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SISTEMI EDUCATIVI EUROPEI

L'educazione degli adulti in Europa

Intervista a Helen Keogh, esperta internazionale in Lifelong Learning

di Helen Keogh
25 Settembre 2006

Può brevemente descriverci come si presenta l'educazione degli adulti in Europa e come si inserisce nell'ambito del Lifelong Learning?

In Europa, il concetto di Lifelong Learning è una "vision", un quadro di riferimento concettuale per il processo politico, in relazione all'istruzione e alla formazione, e un principio guida per l'offerta e la partecipazione in tutti i contesti di apprendimento. Nell'ambito del quadro di riferimento del Lifelong Learning, molti paesi si stanno sforzando di aumentare l'offerta e la qualità dell'apprendimento degli adulti e di assicurare la compatibilità e la complementarietà delle iniziative. L'approccio al Lifelong Learnig ha implicazioni importanti per le strutture, i ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti, i diritti degli individui, l'offerta di opportunità di apprendimento, la qualità generale dell'offerta e il riconoscimento dell'apprendimento.

Nella maggior pDia Indirearte dei paesi, l'educazione degli adulti è il settore meno regolamentato dell'intero sistema educativo. Partner di vario genere hanno il loro ruolo nel processo politico e di implementazione dell'educazione degli adulti, fra cui ministeri, governi regionali e locali, parti sociali, soggetti pubblici, organizzazioni non governative e soggetti privati senza scopo di lucro, e tutti operano spesso partendo da valori, obiettivi e approcci diversi. A seconda del punto di vista, questa diversità costituisce un ricco mosaico o una confusa mescolanza. È chiaro che la massimizzazione degli investimenti da parte dei soggetti responsabili dipenderà dal coordinamento e dalla coerenza delle scelte politiche e della loro applicazione. La politica pubblica deve creare i contesti di riferimento necessari per motivare gli adulti a impegnarsi nell'apprendimento e, inoltre, deve essere inquadrata nel contesto di un'ampia serie di altre politiche, incluse quelle per la salute, la formazione, il welfare. Le parti sociali e la società civile sono sempre più riconosciuti come collaboratori in questo processo e il loro coinvolgimento va dalla consultazione alla partecipazione nelle strutture formali a livello nazionale e/o regionale. La gestione a livello ministeriale nazionale e/o regionale e la decentralizzazione sono i due approcci amministrativi principali adottati per ottenere un coordinamento e una coerenza generali.

Per indirizzare la frammentazione e la duplicazione potenziali e andare verso un quadro di riferimento generale per il Lifelong Learning, molti paesi hanno stabilito modelli di partenariato cooperativo attraverso tutta una serie di reali strutture inter-governative e di meccanismi per promuovere il coordinamento, in modo da massimizzare l'investimento nell'apprendimento degli adulti. In un certo numero di paesi è stato creato un organo di coordinamento nazionale/regionale per l'apprendimento degli adulti con un ruolo nella politica decisionale e nell'implementazione, nel coordinamento politico e/o nella consulenza politica. Questi organi mettono insieme i soggetti responsabili, fra cui i ministri, i partner sociali, i rappresentanti dei soggetti legalmente riconosciuti che offrono formazione, i soggetti in formazione e gli enti non governativi nell'educazione degli adulti, in particolare nell'educazione degli adulti non formale, ponendo una particolare attenzione all'accrescimento della partecipazione e all'innalzamento della qualità nell'educazione degli adulti. Sempre maggiore importanza viene attribuita al principio di sussidiarietà, grazie al quale l'autorità di riferimento per il processo decisionale si trova il più possibile vicina a dove vengono intraprese le azioni di educazione e formazione. La creazione di strutture amministrative, per supportare la decentralizzazione del processo politico, e dell'implementazione, a livello di autorità locale, è generalmente considerata una strategia chiave per permettere un'offerta coordinata e coerente per l'apprendimento degli adulti. La decentralizzazione nell'ottica di un'efficienza e di un'efficacia crescente si realizza attraverso la devoluzione del processo decisionale verso i luoghi in cui le politiche saranno applicate e l'attribuzione di una maggiore autonomia ai finanziatori, organizzatori e soggetti che offrono la formazione per collaborare a individuare e a soddisfare i bisogni locali.

