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indireinforma

20 Giugno 2019

Tre contributi Indire sulla Media education nel nuovo volume edito da FrancoAngeli

di Costanza Braccesi

La Media education è un’attività educativa che punta a fornire gli strumenti per una comprensione critica della natura dei vari media, delle tecniche, dei generi e dei linguaggi specifici. In Italia l’educazione ai media è ancora scarsamente attuata ed è quasi sempre limitata a situazioni episodiche che nascono di solito negli ambiti informali. Da noi infatti non si è ancora avviata un’azione educativa sistemica e formalizzata che permetta di rispondere alle sempre più diffuse problematiche inerenti all’uso e all’abuso dei media da parte delle diverse fasce della popolazione.

Proprio di ricerche ed esperienze di formazione legate all’educazione ai media parla il nuovo volume “Media education in Italia. Oggetti e ambiti della formazione”, a cura di Filippo Bruni, Andrea Garavaglia e Livia Petti (FrancoAngeli 2019).

Il libro approfondisce il quadro italiano della Media education presentando alcune delle esperienze formali e informali che sono state realizzate in diversi ambiti, dall’infanzia all’età adulta, e mettendone in evidenza la ricchezza, il potenziale e la possibile replicabilità in nuovi contesti.

Fra i contributi presenti nel volume, tre sono legati ad attività di ricerca Indire e sono a cura di ricercatori dell’Istituto:

 

  • “Domestication” dell’audiovisivo a scuola. Dimensioni emergenti da un’indagine empirica sulla community di Avanguardie Educative
    di Ilaria Bucciarelli e Gabriella Taddeo (pag. 196).
    Il contributo presenta i primi dati relativi a un’indagine sulle pratiche didattiche con l’utilizzo di audiovisivi condotta dall’Indire nel corso del 2016 su un campione di 1.245 docenti facenti parte della rete nazionale Avanguardie Educative. Obiettivo dell’indagine è stato quello di esplorare quanto e come il linguaggio audiovisivo sia entrato oggi nella quotidianità del fare scuola e quale sia l’interpretazione che ne danno i docenti nella loro pratica professionale.

 

  • Competenze digitali: il ruolo della Media Education negli interventi formativi proposti dalle istituzioni scolastiche del Sud Italia
    di Rosalba Manna, Samuele Calzone e Nicola Malloggi (pag. 224).
    Lo studio offre una riflessione sulle azioni formative finanziate nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Competenze per lo sviluppo” 2007/2013, a titolarità del MIUR (Autorità di Gestione). Adottando tecniche di statistica inferenziale sono stati analizzati 11mila progetti, per un totale di 103.615 interventi formativi estratti dalla piattaforma di Gestione Unitaria del Programma (GPU). L’analisi descrive due importanti risultati: da una parte, suggerisce di rafforzare la preparazione del personale docente al fine di orientare le proposte progettuali verso la promozione dell’uso consapevole e critico dei social media, favorendo una sana collaborazione e una cosciente comunicazione in rete; dall’altra parte, incoraggia a riflettere su approcci didattici innovativi per accrescere il peso dell’area delle competenze digitali nella nuova programmazione, creando sinergie con l’area delle competenze per le lingue.

 

  • La Media Education negli interventi di formazione rivolti agli adulti sull’utilizzo dei servizi digitali nelle regioni del Sud Italia
    di Samuele Calzone, Valentina Pappalardo e Donatella Rangoni (pag. 281).
    Il presente lavoro ha indagato 330 progetti per un totale di 429 interventi formativi proposti ai corsisti adulti nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Competenze per lo sviluppo” 2007/2013, a titolarità del MIUR (Autorità di Gestione), con l’intento di approfondire quanto e in che modo le scuole si sono occupate del rapporto Media education – corsisti adulti in termini di acquisizione delle competenze civiche, sociali e digitali. Le esperienze analizzate evidenziano come la Media education sia stata promossa come integrazione delle competenze digitali con quelle sociali e civiche (“educazione con i media”), ma non sia stata compresa l’importanza di riflettere, in una prospettiva di lifelong learning, sul tema dell’“educazione ai media”.

 

 

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