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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Soluzioni digitali per l’educazione linguistica

Il progetto Poseidon: una comunità di pratica online di docenti di lingua italiana, lingue classiche e lingue straniere

di Loredana Camizzi
26 Settembre 2005

L’indagine comparativa Ocse-PISA - Project for International Students’ Assessment - promossa nel 2003 dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha rilevato nei quindicenni Italiani gravi carenze nell’ambito di quelle competenze di base giudicate indispensabili per comprendere ed agire nella scuola, ma soprattutto nella società: lo studio vuole infatti sondare una forma di apprendimento non giustificata dalla trasmissione di conoscenze e nozioni, ma che si misura sulla maturazione di competenze flessibili e tali da svilupparsi in divenire. Tra le carenze riscontrate, particolare preoccupazione suscita la diffusa difficoltà nel padroneggiare il linguaggio soprattutto quello scritto, tanto si tratti di un testo narrativo, informativo, conativo, un qualsiasi tipo di documento o anche un ipertesto multimediale. Ovviamente questo handicap condiziona tutti gli ambiti della vita di un individuo, lavorativo, sociale, civile.
L’OCSE definisce questa competenza reading literacy, che è stato tradotto in Italiano “competenza di lettura”, ma che riguarda in generale il livello complessivo di alfabetizzazione di un individuo e la sua capacità di comprensione di un testo, trarne semplici informazioni, interpretarlo e rielaborarlo nuovamente in forma scritta.
Questi dati fanno eco alle rilevazioni eseguite da altre indagini, come quella condotta dal CEDE, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema scolastico italiano, che nel 2000 constatava che su un campione di 650 ragazzi diciottenni la metà non era in grado di capire e riferire il senso di un articolo di giornale, o di compilare un bollettino di conto corrente, trovandosi in difficoltà di fronte all’uso di termini quali “remunerativo” o “a domicilio”.

Si tratta ovviamente di fenomeni collegati che confermano la necessità di un ampio intervento nell’insegnamento della lingua italiana almeno a partire dalla scuola secondaria di primo grado e poi nel biennio della scuola secondaria di secondo grado, un’azione che passa necessariamente attraverso la formazione, sia iniziale che in servizio, dei docenti, come espressamente dichiarato nel piano d’azione del MIUR all’indomani della pubblicazione dei risultati dell’indagine OCSE-PISA.

Il progetto Poseidon costituisce una delle azioni promosse da Indire in questo contesto per il rinnovamento e l’approfondimento della glottodidattica, e nasce dall’iniziativa di un gruppo di docenti di lingue appartenenti ad alcune delle maggiori associazioni italiane di educazione linguistica (ADI, AICC, GISCEL, LEND) ed incaricati dal MIUR di elaborare una serie di materiali teorici e di percorsi metodologico-didattici innovativi che costituiscano l’offerta formativa di un ambiente di formazione e di ricerca per gli insegnanti.
Questi materiali trattano della competenza di lettura, nello specifico incriminata dall’indagine OCSE-PISA, nel quadro di un più ampio percorso di formazione e approfondimento che affronta tutti quegli aspetti presupposti ed integranti la competenza linguistica, quali la competenza semantico lessicale, la riflessione grammaticale, l’analisi, la comprensione e la rielaborazione del testo, fino allo studio dell’intertesto e dei temi letterari, con un continuo riferimento ai metodi di valutazione dei processi di apprendimento.
Ma il progetto, oltre a questa visione verticale, ha anche una prospettiva trasversale e transdisciplinare proponendo il modello del plurilinguismo nella didattica delle lingue, siano esse lingua italiana, lingue straniere o lingue classiche, in linea con le indicazioni contenute nel QCER, il Quadro Comune di Riferimento per le lingue, un documento emanato dal Consiglio d’Europa riguardo all’insegnamento, apprendimento e valutazione delle lingue. Il documento propone infatti l’ “introduzione di un’educazione linguistica generale” (cfr. Consiglio d’Europa 2002, p. 212) che permetta la maturazione di una competenza linguistica complessa, plurilingue e pluriculturale che faciliti l’apprendimento di più lingue e favorisca l’individuo a “prendere parte a interazioni interculturali” (cfr. Consiglio d’Europa 2002, p. 205) comuni nella società odierna e anche nelle scuole.
La “traduzione” di queste tematiche trova uno strumento privilegiato nel linguaggio multimediale, anch’esso oggetto di indagine del PISA, in considerazione del fatto che buona parte dei testi e dei contenuti vengono fruiti tramite lo schermo di un computer; ma soprattutto perché strumento prezioso per tradurre in maniera immediata ed intuitiva l’analisi dei meccanismi di connessione e struttura del testo scritto, per quanto riguarda la grammatica e la sintassi ma anche per le funzioni descrittive o narrative. Si vedano ad esempio un esercizio di morfologia latina o un learning object di lingua italiana per gli insegnanti del primo anno della secondaria di secondo grado in cui sono presenti alcune simulazioni di esercizi di analisi delle funzioni descrittive di un testo, che danno una prima idea di quanto si può fare con il digitale.
D’altra parte problematiche tanto complesse e innovative richiedono l’ideazione di un ambiente di e-learning che per gli insegnanti non sia di semplice conoscenza degli argomenti proposti nei materiali, ma che, con questi, li coinvolga in veri e propri percorsi di ricerca e li stimoli ad elaborare autonomamente soluzioni pedagogico didattiche da sperimentare in classe.

