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l'ambiente è il programma

Il programma da seguire è l’ambiente stesso, preparato attraverso i materiali e risistemato ogni giorno tenendo conto degli interessi e dell’uso che ne fanno i bambini.

Maria Montessori, descrivendo questa età dell’infanzia, parla di periodo sensitivo alla cultura: segnato cioè da un interesse spontaneo che si manifesta seguendo i propri tempi ed ha bisogno soprattutto di un ambiente preparato, dove trovare nutrimento e soddisfazione.
Nella scuola Montessori la programmazione ha senso ed efficacia nella preparazione dell’ambiente-stimolo, suscitatore di libera e intelligente attività adatta ai gradi di maturazione e agli stili personali del bambino. Spazi strutturati e diversificati, ovvero ‘botteghe’ e laboratori nei quali la mente possa applicarsi ed esercitarsi nelle sue forme e intensità…

Opera Nazionale Montessori, Il progetto educativo Montessori, su ‘Vita dell’Infanzia’, n.6, lug ago 2000
Il programma è interno al bambino, che non è avanti o indietro rispetto a un traguardo, ma protagonista di un percorso dettato nei tempi e nei modi dalla propria natura.

interni

Nella parete di fondo sono visibili gli scaffali con i materiali, la biblioteca di classe e il mobile che contiene i cassetti individuali.

Facendo l’esempio della metamorfosi di una farfalla - che avviene secondo un programma dettato dalla natura al quale non può che obbedire - Maria Montessori osserva che è possibile spiegare allo stesso modo lo sviluppo del bambino, che non chiede un percorso imposto dall’esterno, ma le condizioni (a quindi anche tempi, spazi, e materiali) per poter seguire quello che ha già dentro di sé.
…ogni individuo è chiamato dalla natura a realizzare la propria evoluzione psichica, secondo un disegno da essa preordinato, purché egli viva in un ambiente adatto alle forme del suo lavoro.

Opera Nazionale Montessori, Il progetto educativo Montessori, su ‘Vita dell’Infanzia’, n.6, lug ago 2000
L’ambiente mostra con chiarezza la differenza rispetto alla classe tradizionale: rende possibile l’individualizzazione dei percorsi di apprendimento, svincola i bambini dal ricevere tutto dall’insegnante e dà loro la possibilità di seguire i propri percorsi. L’insegnante diventa la persona che prepara, la regista dell’ambiente-laboratorio dove i piccoli si muovono.

arredi

La disposizione dei tavoli, i materiali esposti alle pareti o offerti negli scaffali, invitano all’attività.

I tempi di apprendimento non sono mai quelli collettivi della produttività forzata e del massimo rendimento (imposti dalla prassi corrente), ma piuttosto i ritmi naturali di vita del singolo. Il principio dell’integrità del bambino, che va rispettato nel suo sviluppo senza pressioni esterne … è l’elemento fondante del … ruolo di insegnante

Opera Nazionale Montessori, Il progetto educativo Montessori, su ‘Vita dell’Infanzia’, n.6, lug ago 2000
Non esistono voti dati dall’educatrice, e più che sulla verifica si punta all’autocorrezione. Anche questo scopo assolvono i materiali Montessori, vere e proprie astrazioni materializzate studiate per dare nell’uso stesso la percezione dell’errore. Il controllo dell’errore è del bambino stesso, che in questo modo rafforza la propria autonomia.
Le attività didattiche vengono strutturate in modo tale che il bambino possa svolgere individualmente il suo lavoro, seguendo inconsciamente dei veri ‘diagrammi di flusso’ , dove il controllo dell’errore non risiede nella supervisione dell’adulto ma nel successo dell’azione.

Opera Nazionale Montessori, Il progetto educativo Montessori, su ‘Vita dell’Infanzia’, n.6, lug ago 2000
Questo apprendimento attraverso gli oggetti comprende anche l’impiego di materiali fragili (piatti di ceramica, bicchieri in vetro) con lo scopo di rafforzare l’attenzione e la responsabilità.
La loro rottura produrrebbe infatti un danno evidente, mentre gli stessi oggetti, in plastica, non permetterebbero di rilevare usi non corretti. Dare un bicchiere in vetro significa allora dare un aiuto per la crescita, per sviluppare il controllo del movimento.
I mobili dei bambini, tavoli e sedie, devono essere “leggeri” non solo per venir trasportati facilmente dalle braccia infantili, ma perché per la loro stessa fragilità riescano educativi. È pel medesimo criterio che si danno ai fanciulli piatti di ceramica, bicchieri di vetro, sopramobili friabili. Infatti questi oggetti sono i “denunciatori” dei movimenti rudi, errati, “ineducati”. Allora il fanciullo è portato a correggersi, e perciò si esercita ….. raddolcendo sempre più i suoi movimenti e rendendosene a poco a poco padrone e dirigente perfetto.

Montessori, Maria, L’autoeducazione, nelle scuole elementari, Garzanti, 1970, 1992