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E-LEARNING

Un’esperienza innovativa: i laboratori in modalità sincrona

Attività di gruppo e interazione in tempo reale. I laboratori sincroni in PuntoEdu e la metodologia in 8 "passi"

di Gloria Bernardi
30 Settembre 2005

Banca Dati Dia, IndireIl “laboratorio in modalità sincrona” è un ambiente formativo on line orientato a sviluppare competenze attraverso la condivisione di risorse, il lavoro di gruppo, il confronto tra corsisti e con un “moderatore” esperto nella tematica affrontata.
La serie di laboratori che si sta realizzando quest’anno è inserita nei percorsi di formazione sui processi di innovazione e sugli oggetti della Riforma (Legge 53/03 e Dlgs 59/04) sviluppati nella piattaforma PuntoEdu.
Dal punto di vista dei contenuti, i laboratori  riguardano quattro aree tematiche:  Funzione tutoriale, Portfolio delle competenze, Piani di studio personalizzati e Flessibilità. La proposta formativa, che si è sviluppata nell’arco temporale da metà febbraio a giugno ed è appena ripresa, è declinata ogni mese secondo uno specifico focus tematico per ogni area; ciascuna area viene inoltre affrontata attraverso diverse tipologie di approccio [1]. Ciò consente di modulare e differenziare i contenuti del lavoro con un'ampia gamma di attività, offrendo al contempo una comune informazione di base e facilitando la discussione e il confronto tra docenti provenienti da situazioni diverse e da diversi gradi scolastici.
Nell’ambito della formazione on line,  i laboratori  rappresentano un’innovazione da un duplice punto di vista:

  • sul piano strutturale, coniugando le caratteristiche del collegamento “a distanza” (che scioglie dall’obbligo del trovarsi insieme in un dato  luogo), con l’impatto emotivo di un dialogo effettivo in tempo reale tra diversi partecipanti, come accade “in presenza”
  • sul piano metodologico, consentendo anche a distanza lo svolgersi di attività di gruppo di tipo laboratoriale con ampie possibilità di interazione, secondo le logiche dell’apprendimento tra pari.

Durante la sessione on line si sviluppa infatti un lavoro collaborativo,  il cui fulcro è rappresentato dallo scambio di idee e di esperienze che valorizza i vissuti professionali dei partecipanti e li mette a confronto, offrendo a ciascuno sia elementi di riflessione sul proprio agire sia spunti per successivi approfondimenti attraverso i materiali di studio.
La caratteristica che connota questa modalità di formazione è la possibilità di realizzare  “eventi” che si snodano con percorsi ogni volta diversi pur nel rispetto di una struttura che garantisce l’omogeneità degli obiettivi formativi e che disegna una cornice comune. La regia del laboratorio, una sorta di  “sceneggiatura” condivisa da tutti i moderatori, è lo strumento utilizzato per salvaguardare tanto la specifica operatività di ciascun gruppo quanto l’ identità metodologica della proposta formativa [2], evitando al contempo i rischi di dispersione che l’ambiente virtuale può generare.

I laboratori vedono la partecipazione di gruppi di corsisti (massimo 12 persone ciascuno) guidati da un moderatore.

Sono organizzati secondo una struttura che ne definisce  la durata,  l’articolazione per aree tematiche e tipologie di approccio.

Ogni laboratorio si realizza attraverso 2 sessioni di lavoro on line di un’ora e mezzo ciascuna, distanziate di 15 giorni.
slide Bernardi

 

Sono caratterizzati da una specifica metodologia che prevede:

  • una procedura condivisa per l’ articolazione delle sessioni di lavoro (la scansione del laboratorio in  4 “fasi” e “8 passi”). 
  • la presenza di attività-compito per la realizzazione di un prodotto comune
  • l’ utilizzo da parte dei moderatori di format condivisi ( slide per il Contratto formativo; per la presentazione del focus tematico, la tracce per l'elaborato individuale, la traccia per il moderatore; lo schema per l'elaborato collettivo di sintesi) 