L'interesse dell'Europa per il Lifelong Learning e l'educazione degli adulti è trasversale alle diverse tipologie in cui l'educazione degli adulti si realizza (formale, non-formale, informale) o focalizzata su uno di questi aspetti?

Nella comunicazione della Commissione europea Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente  (2001), il Lifelong Learning è definito come "Tutte quelle attività svolte lungo tutto l'arco della vita allo scopo di aumentare conoscenze, abilità e competenze con una prospettiva personale, civile, sociale e/o in relazione al lavoro". In questo quadro di riferimento, tutte le dimensioni dell'educazione degli adulti – come politica economica e politica sociale, e come sforzo individuale e collettivo – hanno uguale peso. Inoltre il Lifelong Learning è caratterizzato dal fatto di avvenire in ambiti formali, non formali e informali in quanto deve giocare un ruolo chiave nello sviluppo economico, nella cittadinanza attiva e nell'inclusione sociale.

Dal 2000 l'Azione Grundtvig del Programma Socrates, che ha lo scopo di accrescere la dimensione europea, l'innovazione e la qualità dell'educazione degli adulti, ha sostenuto centinaia di azioni in tutta Europa nel campo dell'educazione degli adulti, inclusi progetti di cooperazione, partenariati e corsi di formazione, reti a livello europeo e eventi di disseminazione che hanno riunito migliaia di educatori degli adulti provenienti dal settore dell'apprendimento formale e non formale. Il nuovo Integrated Programme in Lifelong Learning 2007-2013 (Programma integrato per il lifelong learning) offre un programma Grundtvig per l'educazione degli adulti a sè stante, fortemente sostenuto da personalità di rilievo all'interno della Commissione europea. Inoltre, il programma Citizenship in Action (Cittadinanza in azione), attivo dal 2007, permetterà alla società civile, a organizzazioni religiose, giovanili e culturali, ai sindacati e alle associazioni delle famiglie di organizzare attività per lo sviluppo della cittadinanza attiva e partecipativa e dell'interculturalità.

Oltre al lavoro della Direzione Generale per l'istruzione e la cultura dell'Unione Europea, l'educazione e la formazione degli adulti formale, non formale e informale – e il Lifelong Learning come strategia politica – sono un elemento chiave all'interno di un'ampia gamma di politiche promulgate a livello di Unione europea, fra cui le politiche sul lavoro, la società dell'informazione, la ricerca e lo sviluppo, l'ambiente, i diritti dei consumatori e la politica Dia Indiresociale.

E' interessante notare, nel contesto dei diversi ambienti in cui si realizza il Lifelong Learning, che i dati Eurostat della ricerca sulla forza lavoro, per la sua parte specifica condotta nel 2003, mostrano che quasi un europeo su tre abbia avuto una qualche forma di apprendimento informale nei 12 mesi precedenti. Inoltre l'indagine Eurobarometro sul Lifelong Learning del 2003 evidenzia che si è imparato in contesti non formali e informali più spesso che in contesti di istruzione e formazione formali. Tuttavia esistono solo poche ricerche sull'apprendimento informale, sia a livello europeo che nazionale, con un chiaro bisogno di indagine sul ruolo e sul valore dell'apprendimento non formale nella vita degli adulti.

Che tipo di risposta c'è stata nei vari paesi agli orientamenti europei sull'educazione degli adulti? Esiste un sistema di monitoraggio a livello europeo?

