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1 Marzo 2019

L’educazione degli adulti in Trentino e la formazione docenti. Uno studio Iprase

di Alessandra Ceccherelli

La recente riforma nazionale dell’istruzione degli adulti è stata intrapresa per elevare i livelli di competenza della popolazione e rappresenta uno degli apparati normativi più innovativi sui temi dell’apprendimento permanente.

In Trentino le leggi regionali e provinciali di attuazione della riforma hanno portato alla creazione di un sistema diverso rispetto al resto d’Italia e le indicazioni ministeriali sono state interpretate con risultati che meritano attenzione. Sono stati ad esempio creati più Centri EDA (Educazione degli Adulti) e non un unico Cpia; si è volutamente scelto di parlare di educazione e non di istruzione per prefigurare dimensioni di intervento di ampio respiro, anche di tipo culturale, estese all’intera comunità di riferimento; si è lavorato per la costruzione di reti e collaborazioni coordinate attraverso scelte condivise a sostegno dell’apprendimento permanente, nella ferma convinzione che non possa esistere promozione della persona a nessun livello se a sorreggerla non c’è un percorso formale di studi.

L’educazione degli adulti in Trentino è oggetto del working paper “L’educazione degli adulti in Trentino. Esiti di un percorso formativo e materiali di lavoro”, risultato del lavoro di ricerca condotto dall’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa (Iprase), insieme ai docenti e ai dirigenti.

Il tratto principale che caratterizza le scelte normative attuate nella provincia di Trento è quello di non considerare le varie realtà territoriali come un tutt’uno indifferenziato, ma riconoscere i tratti di specificità dei singoli territori, per meglio accompagnarne la crescita culturale ed economica.

Iprase ha affiancato il delicato processo di riassetto sul territorio in due modi:

  • Formazione degli insegnanti: aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico
  • Sostegno concreto alla strutturazione di una rete provinciale per analizzare e sperimentare i dispositivi previsti.

L’approccio adottato è stato quello della ricerca-azione partecipata: gli esiti di questo working paper sono dunque il frutto di un processo di negoziazione.

Nel testo si ripercorrono le tappe del nuovo sistema, evidenziando gli elementi di persistenza e di innovazione, e si analizza come sono state recepite e attuate le indicazioni.

L’Alternanza scuola-lavoro, oggetto di una profonda rilettura in Trentino e calibrata sui bisogni specifici dell’EDA in relazione allo sviluppo della competenza imprenditoriale, trova ampio spazio nello studio. Infine, si dedica attenzione alla fruizione a distanza dei percorsi di studio (FAD) come concreto strumento di flessibilità. Proprio per quanto riguarda Alternanza e FAD vogliamo di seguito sottolineare gli elementi di innovazione.

 

Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica per l’EDA nei corsi serali

Le soluzioni adottate in Trentino hanno valutato in particolare un adeguato monte ore di alternanza scuola-lavoro che comprendesse le necessarie competenze, da raggiungere e consolidare non solo prevedendo stage extrascolastici, ma anche con percorsi inclusivi di attività da svolgere in contesto scolastico nella preparazione, progettazione e rielaborazione del percorso. A differenza di quanto accade per la scuola, dove rappresentano un’opportunità didattica rimessa all’autonomia degli istituti scolastici, le attività di alternanza sono obbligatorie. L’impatto può risultare importante se si tiene conto delle caratteristiche di un corso serale e della specificità dell’utenza che vi si rivolge. La possibilità di interfacciare modalità di apprendimento in aula con esperienze pratiche, realizzare legami significativi e strutturati fra scuola, realtà lavorativa e contesto socio-economico del territorio consente di rappresentare le competenze acquisite nel mondo del lavoro in modo funzionale a un apprendimento significativo. Tra le proposte operative illustrate nello studio, la simulazione d’impresa è la metodologia didattica scelta come preferibile per quegli studenti dei percorsi serali non impegnati in attività lavorative; un modello didattico che può essere definito “relazionale-cooperativo”, nel quale la circolarità dell’informazione permette di andare oltre un puro sapere trasmissivo, consentendo di costruire competenze secondo una modalità negoziale. Inoltre, l’Alternanza rappresenta un passaggio determinante nel contesto del nuovo Esame di Stato che, sulla base delle nuove procedure di svolgimento, prenderà avvio proprio dalla rielaborazione dell’esperienza di alternanza, allo stesso modo di ciò che è previsto per i corsi diurni. Poiché l’alternanza nelle forme dello stage si configura alla stregua di un rapporto di lavoro, risulta riconoscibile nella quasi interezza il periodo di attività svolta dallo studente lavoratore nella sua attività professionale concomitante agli studi o pregressa (fino al 100% se l’attività professionale dello studente lavoratore è coerente con l’indirizzo di studi) [Si veda nel testo la Tabella 1 “Casistica”, p. 63].

 

Implementazione della fruizione a distanza

Tra le principali innovazioni della riforma è prevista la formazione a distanza. Nelle intenzioni del legislatore vi è l’idea di favorire soprattutto gli studenti che, per ragioni diverse, non riescono a raggiungere le sedi di svolgimento delle attività didattiche. Ma l’attuazione della FAD incontra anche in Trentino, come nel resto del Paese, molti ostacoli. Per questo Iprase, dall’anno scolastico 2016-2017, ha previsto una formazione specifica per i docenti dei Centri EDA e delle scuole serali impegnati nell’organizzazione di percorsi a distanza [per un’esemplificazione della formazione svolta si veda, nel paper, “Progettare e realizzare un’esperienza in FAD in un corso per adulti”, p. 91]. In generale, i Centri prediligono la modalità asincrona, dove il processo formativo avviene attraverso erogazione di dispense, contributi e materiali scaricabili in qualsiasi momento da parte dello studente. Molto più complessa, allo stato attuale, sembra invece la modalità sincrona che, attraverso strumenti come chat, lavagne elettroniche, servizi di telefonia, permette un’interazione immediata fra i partecipanti. Considerato che la FAD si presenta come uno degli strumenti di flessibilità per la personalizzazione e la sostenibilità dei percorsi nell’EDA, nelle conclusioni del working paper si sottolinea l’importanza di implementare e sperimentare materiali da erogare online, attraverso un lavoro di progettazione fra le scuole. Nello stesso tempo si auspica un atteggiamento di maggior curiosità da parte dei docenti nell’introdurre anche la didattica FAD: allo stato attuale si nota, infatti, che la didattica dell’e-learning è poco strutturata e introdotta sostanzialmente da pochi docenti innovatori.

 

>> Leggi il Working Paper “L’educazione degli adulti in Trentino. Esiti di un percorso formativo e materiali di lavoro”
(a cura di Alessandro Borri e Catia Civettini, Trento, Iprase)