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5 Luglio 2019

Uscito “I secoli delle donne”, un volume per innovare la didattica della storia attraverso l’analisi della condizione femminile

di Pamela Giorgi

È appena uscito I Secoli delle donne. Fonti e materiali per la didattica della storia, un volume promosso dalla Società Italiana delle Storiche (SIS) e a cura di Franca Bellucci, Alessandra F. Celi, Liviana Gazzetta (Roma, biblink, 2019).

Si tratta di uno strumento complesso, ma al contempo di notevole maneggevolezza, che integra nella storia, fra i soggetti esclusi, le donne, per indurre al riequilibrio dei valori nell’educazione e nella vita sociale. È quindi uno strumento pensato per affrontare con determinazione i soggetti della storia e della cultura non ancora sufficientemente registrati. Una “mappa interattiva”: così le autrici definiscono questa opera di storia non esaustiva, ma stimolante, pensata per chi vive la scuola come istituzione partecipe della complessità, come un ambiente di cooperazione, di risorse da mobilitare, di domande implicite da interpretare.

Il volume è rivolto a chi insegna la storia secondo le periodizzazioni della scuola italiana, dall’età antica alla contemporanea, passando per il Medioevo e l’età moderna. Questo strumento si pone fuori dall’impostazione tipica delle storie generali, proponendo a chi educa esempi e intrecci essenziali che possono essere replicati e ampliati e che vogliono indurre esperienze didattiche attente alla qualità più che alla quantità. Un approccio molto caro all’impostazione di ricerca Indire e a quanto stiamo cercando di fare per innovare anche la didattica della storia, superando le impostazioni tradizionali.

Il punto di partenza – o piuttosto una linea lunga quanto la trentennale vita della SIS – è, come dice la presidente Simona Feci nella prefazione, quel bisogno di “rilettura storiografica” che spesso ci rende insoddisfatti quando si usano i manuali di storia: in essi salta agli occhi, infatti, il dislivello negativo di presenza per le donne come soggetti e destinatarie di analisi, di riflessioni, di legislazione. Le correzioni al fenomeno nelle pagine dei manuali – pensiamo a alcuni paragrafi aggiunti nel testo e a qualche riquadro proposto in apparato – risultano di peso e di efficacia molto modesti, rispetto al problema. Inquietano in particolare le cronache, l’insistenza di abusi e violenze sulle donne, benché l’azione didattica sia resa sensibile e attenta fino dal 2015, con le Linee Guida Nazionali del Miur.

La storia insegnata nell’istituzione scolastica si interessa del passato nella misura in cui ha come orizzonte e obiettivo la formazione dei giovani nel contesto attuale, ed è attenta alle dinamiche proposte dalla contemporaneità, ai modi del formarsi dei cittadini accompagnandoli alla maggiore età, secondo i valori della democrazia anche verificati sui diritti generali nelle apposite istanze internazionali. Il volume risponde a questo impegno di formazione civile e democratica con vari accorgimenti: peraltro, sono più numerosi i materiali proposti nell’avvicinarsi alla contemporaneità. Soprattutto, essendo la didattica per documenti la proposta che fondamentalmente caratterizza l’opera, questi sono scelti per rispondere ai bisogni formativi di studenti e studentesse, agli interrogativi su di sé che tornano tra presente e passato. Disposti in ordine cronologico, nel corpo centrale del volume sfogliamo materiali d’epoca: scritti di donne o discorsi e prescrizioni di rilievo che coinvolgono le donne, più raramente foto di manufatti riguardanti donne. Ogni documento è proposto con un’introduzione che ne situa la lettura e poi viene contestualizzato in modo essenziale. Ma l’interpretazione può arricchirsi di problematiche, seguendo le annotazioni richiamate in testa a ogni scheda: sono le “parole-chiave” che rimandano ai dieci saggi approfonditi che aprono il volume, precedendo le schede-documenti: opera di studiose e studiosi noti, attingono alla ricerca storica sulle donne e sui generi, così come si è sviluppata nell’ultimo mezzo secolo.

Il volume non ha pretese di esaustività, ma si propone l’obiettivo di aprire un dialogo con gli insegnanti, presentando il metodo attraverso esempi significativi. Due sezioni dialogano più particolarmente con i bisogni di chi opera nella formazione. Una è “Genere e storia delle donne nel mondo. Bibliografie di base”, un primo strumento che intende rispondere a una contraddizione spesso avvertita dai formatori, quella di sentire come limite e contraddizione lo spazio-tempo della storia tradizionale, rispetto a una società spesso definita “globalizzata”. L’altra è il “Questionario di autovalutazione”, utile per tenere sotto controllo le pratiche didattiche: nessuno infatti può dirsi del tutto esente dall’incorrere, anche nella vita professionale, in stereotipi di genere. Vi sono poi altre parti di corredo alla didattica, fra cui la sezione delle “Fonti iconografiche” per guidare i giovani a decodificare le immagini-documento e quella filmica che dà spunti per chi insegna utilizzando i film come fonte.