di Simona Baggiani
19 Giugno 2007
L’esame di Stato, culmine del percorso formativo dello studente e, al tempo stesso, segno tangibile dei mutamenti che intervengono nella scuola e nella società cambia volto a partire da quest’anno dopo la denuncia di una situazione di emergenza dovuta soprattutto alla perdita di valore e significato di questa prova. Da qui l’intento del Ministro, attraverso la legge dell’11 gennaio 2007, di far riacquistare prestigio agli studi, riconsiderando la composizione della commissione degli esami, la reintroduzione del giudizio di ammissione e l’obbligo degli alunni di saldare i debiti scolastici (vedi intervista all'ispettrice Caterina Petruzzi). Ma cosa succede nel sistema scolastico forse più vicino al nostro, e non solo geograficamente, e che anch’esso vanta da sempre la presenza di uno storico esame di Stato al termine degli studi secondari superiori? Lo abbiamo chiesto a Roger François Gauthier (*).
Innanzitutto ci può spiegare come è strutturato l'esame del BACCALAURÉAT (quante e che tipo di prove devono sostenere gli studenti? chi le elabora? chi le corregge? come si compone la commissione esaminatrice?)?
La struttura di un baccalauréat è essenzialmente la seguente: gli alunni devono superare alla fine del penultimo anno del liceo (17 anni di età) le prove di esame per quelle discipline che poi verranno abbandonate nell’ultimo anno, in cui, poi, dovranno superare le prove per tutte le altre discipline (18 anni di età). Alla fine dell’ultimo anno del lycée (classe terminale), la commissione d’esame (jury) -che non è composta da nessun professore del candidato- fa la media dei voti (calcolati in base a un diverso coefficiente secondo l’importanza di ogni disciplina in ogni série – indirizzo – di baccalauréat) ottenuti alle prove finali anonime degli ultimi due anni. Se il candidato ottiene una media:
- superiore a 10 su 20, è promosso;
- inferiore a 8 su 20 : è bocciato;
- tra 8 e 10: deve superare due prove supplementari dette « di recupero » (rattrapage), in discipline che il candidato può scegliere; si rifà il calcolo sostituendo i nuovi voti ai vecchi ed è promosso se il nuovo risultato è superiore a 10.
Viene costituita una commissione d’esame per un numero determinato di candidati; ogni commissione è formalmente presieduta da un membro del corpo docente universitario. Se le decisioni della Commissione sono sovrane, la sua funzione reale è debole, poiché si limita a “ufficializzare le promozioni” in base ai voti ottenuti dai candidati, “ripescando” solo in margine un certo numero di candidati per i quali i risultati all’esame sono molto inferiori a quelli ottenuti durante il percorso scolastico (attraverso la consultazione del “livret scolaire”, vd più avanti). Oltre a queste prove “obbligatorie”, che corrispondono alla série di baccalauréat, i candidati possono iscriversi a prove facoltative in un’ampia gamma di discipline, non necessariamente facenti parte del curriculum obbligatorio, che possono solo far “guadagnare” loro dei punti in più. La stragrande maggioranza delle prove d’esame sono in forma scritta: anche nelle lingue straniere moderne la prova orale è assai rara. Non esiste alcuna prova orale davanti alla commissione al completo. Da alcuni anni si registra una tendenza a diversificare i tipi di prova dell’esame: per esempio vengono oggi valutate le competenze sperimentali degli alunni della série scientifica, attraverso una prova specifica organizzata prima della sessione di esami. Lo stesso dicasi della valutazione dei “lavori personali controllati” (travaux personnels encadrés – lavori di ricerca e di produzione spesso interdisciplinare effettuati dagli alunni in autonomia controllata), il che dimostra anche come certe forme di “controllo continuo” vengono a poco a poco inserite a titolo di arricchimento dell’esame. I baccalauréat di ciascuna série hanno prove che sono definite nel dettaglio da una direttiva nazionale stabilita ogni anno. Nel quadro di riferimento di questa direttiva, i contenuti delle prove sono elaborati da gruppi di professori, ispettori e professori universitari e poi fissati dall’autorità amministrativa a nome del ministro dopo essere stati testati da alcuni professori (realizzati nelle condizioni normali della prova ma in tempo più ridotto). Generalmente viene elaborato un contenuto unico su tutto il territorio nazionale per la prova di una determinata disciplina. Le prove scritte sono anonime, poi corrette da un professore dell’istruzione secondaria di un altro istituto. Non c’è una doppia correzione e, in generale, non è possibile nessun appello contro il voto attribuito da un solo correttore.
In sintesi, le parole chiave che possono descrivere meglio l’organizzazione generale del baccalauréat sono:
- il suo carattere nazionale e molto “regolamentato”,
- una struttura essenzialmente organizzata in prove finali anonime “scritte”;
- la pratica della “compensazione” generale tra tutte le discipline, senza che esista un “voto eliminatorio” (ciò sta a significare che qualsiasi lacuna in una determinata disciplina può essere compensata da una buona performance in un’altra).
