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LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE

Dove il libro non è il medium prevalente della conoscenza

Intervista a Giacomo Merlo, Preside dell'Albe Steiner di Milano, Istituto Tecnico Statale ad Ordinamento Speciale

di Francesco Vettori
29 Aprile 2009

Il Vostro è un Istituto Tecnico Statale ad ordinamento speciale: in termini di organizzazione della scuola e delle sue attività che cosa ha significato?

Rispondere a questa domanda in modo esauriente significherebbe ripercorrere la storia dell' "Albe Steiner” dal 1972, anno in cui fu creato l’ITSOS, presso la Società Umanitaria di via Pace, a Milano. Per dirla in sintesi, il percorso messo in atto dall’ITSOS comporta una riorganizzazione continua e a tutto campo, in senso disciplinare, nei curricoli come nei laboratori o nella gestione del personale. In altri termini, essere una scuola di comunicazione che persegue l’innovazione tecnologica per ragioni di adesione agli sviluppi del mercato, ma anche come proposta creativa a livello dei linguaggi (la grafica, la fotografia, il cinema, la multimedialità in generale), significa, anche come dirigente, porsi sempre su posizioni di avanguardia. Quando l’innovazione fa parte del proprio DNA, riorganizzare è un imperativo categorico.

Quali sono state le Vostre scelte didattiche e come si è inserita, fra queste, la valorizzazione dei nuovi linguaggi e mezzi di comunicazione?

Accanto a percorsi disciplinari appartenenti all’area generale e formativa, la nostra scuola si caratterizza per una forte attenzione ai linguaggi della comunicazione visiva e all’integrazione con essa del testo e quindi del linguaggio verbale. D’altronde, non esiste codice dei media che non sia in varia misura polisemico. L’integrazione tra le due aree (generale e di indirizzo) diventa quindi una necessità e appare altrettanto naturale una programmazione che coinvolga tutte le discipline e che consideri la centralità degli strumenti multimediali e dei loro linguaggi come un valore. Per questo la nostra scuola dispone di una forte dotazione di laboratori: nel nostro istituto sono attivi ventidue laboratori dotati di PC, quattro sale posa e quattro sale di proiezione. E ciò deriva dalla consapevolezza dell’importanza dei nuovi linguaggi veicolati dalle ICT nella pratica didattica.
D’altro canto, i docenti dell’ITSOS hanno sempre cercato di interrogarsi sui problemi pedagogici e didattici inserendoli in un discorso di formazione globale dello studente, inteso come uomo e cittadino. La multimedialità all’interno di quest’ottica è solo uno degli elementi che concorre ad obiettivi formativi che coinvolgono tutta la persona.  La multimedialità è d’altronde un’opportunità, un modus operandi che sottende tutte le discipline, a volte un obiettivo, a volte uno strumento, sicuramente un volano utile per generare motivazione all’apprendimento. La motivazione è la grande dimenticata nella moderna didattica e mi sembra opportuno che oggi si ricominci a confrontarsi sui perché un alunno non studia, o anche sui motivi per cui si appassiona ad una materia. Sarebbe utile ripensare, anche da questo punto di vista, il proprio lavoro di docente, cosa che all’ITSOS si è sempre cercato di fare, pur con la fatica di chi sottopone a critica il proprio operato.  

Nello specifico, avete proposto un metodo di insegnamento e apprendimento che superi la  preminenza del libro di testo come medium di trasmissione della conoscenza: ciò che cosa comporta?

E’ un percorso in atto ormai da decenni.
Basti pensare all’insegnamento della storia, che da noi, nel biennio, si chiama “geostoria”: un termine programmatico e metodologico, aperto alla globalizzazione e a una visione antropologica che superi criticamente  i limiti culturali dei punti vista codificati dagli addetti ai lavori per aprirsi ad un discorso sull’uomo, al di là delle classificazioni implicite della storiografia ufficiale. 
Da diverso tempo, i libri di testo di alcune materie di profilo come il cinema si trovano sul sito della scuoladisponibili a tutti e  continuamente in fieri, al passo con le nuove applicazioni tecnologiche. I docenti stessi ne curano gli aggiornamenti in base alle esigenze didattiche.
Da questo punto di vista, l’ITSOS ha precorso le nuove indicazioni ministeriali  che incentivano l’adozione del libro di testo on line, mirando al contenimento dei costi per le famiglie e sperimentato nuovi ambienti di apprendimento, nati anche per la disponibilità delle nuove tecnologie.
Come ho già detto, la didattica laboratoriale è una altro specifico della nostra scuola e rappresenta una modalità difficile da mantenere in un momento di tagli e di riduzioni di bilancio. La didattica in laboratorio, oltreché un’occasione per mettere in pratica quanto appreso e affinare le competenze da spendere realmente nel mondo del lavoro o degli studi universitari, è un’occasione in cui si prova e si verifica la competenza  disciplinare.
Il sapere settoriale, di materia o tecnologico, nell’attività laboratoriale che è per sua natura sinergica e collaborativa, si trasforma in quell’insieme di saperi che non è solo interdisciplinarietà, ma reale base cognitiva e pratica delle competenze. Per questo motivo all' "Albe Steiner”  vengono attivati  progetti, che coinvolgano una o più classi, per abituare gli studenti a realizzare prodotti (filmati, progetti grafici, siti, campagne pubblicitarie, ecc). I progetti sono una opportunità preziosa di lavoro in gruppo per raggiungere un obiettivo condiviso promuovendo, con l’aiuto dei professori, tutte quelle fasi che ne garantiscano la riuscita.
In questo modo, il lavoro in team - la modalità specifica della produzione innanzitutto in abito comunicativo - non è un generico imperativo né un esercizio astratto ma rappresenta la premessa per il raggiungimento e l’ottimizzazione dei risultati rispetto ad un progetto definito.
In questa attività progettuale sono spesso coinvolti enti, associazioni e aziende, veri e propri committenti che sanno adeguarsi ai tempi, più lenti, della didattica: la qualità dei risultati raggiunti spesso ha premiato la loro attesa.
Anche in questo senso, la scuola mantiene sempre una sua impostazione di ricerca e sperimentazione.

