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INTERCULTURA

Voglia di comunicare, volontariato e scuola

Francesca Busnelli e la sfida per educarsi e lavorare insieme

di Francesco Vettori
04 Maggio 2005

Banca Dati DiaLa Fondazione Italiana per il Volontariato  dispone di una banca dati comprendente le esperienze che avvicinano il volontariato alla scuola; vorremmo ci parlasse di quel che porta il volontariato a scuola, specie in termini progettuali e propositivi, e dell’arricchimento che alla scuola viene proprio dal volontariato.

La Fivol da anni promuove una iniziativa denominata Premio Nazionale della Solidarietà nel quale si premiano le esperienze più significative che emergono nei diversi settori del volontariato e della solidarietà. Quest’ultimo anno vi sono state incluse quelle proposte dal mondo del volontariato alla Scuola. Oltre a ciò il lavoro fatto dai nostri ricercatori ha individuato le molteplici realtà che lavorano come “sportelli Scuola volontariato“ in tutta Italia. Questo ha permesso di mettere insieme molte “buone pratiche" di rapporto scuola volontariato, a partire dalle quali è possibile individuare percorsi usuali o “tipici” di tipo progettuale.
Il mondo del volontariato porta nella scuola soprattutto la possibilità di fare azioni concrete: per i ragazzi delle scuole superiori sono attivati periodi di stage presso associazioni, accompagnati da una formazione specifica, mentre molto frequente è l’adesione a campagne di raccolta fondi con incontri sul tema in oggetto. Ci sono scuole o interi circoli che hanno proposto con le organizzazioni del territorio progetti di adozioni a distanza e questo passa dall’autoattivazione degli studenti che, grazie al sostegno della scuola, possono organizzare iniziative come tornei sportivi, spettacoli, e simili.
Molte sono le proposte che nascono in modo congiunto tra scuola e volontariato, tra queste significative le esperienze di prevenzione, generalmente arricchite da corsi e dibattiti.
Rispetto alle scuole superiori sono frequenti le iniziative legate alla cooperazione internazionale,  arrivate fino al far vivere una esperienza ai ragazzi in paesi in via di sviluppo, e alla educazione ambientale.
Rispetto alle scuole elementari il rapporto è più legato alle richieste fatte dalle scuole su temi quali la mondialità, l’interculturalità, l’attenzione all’ambiente.
Io non credo che l’arricchimento sia a senso unico, dal volontariato alla scuola, ma sono convinta che il vero arricchimento sia nella capacità di lavorare insieme, per il volontariato di accogliere le richieste che il mondo scolastico porta e per la scuola di aprirsi a mondi e opportunità differenti.

Lei è responsabile  del Settore Formazione della Fondazione Italiana per il Volontariato: vorremmo innanzi tutto sapere chi è che oggi si avvicina all’esperienza del volontariato, che conosce consensi rispetto ad altre invece in declino, come quella politica e confessionale, e quali sono a suo giudizio i motivi di questo rinnovato interesse?

Proverò a rispondere dividendo in due parti la mia risposta: da una parte provare a delineare chi e perché si avvicina al volontariato, dall’altra confutare in parte l’affermazione sull’idea di ripresa del volontariato.

