Il miglioramento della qualità e dell’efficacia dei sistemi di istruzione e formazione in Europa passa necessariamente attraverso la mobilità iniziale e in servizio dei docenti. È questo il deciso orientamento della Commissione, del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea, tramite l’emanazione, a partire dagli anni ’90, di numerosi documenti sul tema.
Ma quanto queste indicazioni comunitarie sono effettivamente recepite nei paesi membri, in termini di riconoscimento del periodo di formazione all’estero o di rimozione dei principali ostacoli alla mobilità?
Lo scopo della ricerca “La mobilità dei docenti in Europa”, commissionata dalla Direzione Generale per gli Affari Internazionali del MIUR all’Unità italiana di Eurydice e all’Ufficio Comenius dell’Agenzia LLP e pubblicata nello scorso mese di giugno, è stato proprio quello di condurre un’analisi comparativa tra il quadro normativo di riferimento comunitario e le politiche settoriali volte a favorire la mobilità, messe in atto nei paesi europei, con uno sguardo specifico alla situazione italiana.
Chi volesse saperne di più sulla ricerca, può visitare il sito dell’Unità italiana di Eurydice, dove ne vengono illustrati i principali punti, o scaricare la versione integrale.
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