di Antonella Zuccaro
25 Novembre 2009
L’Alternanza Scuola-Lavoro è stata introdotta in Italia come una delle modalità di realizzazione dei percorsi di scuola secondaria di II grado (art. 4 legge delega n.53/03). Successivamente con il D.L. n. 77 del 15 aprile del 2005, viene disciplinata l’Alternanza Scuola-Lavoro quale metodologia didattica del Sistema dell’Istruzione per consentire agli studenti che hanno compiuto il sedicesimo anno di età di realizzare gli studi del secondo ciclo anche alternando periodi di studio e di lavoro. La finalità prevista è quella di motivarli e orientarli e far acquisire loro competenze spendibili nel mondo del lavoro. Di fatto, non è un percorso di recupero per i meno dotati, ma uno strumento per rendere flessibili i percorsi nell’educazione e nella formazione, uno strumento che offre la possibilità di combinare studi formali, anche professionali, con applicazioni pratiche degli apprendimenti, e di valorizzare le competenze previste nel curriculum scolastico degli studenti nella prospettiva del life long learning. L’Alternanza Scuola-Lavoro non si sovrappone all’apprendistato, che è regolato da uno specifico contratto di lavoro, ma è un’azione formativa rispondente ai bisogni individuali di istruzione e formazione dei giovani per favorirne l’orientamento, per stimolarne le vocazioni personali e gli interessi e potenziare stili diversi di apprendimento.
Il monitoraggio dell’Alternanza Scuola-Lavoro L’attività dell’Alternanza Scuola-Lavoro erogata dagli Istituti di Istruzione Secondaria di II grado sedi di riferimento viene regolarmente monitorata dal MIUR sin dall’a.s. 2004/05. A partire dal 2006/07 l’indagine viene realizzata dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex Indire) su incarico della Direzione Generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e per i Rapporti con i Sistemi Formativi delle Regioni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Di seguito viene offerta una analisi sintetica dell’Alternanza relativamente ai dati rilevati nei percorsi realizzati nell’anno scolastico 2008/09.
Come si attua l’Alternanza Scuola-Lavoro Dagli anni 2004/05, il MIUR contribuisce allo sviluppo dell’Alternanza Scuola-Lavoro attraverso attribuzione di appositi finanziamenti agli Uffici Scolastici Regionali, i quali ne dispongono modalità e criteri di assegnazione alle singole scuole. Per l’anno scolastico 2008/09, gli Uffici Scolastici Regionali presenti nella regione, ricevuti i finanziamenti dal MIUR, hanno emanato circolari alle scuole con le modalità di presentazione di candidature per la realizzazione di progetti di Alternanza. Le circolari, infatti, sono state, il più delle volte, accompagnate da bandi, da formulari per la presentazione dei progetti e/o da linee guida utili per la compilazione dei progetti e per la realizzazione dei percorsi di Alternanza (si veda la Figura: Mappatura dei bandi, formulari, linee guida emanate dagli Uffici Scolastici Regionali a.s. 2008/09). Dopo averli acquisiti, gli USR hanno esaminato i progetti anche attraverso commissioni regionali e/o provinciali e hanno disposto l’assegnazione dei finanziamenti. Dall’analisi delle fonti di finanziamento utilizzate dagli istituti scolastici per la realizzazione dei percorsi di Alternanza si evidenzia, anche per l’annualità 2008/09, una concorrenza di diversi soggetti finanziatori, pur se il contributo prevalente è ancora quello fornito dal Ministero della Pubblica Istruzione [72,4%]. Segue il contributo delle Regioni (9,6%), i contributi delle Camere di Commercio (2,2%), mentre è significativa l’entità di tipologie altro pari al 12,3%. Rispetto ai dati dell’anno precedente sono in aumento i fondi del MIUR e delle Province, mentre sono in diminuzione tutte le altre tipologie di finanziamento. (Vedi Tabella: Tipologie fonti di finanziamento utilizzate dalle scuole per l’attuazione dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, a.s. 2008/09)
