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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Un arcipelago di scuole e due voci che parlano

Come trasformare l'isolamento in risorsa: l'esempio delle isole minori italiane

di Francesco Vettori
18 Luglio 2005

Linda Guarino insegna a Favignana e coordina diversi progetti didattici sostenuti dalle nuove tecnologie; Raffaele Mazzella è responsabile degli ambienti di comunicazione in rete di Indire. Entrambi fanno parte della redazione di Arcipelagoscuola. 


Vorremmo ci presentaste l’esperienza delle Scuole delle Isole Minori Italiane: perché nasce, quale progetto la anima e come si sviluppa nel tempo?

G. : Banca Dati DiaL’esperienza di Arcipelagoscuola nasce per dare una voce ed un volto al SIMI, il consorzio che rappresenta tutte le scuole delle Isole Minori Italiane. Le piccole isole vivono una condizione di marginalità che dipende in larga misura dall’isolamento geografico a cui vanno incontro durante i mesi invernali. La fragilità di questi territori, che i rapidissimi cambiamenti culturali e sociali rischiano di travolgere, porta in primo piano il ruolo della scuola. Più che in altri contesti, essa è l’elemento centrale per la crescita dell’intero territorio e, in alcuni casi, dalla sua presenza anche soltanto con pluriclassi dipende la stessa permanenza di un’intera comunità sull'isola. La nostra rete, di cui il sito Arcipelagoscuola fa da portavoce, nasce quindi per consentire da un lato la comunicazione tra scuole collocate in territori con problemi simili e dall’altro per dare corpo ad un soggetto portatore di nuove esigenze ma anche di nuove proposte. Noi consideriamo le nuove tecnologie come uno strumento formidabile per il superamento dei gap che condizionano il nostro modo di vivere. Quanto diffusa sia questa consapevolezza anche all’interno dei nostri territori è ancora difficile dirlo, ma il punto è che la scuola l’ha raggiunta e che la sperimentazione di nuove forme di trasmissione e produzione di conoscenza, la trasformazione delle nostre classi in laboratori attraverso metodologie di apprendimento / insegnamento nuove, un nuovo modo di concepire l’intero ambiente di apprendimento e del tempo scuola diventano per noi i punti essenziali attorno ai quali costruire il nostro modo di produrre cultura. M. : aggiungo che l'interesse di Indire per il consorzio c'è stato sin dalla nascita. Possiamo dire che l'Istituto abbia fatto da padrino e madrina, offrendo i primi strumenti di comunicazione (la maling list è ancora attiva) e un anno fa firmando una convenzione, una sorta di "accordo quadro" a cui stiamo dando gambe operative. [Segnaliamo l'articolo "Toscana. Aegilium: un progetto di e-learning per superiori disagiate" di Sesto Vigiani e Roberto Bandinelli, posseduto dalla Banca Dati Rivi - introdurre nella stringa di ricerca isola del giglio - e disponibile in Document Delivery].


Arcipelagoscuola è fatta da una redazione distribuita sul territorio, che comunica servendosi della rete internet e le cosiddette nuove tecnologie, e che mette in rete consorziandole una serie di scuole: potete dare una vostro giudizio su questa modalità di lavoro, le sue difficoltà e pregi, le attività  che consente di svolgere  e su quanta parte abbia in essa la tecnologia digitale?

M. : La redazione del sito si è incontrata alcune volte utilizzando la piattaforma "centra" di Indire. In Puntoedu sfruttiamo massicciamente gli incontri sincroni per l'attività di formazione. Con la redazione abbiamo utilizzato la stessa modalità per scopi organizzativi, analisi di alternative, prese di decisione, controllo dello stato di avanzamento del lavoro. I pregi sono evidenti: come fare altrimenti a incontrarsi se uno è a Firenze, e altri a Favignana, Lipari, isola d'Elba, isola di San Pietro? Ciò che ci ha aiutato a superare le difficoltà e' il fatto che ci conosciamo molto bene, perché abbiamo frequenti occasioni di incontro "in carne ed ossa". Possiamo trarre qualche indicazione generale da ciò? Io penso di sì: la conferma della maggiore “ricchezza” di una “blended solution”.