In questa prospettiva Poseidon è stato pensato come una comunità di pratica per docenti orientata alla ricerca collettiva ed al lavoro di gruppo, uno spazio in cui il percorso formativo si identifica con un programma di ricerca collettiva e di conseguenza si sviluppa in un progetto editoriale comune.
Saranno forniti ai docenti in formazione, seguiti da coordinatori esperti delle tematiche affrontate, strumenti online di discussione e per la produzione collaborativa, dove sarà elaborato individualmente o in gruppo materiale teorico, metodologico o operativo da sperimentare a scuola, ma anche da mettere a disposizione dei colleghi in altri percorsi di formazione, nel quadro di un più grande progetto di condivisione della conoscenza.
Inoltre la tecnologia loro fornita permetterà di realizzare i prodotti del lavoro di gruppo direttamente sotto forma di pagine web e di sfruttare facilmente alcune potenzialità del linguaggio multimediale, mettendoli in condizione di essere loro stessi ideatori e produttori sia dal punto di vista metodologico che tecnologico di learning objects, in un processo che sposa ed esalta la filosofia del learning by doing.

Per contestualizzare meglio le risposte che seguono, di alcuni dei docenti che hanno ideato il progetto, Prof. Giovanni Sega e Prof.sse Carmen Dell'Ascenza e Anna Rosa Guerriero, e le soluzioni proposte, può leggersi questa breve presentazione dell'indagine Ocse-PISA.

La recente indagine Ocse-Pisa, che stigmatizza la difficoltà per gli studenti italiani di far fruttare quanto appreso a scuola, ha provocato reazioni diverse nel corpo docente: potete parlarci della filosofia che anima  la ricerca  e darne una vostra valutazione complessiva?
 
La risposta alle rilevazioni annuali degli Istituti Europei di Ricerca sui livelli di conoscenza e di competenza raggiunti dagli studenti non può essere estemporanea, né ridursi a qualche aggiustamento nei programmi. Dalla presa di coscienza dei limiti deve nasce un percorso di lunga durata che risolva i problemi rilevati e colmi le eventuali lacune in un tempo medio-lungo. Né d’altra parte i criteri adottati nelle indagini che hanno prodotto una larga eco nella stampa sono da considerare indiscutibili. È noto che i risultati di un’indagine dipendono da molti fattori: la tipologia delle domande, la preparazione specifica degli studenti a quel tipo di domande, i criteri di correzione, le fasce d’età e gli indirizzi di scuola (non sempre paragonabili da una nazione all’altra), l’investimento che su queste prove viene richiesto agli insegnanti.
La risposta che possiamo dare è che solo una scuola nella quale la formazione e l’aggiornamento dei docenti abbia il posto e l’importanza che è loro dovuta, con adeguati investimenti e un controllo specifico della qualità raggiunta, darà risultati durevoli nel tempo.
Il Progetto Poseidon può contribuire a dare una risposta parziale e temporanea ad un problema molto più grande. Il progetto è animato, però, dalla convinzione che un buon prodotto formativo offerto ai docenti mobiliti le tante energie sopite o poco valorizzate, che pure esistono nel mondo della scuola. I risultati arriveranno, ma non saranno immediati.