Gli istituti in Alternanza Scuola-Lavoro Per l’annualità 2008/09 sono state rilevate le attività di 1.088 istituti di istruzione secondaria di II grado, sedi di riferimento, impegnati nella realizzazione di percorsi di Alternanza Scuola Lavoro; considerato che gli istituti di istruzione secondaria di II grado in Italia, sedi di riferimento, sono 3.486 , nell’annualità considerata quelli che hanno realizzato percorsi in Alternanza sono circa il 31,5%, con un incremento costante di istituti, studenti partecipanti e percorsi di alternanza rispetto agli anni precedenti. Questo valore sembra che la scelta di alternare periodi di formazione in aula e periodi di apprendimento attraverso esperienze in contesti di lavoro sia accolta sempre più con favore dal mondo della scuola. (Vedi Tabella: Evoluzione della partecipazione ad esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro, a. s. 2004-2008) Se si focalizza l’analisi sul livello regionale, emerge che, rispetto alla distribuzione degli istituti sedi di riferimento, la realizzazione di attività in Alternanza è stata superiore al Nord, con il 36,5%, ed al Centro, con il 35,8% del totale degli istituti presenti: qui il raccordo con il mondo del lavoro è probabilmente favorito dalla maggiore presenza di realtà aziendali. Al Sud la presenza di esperienze di istituti in Alternanza è del 26% e nelle Isole del 20% del totale degli istituti presenti. Se approfondiamo l’analisi, notiamo che la modalità didattica dell’Alternanza è superiore al 50% del totale degli istituti presenti nelle regioni Marche, Umbria, Toscana, Liguria e Molise.
Ma in quali istituti si sviluppa l’Alternanza? Significativa la distribuzione dei dati per gli istituti sedi di riferimento dell’Alternanza per quel che riguarda la loro tipologia e distribuzione territoriale. Importante il focus sugli istituti di istruzione superiore che comprendono al loro interno diversi corsi di studi. Considerando questa tipologia di scuole, se li scompattiamo, ai 1.088 istituti sedi di riferimento con percorsi di Alternanza si aggiungono 217 sedi non di riferimento (succursali, sedi distaccate, ...) con percorsi di Alternanza, portando il numero totale degli istituti con percorsi di Alternanza a 1.305. (Vedi Tabella: Istituti di Istruzione Secondaria di II grado, non sedi di riferimento, a.s. 2008/09). Focalizzando l’analisi su tutti gli istituti, anche quelli non sedi di riferimento, emerge come le modalità di apprendimento in Alternanza sono state scelte in prevalenza negli istituti tecnici (46%) e professionali (35%), anche in quanto istituti che meglio rispondono alle finalità a/d/e dell’art. 2 D.L. 15 aprile 2005, n. 77 (collegamento con l’esperienza pratica e con il mondo del lavoro). I Licei che propongono percorsi di alternanza sono solo il 14%, ma con un incremento rispetto allo scorso anno del 41,3% Ciò potrebbe suggerire l’evoluzione dei percorsi verso l’applicazione delle finalità b/c/ dello stesso decreto (arricchimento personale attraverso l’acquisizione anche di competenze spendibili sul mercato del lavoro; orientamento e valorizzazione delle vocazioni personali). Si raggiunge oltre il 50% degli istituti tecnici in Abruzzo (63,6%), nel Lazio (60,2%) e nel Veneto (54%), mentre gli istituti professionali che svolgono Alternanza sono prevalentemente presenti in Basilicata (57%) e in Puglia (54%). Svolgono attività di Alternanza oltre il 30% dei licei in Toscana (33%) e nelle Marche (30,7%).