L'Unione Europea offre le direttive per gli orientamenti nazionali all'interno di un quadro di riferimento che rispetta pienamente la responsabilità e l'autonomia degli Stati membri per quanto riguarda lo sviluppo dei loro propri sistemi di istruzione e formazione. In questo contesto, tutti i paesi hanno risposto all'agenda di Lisbona e nel 2006 l'agenda è specificamente definita da un certo numero di paesi (per esempio, Bulgaria, Repubblica ceca, Lettonia, Malta, Polonia e Spagna) come una bussola politica. È chiaro che il programma di lavoro Istruzione e Formazione 2010 sta portando a degli sviluppi in tutti i paesi. Molti hanno ora messo a punto la politica sul lifelong learning, elaborato documenti strategici o piani di azione nazionale, altri hanno messo a punto quadri di riferimento legislativi (per esempio Francia, Grecia, Spagna e Romania). Tuttavia, le emergenti politiche sul Lifelong Learning presentano differenze: per esempio nell'enfasi posta sulla dimensione sociale della politica, caratterizzata da una maggiore importanza attribuita all'economia della conoscenza piuttosto che alla società della conoscenza. Quest'ultima include la prima, racchiude obiettivi sociali, culturali e politici più ampi sia per gli individui che per la società. Alcuni paesi (per esempio, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia) hanno trovato un equilibrio positivo fra i due approcci e traggono forti vantaggi nell'implementazione.

Nel 2003 il Consiglio Istruzione, nel contesto degli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione, ha adottato benchmark o "livelli di riferimento della prestazione media Europea" per il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione nei Paesi membri. I seguenti benchmark sono di particolare interesse per coloro che hanno delle responsabilità nell'educazione degli adulti:

  • entro il 2010 almeno l'85% di coloro che hanno 22 anni deve aver completato l'istruzione secondaria superiore;
  • entro il 2010 la partecipazione media nell'UE al Lifelong Learning da parte di coloro che hanno un'età compresa fra i 25 e i 64 anni di età deve arrivare almeno al 12,5%.

In che modo l'Europa affronta il problema della certificazione dei percorsi formativi così diversi per facilitare la mobilità all'interno dell'Unione?

Gli obiettivi sovranazionali e nazionali di costruire una società del Lifelong Learning stanno creando una forte domanda di sistemi di qualificazione più coerenti e flessibili e i governi stanno rispondendo con la legislazione, con l'isDia Indiretituzione di organi di riconoscimento nazionali/regionali con responsabilità  per il sistema delle qualificazioni e lo sviluppo di quadri generali di riferimento per le qualifiche. Insieme allo sviluppo dei sistemi nazionali di qualificazione, c'è un movimento crescente in tutta Europa per il riconoscimento, l'accreditamento e la certificazione dei risultati dell'apprendimento, indipendentemente da quando, dove e come questi siano stati conseguiti. In generale, l'agenda del riconoscimento dell'apprendimento precedente (Recognition of Prior Learning – RPL) viene assunta dal settore dell'istruzione e della formazione professionale come mezzo per innalzare i livelli di competenza delle singole persone, delle imprese e della società.

Lo sviluppo dei sistemi nazionali di qualificazione sta avvenendo in un contesto europeo. Rispondendo alla richiesta della Dichiarazione di Copenaghen, è stata adottata nel dicembre 2004 una decisione su un unico quadro di riferimento per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze. La decisione ha stabilito un nuovo strumento di trasparenza, l'Europass, che integra le qualifiche e le competenze per tutto il Lifelong Learning in un portfolio elettronico. A metà del 2005 fu lanciata la consultazione della Commissione su di un quadro di riferimento europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF). L'obiettivo dell'EQF è quello di creare un quadro di riferimento europeo che renda possibile mettere in relazione gli uni con gli altri i sistemi di qualificazione a livello nazionale e settoriale. La consultazione con i soggetti coinvolti nei 32 paesi partecipanti al programma di lavoro dell'Istruzione e Formazione 2010 si è conclusa a dicembre 2005. Il feedback della consultazione sarà preso in considerazione per la definizione del contenuto e della struttura finale dell'EQF.

Data la difficoltà di individuare modelli comuni di formazione e di certificazione, quali sono gli strumenti più efficaci e utilizzabili in Europa per assicurare la qualità dell'offerta formativa per gli adulti?

Il Consiglio europeo di Barcellona (2002) ha stabilito che i sistemi di istruzione e formazione dell'Unione europea devono diventare un riferimento di qualità a livello mondiale entro il 2010. Nel contesto del Lifelong Learning, si può affermare che la qualità si riferisce ai migliori risultati possibili per tutti i soggetti coinvolti. Dal suo investimento in termini di tempo, sforzi e denaro, il discente si aspetta il massimo ritorno in termini di competenze chiave per il Lifelong learning e le qualifiche. Altri soggetti coinvolti si aspettano risultati in termini economici, sociali e culturali.

Incrementare l'efficacia dell'istruzione e della formazione, migliorando gli standard qualitativi, è una delle principali tematiche di  riforma nella maggior parte dei paesi. Tuttavia, in generale, i paesi non hanno messo a punto indicatori adeguati sul rendimento nazionale né hanno messo in atto disposizioni per raccogliere i dati necessari, con il risultato che diventa difficile per loro misurare l'impatto complessivo degli effetti dell'istruzione e della formazione. Laddove l'educazione formale degli adulti viene offerta nelle scuole ordinarie, le misure per l'assicurazione della qualità sono le stesse che si applicano nell'ambito dell'istruzione formale. Le procedure per l'assicurazione della qualità nell'educazione non formale degli adulti variano enormemente ed è dimostrato che, in molti paesi, le questioni relative alla qualità e alla responsabilità sono in primo piano per quegli organi che hanno ricevuto finanziamenti pubblici.

Per il discente adulto molti sono gli elementi essenziali per garantire un'esperienza di apprendimento di qualità, fra i quali:

  • informazione e orientamento;
  • analisi dei bisogni dell'apprendimento e di altri bisogni;
  • sostegno finanziario;
  • utilità/rilevanza del contenuto dell'apprendimento;
  • organizzazione e metodologie flessibili per l'insegnamento e l'apprendimento;
  • adeguate forme di supporto alla didattica;
  • processi di valutazione e riconoscimento dei risultati dell'apprendimento attraverso qualifiche tali da permettere una progressione nella formazione;
  • opportunità che devono essere previste nella valutazione come parte dell'assicurazione di qualità;
  • sviluppo professionale del personale che comprende la formazione alla consapevolezza dell' uguaglianza e della diversità per dirigenti e insegnanti;
  • controllo di qualità esterno.

Per assicurare e sostenere questa dimensione di qualità focalizzata sul discente, gli stati possono disporre di una serie di misure fra cui le seguenti:

  • politiche per lo sviluppo di obiettivi e strategie globali per l'educazione degli adulti;
  • coordinamento interministeriale e di altri soggetti coinvolti per la sinergia e per la coerenza;
  • organi regionali/nazionali con responsabilità per la qualità;
  • indicatori e benchmark per fissare target e misurare i progressi;
  • standard adeguati messi a punto con il supporto dei soggetti chiave;
  • misure di controllo esterno della qualità per monitorare e valutare gli input e gli output;
  • misure per assicurare lo sviluppo professionale iniziale/continuo del personale dell'educazione degli adulti;
  • sistemi nazionali/regionali di gestione dell'informazione per offrire informazioni utili e puntuali sui risultati dell'apprendimento degli adulti.

La versione integrale dell'intervista, in lingua inglese, è scaricabile in formato pdf.


 

L'intervista è stata curata dall'Unità italiana di Eurydice e da Francesco Vettori dell'Ufficio Comunicazione Indire




 

 
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