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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Sperimentare l'alternanza

L'alternanza scuola/lavoro nell'esperienza di una scuola che ne verifica opportunità, metodologie e risultati dal 1987

di Francesco Proia
01 Febbraio 2005

archivio DIAIl progetto dell’alternanza scuola/lavoro era sperimentato in molte scuole d’Italia, già prima di essere incorporato nell’attuale piano di Riforma della scuola. Questo ha permesso di avere un sostrato di esperienza e una prima documentazione cui riferire l’innovazione nel percorso formativo.
Quella che segue è l’intervista realizzata con il Preside Benedetto di Rienzo, dell’ITC Tosi di Busto Arsizio, scuola impegnata nella sperimentazione.


Da quanto tempo il vostro Istituto ha avviato i progetti di alternanza scuola-lavoro come modalità di formazione?
Dal 1987 si attua il progetto “Alternanza scuola/lavoro”; dall’a.s. 2003-04 si è aggiunto il progetto “Formazione in alternanza” per sperimentare l’applicazione dell’art. 4 della riforma Moratti

Potrebbe descriverci le esperienze più significative da lei sperimentate?
Inizialmente l’esperienza di “Alternanza scuola-lavoro” è stata organizzata per due classi quarte sperimentali (indirizzo IGEA) per un periodo di 8 settimane suddiviso in 3 momenti: marzo, giugno/luglio e settembre.
In seguito il progetto è stato esteso obbligatoriamente a tutte le classi quarte con un periodo di 4/6 settimane nei mesi di giugno e luglio.
Attualmente gli studenti delle classi quarte danno la loro disponibilità a partecipare al progetto per 4/6 settimane durante l’estate: attraverso una graduatoria costruita in base alla media dei voti ottenuti dalla pagella del primo quadrimestre della classe quarta si individuano gli studenti che effettueranno l’attività. Il loro numero dipende dalle disponibilità delle aziende e comunque si attesta intorno agli 80.
Dall’anno scorso è partito un nuovo progetto di “Formazione in alternanza” che si base sull’art. 4 della Riforma Moratti. È organizzato a partire dalla classe seconda e prosegue in terza e quarta. Nel primo anno l’attività è di orientamento al mondo economico e delle aziende; in classe terza si svolge un modulo di alternanza che prevede 20 ore specifiche in classe e 70 ore di attività in azienda; infine in quarta si attueranno 160 ore di formazione aziendale. Questo progetto coinvolge tutte le classi seconde, ma prosegue solo su due terze formate dagli studenti che decidono di partecipare a tale spwerimentazione
L’alternanza in classe quarta rimane comunque per tutti gli altri studenti.
 
Quali sono i risultati didattici e formativi, quali gli aspetti positivi  – per la scuola e per lo studente – finora raggiunti con l’alternanza scuola-lavoro?
L’attività permette agli studenti di verificare la validità della preparazione scolastica rispetto alle richieste del mondo del lavoro: gli studenti si mettono alla prova sia per quanto riguarda le competenze acquisite e quelle che ancora devono raggiungere, sia per i comportamenti, le tensioni, le esigenze di un mondo che dovranno a breve affrontare.
Viene inoltre aiutato il processo di orientamento degli studenti circa le scelte future, oltre la fine degli studi secondari.
Per la scuola è importante creare una rete di aziende con le quali interagire per meglio rispondere alle richieste di competenze del mondo del lavoro; ma è anche importante fra conoscere alle aziende il livello di preparazione (in termini di competenze e di comportamenti) che la scuola sa raggiungere in vista di altre attività  che si possono attuare (tirocinio per gli allievi anche già diplomati, placement per gli studenti diplomati, richieste di interventi di esperti, visite aziendali). È un’ottima azione di marketing, se le relazioni sono positive.

Quali sono stati i problemi riscontrati relativamente al rapporto della scuola con le aziende? E per lo studente, quali sono le difficoltà che maggiormente incontra con questa modalità di formazione?
Le difficoltà maggiori, soprattutto all’inizio, sono state quelle di far comprendere come la presenza dello studente potesse non essere solo un disturbo ma anche un’occasione per incontrare un altro mondo e conoscere l’attività didattica. Ora, dopo tanti anni di attività, il rapporto è consolidato con molte aziende ed enti; ogni anno comunque se ne aggiungono di nuove a cui vanno illustrate le modalità di svolgimento.
Un’altra difficoltà è stata  il definire con l’azienda l’insieme di attività da far svolgere allo studente, in quanto deve essere coerente con il percorso scolastico svolto e da svolgere ancora.
Comunque un rapporto costante e proficuo con le aziende richiede un impegni notevole da parte di tutte le componenti scolastiche coinvolte, coordinatore del progetto e tutor scolastici.
Gli studenti, in generale, non riscontrano difficoltà: al ritorno a scuola sono soddisfatti sia delle attenzioni ricevuti sia delle attività svolte durante il tirocinio. Nell’esperienza vedono la possibilità di applicare quanto imparato a scuola e soddisfatti delle competenze acquisite e stimolati a proseguire nel completamento della loro preparazione.

