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17 Novembre 2016

Arriva dal Piemonte una proposta per fare dei CPIA il luogo dell’apprendimento permanente

di Alessandra Ceccherelli

In Europa, l’istruzione degli adulti riguarda l’apprendimento permanente e tutte quelle iniziative volte a migliorare il livello delle competenze e conoscenze dei cittadini per una società più equa ed economicamente e socialmente più vitale e partecipativa. In Italia questo tema incontra ancora molte difficoltà, tanto che i dati ci relegano in fondo alle classifiche: il 50% della popolazione italiana nella fascia d’età 16-65 anni non ha un diploma (la media UE è del 27%) e il 70% si colloca al di sotto del livello di alfabetizzazione considerato necessario per interagire in modo pienamente efficace nella società attuale. Anche la partecipazione degli adulti alle attività di studio si attesta sul 7,3% contro la media europea del 10,7% (i dati arrivano dal recente rapporto di monitoraggio della Commissione).

A conclusione del primo anno di applicazione della riforma dell’istruzione per gli adulti, la rete dei Centri provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) del Piemonte ha elaborato il progetto PIDIEF – Percorsi integrati di Istruzione e Formazione per adulti, una proposta didattica rivolta al primo livello, cioè quello in cui si consegue la licenza media.

Il possesso di diplomi di base e l’alfabetizzazione sono però solo i primissimi requisiti per l’apprendimento continuo, e di questo si occupano proprio i CPIA tra molte difficoltà ma, notano dal Piemonte, con una base normativa che se correttamente interpretata potrebbe facilitare l’avvio di azioni concrete per favorire l’apprendimento anche oltre la terza media. Diversi i fattori da cambiare: il ruolo del contesto sociale, l’organizzazione dell’offerta formativa per fare in modo che il ritorno a scuola da adulti si svolga con parametri diversi rispetto a quanto avviene per i giovani, la realizzazione di un intreccio tra conoscenze teoriche e competenze più direttamente spendibili nel lavoro e nella vita quotidiana.

È anche qui che interviene il progetto PIDIEF, elaborato in autonomia grazie soprattutto al patrimonio di esperienze costruito attraverso una lunga attività didattica. Sempre tenendo presente i riferimenti normativi alla base della propria proposta, i CPIA piemontesi mettono al centro della riflessione, per riorganizzarlo su basi e con finalità nuove, il secondo periodo didattico del primo livello di istruzione, ovvero quello relativo al conseguimento delle competenze di base connesse all’alfabetizzazione funzionale (vedi anche la Circolare ministeriale n.6 del 27/02/2015). Il progetto prevede moduli e unità didattiche, strumenti di autoformazione e protocolli di intesa per la certificazione delle competenze e la proposta rielabora percorsi rivolti a chi, concluso il primo ciclo di scuola obbligatoria, fino alla terza media, potrebbe decidere di proseguire gli studi verso una qualifica o un diploma.

Il progetto della rete dei CPIA piemontesi è «una proposta che affronta un nodo cruciale di qualsiasi intervento di educazione degli adulti: la necessità di dar vita finalmente a un sistema solido e fortemente caratterizzato, capace di dialogare con la scuola, da un lato, e con l’insieme della collettività sociale dall’altro, superando in modo definitivo la logica che finora ha visto l’educazione degli adulti come attività di compensazione, riparazione, recupero per chi ha mancato, per ragioni varie e diverse, l’appuntamento con i percorsi della formazione iniziale», sottolinea Vittoria Gallina, docente associato a “La Sapienza” di Roma, in un suo recente articolo.

La fattibilità della proposta piemontese è vincolata alla verifica di alcuni aspetti importanti. Tra questi, la prima condizione è che si crei un’intesa tra il CPIA e un istituto di istruzione superiore per trasformare la certificazione in crediti. Nulla impedisce che una tale intesa possa esserci e che sia la commissione per il patto formativo a certificare tali crediti. Un’altra novità consisterebbe nell’integrazione con la formazione professionale, chiaramente prevista dal DPR 263/12 (la legge che istituisce i CPIA) che dà indicazioni sul possibile ampliamento dell’offerta formativa. Naturalmente, essa potrà essere realizzata solo se ci sarà un accordo in tal senso fra le agenzie di formazione e la Regione.

Oltre al progetto, che di per sé già costituisce già una risorsa da condividere a livello nazionale, il documento introduttivo costituisce una lettura indispensabile per capire meglio l’istruzione degli adulti oggi in Italia, tra molte ombre e alcune luci.

La proposta della rete CPIA è disponibile su EPALE, l’ambiente online dedicato a chi opera nel settore dell’educazione degli adulti e punto di incontro europeo sulle migliori pratiche ed esperienze.

 

Link e materiali utili: