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La Formazione Digiscuola 2008: il report

Gli stili di apprendimento legati alla Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)

di Tania Iommi
26 Febbraio 2009

Banca Dati DIALe azioni di monitoraggio condotte dall’équipe del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica di Milano) in merito alla fase di sperimentazione del progetto Digiscuola si caratterizzano per una nuova metodologia di indagine, orientata in senso etnografico.
Per valutare efficacemente la ricaduta della formazione nelle pratiche didattiche e soprattutto l’impatto della LIM sul lavoro in classe, si è ritenuto infatti opportuno dare spazio a strumenti di indagine quali focus group, interviste a docenti e studenti e sessioni di osservazione presso le scuole degli insegnanti coinvolti. Le osservazioni in classe hanno consentito in particolare di misurare eventuali scarti tra quanto dichiarato dai docenti e quanto effettivamente “agito”.
La fase etnografica ha previsto la presenza di ricercatori dei nuclei territoriali dell’Agenzia Scuola durante alcune lezioni in cui i docenti utilizzavano la LIM, osservate in base a una griglia appositamente strutturata dal CREMIT, con lo scopo di rilevare le funzionalità della LIM attivate, i ruoli assunti dai docenti, gli stili di apprendimento, la partecipazione degli studenti alla didattica d’aula.
Le osservazioni hanno riguardato 31 progetti di italiano e di matematica, in fase di svolgimento, distribuiti in modo proporzionale alla produzione progettuale regionale e hanno coinvolto mediamente gruppi di 19 studenti per classe. Sono state condotte inoltre 46 interviste (14 rivolte agli studenti e 32 ai docenti) per approfondire gli elementi emersi dall'osservazione.
Le osservazioni delle lezioni hanno cercato di mettere in luce le funzioni della LIM più frequentemente attivate. In continuità con le attività tradizionalmente condotte con  la lavagna d’ardesia, le funzioni prevalenti sono state scrivere, disegnare, evidenziare; diffuse anche le presentazioni di animazioni e simulazioni e l’uso di learning object o software applicativi. Bassa invece la frequenza di funzioni legate al web, come la navigazione in rete; del tutto assenti infine le funzioni connesse alle potenzialità comunicative della LIM, come la videoconferenza che consente di attivare su di una medesima lezione aule remote (ospedale, PC casalingo, aula gemellata). I docenti sembrano ancorare la LIM al contesto classe senza spingersi oltre i confini dell’aula fisica.

L'attenzione dei ricercatori si è rivolta anche alla individuazione delle tipologie di lezione più frequenti. Grazie all'opportunità di registrare e archiviare le lezioni, la LIM è stata spesso impiegata per il ripasso, richiamando contenuti precedentemente salvati. I ricercatori hanno rilevato una percentuale significativa di uso della LIM a supporto di attività di discussione in gruppo o sottogruppo. Nel caso invece di trattazione di nuovi argomenti, si preferisce un uso “tradizionale” della LIM, analogo alla lavagna di ardesia, indirizzato al potenziamento della lezione frontale.
La tendenza a un uso della LIM come supporto visivo non si traduce comunque, sul versante del ruolo del docente, in un impianto di tipo trasmissivo. Il docente non si pone mai come semplice erogatore di contenuti, ma come facilitatore dei processi di apprendimento, attivando la partecipazione degli studenti, richiamando la loro attenzione con domande, stimolando le capacità riflessive e guidandoli nella costruzione della conoscenza.
Degno di nota il fatto che nel 40% delle lezioni osservate il docente riesca a modulare e integrare i diversi ruoli (esperto dei contenuti, facilitatore, conduttore di gruppi) in funzione dei diversi obiettivi didattici.
La maggior parte dei docenti riconosce alla LIM un fattore di innesco di nuovi approcci didattici, che ha permesso di mettere in discussione il proprio modo di insegnare e di attivare nuovi canali comunicativi.

Gli studenti intervistati confermano i cambiamenti intervenuti in classe con l'ingresso della LIM nel senso di un loro maggiore coinvolgimento nel corso della lezione.
Tra i benefici percepiti dagli studenti, oltre all’incremento di interesse e partecipazione e alcuni vantaggi tecnici (velocità, possibilità di registrare e salvare, uso di internet, ecc.), si segnala un impatto positivo sull’apprendimento: la LIM rende la lezione più diretta e intuitiva, favorisce la comprensione di concetti complessi, facilità la memorizzazione (soprattutto grazie all'impiego di immagini), sviluppa il "saper fare" e l'attitudine alla ricerca, e induce anche una riflessione sul proprio percorso conoscitivo, recuperando le attività svolte nelle lezioni precedenti.
Le osservazioni si sono indirizzate anche a verificare gli stili di partecipazione e apprendimento degli studenti.
I ricercatori del CREMIT hanno classificato gli stili di partecipazione degli studenti in quattro modalità differenti: passivo (non partecipa  alla lezione, ascolta, prende appunti ma non restituisce feed-back rispetto ai contenuti affrontati con LIM), reattivo (ascolta, partecipa con interventi e dà feed-back sui contenuti affrontati con LIM, ma non lavora alla LIM), collaborativo (partecipa con interventi, lavora alla LIM per alcune attività) e attivo (partecipa con interventi, coinvolti con la LIM per più del 25% delle attività).

Nella maggioranza dei casi osservati a prevalere sono lo stile collaborativo e attivo: lo studente è coinvolto non solo in attività che lo vedono protagonista, ma interviene in modo partecipativo nel corso della lezione; soltanto in casi sporadici gli studenti manifestano atteggiamenti passivi. Le dichiarazioni degli studenti testimoniano che attribuire e riconoscere a loro un ruolo centrale incide in modo significativo sulla motivazione di ciascuno.
Alcuni studenti manifestano però delle perplessità, facendo dipendere l'aumento di attenzione dalla semplice introduzione di un nuovo strumento e dichiarando che l’attenzione vera cresce con il tempo ovvero si realizzerà solo quando la tecnologia diventerà "trasparente". Inoltre mettono in connessione il miglioramento dell’apprendimento con gli stili didattici dei docenti più che con la LIM.
A partire da una rilettura del modello di corrispondenze tra intelligenze e tecnologie digitali elaborato da McKenzie, i ricercatori del CREMIT hanno indagato sui tipi di intelligenza attivati dalla LIM  nel corso delle lezioni osservate.
Predominanti sono stili intellettivi “logico” e “verbale”, in continuità con la didattica tradizionale, con un rafforzamento dell’intelligenza “visiva” consentita dal codice iconico del quale si avvale la LIM .
Laddove lo studente è chiamato ad agire direttamente sulla LIM, la dimensione manipolativa consente di attivare anche l’intelligenza “cinestetica”. La forte attivazione dell’intelligenza “intrapersonale” (51%), legata soprattutto alla registrazione degli esercizi degli studenti per la costruzione del portfolio personale e per la valutazione.
Il mancato uso di strumenti di comunicazione online si traduce in un basso livello di attivazione dell’intelligenza “esistenziale” connessa alla conoscenza di sé stessi in contesti di simulazione e alla sperimentazione di nuovi ruoli o stili relazionali (per esempio in contesti wiki o community online).

La ricerca suggerisce come nuovo terreno di indagine l’approfondimento delle connessioni tra funzionalità delle LIM e stili di apprendimento attivati, ai fini dello sviluppo di percorsi formativi orientati a fare maturare nei docenti una maggiore consapevolezza critica delle potenzialità delle risorse digitali.

L'indagine ha cercato di evidenziare anche le principali difficoltà incontrate dai docenti. Insieme ad ostacoli tecnici dipendenti anche da un basso livello di familiarità con lo strumento (con il conseguente rischio di concentrarsi più sul mezzo che sui contenuti), ad incidere sul lavoro concorrono le variabili spazio e tempo.
Gli insegnanti lamentano il fatto che la preparazione delle lezioni richiede molto tempo: soprattutto in una prima fase di adozione, la ricerca di un impiego efficace delle diverse potenzialità didattiche della LIM impegna gli insegnanti in un accurato lavoro di progettazione.
Altri problemi sono legati alla collocazione della LIM e all’allestimento del setting. La collocazione della LIM in laboratorio, o in un'aula dedicata, ha costituito uno degli ostacoli all'integrazione della LIM nella pratica quotidiana: più della metà dei docenti dichiara infatti una frequenza di uso della LIM medio-bassa.

 


 

 
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