  • La Banca dati  del Volontariato della Fivol delinea abbastanza chiaramente la figura attuale del volontario: una persona di età media – comunque nel pieno del proprio impegno anche lavorativo – (tra i 40 e i 60 anni) che si impegna in modo gratuito anche per diverse ore settimanali in attività volontarie. Una connotazione anagrafica che in qualche modo stupisce, ma sembrano essere proprio le persone che hanno più impegni e responsabilità (lavoro, famiglia, volontariato) quelle che continuano a sostenere questo mondo. Le motivazioni sono le più disparate: dall’avere vissuto esperienze negative nella propria vita (un parente malato, una difficoltà personale), al desiderio  puro e semplice di impegno verso la collettività in ogni sua forma. Naturalmente sia gli aspetti anagrafici che le motivazioni variano a seconda  del tipo di azione che viene svolta, dell’ambito nel quale si lavora: per fare degli esempi il volontariato ambientale sembra essere più amato dai giovani, quello sanitario dalle persone più adulte… Lo scarto invece di “genere” non sembra sussistere, nonostante le apparenze il numero di uomini e di donne che si dedicano al volontariato è pressoché lo stesso.
  • Questa situazione e questi dati in realtà non possono e non devono trarre in inganno, non è così vero che il volontariato abbia maggiori adesioni rispetto ad altre forma di partecipazione, diciamo che la sensazione è che ci sia globalmente un certo distacco dalla partecipazione alla “cosa pubblica”. Un tema scottante in questo momento per il volontariato è proprio la mancanza di forze nuove, un invecchiamento della popolazione volontaria, un assenza da parte dei giovani. Di contro i giovani sembrano avere voglia di “esserci” in altre situazioni , si pensi alla mobilitazione sui temi della pace, ma anche la risposta data alla ripresa di tematiche spirituali.
    Insomma uno dei temi su cui il volontariato si sta interrogando è proprio la necessità di riprendere le fila della promozione della base, di investire sulla sensibilizzazione per non perdere la capacità di coinvolgimento e di diffusione dell’opera solidale che lo ha sempre contraddistinto.


Banca Dati DiaAlla Scuola si attribuisce unanimamente un ruolo educativo che va oltre quello particolare delle materie insegnate.Qual è il vostro rapporto con Dirigenti Scolastici, Insegnanti e Studenti e vorremmo un suo giudizio circa ciò che una Associazione di Volontariato può fare per la Scuola e viceversa?

Da qualche anno il concetto di educazione alla solidarietà è entrato nel mondo della scuola, di fatto come nuova proposta relativamente all’idea di educazione alla cittadinanza; il volontariato è entrato anch’esso nel mondo scuola spesso come testimonianza della solidarietà di cui si parla ai ragazzi.
Dal 1991 , anno di Fondazione del nostro Ente, ci siamo posti il problema del rapporto con il mondo scolastico e da subito abbiamo trovato  disponibilità alle proposte educative fatte.
E’ difficile generalizzare un rapporto che si è avuto con realtà diverse, tutte le esperienze sono state però occasioni di confronto reciproco, di crescita , spesso di condivisione di valori , in alcuni casi di indifferenza (per fortuna pochi).
Il corpo docente non sempre è motivato a proporre temi quali la solidarietà e il volontariato, talvolta definiti inutili, ma quando crede in certi valori l’esperienza è stata quella dell’incontro con persone “speciali” che accanto al desiderio di far bene il proprio lavoro, a fronte delle difficoltà incontrate nell’istituzione scuola di questi anni, hanno il desiderio di trasmettere ai propri studenti valori, percorsi di lavoro, proposte di impegno e partecipazione; spesso sono persone personalmente impegnate nel volontariato.

Ci sono poi le situazioni di diffidenza e di demotivazione ma a mio giudizio non tanto legate al tema che viene proposto quanto alla difficoltà propria di alcuni insegnanti di confrontarsi con il nuovo da una parte, di gestirsi l’aumento di impegni richiesti dall’altro.
Naturalmente è diverso il rapporto che si può avere con gli insegnanti da quello che si instaura con gli studenti.
Il lavoro con gli studenti è altro,  è l’incontro e il progetto pedagogico che può essere portato avanti, quasi sempre  il confronto con chi, i giovani appunto, non vogliono solo teoria e belle parole ma proposte, testimonianze nelle quali riconoscersi. Il lavoro diventa allora entusiasmante e anche nelle situazioni in cui i docenti pensano che ci sia poca sensibilità, si scoprono persone affamate di ascolto, di comunicazione. Non sempre la proposta che si riesce a far passare è quella del volontariato, più accolti sono i temi della partecipazione, dell’impegno ma dal nostro punto di vista questa è educazione alla solidarietà, alla cittadinanza. L’esperienza ci ha fatto incontrare con ragazzi che si sono mobilitati, che ci hanno chiamato nelle loro assemblee, che hanno creato associazioni, che hanno usato gli spazi come luoghi di comunicazione vera.

