I materiali offerti devono essere privi di equivocità, far capire con chiarezza a che cosa servono. È la lezione indiretta degli oggetti: i bambini si confrontano con strumenti reali che attraverso le loro qualità – forma, peso, fragilità, possibilità di essere presi – mettono alla prova e danno non solo il piacere di padroneggiare i propri movimenti ma anche la soddisfazione di sapere che sta facendo una cosa difficile per cui è stata ricevuta fiducia.
Gli oggetti insegnano attraverso le loro qualità - forma, peso, fragilità, maneggiabilità. Foto tratta da: Cevenini Carla, a cura di, Viaggio intorno ad una Casa dei bambini, edizioni Opera Nazionale Montessori, Roma 1997
Piuttosto che evitare le operazioni quotidiane inventando giochi che le simbolizzano – le tante ‘casette’ – si mette il bambino in grado di sfidarsi con la realtà; invece di sottrargli lavoro, inventandone uno non autentico, si dà occasione di confronto con gli oggetti quotidiani, ben più impegnativi, ma anche più soddisfacenti. Così, al posto di cucinette finte o di piatti e vassoi di plastica, i piccoli avranno modo di accudire la loro casa-scuola reale, allestire il loro pranzo con veri piatti in ceramica, portare per davvero l’acqua dentro le brocche di vetro, curare e pulire le piante.
Gli oggetti insegnano: la brocca in ceramica e il catino vanno usati con attenzione. Foto tratta da: Cevenini Carla, a cura di, Viaggio intorno ad una Casa dei bambini, edizioni Opera Nazionale Montessori, Roma 1997
Sono gli oggetti reali che insegnano e la realtà della casa dei bambini è la casa stessa: ad esempio i cassetti individuali spesso non possiedono alcun segno di riconoscimento all’esterno, così come in casa non si mette un nome fuori dai cassetti, ma il loro contenuto viene comunque memorizzato.