Per sostenere le prove d’esame sono previsti requisiti di ammissione (per esempio, giudizio di ammissione da parte del collegio dei docenti in base a una valutazione positiva in tutte le materie dell’ultimo anno)?
Tutti, senza alcun prerequisito, possono presentarsi alle prove del baccalauréat. Non è la scuola che presenta i candidati, ma ogni candidato si presenta in maniera individuale. La questione dell’ammissione non è mai stata oggetto di dibattito in Francia. I candidati delle scuole private sotto contratto con lo Stato (la quasi totalità delle scuole private) sono trattati esattamente come gli altri. Anche i professori delle scuole private possono correggere le prove d’esame, essendo candidati pubblici e privati mescolati esattamente come gli esaminatori. Il percorso scolastico dei candidati è consegnato in un « libretto scolastico » che contiene i risultati scolastici dei due anni precedenti, insieme ad un giudizio globale del capo di istituto che va da “molto favorevole” a “deve superare le prove dell’esame”. Tuttavia questo libretto è utilizzato dalla commissione d’esame solo per “ripescare” quei candidati considerati “al margine”.
Come si svolge la valutazione degli studenti nell’ambito della prova di esame?
La valutazione di ogni prova si effettua a partire da “consigli di correzione” e da istogrammi dei voti già attribuiti via via che le prove vengono corrette (i professori correggono al loro domicilio). Questi “consigli di correzione” sono stabiliti da una commissione di professori e ispettori che si riunisce subito dopo la fine della prova e, a partire da un campione di copie, stabilisce una tabella di riferimento e il comportamento da tenere di fronte alle varie prestazioni dei candidati. Questi consigli non hanno tuttavia nessun carattere obbligatorio. Talvolta, la commissione può chiedere a un tale correttore di rivedere certi voti che avrebbero uno scarto eccessivo dalle medie attribuite alla stessa prova dagli altri correttori.
Ci può descrivere i recenti dibattiti sul baccalauréat? In particolare: esiste “un bac” o “più bac”? Perché e con quali risultati? Cosa ne è stato della recente proposta di sostituire all’esame di baccalauréat una valutazione continua delle conoscenze e il ricorso a una sorta di portfolio scolastico?
Esistono tre grandi categorie di baccalauréat : bac “generali”, “tecnologici” e “professionali”; all’interno di ogni categoria ci sono più séries (indirizzi): diverse decine di baccalauréat professionali, tre baccalauréat generali, con delle sotto-opzioni, ecc. Questa mappa dei bac si è costituita negli anni 90, essenzialmente sul modello del bac “generale”, ponendo tuttavia un certo numero di problemi:
- sulla mappa delle formazioni
- sulle modalità di valutazione all’esame.
Per quanto riguarda la mappa delle formazioni, l’attuale diversità delle séries è stata costruita con l’idea che “plus le râteau aurait de dents, plus il ratisserait de feuilles” (“più il rastrello ha denti più foglie raccoglie”). Il problema è che le diverse séries, che dovrebbero rappresentare diversi modi di arrivare a un “livello bac” sono di fatto estremamente gerarchizzate nel loro valore sociale. Questo significa che conta meno il nome della série (série scientifica, per esempio) del suo prestigio implicito.
La conseguenza di ciò è :
- che le séries prestigiose sono maltusiane, con un numero troppo ridotto di diplomati del bac in grado di sostenere studi superiori nel campo scientifico corrispondente al titolo della série;
- che le séries svalutate si costituiscono e ricostituiscono regolarmente (vedi per esempio gli indirizzi del settore terziario), con un numero inflazionato di liceali in queste séries, una pessima immagine e pochi sbocchi al loro termine.
Pertanto, invece di avere un largo «rastrello» che rastrella tutte le foglie e che ripartisce gli alunni tra bac che effettivamente li preparano alle specializzazioni successive, si ha un piccolo rastrello (l’obiettivo fissato nel 1985 di condurre, per l’anno 2000, l’80% di una classe di età a livello di una classe finale di liceo non solo è stato disatteso, ma non è neppure più verosimilmente perseguibile da un punto di vista politico) e un grande disordine tra le série di baccalauréat e gli orientamenti post-bac. Per quanto riguarda le modalità dell’esame, i dibattiti attuali vertono sulla sua eccessiva pesantezza: troppe prove, troppe materie esaminate, troppo tempo rubato all’anno scolastico per organizzare l’esame, troppi costi finanziari… Il Ministero ha avanzato recentemente la proposta di introdurre una parte di «valutazione continua», con un duplice obiettivo:
- la valutazione continua è integrata nell’anno scolastico e la sua organizzazione costa meno cara, specialmente perché evita la soppressione del tempo dedicato all’insegnamento a causa dell’esame (tempo degli alunni della classe di esame ma anche degli altri poiché tutti i professori lasciano le loro classi alla fine di maggio per far svolgere il bac, mentre l’anno scolastico teorico dura fino all’inizio di luglio);
- la valutazione continua permette di tener conto in maniera più adeguata dei risultati degli alunni nel corso della formazione, è più stimolante ed evita il carattere aleatorio delle prove finali.
