È urgente che l’Europa si impegni con maggior risoluzione e coerenza per rafforzare la dimensione sociale dell’istruzione superiore, soprattutto in questo periodo di crisi economica. Questa è la conclusione che emerge dal nuovo rapporto di Eurydice, dal titolo "Modernisation of Higher Education in Europe: Funding and the Social Dimension 2011", che passa in rassegna le politiche nazionali sull’accesso all’istruzione superiore, sul finanziamento e il sostegno agli studenti.
Il rapporto, che copre gli stati membri dell’UE, l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Turchia sottolinea la necessità dei paesi di adattare i propri sistemi di istruzione superiore per far fronte alle sfide poste dai rapidi cambiamenti sociali. Ciò che emerge in particolare è il bisogno di creare opportunità per far sì che un numero più elevato di persone possa beneficiare dell’istruzione superiore, attraverso una serie di misure coerenti, di finanziamenti e di monitoraggi che ne valutino l’impatto.
Lo studio è incentrato su tre argomenti chiave: le politiche mirate ad allargare la partecipazione all’istruzione superiore, le tendenze nei finanziamenti e l’impatto dei sistemi di tassazione e di supporto per gli studenti.
Il rapporto rivela come gli approcci adottati per raggiungere gli obbiettivi europei varino sensibilmente da un paese all’altro, con impatti diversi sulle performance dell’istruzione superiore. Ad esempio, sembra essersi delineata una divisione geografica, con un gruppo di paesi dell’Europa occidentale in cui studenti non tradizionali, come adulti e coloro che hanno acquisito competenze sul luogo di lavoro, possono accedere all’istruzione superiore anche sulla base di percorsi alternativi, e un gruppo di paesi dell’Europa orientale in cui all’università si accede solo sulla base di qualifiche scolastiche.
Lo studio mette in luce anche i cambiamenti relativi alla spesa dell’istruzione superiore in risposta alla crisi. Nell’anno accademico 2010/11, rispetto al 2009/10, i budget che hanno registrato i maggiori aumenti sono stati quelli di Lituania, Liechtenstein, Austria, Francia, Finlandia e Malta, mentre i tagli maggiori sono stati effettuati in Grecia, Irlanda, Islanda (8-10%), ma anche in Spagna, Italia, Repubblica Ceca e Slovacchia (fino al 3%).
Sul sito di Eurydice Italia è disponibile lo studio in lingua inglese.
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