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15 Settembre 2017

Erasmus+ dopo il 2020: la Commissione europea chiede di garantire più fondi

di Elena Maddalena

Aumentare il bilancio complessivo del programma Erasmus+ dopo il 2020, canalizzare risorse supplementari provenienti da altri fondi UE, dare maggiore attenzione all’apprendimento permanente, alla mobilità degli apprendisti e all’istruzione informale. Questi i tre punti principali emersi il 14 settembre nel dibattito al Parlamento europeo che ha seguito il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dal presidente della Commissione europea, Claude Juncker.

Un aumento sostanziale dei finanziamenti per il prossimo bilancio del programma Erasmus+ consentirebbe di sfruttare pienamente il suo potenziale. Anche i fondi regionali o sociali dovrebbero poter essere utilizzati per aumentare le sovvenzioni, propongono i deputati in una risoluzione, approvata per alzata di mano. Il programma Erasmus+ dovrà essere ampliato in modo significativo dopo il 2020 per raggiungere gruppi sempre più diversificati di persone. A tal fine, il bilancio dovrà essere aumentato e bisognerà utilizzare i fondi in modo più strategico. Nel corso del dibattito, i deputati hanno sottolineato il rischio che un gran numero di progetti di alta qualità possa essere respinto a causa della mancanza di risorse nell’ambito del programma Erasmus. Si oppongono inoltre a qualsiasi tentativo di utilizzare i fondi del programma Erasmus+ per altre nuove iniziative, come il Corpo europeo di solidarietà. «Dovremmo fare in modo che nel medio termine tutti i giovani di età inferiore ai 27 anni abbiano almeno un’opportunità di partecipare a questo programma», ha dichiarato Petra Kammerevert, presidente della Commissione cultura.

Nella risoluzione si raccomanda inoltre che:

  • gli Stati membri compiano maggiori sforzi per garantire un facile riconoscimento dei crediti ottenuti durante la mobilità Erasmus tramite il Sistema europeo di trasferimento e accumulo dei crediti (ECTS);
  • il programma Erasmus+ si concentri maggiormente sull’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, anche nell’istruzione formale e informale;
  • l’istruzione e formazione professionale (IFP) sia modernizzata, accessibile e adeguata all’era digitale e che siano migliorati la mobilità per gli studenti e l’apprendistato.

Il Parlamento sarebbe inoltre favorevole a un accordo post-Brexit per consentire la mobilità permanente di studenti e insegnanti tra l’UE e il Regno Unito.

 

[Fonte: Ufficio Stampa Parlamento europeo]