Una vostra scelta è stata quella di realizzare dei contenuti e allo stesso tempo formare all’uso degli stessi, coinvolgendo in questo non solo gli studenti ma anche le loro famiglie e chi interessato. Volete spiegare le ragioni di questa scelta e l’atteggiamento di chi ne ha beneficiato?

G. : Le nuove tecnologie Banca Dati Diarappresentano una concreta possibilità per il miglioramento della qualità dei servizi nelle nostre comunità, nel settore scolastico come in quello sanitario o della pubblica amministrazione, ma in sé possono non essere sufficienti. Noi puntiamo ad un uso consapevole di esse, un uso che, nell'ambito didattico, cambia il rapporto docente / studente, pone l'allievo al centro, supera l'unidirezionalità nella trasmissione e produzione della conoscenza e - attraverso l'attivazione di una dimensione emotiva e partecipativa - allontana i rischi della demotivazione e dell’abbandono. In un’ottica di trasformazione del tradizionale ambiente di apprendimento, assume rilevanza tanto la creazione di contenuti digitali nuovi, quanto la possibilità di allargare la base dei beneficiari alla collettività. Attraverso un coinvolgimento attivo dei genitori e del territorio, si possono innescare processi a catena di riattivazione  di saperi e conoscenze con ricadute impensabili grazie alle nuove tecnologie e ad un nuovo modo di pensare al tempo scuola, un tempo elastico, dilatato e nello stesso tempo coinvolgente. Il bisogno di formazione, la necessità di rimettersi in gioco è molto sentita dagli adulti delle piccole isole a cui sono pressocché precluse altre possibilità di accesso alla formazione  o riqualificazione. La nostra scuola deve quindi cogliere questa diffusa e implicita richiesta per offrire nuove opportunità di crescita.

M. : Studio e produzione, produzione e sperimentazione è quello che prevedono i progetti al cui varo stiamo collaborando. E il coinvolgimento delle famiglie sarà uno dei punti di forza. Il tema dell’ultimo congresso del SIMI è stato appunto: “Le scuole delle isole minori: una scuola laboratorio”. Quindi l'“insularità” come occasione di crescita e sperimentazione, offerta all’intero sistema di formazione.


Un assunto comune dice che lavorare in rete, come si propongono le scuole coinvolte nel vostro progetto, attenua le differenze e specificità locali a favore di una generica omogeneità culturale. Potete parlarci della vostra offerta formativa che si rivolge a realtà geograficamente marginali come le piccole isole?

G. : Non mi convince questo assunto. Banca Dati DiaLa rete è relazione e significa al suo livello più alto produzione di conoscenza condivisa. E’ la possibilità di creare qualcosa di nuovo ed originale, che nasce solo dal confronto. Le nostre realtà con le proprie specificità hanno la necessità di aprirsi a situazioni diverse e alla loro comprensione. La scuola gioca un ruolo fondamentale tanto nel recupero della memoria storica, nello studio e valorizzazione delle relazioni che l'uomo ha elaborato in rapporto al proprio territorio nel tempo, quanto nella rielaborazione attiva di questi saperi e la loro proiezione in un contesto dinamico e nuovo. Abituare i ragazzi a fare questo significa predisporli in modo critico al confronto. La natura stessa della rete implica partecipazione attiva, che, quando c’è, non produce mai omogeneità culturale. Io credo che i cambiamenti siano inevitabili all’interno di qualunque comunità. La chiusura è impossibile ed anacronistica. L’omogeneità culturale è una cosa diversa e non è il prodotto di un lavoro attivo e consapevole in rete quanto piuttosto la ricezione passiva quotidiana di modelli di comportamento standardizzati proposti dai media.