Questo credo sia lo scambio che ci possa essere tra Associazioni, tra volontariato e Scuola: le Associazioni contribuiscono a proporre una idea di solidarietà e cittadinanza vissuta, che da sola la scuola forse non riuscirebbe a trasmettere; di contro, per le Associazioni i giovani sono interlocutori fondamentali, sia come possibili volontari, sia come termine di confronto con nuovi modi di leggere la realtà.
Lo scambio può veramente essere a doppia via nel momento in cui si esce da schemi rigidi e la scuola, in un ottica di rinnovamento, non usa ma costruisce con il mondo del Terzo settore – e non solo del volontariato – percorsi culturali e di promozione di una cittadinanza che oggi non può che essere una cittadinanza europea attiva e solidale. Il mondo del Volontariato diventa in questo processo interlocutore privilegiato perché non parla di teoria ma di esperienze vissute e concrete.
Accanto a ciò è chiaro che il rapporto Scuola – Associazionismo risulta fondamentale anche nell’ottica della concertazione di interventi e politiche territoriali, come previsto dalla legge 328/00. Scuola e associazionismo possono collaborare nella creazione di percorsi comuni di prevenzione del disagio o addirittura di interventi per situazioni specifiche.

La associazioni di volontariato vivono un rapporto piuttosto ambivalente con le istituzioni, per un verso facendosi forza della  propria libertà ed indipendenza, per altro cercandone riconoscimento ed appoggio: Può dare una valutazione a riguardo e indicare quei casi che a suo giudizio rappresentano esempi da seguire?

Rispetto a questo tema, la Fondazione Italiana per il Volontariato, ha condotto una indagine dal titolo “Amministrazioni pubbliche e organizzazioni di volontariato: quale rapporto?”: da tale ricerca emergono considerazioni interessanti che partono dall’evidenza  di una costruzione partecipata  del sistema dei servizi sociali; la pianificazione sociale comincia ad essere intesa come progettualità politica, che coinvolge i cittadini e le loro formazioni in grado di costruire “beni comuni”. La partecipazione  del Volontariato, intendendo in questo caso il volontariato organizzato, ai processi di decisione con le Istituzioni sembra arricchirsi di strumenti diversi, anche legislativi, per cui le Organizzazioni di Volontariato possono fornire importanti input sulla base della loro specifica vicinanza alle attese e ai bisogni dei cittadini.

La linea indicata dalla Legge 328, sulla scia dell’affermazione del principio di “sussidiarietà orizzontale”, comincia  a trovare applicazione concreta dopo le sperimentazioni parziali realizzate in alcune regioni (come la Toscana, che fin dal 1997 con la L. 72 prevedeva la programmazione degli interventi attraverso lo strumento del Piano di Zona e i “patti territoriali di solidarietà” ) e in ambiti specifici (L. 285/97 sui minori e adolescenti a rischio).
Sempre dall’indagine emerge come si riconosca ormai  al volontariato un ruolo di primaria importanza nella tutela e nella promozione dei diritti dei cittadini, come anche una funzione prettamente politica in quanto attore locale che partecipa alla elaborazione della programmazione sociale e sanitaria pubblica.
Alla visione del ruolo tradizionale del volontariato si associa quella moderna di partner effettivo delle Amministrazioni Pubbliche a cui può assicurare una visione puntuale sui bisogni e la tensione operativa solidale, sostenuta dalla gratuità per obiettivi di giustizia sociale e di qualità della vita per tutti.

 

 
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