Laboratori multimediali, E-learning, blog, web radio, realizzazioni grafiche, etc.. Una scuola come la Vostra presuppone per i docenti una diversa preparazione e parimenti per gli studenti un approccio all’apprendimento diverso rispetto al comune?

Quando l’ITSOS si trovava nella sede storica di via Pace, per insegnare in un’istituzione che si fregiava del titolo di sperimentazione ad ordinamento speciale era necessario passare una sorta di esame di fronte ad un comitato didattico-scientifico che doveva giudicare l’idoneità dell’aspirante. Le cose ovviamente sono cambiate e i docenti che insegnano presso la nostra scuola provengono dalle graduatorie. Non credo sia necessario tornare alla vecchie modalità di selezione, mi limito ad auspicare che le attitudini e la preparazione di chi insegna si selezionino meglio nelle sedi adeguate.
D’altronde, ritengo che ogni tipo di scuola abbia bisogno di docenti preparati a livello disciplinare e relazionale e in questo la nostra scuola non fa eccezione.
Esiste in ogni caso una specificità che è legata alla particolarità del corso di studi, che prevede cinque profili nell’ambito della comunicazione multimediale (Cinema e Televisione, Animazione, Visual, Comunicazioni digitali, Teoria della Comunicazione).
Si tratta di una particolare offerta formativa, che comporta un’attenzione continua alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
In quest'ambito non è concesso fermarsi o godere rendite di posizione: i nostri insegnanti si aggiornano continuamente (attualmente sono in corso momenti di formazione su nuovi software di gestione delle immagini e dei siti) e sperimentano nella didattica quotidiana le nuove modalità comunicative. L’aggiornamento continuo on the job è una caratteristica dell’ITSOS.
Si può affermare che nella scuola l’attitudine a sperimentare e a mettersi al passo con i tempi è un elemento caratterizzante. Così “Radio ITSOS”, la nostra emittente radio interna, sta diventando passo dopo passo una WebTV; nei laboratori di cinema, animazione, fotografia e grafica si studiano nuove forme di pubblicità progresso, elaborando linguaggi più vicini ai giovani.  
Addirittura i tecnici, peraltro molto competenti, non sono immuni da questa continua sfida: recentemente nei laboratori di Cinema hanno progettato e realizzato, ad un costo irrisorio, un “dolly”, una macchina professionale per particolari modalità di ripresa che sta funzionando perfettamente.
Parallelamente, tra le altre iniziative in corso, l’ "Albe Steiner" è stato invitato da AICA per la preparazione del Syllabus e dei testi del progetto ECDL della multimedialità, un riconoscimento della nostra specificità a livello professionale.
Del resto gli obiettivi formativi e l’approccio alla metodologie didattiche della scuola conseguono alla peculiarità dei curricoli disciplinari proposti.
Ritengo errato attribuire all' Albe Steiner un’esclusiva d’eccellenza sul piano della sperimentazione didattica, un’eccellenza che appartiene piuttosto a tante realtà della scuola pubblica italiana, in barba a tutti i discorsi disfattisti che stanno ingiustamente investendo il sistema scolastico pubblico in questi ultimi tempi. Affermerei che la stessa specificità del piano di studi conduca una scuola come la nostra verso un percorso obbligato di sperimentazione che, per certi aspetti, può considerarsi una condizione privilegiata, per studenti e insegnanti.
Sono convinto che questa situazione favorirà la confluenza verso un'altra tipologia di scuola nell’ambito del futuro riordino dei cicli. Sarà necessario, in questa delicata fase di transizione, valorizzare le competenze maturate nel corso del tempo e mettere a disposizione della collettività il patrimonio d’esperienze e risorse in nostro possesso.

Immagini tratte dall'Archivio Dia


Istituto Tecnico Statale ad Ordinamento Speciale ALBE STEINER: http://www.itsosmilano.it/

 
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