• it
  • en
Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

indireinforma

26 Giugno 2019

Online l’indagine internazionale OCSE 2018 su insegnamento e apprendimento. I principali dati italiani

di Costanza Braccesi

È disponibile online l’indagine 2018 Teaching and Learning International Survey – TALIS condotta dall’OCSE su 260mila insegnanti di 15mila scuole in 48 Paesi del mondo.

Ripetuta ogni cinque anni, l’indagine TALIS ha come obiettivo principale quello di raccogliere informazioni, comparabili a livello internazionale, rilevanti per lo sviluppo e per l’attuazione di politiche incentrate sui dirigenti scolastici e sugli insegnanti, con particolare attenzione agli aspetti che influenzano l’apprendimento degli studenti.

I risultati di TALIS 2018 saranno pubblicati in due volumi. Il primo volume, Teachers and School Leaders as Lifelong Learners, pubblicato il 19 giugno, esplora la dimensione delle conoscenze e delle competenze degli insegnanti e della professionalità dei dirigenti scolastici. Il secondo volume, Teachers and School Leaders as Valued Professionals sarà pubblicato all’inizio del 2020 e si concentrerà sulle opportunità di carriera, sulla cultura collaborativa e sulla responsabilità e autonomia dei docenti.

 

ITALIA – ALCUNI DATI CHE EMERGONO DALLA “COUNTRY NOTE”

In Italia, TALIS ha somministrato il questionario a un campione casuale rappresentativo di 4mila insegnanti e loro dirigenti scolastici in 200 scuole. Hanno compilato il questionario 3.612 insegnanti della scuola secondaria di I grado e 190 dirigenti.

Dalla Nota ufficiale relativa al nostre Paese emergono alcuni dati principali:

In Italia, gli insegnanti hanno in media 49 anni (44 nei Paesi OCSE) e il 48% degli insegnanti ha più di 50 anni (media OCSE 34%). I dirigenti scolastici hanno in media 56 anni, un’età superiore alla media dei dirigenti dei Paesi OCSE  che è di 52 anni. Inoltre, il 32% dei dirigenti scolastici in Italia ha 60 anni e più, rispetto al 20% della media OCSE.

In Italia, il 69% dei dirigenti scolastici è donna, contro il 78% degli insegnanti (media OCSE: 47% tra i dirigenti scolastici, 68% tra gli insegnanti).

Per quanto riguarda il clima scolastico, i rapporti tra studenti e insegnanti sono ritenuti complessivamente positivi (97%). Il 3% dei dirigenti scolastici riferisce di atti intimidatori o di bullismo tra i propri studenti, dato comunque sensibilmente inferiore alla media OCSE del 14%.

In Italia, il 35% degli insegnanti lavora in scuole dove almeno il 10% degli studenti ha un background migratorio (media OCSE 17%).

L’insegnamento è stata la prima scelta professionale per il 65% degli insegnanti in Italia (per il 67% nei Paesi OCSE). Per quanto riguarda i motivi di questa scelta, almeno il 79% degli insegnanti in Italia cita, come motivazione principale, l’opportunità di influenzare lo sviluppo dei ragazzi o di contribuire alla società.

Nel complesso, la stragrande maggioranza degli insegnanti e dei dirigenti scolastici considera i loro colleghi come aperti al cambiamento e le loro scuole come luoghi che hanno la capacità di adottare pratiche innovative. In Italia, il 74% degli insegnanti riferisce inoltre che essi stessi e i loro colleghi si sostengono reciprocamente nell’attuazione di nuove idee. Si tratta di una percentuale inferiore alla media dei Paesi OCSE (78%).  

Durante la formazione iniziale, il 64% degli insegnanti in Italia è stato istruito sui contenuti delle materie, sulla pedagogia e sulla pratica in classe (media OCSE 79%). Il 25% degli insegnanti italiani dichiara di aver partecipato a qualche attività di inserimento formale o informale al momento del reclutamento nella scuola, rispetto al 42% degli insegnanti dei Paesi OCSE.

Mentre i dirigenti scolastici nei Paesi OCSE considerano generalmente il mentoring importante per il lavoro degli insegnanti e per le prestazioni degli studenti, il 22% degli insegnanti alle prime armi (con un’esperienza fino a 5 anni) ha un mentor. In Italia, questa quota è pari al 5%. Tuttavia, in Italia i docenti neoassunti devono obbligatoriamente essere seguiti da un tutor nel loro anno di prova.

La partecipazione a qualche tipo di formazione in servizio è comune tra gli insegnanti e tra i dirigenti scolastici in Italia, con il 93% degli insegnanti (media OCSE 94%) e il 100% dei dirigenti (media OCSE 99%) che hanno frequentato almeno un’attività di sviluppo professionale nell’anno precedente all’indagine. La frequenza di corsi e seminari è uno dei tipi di sviluppo professionale più popolari per gli insegnanti nei Paesi OCSE. In Italia, l’81% degli insegnanti partecipa a questo tipo di formazione, mentre il 25% segue una formazione basata sull’apprendimento tra pari e sul coaching. Gli insegnanti in Italia appaiono soddisfatti della formazione ricevuta (84%, contro 82% dei Paesi OCSE). Alcune aree di sviluppo professionale sono tuttavia ancora carenti: in tutta l’OCSE, lo sviluppo di competenze avanzate in materia di tecnologie e linguaggi digitali è un settore in cui gli insegnanti affermano di aver bisogno di una maggiore formazione, insieme all’insegnamento in contesti multiculturali/multilingue e all’insegnamento a studenti con bisogni speciali.

In media in Italia, il 47% degli insegnanti “frequentemente” o “sempre” fa utilizzare agli studenti le tecnologie per progetti o lavori in classe, dato inferiore alla media dei paesi OCSE e delle economie che partecipano a TALIS (53%). In Italia, il 52% degli insegnanti ha dichiarato che “l’uso delle ICT per l’insegnamento” è stato incluso nella loro formazione o istruzione formale.

In media in Italia, il 31% dei dirigenti scolastici riferisce che l’erogazione di un’istruzione di qualità nella propria scuola è ostacolata da una carenza o inadeguatezza della tecnologia digitale per l’istruzione (rispetto al 25% della media OCSE).

 

Rapporto TALIS 2018 Teaching and Learning International Survey >>

TALIS 2018 Country Note >>