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indireinforma

4 Aprile 2019

Stampanti 3D, serre idroponiche, Maker space scolastici. La ricerca Indire vola a New York per “FabLearn 2019”

di Redazione

Al Teachers College della Columbia University di New York si è svolta a marzo l’ottava edizione della conferenza internazionale “FabLearn 2019”. Oggetto delle due giornate, approfondire quale ruolo possa svolgere la Maker Pedagogy in un mondo, il nostro, che presenta enormi sfide sociali e ambientali.

Il nostro ricercatore Lorenzo Guasti era presente alla conferenza newyorkese, e ha partecipato al panel Making around the world: Experiences and lessons learned moderato da Tamar Fuhrman, ricercatrice della Columbia University. Di fronte a rappresentanti di tutti i continenti, ognuno con i propri progetti in ambito Maker, Guasti ha presentato le tre ricerche che lo vedono impegnato con il gruppo di ricerca Indire: le stampanti 3D a scuola con la nuova metodologia IDeAL (vedi qui un articolo sul tema), le serre idroponiche a scuola e i Maker space scolastici, di cui si parla in maniera approfondita anche nel nuovo volume Indire Fare didattica in spazi flessibili”.

Molti dei paper presentati hanno offerto spunti di riflessione su come il movimento dei Maker possa contrastare le minacce che rischiano oggi di causare il “caos globale”. Da sempre Paulo Blikstein, fondatore del FabLab@School – Digital Fabrication for Education (Università di Stanford) e ora professore al Teachers College della Columbia University, è sensibile al tema della sostenibilità e ha investito in questi anni molte energie proprio per sensibilizzare gli aderenti al movimento Maker sui temi legati alla sostenibilità ambientale, all’ecologia, al riuso dei materiali e, in generale, all’etica ambientale.

Il keynote di apertura, tenuto da Sylvia Martinez, autrice del noto volume Invent to Learn ormai una sorta di “Bibbia” del movimento Maker a scuola – ha preso in considerazione proprio questi aspetti mettendo in evidenza che una delle prossime sfide del futuro sarà quella di gestire in modo etico lo sviluppo della biologia, indirizzando in modo positivo il movimento della Do It Yourself Biology. Si tratta di un tema molto dibattuto, che vede il trasferimento del concetto e delle modalità operative dei Makers dagli ambiti dell’elettronica e dell’informatica a quelli della biologia, della ricerca farmaceutica, dell’ingegneria genetica. Come è successo in passato per i computer, in futuro sarà sempre più immediato ed economico accedere a strumentazioni che operano ad esempio nell’ambito delle terapie geniche, ed è dunque indispensabile che questa “democratizzazione” avvenga in modo etico e sostenibile.

Nest Maker Space

Un considerevole numero di paper, short paper e poster hanno mostrato progetti, provenienti da ogni parte del mondo, riguardanti Fablab e Maker spaces centrati su questi temi. Ad esempio Corinne Okada del Nest Maker Space ha mostrato come sia possibile – e sostenibile – realizzare oggetti artistici facendo crescere in laboratorio, con processi totalmente biologici, funghi, muffe e batteri.

Un altro tema molto trattato in questa edizione di FabLearn, e al tempo stesso molto vicino alle tematiche trattate dall’Indire, è stato quello relativo allo studio e allo sviluppo di metodologie didattiche basate sui cicli di design.

Fra i molti short paper in programma, si citano come esempi i due modelli “Educating Change-Makers: A Framework for Sustainable Making and Activist Engineering” di Kelsey Reichenbach and Brandon Reynante e “Ideate, Evaluate and Share – An Innovation Process Model for Educators” di Raini Sipilä, Kati Sormunen and Tiina Korhonen (qui gli abstract).

Ricca anche la sessione di paper sul tema della pedagogia maker e sui Maker space scolastici. Tra tutti, due interventi sono apparsi molto interessanti: Sorry, I Was in Teacher Mode Today”: Pivotal Tensions and Contradictory Discourses in Real-World Implementations of School Makerspaces di Fabio Campos, Tatiana Soster and Paulo Blikstein e What Are the Learning and Assessment Objectives in Educational Fab Labs and Makerspaces? di Yoav Bergner, Samuel Abramovich, Marcelo Worsley and Ofer Chen (qui gli abstract).

Sono stati numerosi e interessanti i workshop tematici, le sessioni di poster e la sessione “demo” durante la quale alcuni giovanissimi studenti-Makers, anche della scuola primaria, hanno presentato i loro lavori.

Come accade in queste occasioni, molte delle cose migliori sono accadute nei momenti informali in cui i ricercatori di tutto il mondo si sono incontrati, hanno scambiato le loro esperienze e hanno gettato le basi per future collaborazioni.

 

Sito ufficiale di FabLearn 2019 >>