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Rispetto ad altri ambienti di e-learning, questo tipo di laboratorio ha il valore aggiunto dell’interazione diretta tra moderatore e corsisti e tra i corsisti stessi attraverso una modalità  comunicativa più vicina a quella in presenza. Il moderatore ha modo di offrire le opportune sollecitazioni e gli eventuali chiarimenti in tempo reale,  di guidare la discussione orientando via via gli interventi, utilizzando le modalità e gli strumenti più opportuni per coinvolgere tutti tenendo conto della personalità di ciascuno. Come avviene in presenza, l’interazione si sviluppa  “a caldo”.  Rispetto all’attività di formazione in presenza, il valore aggiunto è dato dalla possibilità di scambio e confronto tra realtà anche molto diverse tra loro. La presenza di docenti appartenenti a diversi gradi scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di I grado, a diverse tipologie di scuola (direzioni didattiche, istituti comprensivi, scuole medie), a diverse aree geografiche …offre una varietà di contesti professionali, di stili e modalità di approccio alle problematiche oggetto della formazione che non può non essere stimolante [3].

D’altra parte, per le caratteristiche proprie dell’ambiente utilizzato , l’attività sincrona è dominata dall’immediatezza, da un registro comunicativo diretto e informale, dai ritmi veloci, dalla brevità e implica quindi obiettivi particolarmente mirati: deve saper coniugare l’approccio “panoramico” alle problematiche affrontate con l’esigenza di far poi convergere l’attenzione su di un argomento circoscritto , che possa trovare una significativa sintesi entro i tempi previsti. Proprio per queste caratteristiche un evento sincrono necessita di una accurata progettazione e una forte strutturazione, oltre che di una buona capacità di coordinamento da parte del moderatore.. 

La metodologia in 8 “passi”

Le due sessioni di lavoro previste per ciascun laboratorio sono idealmente suddivise in quattro momenti ciascuna.
La prima sessione è caratterizzata dalla presentazione del "focus tematico", della proposta operativa  e  dei materiali informativi specifici di ciascuna area e di ciascuna tipologia, la seconda è caratterizzata dal confronto di case-story e dalla produzione di materiale condiviso.
Tra le due sessioni on line vi è un “tempo” per la rielaborazione personale che si conclude con la produzione di un elaborato individuale destinato al forum del moderatore e quindi anche uno “spazio” per riflessioni più “meditate”.
Gli elaborati individuali sono condivisi dal gruppo sia attraverso la libera consultazione del forum sia attraverso la sintesi offerta dal moderatore all'inizio della seconda sessione on line.

I sessione

1) Conoscersi e accordarsi: Chi siamo….. perché abbiamo scelto questo laboratorio… il Contratto formativo…
E’ il momento del primo approccio, del giro di presentazione. In questa fase giocano un ruolo molto importante i co-moderatori, che  assicurano il buon funzionamento di cuffie e microfoni e offrono informazioni sull’utilizzo della piattaforma. In generale non si sono avuti significativi problemi dal punto di vista tecnico, sia perché  l’interfaccia dell’ambiente risulta estremamente amichevole, sia perché in questi ultimi anni il livello di competenza informatica di base degli insegnanti si è notevolmente accresciuto. Tuttavia hanno partecipato anche numerosissimi docenti con scarsa dimestichezza con le nuove tecnologie: piuttosto imbarazzati in fase iniziale, in gran parte hanno via via conquistato sicurezza, non nascondendo però una certa “emozione”.
E’ anche il momento della “identificazione” del gruppo, attraverso il quale, dalle informazioni sul grado scolastico di appartenenza, sulle motivazioni della partecipazione e sui bisogni, emerge la specifica geografia del gruppo e si concordano l’obiettivo e le modalità di lavoro, sempre sulla base di una traccia comune a tutti i laboratori.


 2) Condividere il focus tematico: Presentazione dell’argomento del laboratorio,  il focus tematico,  e dei materiali  introduttivi.
slide BernardiAnalisi dei contenuti e condivisione della   proposta operativa. I materiali introduttivi di ciascun laboratorio  offrono una panoramica generale, ovviamente sintetica, rispetto all'area interessata. In questa fase il protagonista è il moderatore: tenendo conto delle caratteristiche e delle esperienze professionali dei partecipanti individua gli elementi di riflessione da porre all’attenzione del gruppo e orienta la discussione in modo che emergano tanto gli aspetti problematici quanto possibili esperienze significative.

