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E-LEARNING

De Marchi: diffida l'e-learning

De Marchi diffida dell'e-learning, soprattutto per le materie umanistiche, e rilancia la psicologia umanistica come base per la riforma della scuola.

di Valentina Piattelli
11 Settembre 2003

A fine luglio la trasmissione televisiva Unomattina ha intervistato lo psicologo sociale Luigi De Marchi, uno dei pionieri nella sessuologia e nella psicologia politica, chiedendogli un parere sull’e-learning.

 

La risposta è stata molto negativa. Secondo il prof. De Marchi, “con i corsi telematici viene meno la ‘relazione empatica’ tra studente e docente. Il computer, in questa dinamica empatica, è un intruso.

 

Ma non  c’è alcun modo di utilizzare nell’insegnamento i nuovi strumenti tecnologici? “Dipende. Il problema è una questione di contenuti: quelli tecnici possono essere insegnati a distanza, ma quelli che riguardano l'essere umano francamente no. Diffido delle lauree in psicologia ottenute a distanza e col computer.

 

Anche noi abbiamo voluto approfondire l’argomento con De Marchi. Il professore è molto scettico sulla possibilità di un insegnamento completo attraverso l’e-learning e ci ha ricordato che già all’Assemblea Plenaria dei 320 esperti del Miur, riunita a Fiuggi nel febbraio del 2003, era stato approvato un suo emendamento al testo del Progetto Bertagna, nel quale si afferma che "gli insegnanti dovranno rapportarsi agli studenti con le moderne modalità di dialogo, ascolto empatico e valorizzazione della creatività e dell'indipendenza intellettuale dell'allievo".

 

Ma com’è possibile realizzare l’ascolto empatico attraverso un computer?

 

Secondo De Marchi, l’unica vera riforma della scuola italiana sarà quella basata sulla psicologia umanistica.

 

Per far capire il possibile impatto della psicologia umanistica sull'insegnamento, il professore aveva fatto questo esempio ai microfoni di Radio Radicale: “Tutti conserviamo nei nostri ricordi scolastici, insieme a una galleria di volti anonimi o minacciosi, una o due figure di insegnanti cordiali e affascinanti che hanno saputo farci sentire nelle loro magiche ore di lezione la gioia di apprendere, di esprimerci e di essere ascoltati davvero. Quali erano le qualità specifiche di questi insegnanti? Non certo l’erudizione nozionistica. Erano le qualità che la psicologia umanistica insegna da sempre a sviluppare: l’autenticità, l’intelligenza emotiva, l’ascolto empatico, la creatività, l’indipendenza intellettuale, la disponibilità verso gli altri” (da un editoriale di Luigi De Marchi su Radio Radicale per 23/12/2002).

 

Già nel 2001 il Prof. De Marchi aveva redatto un memorandum, indirizzato al Ministro Brichetto Moratti e al Sottosegretario Aprea per un “Progetto-Pilota per la Sperimentazione dell’Approccio Umanistico nella Selezione e Formazione dei Docenti e nell’Insegnamento” (vedi De Marchi e l'approccio umanistico alla selezione docenti).

 

 
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