Un aspetto che gli strumenti digitali di insegnamento/apprendimento sembrano favorire è la collaborazione fra studenti e fra insegnanti e studenti, creando delle comunità di pratica: vi chiediamo un giudizio sui cambiamenti che le nuove tecnologie hanno portato nella didattica e specificamente nell’insegnamento linguistico.

Su questo punto, che riteniamo di vitale importanza, la nostra risposta sarà più articolata. La trasformazione rapida degli strumenti di scrittura e di presentazione dei testi hanno creato molte opportunità per lo studio e quindi per l’insegnamento/apprendimento e la collaborazione tra docenti e studenti. Nel campo delle lingue le novità tecnologiche hanno prodotto una rivoluzione analoga a quella che ha investito le discipline scientifiche.

  • Le collezioni testuali elettroniche, online o in CD-rom, ormai di facile accesso, permettono ricerche testuali, lessicali, sintattiche, impensabili fino a pochi anni fa.
  • La scrittura elettronica trasforma il video in una lavagna luminosa interattiva sulla quale possono scrivere insieme docente e alunno, integrando le loro competenze.
  • L’uso del computer per archiviare i dati e per costruire ipertesti “didattici” crea una comunità di apprendimento nella quale i rapporti di gerarchia conoscitiva (docente:discente) e di collaborazione (docente:docente, docente:discente, discente:discente) sono in continua evoluzione.

Qualche esempio concreto, limitatamente allo studio della grammatica e alla lettura di testi scritti. Gli esempi riguardano il latino, ma le osservazioni valgono per lo studio di tutte le lingue. È ovvio che tutta un’altra serie di riflessioni e di applicazioni didattiche si possono proporre per lo studio di testi “parlati”.

Lo studio della grammatica

La rapidità della scrittura, le enormi potenzialità didascaliche del movimento e del colore, la possibilità di intervenire in ogni momento per modificare o migliorare il testo, rendono la spiegazione sullo schermo particolarmente efficace.
Vediamo tre esempi concreti, dai quali si possa valutare l’efficacia del mezzo elettronico:

La formazione delle parole

Il movimento e i colori contribuiscono a far comprendere e a memorizzare meglio la formazione della parola: interrogatiunculas, “piccole domande”, usata da Cicerone in due passi: De finibus 4, 7; Paradoxa Stoichorum 3, 2.

La prima declinazione

La comparsa in successione delle componenti lessicali e morfologiche può anche riassumere alcuni elementi grammatica storica, come il passaggio dall’antica terminazione del genitivo singolare -as, a quella di epoca classica: -ae.

La formazione del presente

La descrizione dinamica della formazione del presente nelle 5 coniugazioni latine attraverso i verbi tradizionalmente usati nei paradigmi; laudo, moneo, lego, audio, capio funziona come una tavola pitagorica di parole, nella quale ogni elemento può essere ricavato dall’intersezione tra le righe (nella quali compare la medesima desinenza) e le colonne, (nelle quali compare il medesimo tema).

La scrittura elettronica come mezzo di lettura del testo: la sintassi e il tempo relativo


La videoscrittura offre la possibilità di segmentare e studiare i testi secondo un percorso di estrema chiarezza, riproducibile per ogni testo. Vediamo un esempio concreto di uso della scrittura sul video per studiare il periodo iniziale della sintassi latina al De excellentibus ducibus exterarum gentium di Cornelio Nepote.

Questi strumenti nuovi incidono, hanno inciso, profondamente nel modo di studiare e di apprendere il latino; soprattutto lo avvicinano a tutte le altre discipline linguistiche, realizzando in concreto una forma di interdisciplinarità, in linea con gli obiettivi specifici di apprendimento della scuola attuale e con l’aggiornamento necessario dei metodi di studio.

Consiglio di Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, (Trad. It di Franca Quartapelle e Daniela Bertocchi), La Nuova Italia Oxford, Milano, 2002

L'articolo è stato curato da Francesco Vettori, Ufficio Comunicazione, Indire

 

 
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