Paradossalmente, mentre 20 anni fa i liceali chiedevano a gran voce l’introduzione della valutazione continua contro ciò che chiamavano l’“esame-mannaia”, i liceali di oggi si sono espressi in maniera molto forte contro questo tipo di controllo/valutazione: la società francese è cambiata, si è scavata una profonda frattura sociale e la grande paura dei liceali è che il baccalauréat diventi un esame d’“istituto”, perda cioè il suo carattere nazionale, facendo sì che si possa giudicare diversamente un bac a seconda che il diplomato sia stato o no un alunno di un liceo piuttosto che un altro.
Infine, come si realizza il passaggio all'istruzione superiore? Il baccalauréat ha una funzione di orientamento/ passerella verso percorsi post-secondari? Oppure è comunque prevista una selezione per l’accesso all’istruzione superiore?
Il baccalauréat è in Francia il primo grado dell’istruzione superiore. In base a questa principio artificiale l’istruzione superiore universitaria non può organizzare nessuna selezione in ingresso, che significa che un diplomato del bac può iscriversi all’università anche in una specializzazione totalmente eterogenea rispetto agli studi condotti al liceo (es.: il diplomato di un bac professionale di meccanica si può iscrivere al primo anno di filosofia). Per concludere bisogna tentare di cogliere il significato profondo del baccalauréat nelle mentalità francesi di oggi:
- il baccalauréat al singolare è una finzione: l’importante non è avere “il” baccalauréat, ma il baccalauréat di una tale série (essenzialmente, ma non solo, la série scientifica);
- il baccalauréat è una sorta di miraggio: mentre sopravvive questa libertà d’accesso dei diplomati all’università, gli indirizzi selettivi pubblici e privati dell’istruzione superiore sono sempre più ricercati in ragione della qualità degli studi offerti. Questi indirizzi (ad esclusione di giurisprudenza e medicina, in cui l’istruzione universitaria svolge pressappoco il ruolo che svolge negli altri paesi) sono essenzialmente esterni alle università e possono essere rappresentati dalle classi preparatorie alle grandes écoles (**), che preparano anch’esse a concorsi selettivi. La maggioranza delle élites in Francia non è mai passata dall’università.
Il paradosso è che non si è ammessi in queste classi preparatorie al termine dell’ultima classe del liceo (l’anno del bac), ma unicamente in base a… una valutazione continua dei risultati scolastici al liceo! senza la minima interferenza con i risultati del bac (certamente quei candidati avranno il loro bac ma sarà per loro una “formalità”).
Quindi, mentre le classi popolari tengono al “baccalauréat” e al suo carattere nazionale, le classi avvantaggiate sanno che si tratta di un miraggio, di un’illusione e che la cosa importante non è certo passare il bac. Il tasso di successo al baccalauréat, dell’82% nel 2006, in crescita costante, mostra che il baccalauréat, descritto a torto come un monumento storico francese, tende a diventare un certificato scolastico stranamente stabilito su base nazionale. Conserva certo un ruolo forte e positivo di modellizzazione degli apprendimenti, ma il suo significato sociale pone sempre più domande. Tuttavia, nessuna riforma del lycée né del baccalauréat è attualmente allo studio.
Per conoscere i dettagli sul BAC 2007 direttamente dal sito del Ministero dell’Educazione nazionale francese, clicca qui.
(*) Roger François Gauthier è Ispettore generale dell’amministrazione del Ministère de l’éducation nationale et de la recherche francese e consulente dell’UNESCO. Ha pubblicato recentemente diverse opere e rapporti sulle relazioni tra scuola e risorse finanziarie (cfr. L’école et l’argent, Retz edizioni, 2005), sulla valutazione degli istituti di istruzione secondaria in Francia (cfr. L’évaluation des lycées et des collèges en France: bilan critique et perspectives en 2004), sulla questione delle competenze degli alunni (cfr. Les Acquis des élèves, pierre de touche de la valeur de l'école, Rapporto dell'ispettorato generale, in coll., 2005), un rapporto di audit, in collaborazione con l’ispettorato generale delle finanze, sull’organizzazione degli esami in Francia (2005), e infine un’opera sui curricoli dell’istruzione secondaria (cfr. Les contenus de l'enseignement secondaire dans le monde : état des lieux et choix stratégiques, ed. UNESCO, 2006).
(**) Istituti pubblici o privati d’istruzione superiore. L’ammissione viene fatta sulla base di una rigorosa selezione tramite concorso dopo aver frequentato per due anni le classi preparatorie per le grandes écoles (CPGE) in un liceo o tramite esame di un dossier dopo il baccalauréat. Le grandes écoles formano diplomati di alto livello (ingegneri, quadri, ricercatori...).
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