Con quali criteri sono progettati, attuati, verificati e valutati i percorsi di alternanza?
I percorsi di “Alternanza scula-lavoro” sono progettati dal tutor scolastico in accordo con il tutor aziendale, tenendo conto del percorso scolastico svolto dallo studente: il progetto formativo è quindi differenziato secondo l’indirizzo di studi, le abilità e le attitudini dello specifico studente, delle disponibilità dell’azienda.
Il tutor aziendale si impegna a svolgere quanto definito; al termine procede alla compilazione della scheda di valutazione dell’attività svolta dallo studente..
Il tutor scolastico effettua verifiche in itinere con visite in azienda, telefonate al tutor aziendale e allo studente.
Al rientro a settembre il tutor scolastico discute con gli studenti quanto è stato svolto in alternanza e verifica il rispetto delle attività definite.
Gli studenti predispongono una relazione sull’attività e compilano un questionario di valutazione sull’alternanza.
Il consiglio di classe prende atto dell’attività svolta attribuendo il credito formativo.
Il gruppo di progetto analizza tutte le valutazioni (aziendale, del tutor scolastico, dello studente), predispone una relazione di sintesi e propone eventuali azioni di miglioramento per l’anno successivo.

archivio DIASecondo la riforma è l'istituzione scolastica o formativa responsabile delle esperienze formative dello studente.Come si attua concretamente questa responsabilità?
Il progetto di “Formazione in alternanza” è una modalità di formazione che coinvolge le imprese nella formazione dello studente: learning by doing.
La responsabilità della formazione è comunque sempre della scuola che ha solo delegato un momento di attività didattica all’azienda.
Quindi è la scuola che chiede all’azienda di svolgere specifiche attività di formazione individuate sulla base delle competenze possedute dallo studente. Su tali attività l’azienda esprime una propria valutazione che viene ripresa dal consiglio di classe, integrata in base ad altri elementi (attività precedenti e successive all’esperienza e relazione finale dello studente), determinando la valutazione del modulo interdisciplinare.

Come si integrano i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro con i percorsi formativi del corso di studi e con gli obiettivi generali e specifici di apprendimento della scuola?
L’alternanza della classe quarta è un periodo di formazione svolto nei mesi estivi che va ad integrare quanto già acquisito a scuola.
Molto più importante è l’integrazione dell’attività svolta in classe terza e quarta per il nuovo progetto di “Formazione in alternanza”. L’attività è inserita nel piano di lavoro predisposto dal consiglio di classe e tiene conto degli obiettivi didattici e trasversali prefissati, delle caratteristiche della classe, delle competenze disciplinari.
Il consiglio di classe predispone un  modulo interdisciplinare che fissa gli obiettivi, i tempi di attuazione, i contenuti e lo svolgimento sia a scuola che in azienda; si inserisce fra gli altri moduli con i quali le discipline sviluppano la loro attività.
Il modulo si conclude con una verifica delle competenze acquisite e quindi una valutazione che si somma alle altre ottenute dallo studente nella disciplina durante il resto dell’anno scolastico.

In che cosa consiste il ruolo del tutor formativo interno, come guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza scuola-lavoro?
Il tutor scolastico è il punto di riferimento per lo studente: a lui si rivolge per ricevere chiarimenti sul progetto, gli indica eventuali problemi nell’affrontare l’esperienza, gli comunica difficoltà riscontrate in azienda. D’altra parte il tutor deve accertarsi di come si sta svolgendo l’attività dello studente per eventuali interventi presso l’azienda.
Al termine dell’attività il tutor controlla con lo studente le schede di valutazione e la relazione finale.

In che modo la scuola si è occupata della formazione dei tutor per questo compito?
All’inizio dell’attività nel 1987 il gruppo di progetto e i tutor hanno acquisito informazioni dall’esperienza di altre persone al di fuori dell’ambito scolastico e da incontri con i responsabili aziendali e delle associazioni.
L’esperienza che i tutor hanno acquisito nei primi anni è stata man mano trasmessa agli altri che si sono succeduti nel tempo.
Per il progetto di Formazione in alternanza sono stati effettuati alcuni incontri fra le scuole della Lombardia che svolgono progetti di sperimentazione dell’art. 4 della legge Moratti per confronti e discussioni sulle procedure e sulle competenze. Sono inoltre in svolgimento incontri fra tutor scolastici e rappresentanti delle associazioni per la messa in comune di terminologia, obiettivi e documentazione.
Sono in previsione incontri informativi fra i nuovi tutor scolastici e il gruppo di progetto.
Per i tutor aziendali le associazioni prevedono un momento di informazione e di sensibilizzazione all’esperienza.

 

 
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