 3) Le parole chiave: Dall’analisi dell’argomento emergono le parole-chiave che sintetizzano il tema proposto.
In questa fase, così come avviene in presenza, attraverso la discussione si individuano le parole chiave che il moderatore, un corsista o ciascuno singolarmente scrive sulla lavagna condivisa. Tra  le varie proposte, si selezionano le espressioni che meglio rappresentano il gruppo.  Le parole chiave condivise saranno anche una traccia per orientare lo studio e la riflessione individuale.

 4) Concordare i compiti: Si concordano le modalità di svolgimento del lavoro individuale off line La fase conclusiva della prima sessione  termina con un breve giro di ascolto per le prime impressioni sul lavoro svolto.
Ciascuna tipologia di approccio alle singole aree tematiche (Funzione tutoriale, Portfolio, PSP e Unità di apprendimento, Flessibilità) prevede  la realizzazione di un contributo individuale specifico, articolato generalmente in due attività: la prima consiste nell’attività di scelta, di definizione e descrizione di uno o più  “elementi”  tra quelli proposti e discussi nella I sessione, la seconda consiste nella scrittura di un case story. Ecco ad esempio, la traccia per il compito per il Glossario del Portofolio:

  • Scegliere 5 termini o espressioni individuati nell’ambito della riflessione sul Portfolio , definirli e/o descriverli.
  • Tra i 5 termini prescelti, individuarne almeno uno rispetto al quale offrire un breve case-story.
  • Io sono…. Il mio contesto professionale è …..
  • I  5 termini o espressioni  che ho scelto sono…… 
  • Nella mia esperienza professionale io….
Il contributo individuale di ogni corsista consente di creare una “libreria” di esperienze per favorire il confronto e lo scambio tra i docenti.
Proprio a questo fine è stata adottata la formula del “case-story”, un breve testo elaborato da ciascun corsista (15 righe), scritto in modo sintetico e con uno stile personale. La narrazione deve riferirsi ad un episodio, ad un caso vissuto nell’ambito della propria esperienza professionale, ritenuto utile per contestualizzare il tema oggetto di discussione e per offrire spunti per la discussione e l’elaborato di sintesi.
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La scelta di indirizzare gli elaborati individuali verso la narrazione di un “caso” si è rivelata piuttosto felice, sia perché ha incontrato il gradimento dei corsisti, sia perché ha permesso di introdurre nella discussione l’elemento esperienziale in modo vivace e personalizzato, consentendo al moderatore di trarre spunto dai vissuti professionali per mettere in evidenza elementi chiave delle problematiche in discussione.


II sessione:

 5) Feed-back contributi:  Il moderatore presenta al gruppo la sintesi degli elaborati individuali 
slide BernardiIl  format condiviso tra i moderatori comprende una traccia per realizzare la sintesi: essa consiste nella individuazione degli elementi ricorrenti nelle scelte dei corsisti, nelle eventuali motivazioni e  nell’analisi analisi strutturata dei case-story (riguardano…., pongono l’accento su…pongono  il problema di… offrono soluzioni per…etc.).
Ovviamente ciascun moderatore interpreta la traccia secondo la propria sensibilità, declinando in modo personale l’analisi e la presentazione dei case-story. Dato che ogni laboratorio è frequentato da un massimo di 12 persone è stato anche possibile commentare brevemente ciascun elaborato, sottolineandone i passaggi più interessanti e significativi e/o problematici, anche intervenendo sul documento attraverso l’uso di strumenti grafici.

 6) Confrontarsi (case-story): discussione sui contributi e confronto di esperienze. Questa fase si interseca in modo naturale con la precedente, in molti casi la presentazione degli elaborati innesca direttamente la discussione, che è il momento centrale della II sessione.

