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23 Novembre 2018

Imprenditorialità, una competenza per la vita. Sintesi del seminario EPALE di Milano

di Alessandra Ceccherelli

Che cos’è lo spirito imprenditoriale? È immaginazione, spirito visionario, capacità di tradurre un’idea in azione, è innovazione, è una dote innata? È una competenza che si può insegnare e quindi acquisire? Si possono sviluppare attitudini mentali utili per diventare imprenditori? Esistono esperienze educative di successo da poter trasferire da un contesto a un altro? E quali sono gli ostacoli che si incontrano in Italia?

Questi gli interrogativi che hanno guidato i lavori del decimo seminario nazionale EPALE dal titolo Sviluppare e valorizzare lo spirito di imprenditorialità organizzato da Indire – Unità Epale Italia a Milano dal 5 al 7 novembre scorsi, con oltre 130 i partecipanti provenienti da tutta Italia.

«EPALE ha nel suo acronimo due ‘E’ molto importanti, Electronic e European» ha sottolineato aprendo i lavori Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio di Regione Lombardia che ha ospitato nella sua sede il primo giorno del seminario. «Se oggi è infatti più che mai necessario parlare di Europa, sostenere l’uso dell’elettronico e del digitale è diventato indispensabile per lo sviluppo del Paese, specialmente se si parla di educazione e formazione, e le piattaforme europee come EPALE sono importanti per assolvere a queste funzioni», ha concluso Borghetti. Sulle tappe fondamentali indicate dalle politiche europee si è soffermata anche Delia Campanelli, direttrice dell’USR Lombardia, che ha ripercorso alcune delle azioni intraprese dal suo Ufficio in particolare nei confronti della rete regionale dei Cpia.

Creatività, innovazione e sviluppo di spirito imprenditoriale saranno alla base delle professioni del futuro per chi vorrà creare o trovare lavoro. Per questo è importante proporre già dalla scuola programmi e attività che incoraggino queste attitudini. Occorrerà sviluppare abilità tecniche, come le capacità finanziarie, manageriali e di marketing, ma sarà indispensabile affinare anche le cosiddette life skills. Tra queste, particolare rilevanza rivestiranno la capacità di sapersi assumere rischi calcolati, la perseveranza e, soprattutto, l’approccio creativo. Questa in sintesi l’analisi riportata dall’intervento di Maria Laura Sanchez Puerta, ricercatrice della Banca Mondiale sull’impatto dell’educazione all’imprenditorialità nella formazione a livello globale.

Università, sistema imprenditoriale e settori della formazione a tutti i livelli devono interagire di più, parlare linguaggi comuni e condividere obiettivi realistici. Le relazioni ospitate a Milano si sono incontrate in questa comune affermazione nel rispondere a come sviluppare lo spirito imprenditoriale nei giovani e negli adulti.

«Lo spirito imprenditoriale è anche nello sviluppo personale, nella capacità di trovare soluzioni innovative a problemi nuovi in un mondo costantemente in transizione e di questo il mercato del lavoro tiene sempre più conto nella valutazione dei curricula», ha ricordato Luca Rossi, direttore di Confindustria Emilia Romagna; e proprio dalla vita personale parte l’analisi di competenze proposta da qualche anno da Skills Map, il servizio di orientamento dell’Università di Firenze presentato da Carlo Terzaroli, un percorso mirato alla progettazione imprenditiva di carriera.

All’autoimprenditorialità è stata dedicata tutta la seconda giornata del seminario. Prima le testimonianze di titolari di impresa che hanno ricostruito il percorso di vita che li ha “trasformati” in imprenditori, poi esempi di moduli formativi sugli strumenti di business planning come quello presentato dall’Università Telematica degli Studi IUL. Nell’intervento sul Quadro di riferimento europeo DigComp 2.1 si è evidenziato come le competenze digitali siano sempre più necessarie all’attivazione del singolo nella ricerca di lavoro e di formazione professionale.

In questo le opportunità europee rappresentano un sostegno concreto alla costruzione di occasioni formative e una possibilità di fare esperienza, condividere idee, mettersi alla prova cercando la propria strada professionale. La terza giornata del seminario ha dato quindi spazio a EPALE, Erasmus, agli studi della rete Eurydice e agli European Solidarity Corps, la nuova iniziativa di volontariato internazionale per gli Under 30, ma anche alla buona progettazione che deve interpretare la definizione europea di imprenditorialità come competenza per la vita.

Infine, quattro laboratori sono stati l’occasione per sperimentare metodi e tecniche utili a chi educa e orienta, a chi lavora in servizi informativi o con gruppi giovanili e si trova anche informalmente a toccare il tema dell’occupabilità, considerata come una combinazione di fattori che consentono non solo di entrare, ma anche di restare e crescere nel mondo del lavoro.

 

Un ulteriore approfondimento sul seminario di Milano con tutti i materiali, le foto e le video-interviste è disponibile su EPALE >>