fotografiche familiari e la ritrattistica, l’esperienza al fronte durante la prima guerra mondiale e i rapporti con la Scuola. Ci auspichiamo dunque – prosegue Giorgi – che la sequenza delle immagini esposte sia l’occasione per ricordare alcuni momenti salienti della biografia di Giuseppe Lombardo Radice, di cui si offre un pendant visivo attraverso una particolare fonte storica: quella fotografica».

 

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