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 7) Elaborare un documento di sintesi: il gruppo concorda la sintesi del lavoro attraverso un documento conclusivo.
slide BernardiPer facilitare il lavoro on line anche il documento conclusivo si basa su di una traccia, che consiste in un semplice schema in cui inserire le voci di sintesi della discussione direttamente on line o lavorando su di un documento predisposto in precedenza  dal moderatore con le voci tratte dagli elaborati dei corsisti. L’elaborazione di un documento comune è importante non solo o non tanto come “prodotto” in sé,  ma come elemento tangibile di conclusione di un percorso, attraverso il quale il moderatore può offrire una “restituzione” dell’itinerario svolto dal gruppo, ripercorrendo i tratti significativi della discussione. Al contempo, gli elaborati di sintesi  vanno a formare una libreria di strumenti utili ai laboratori successivi, a sottolineare anche la correlazione tra i vari contenuti della formazione.  In qualche caso il compito individuale ha previsto specificatamente che i corsisti attingessero ai prodotti delle precedenti sessioni: è il caso, ad esempio, dei laboratori che hanno avuto come oggetto “l’identikit” delle quattro aree tematiche, dove è stato chiesto ai partecipanti di attingere ai vari “Glossari” già realizzati. 

 8) Valutare l’esperienza:  breve giro d’ascolto  sugli esiti del laboratorio, sul vissuto dell’esperienza.
Come ogni attività di PuntoEdu, anche i laboratori sincroni sono oggetto di una valutazione esterna, i cui risultati sono consultabili in piattaforma. E’ tuttavia utile anche un momento di verifica “a caldo” dell’attività, che offra un  immediato riscontro sia al moderatore che al gruppo.

 

 

Leggi anche Le forme dell'interazione nei laboratori sincroni

Leggi anche Il ruolo del moderatore nei laboratori sincroni


 

 

[1]  Ciascuna area è stata affrontata attraverso quattro tipologie di approccio:

  1. Le parole per dirlo …..(Glossario della Riforma). Focus tematico: necessità di condividere il nuovo lessico pedagogico
  2. A confronto con l'Europa e….oltre. Focus tematico: opportunità di conoscere i processi innovativi in atto in altri paesi, confrontarsi con altre realtà scolastiche europee, conoscere  le diverse modalità in cui, in Europa e oltre, si declinano le 4 aree proposte.
  3. Il nostro identikit di….. Focus tematico: utilità di costruire un identikit dei diversi "oggetti" della Riforma , anche in relazione alle diverse esperienze professionali e all’ampia gamma di modalità attraverso cui istituzioni scolastiche e insegnanti interpretano tali oggetti.
  4. Le buone pratiche. Focus tematico:  necessità di individuare criteri per riconoscere e descrivere buone pratiche nelle diverse aree. In un quadro di sperimentabilità elevato quale quello delineato dalla Legge 53/03 e dal DM 100/02 , viene riconosciuto all’innovazione e alla sua diffusione un ruolo di strumento operativo di forte impatto nella realtà scolastica. Riconoscere  e diffondere le pratiche innovative diventa quindi una delle azioni centrali da realizzare nel contesto scolastico.
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[2]  La progettazione dell’attività  si è avvalsa dell’esperienza già realizzata in forma sperimentale per la formazione nell’ambito del Corso-concorso per Dirigenti scolastici nell’anno scolastico 2003-2004. Rispetto alla passata esperienza, in questa occasione  è stato proposto un maggior ventaglio di contenuti ed è cambiata la tipologia del compito conclusivo assegnato al gruppo, ma le linee essenziali della metodologia sono rimaste costanti.

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[3]  In questo caso in particolare, la possibilità di confronto è stata ancor più apprezzata per le caratteristiche stesse dei contenuti della formazione. Trattandosi infatti degli oggetti di una riforma in corso, si è potuto far interloquire coloro che ancora si trovavano in fase di approccio per la costruzione del Portfolio o per l’assunzione della funzione tutoriale, ad esempio, con docenti che già avevano sperimentato anche più d’una procedura. La presenza di docenti di diverso grado scolastico si è rivelata estremamente proficua in particolare nel caso del Portfolio, consentendo di focalizzare l’attenzione sulla funzionalità dello strumento nel passaggio da un grado scolastico all’altro, in rapporto al differente “sguardo” di chi lo costruisce e di chi si trova ad utilizzarlo.

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