• it
  • en
Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

indireinforma

22 Maggio 2017

Uscito il nuovo rapporto sull’insegnamento delle lingue a scuola in Europa

Già disponibile online lo studio della Rete Eurydice sulle lingue straniere nelle scuole primarie e secondarie in Europa

di Simona Baggiani

Con oltre 60 lingue ufficiali, l’Europa è un continente con un’incredibile varietà linguistica destinata solo ad ampliarsi, in seguito ai recenti flussi migratori. L’edizione 2017 del Key Data on Teaching Languages at School in Europe descrive le principali politiche educative concernenti l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue in 42 sistemi educativi europei.

Questa quarta edizione è particolarmente ricca di contenuti e contiene ben 60 indicatori organizzati in cinque diversi capitoli: contesto, organizzazione, partecipazione, insegnanti e processi educativi.

Per lo sviluppo del rapporto sono state utilizzate diverse fonti, i dati qualitativi e quantitativi rispettivamente della rete Eurydice e di Eurostat e le indagini internazionali OCSE/PISA e TALIS. I dati Eurydice coprono tutti i Paesi dell’Unione europea, oltre a Bosnia-Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Norvegia, Serbia e Turchia.

 

Di seguito, una breve panoramica di alcuni dei principali risultati del rapporto:

  • Gli alunni cominciano a imparare una lingua straniera sempre più precocemente
    Nella maggioranza dei Paesi gli alunni cominciano a imparare una prima lingua straniera come materia obbligatoria tra i 6 e i 7 anni, ossia nei primi anni dell’istruzione primaria.
    L’Italia fa parte di questo gruppo in seguito alla legge 53/2003 che ha previsto l’insegnamento obbligatorio dell’inglese a partire dal primo anno della scuola primaria (6 anni). Tuttavia, in molti Stati, il volume orario dedicato alle lingue straniere resta piuttosto modesto nei curricoli del livello primario. Nella maggioranza dei paesi questa percentuale varia dal 5 al 10% del volume orario totale.

 

  • Lo studio di una seconda lingua straniera non è obbligatorio in tutti i Paesi
    Sempre più studenti studiano una seconda lingua straniera a livello secondario inferiore. A livello UE, il 59,7% di tutti gli studenti dell’istruzione secondaria inferiore studiavano, nel 2014, due lingue straniere o più. Si tratta di un notevole aumento rispetto al 2005, anno in cui il dato era del 46,7% degli studenti.

 

  • L’inglese è la lingua straniera più studiata
    In quasi tutti i Paesi europei, l’inglese è la lingua straniera più insegnata durante l’istruzione primaria e secondaria. A livello UE, quasi tutti gli alunni (il 97,3%), studiavano inglese durante l’istruzione secondaria inferiore nel 2014. Inoltre, la percentuale di alunni che imparano l’inglese a livello primario è aumentata a livello UE di 18,7 punti percentuali dal 2005, raggiungendo il 79,4%. Il francese è la seconda lingua straniera più comunemente studiata nel livello secondario inferiore, (33,3% di studenti dell’UE nel 2014). Il tedesco è la terza lingua straniera più popolare ( 23,1%), seguita dallo spagnolo con il 13,1%.

 

  • Agli studenti è richiesto il livello di “utente autonomo” nella prima lingua straniera al termine della scuola
    La maggior parte dei Paesi usa il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) sviluppato dal Consiglio d’Europa per definire livelli di competenza nelle lingue straniere che siano comparabili a livello internazionale. Al termine dell’istruzione secondaria superiore generale, la maggior parte dei Paesi richiede come minimo un livello B2 (utente autonomo avanzato) per la prima lingua straniera. Diversi Paesi hanno invece stabilito come minimo un livello B1 (utente autonomo – livello soglia).
    L’Italia è uno dei pochi paesi che richiede ai suoi studenti di aver raggiunto almeno un livello B2 al termine dell’istruzione secondaria superiore sia per la prima che per la seconda lingua straniera.

 

  • La maggioranza dei Paesi europei prevede un sostegno linguistico per gli studenti immigrati neoarrivati
    Quasi tutti i Paesi prevedono corsi supplementari di lingua di istruzione per alunni immigrati e più di un terzo dei sistemi educativi europei offre a questi studenti un insegnamento personalizzato o un curriculum individualizzato.
    L’Italia rientra in questo gruppo di Paesi. Da noi, infatti, si è optato fin dall’inizio per la piena integrazione degli alunni immigrati a scuola, obiettivo che non può prescindere dall’acquisizione di una buona conoscenza dell’italiano come lingua seconda (L2).

 

Attenzione!
Giovedì 15 giugno (orario 12,30 – 14) si terrà un webinar per lanciare questo studio. Per partecipare basta cliccare su questo link nel giorno stabilito.

 

Cos’è Eurydice
Eurydice è la rete europea che raccoglie, aggiorna, analizza e diffonde informazioni sulle politiche, la struttura e l’organizzazione dei sistemi educativi europei. Nata nel 1980 su iniziativa della Commissione europea, la rete è composta da un’Unità europea con sede a Bruxelles e da varie Unità nazionali. Dal 1985, l’Indire è sede dell’Unità nazionale italiana.

 

Altri link utili: