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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Alla ricerca dell'identità dei giovani

Intervista a Paola Lico, ideatrice del premiato progetto Young people's search for personal identity

di Francesco Vettori
13 Marzo 2007

Può spiegarci come è nata l’idea di inserire a scuola un progetto che intende esplorare l’identità individuale dei giovani?

Dato il dilagante disagio ed il malessere diffuso tra i giovani, penso sia nostro dovere come educatori cercare di rimuoverne le cause, favorendo la formazione di persone capaci di trovare in sé e non al di fuori la forza necessaria al superamento degli ostacoli ed alla risoluzione dei propri problemi. Operando in una scuola, l’ITI Monaco di Cosenza, il cui dirigente scolastico, Ing. Nicola De Nardi, si è sempre prodigato per offrire ai propri studenti opportunità formative e ricreative miranti alla prevenzione del disagio, un simile progetto non poteva che trovare un terreno fertile.
Dalla mia quasi ventennale esperienza di insegnamento ho potuto constatare come troppo spesso i nostri allievi siano solo fisicamente presenti nel contesto classe mentre la loro mente percorre altri sentieri. Ho appreso, quindi, quanto sia importante diventare ascoltatori “attivi” dei nostri allievi. Ed è solo da una relazione autentica, disinteressata, empatica con l’altro, nel caso specifico con l’adolescente, che possono scaturire le risposte più significative ai problemi educativi.

Sono profondamente convinta che un insegnamento efficace debba oltrepassare le apparenti difficoltà manifestate dagli allievi  e valutarne:

  • i bisogni relazionali primari all’interno della relazione famiglia-alunno, insegnante-alunno;
  • la salute emozionale nei suoi vari aspetti (capacità di benevolenza nei confronti di se stessi e degli altri, la libertà di scelta, la competenza emozionale, la capacità di creare e mantenere relazioni affettive profonde, il riferimento a valori significativi immanenti e trascendenti).

Tutto ciò difficilmente sono riuscita ad ottenerlo nelle 2 o 3 ore curricolari relative alla mia disciplina. Il condividere, invece, esperienze extracurriculari quali attività teatrali, laboratorio musicale, scambi linguistici, e “last but not least” l’esperienza etwinning, mi ha consentito di crescere professionalmente.
Ho imparato infatti che l’attività educativa dei docenti si fonda principalmente sulla comunicazione interpersonale che miri ad un’efficace comunicazione educativa; a questo scopo è necessario che gli allievi trovino spazi e tempi per esprimere in modo autentico la parte meno nota agli altri. L’attività psichica del giovane sembra fluttuare in direzioni diverse come una nave che, incontrando campi elettromagnetici contrastanti tra loro, non li può utilizzare per mancanza di istruzioni.
Progetti come questo, incentrati proprio sulla vita stessa degli studenti, sui loro talenti spesso celati, le loro debolezze ed aspirazioni, favoriscono un’accresciuta consapevolezza della propria personalità, del proprio ruolo nel contesto circostante e a scuola; di conseguenza una maggiore motivazione allo studio, elemento imprescindibile perché l'attività didattica raggiunga la globalità degli obiettivi che si prefigge, attraverso un percorso stimolante che sappia coniugare i contenuti di apprendimento disciplinare con la loro esperienza. (Affective education is effective education, Moskowitz 1978)

Col tempo la ricerca si è trasformata e il gemellaggio con il  partner ha assunto caratteristiche sue proprie: vorremmo ci raccontasse che cosa è successo.

Non è stato facile portare avanti portare un progetto sulla “ricerca dell’identità”. Si tratta, infatti, di un tema molto vasto e complesso che potrebbe essere trattato in tanti modi diversi; pertanto inizialmente si era provato un senso di disorientamento. Solo gradualmente, dopo un’accurata ricerca delle informazioni da analizzare ed un’assimilazione delle riflessioni scaturite nel corso delle attività proposte, si è potuto delineare il giusto percorso da seguire: un viaggio interiore alla ricerca dell’identità suddiviso in 4 tappe: chi sono, dove sto andando, perché e come. Bisognava a questo punto attrezzarsi per rendere l'esperienza fruibile anche dagli altri coetanei ed educatori: da qui l’idea di costruire tante pagine web correlate alle tappe del viaggio, che compendiassero i materiali delle attività svolte in classe e le creazioni degli allievi. All’inizio del progetto gli studenti erano molto curiosi di conoscere le  reciproche abitudini e tradizioni. Per questo motivo hanno creato delle simpatiche ppt. per far conoscere le proprie città. Man mano che si delineava meglio il percorso interiore da seguire, essi quasi dimenticarono di appartenere a due paesi diversi, concentrando l’attenzione sulla loro stessa condizione giovanile. L’interesse crescente nella ricerca della propria identità più che le differenze evidenziò ciò che li accomunava: situazioni di vita, problemi, ansie,  incertezze ma anche desideri, segrete speranze, obiettivi per il futuro. Il progetto, quindi, più che una dimensione europea ha assunto una dimensione afferente al profondo della condizione umana.
Il territorio ha accolto con grande entusiasmo l’idea ed il progetto. In particolare il direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale “Calabria”, dott.ssa Lucrezia Stellacci, ha espresso grande apprezzamento per l’idea originale ed il lavoro svolto.

“Young people's search for personal identity” è stato premiato nell’ambito di e-Twinning e potrete lavorare insieme alla scuola gemellata, questa volta in presenza: che cosa Vi aspettate  in futuro per continuare quanto è stato fatto?

Trattandosi di un progetto contenitore, nel quale sono confluiti tanti piccoli progetti (ad esempio le tante ppt, il videoclip sull’autostima etc potrebbero essere considerati i prodotti finali di tanti micro-progetti correlati al grande tema dell’identità) si continuerà ancora ad arricchirlo. Si consentirà in tal modo a studenti ed educatori di incrociare le loro strade in un mutuo e costante processo di crescita, con il valore aggiunto della condivisione dell’esperienza sul web: un’apertura di nuovi orizzonti virtuali
Sicuramente il nostro viaggio interiore e virtuale continuerà, focalizzando aspetti di volta in volta diversi. Vorremmo anche intraprendere un progetto di scambio linguistico (COMENIUS 1) che consenta di alternare scambi virtuali e scambi reali, mentre  tramite il sito relativo al progetto speriamo di continuare a condividere i risultati passati e futuri del nostro “self-improvement process” con i visitatori del sito stesso.
Inoltre “Young  people search for identity” avrà il suo prosieguo, in sinergia con L’Equipe Territoriale dell’ASL di Cosenza. ma con il valore aggiunto dell’interazione con altri pari sia europei che appartenenti all’area mediterranea, grazie alle TIC, alla piattaforma E-Twinning e al nostro sito web ormai avviato.
D’intesa con l’ufficio progetti europei dell’ufficio scolastico regionale, abbiamo deciso di estendere il gemellaggio elettronico all’area mediterranea (MEDtwinning), ed in particolare ad alcune scuole della Giordania. Si intenderà attuare dapprima un percorso di educazione tra pari in modo da rendere i ragazzi soggetti attivi e consapevoli delle scelte e delle azioni, accompagnandoli  nel percorso di realizzazione della propria identità: essere se stessi scoprendo ed accettando limiti e capacità. Successivamente il contenuto e le attività del corso saranno proposte in lingua inglese online ai partners stranieri gemellati per procedere infine insieme alla creazione di nuove attività e prodotti che compendino l’avvenuta formazione e condivisione di idee.

Tra le motivazioni che hanno portato alla sua premiazione si dice che il progetto va a toccare ciò che davvero li riguarda, facendo emergere “le esperienze comuni ai giovani di ogni nazione che crescono in Europa oggi”. Lei che lo ha ideato e seguito che cosa ha scoperto? 

Il fascino di usare le TIC e la lingua inglese affrontando tematiche coinvolgenti, passando da una prospettiva di cultura locale, ad una europea ed infine universale.
Infatti partendo dalle proprie diverse radici culturali si è progressivamente giunti alla consapevolezza che le modalità di formazione dell’identità sono comuni a tutti giovani europei. Essi possono quindi essere accomunati dal viaggio interiore che si propone di scandagliare innanzitutto i singoli pezzi del puzzle che concorrono a formare la globalità dell’identità individuale, quindi di valutarne le prospettive di sviluppo futuro e gli obiettivi da raggiungere ed infine gli strumenti necessari perché non si perda la rotta.



 

 
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