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26 Maggio 2017

L’Indire a Napoli per il congresso CKBG: “Ubique e Intelligenti: Tecnologie e Persone”

di Redazione

“Ubique e Intelligenti: Tecnologie e Persone”: questo il titolo del VI congresso organizzato dal Collaborative Knowledge Building Group – CKBG a Napoli dal 14 al 16 giugno al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (Chiostro di San Pietro Martire, via Porta di Massa 1a).

Attraverso lezioni magistrali, simposi, presentazioni, poster e showcase discussi da studiosi ed esperti del settore, durante la tre giorni si approfondirà in molte delle sue sfaccettature il vasto tema delle tecnologie, oggi sempre più piccole, mobili, indossabili. Cellulari, smartphone, tablet, orologi accompagnano ormai ogni momento della nostra quotidianità, dalle situazioni di gioco, intrattenimento e socializzazione fino alla formazione e al lavoro. Basta un semplice tocco, o anche solo la voce, e loro capiscono, reagiscono, obbediscono. Sono sempre più “friendly”, si rivolgono a fasce di utenti sempre più ampie: non solo più informatici e “nerd” ma anche bambini, anziani e persone con bassi livelli di alfabetizzazione.

Ubique e intelligenti, quindi. Ma le tecnologie aumentano veramente la capacità di estendere la nostra presenza in contesti “altri” rispetto al dove siamo fisicamente? Siamo già capaci di sfruttare la possibilità di essere contemporaneamente “qui” e “altrove”? Sappiamo gestire l’enorme mole di informazioni disponibili in rete? Siamo in grado di appropriarci di processi di apprendimento più sofisticati?

 

L’Indire darà il suo contributo alla riflessione in vari appuntamenti:

 

  • Simposio invitato: Pedagogia maker e Stampa 3D come mediatore didattico. Approcci, osservazioni e risultati nella scuola dell’infanzia
    venerdì 16 giugno, 9 – 11
    Aula Aliotta
    Coordinano i ricercatori Indire: Giuseppina Rita Mangione, Lorenzo Guasti, Maeca Garzia, Jessica Niewint-Gori 

    La diffusione di massa della stampante 3D è stato uno dei fattori più rilevanti della nascita a livello mondiale del movimento dei cosiddetti “maker”, ovvero gli “artigiani digitali”. Qualche anno fa un gruppo di ricercatori dell’Indire si è posto una domanda scaturita da una semplice intuizione: la stampante 3D può essere utilizzata per potenziare i processi di insegnamento e di apprendimento nella scuola dell’infanzia? Da un punto di vista psicologico il processo del “Think-Make-Improve” coinvolge tutte le funzioni cognitive superiori (pianificazione, memoria, problem solving, presa di decisione, simulazione mentale, ecc.). Considerato che buona parte di queste funzioni psicologiche cominciano a emergere e a strutturarsi proprio nel periodo della seconda infanzia, è legittimo proporre un adattamento della “stampante 3D” per le finalità educative di bambini in età prescolare? In questo simposio verranno riportati ipotesi di partenza, strategie attuative di ricerca, risultati raggiunti. 

     

    Interventi previsti:
    Makificare la scuola dell’infanzia: dai processi di apprendimento agli spazi didattici
    Giuseppina Rita MangioneMaeca Garzia, Lorenzo GuastiLe analisi di alcune soluzioni di tendenza nella didattica, tra cui la stampante 3D nella scuola dell’infanzia, ci permettono di ipotizzare un set di spazi funzionali al concetto di “making” e di “atelier” e in grado di facilitare la formazione, promuovere scenari didattici innovativi tesi allo sviluppo di abilità geometriche e visuo-spaziali sin dalla seconda infanzia e orientare i bimbi più piccoli alle STEM, ovvero alle discipline scientifiche.

     

    La stampante 3D quale tecnologia riflessiva: compiti ed osservazioni
    Jessica Niewint-Gori, Maeca Garzia, Giuseppina Rita Mangione

    Da un punto di vista psicologico, il ciclo “design-thinking-making” costruito insieme ai docenti della scuola dell’infanzia richiama un lungo processo su sfondo ludico e narrativo in grado di coinvolgere tutte le funzioni cognitive superiori (pianificazione, memoria, problem solving, presa di decisione, simulazione mentale, ecc.) e socio-cognitive. Tali funzioni trovano una prima strutturazione proprio nella seconda infanzia e permettono di interrogarsi sul ruolo della stampante 3D quale tecnologia riflessiva più che interattiva. Il suo utilizzo vien innescato come conseguenza di una serie di attività propedeutiche di tipo fondamentalmente creativo e manipolativo e sostiene processi critici, autoregolativi e inclusivi.

     

    I risultati della ricerca: dialoghi euristici e test misurativi
    Giuseppina Rita Mangione, Sara Mori, Maeca Garzia, Jessica Niewint-Gori,
    Fabrizio Ferrara (Natural and Artificial Cognition Laboratory- Università “Federico II”)

    La legittimità attribuita alla stampante 3D dal punto di vista teorico per le finalità educative di bambini in età prescolare viene confermata da risultati di approcci di tipo sperimentale e tramite uso di test diagnostici e osservazioni qualitative condotte nelle 8 scuole pilota coinvolte nel percorso di ricerca Indire. La prima fase del progetto di ricerca (2014/2015 e 2015/2016) si è posta l’obiettivo di restituire una valutazione di fattibilità dell’utilizzo didattico della stampante 3D nella scuola dell’infanzia, da sempre fanalino di coda nell’introduzione delle tecnologie e della loro integrazione nel piano didattico. La seconda fase dell’attività di ricerca (2016/2017) sarà invece dedicata a verificare l’efficacia dell’utilizzo della stampante 3D, attraverso la struttura didattica ipotizzata, su alcuni aspetti dello sviluppo cognitivo dei bambini.

     


    Setting tecnologico e sviluppo di ambienti dedicati
    Alessandro Ferrini, Jessica Niewint-Gori, Lorenzo Guasti, Luca Bassani

    Un progetto incentrato sull’utilizzo della stampante 3D a scuola implica una notevole cura nell’allestimento del setting tecnologico, poiché la strumentazione in campo è numerosa e complessa. La sperimentazione condotta dall’Indire ha consentito di studiare approfonditamente due configurazioni di lavoro. Saranno presentati i setting tecnologici e i singoli dispositivi hardware e software utilizzati. Dopo due anni di lavoro, la necessità di operare in sicurezza e superare problemi di disposizione della stampante rispetto all’impianto didattico ha portato i ricercatori Indire a investire nello sviluppo di un ambiente dedicato.  Verranno quindi presentati l’applicazione “SugarCAD” e l’ambiente in3Dire, che forniscono una soluzione accessibile volta a rendere maggiormente sostenibile l’introduzione dell’innovazione didattica tramite la stampante 3D in tutte le scuole italiane.

     

Cos’è il CKBG
Il Collaborative Knowledge Building Group nasce nel 2001 dall’esigenza di creare una comunità di scambio di idee e di collaborazione tra ricercatori che si interessano di formazione in ambienti online. Il progetto è stato ideato da persone accomunate dalla passione per l’apprendimento collaborativo e l’interesse per gli ambienti tecnologici in grado di supportarlo. Questa associazione è stata fondata da docenti e ricercatori universitari italiani di ambiti disciplinari diversi, in particolare psicologia, pedagogia e sociologia, con consolidata esperienza nell’ambito dell’uso delle tecnologie.

 

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