Arcipelagoscuola ha creato un ambiente di apprendimento sperimentale oltre a diversi Learning Objects; vorremmo una vostra valutazione sui risultati fin qui raggiunti e sugli scenari futuri, tenendo presente che quanto più si parla di contenuti digitali tanto più urgente appare una loro comprensione e capacità di utilizzo.

G. : La rete delle scuole delle isole minori italiane è coinvolta in alcuni progetti che hanno lo scopo di creare Learning Objects e ambienti di apprendimento sperimentali. Fino a questo momento abbiamo fatto insieme grandi passi in avanti, inimmaginabili solo poco tempo fa. Ma proprio perché siamo aperti alle possibilità che le nuove tecnologie ci offrono, noi ci proponiamo come laboratori in cui si possono disegnare nuovi modi di fare scuola. E’ anche questo il senso della nostra collaborazione con istituti come Indire. Le dimensioni delle nostre classi, il numero limitato di utenti, la nostra disponibilità al cambiamento sono condizioni favorevoli ad una sperimentazione, che da un lato abbia lo scopo di provare a dare risposte al nostro bisogno di una formazione di qualità e dall’altro possa diventare un modello riutilizzabile in altri contesti.


Potete illustrare i lavori più significativi ad oggi realizzati dal SIMI e quali quelli futuri? 

G. : Un lavoro realizzato in rete e  che ha impegnato diverse scuole delle nostre isole  è stato il progetto “Sulle rotte del pirata Dragut”.  La presenza di pirati nel Mediterraneo è stato il filo conduttore che legava la storia del nostro arcipelago a quella di molti altri centri abitati. Così, abbiamo deciso di occuparci di uno di questi protagonisti: Dragut, un pirata musulmano il cui nome, storpiato nella cultura popolare, veniva pronunciato fino al secondo dopoguerra per spaventare i bambini, e seguirlo nei propri assalti all’interno di un quadro geografico e storico estremamente interessante: il mar Mediterraneo nel secolo XVI. Su questa idea le scuole di Favignana, Capri, Marciana Marina, Calasetta, Ponza e Carloforte hanno dato la loro disponibilità per un lavoro comune. A Dragut abbiamo dedicato un intero sito,  premiato dalla comunità europea per l'originalità della sua idea con il label Netdays 2004, nel quale abbiamo dato spazio ai lavori che i ragazzi andavano elaborando. Seguirlo nelle sue scorrerie è stata una opportunità di crescita culturale comune,  ma, soprattutto, è stata una scelta metodologica precisa: la realizzazione di una comunità di apprendimento, un gruppo di collaborazione in cui si interagiva a distanza, condividendo esperienze, letture, ricerche, immagini, costituendo così “un unico gruppo che apprende”. Anche qui la scelta di creare un sito web aperto al contributo di tutti e collegato ad una forma di sperimentazione di scrittura creativa, un blog dedicato a Dragut come momento di espressione personale e libera della propria capacità affabulativa, diventava momento di condivisione e di sperimentazione di nuove forme di comunicazione. Quanto al futuro, io  credo che i progetti che stiamo per mettere in campo insieme vadano nella direzione della costruzione di un ambiente di apprendimento comune, in cui sperimentare modelli e spazi didattici nuovi, più stimolanti e coinvolgenti e in cui intuitivamente si muoveva il progetto "Sulle rotte del pirata Dragut".

Banca Dati DiaM. : Su cosa sia un Learning Object, sull’utilità di questo concetto nella situazione specifica, sulla scelta di altre modalità discuteremo nella fase di avvio dell’attività di formazione e produzione dell'anno prossimo. Saranno coinvolti il SIMI, alcune decine di scuole delle piccole isole e Indire come partner nella ideazione e progettazione. Dal punto di vista amministrativo verrnno utilizzate le "misure" del PON, Programma Operativo Nazionale "La scuola per lo sviluppo".
Indire - oltre a collaborare all'ideazione e alla progettazione - garantirà il supporto tecnologico alle iniziative, aperte a tutte le scuole delle piccole isole.

 
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