I percorsi, le metodologie, gli operatori coinvolti I percorsi erogati dagli istituti ammontano a 3.404. La modalità in Alternanza è prevalentemente utilizzata dagli istituti tecnici e professionali. Significativi i 364 percorsi nei licei (10,5%). (Vedi Tabella: Percorsi di Alternanza Scuola Lavoro per tipologia di istituto, a.s. 2008/09). Le regioni in cui i singoli istituti organizzano più corsi sono la Lombardia con 6 percorsi per istituto, la Toscana ed il Friuli con 4,2. Analizzando la distribuzione per ore complessive di attività didattica, sembra attestarsi come significativo (il 53,5%) un modello di percorso che prevede un numero di ore compreso tra le 100-299, con una incidenza maggiore nel Nord est (73,4%) e nelle Isole (75,5%). Il 49,3% dei percorsi ha una durata annuale, ma si osserva la presenza di una quota importante di percorsi articolati nell’arco di un triennio (31,5%). La differenziazione regionale sembra essere significativa: ad esempio percorsi annuali sono preponderanti in Sardegna (93,1%), Basilicata (88,9%), ed Emilia Romagna (80,4%); la durata biennale si riscontra nei percorsi attivati in Campania (75,5%) ed in Piemonte (57,5%), infine i percorsi triennali sono più diffusi in Puglia (94,4%) e nel Lazio (78,9%). (Vedi Tabella: Percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, per durata, a.s. 2008/09 ) Nell’analisi della tipologia di attività didattica dei corsi, l’indagine ha preso in considerazione le seguenti voci: formazione in aula, stage, visite guidate, esercitazione pratiche, formazione a distanza. Le ore di attività didattica erogate complessivamente sono 460.020 di cui il 60% di attività in azienda per lo stage, il 32% di formazione in aula, il 5% di attività in azienda con visite guidate, il 2,6% di laboratorio di Impresa Formativa Simulata (IFS). L’11,9% del totale delle ore erogate sono state dedicate all’orientamento. Incrociando i dati, è importante notare come l’orientamento si esplichi prevalentemente attraverso visite guidate. (Vedi Tabella: Metodologie didattiche utilizzate nei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, a.s. 2008/09). Rispetto allo scorso anno, c’è un incremento della parte didattica svolta in aula. In prospettiva sembra si assista ad un passaggio da un uso dell’Alternanza come addestramento professionale centrato solo sullo stage fine a se stesso ad uno come apprendimento esperienziale inteso come metodologia didattica che si svolge in contesti di lavoro: lo stage viene sempre più inteso come attività che tiene conto e coniuga alcuni elementi di contenuto, relazioni, comportamenti e, in quanto tale, proponibile anche nelle classi seconde; uno stage che permette di sperimentare come risolvere problemi, cosa significhi pensiero critico, autonomia, responsabilità (imprenditività). Dal punto di vista strategico sembra si passi da una formazione sequenziale con azioni tra loro indipendenti, ad una formazione che si sviluppa secondo un modello a spirale che mette in campo un rapporto costante tra formazione e lavoro. Sui 3.404 percorsi, i docenti hanno dichiarato di aver “progettato” 1.824 percorsi tenendo conto della competenza chiave “imparare ad imparare “ e, come seconda per importanza (1.762), “spirito di iniziativa ed imprenditorialità”. (Vedi Grafico: I percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro e le competenze chiave). A fronte di tali competenze, le discipline che si dichiara siano maggiormente utilizzate sono quelle afferenti all’area giuridico economica e, a seguire, quella economico aziendale. In terza posizione per importanza le materie letterarie. (Vedi Grafico: Le discipline nei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro) Complessivamente gli operatori della didattica sono 49.499, di cui interni alla scuola 22.870, esterni 26.579. I docenti interni che svolgono attività didattica in aula sono 10.643, pari al 21,5%, i docenti incaricati del raccordo con l’Alternanza 5.562 (11,2%), i docenti incaricati del rapporto con le imprese sono 6.665, pari al 13,4%, i consulenti esterni 4.784 (9,6%), i tutor aziendali sono 21.795, pari al 44%.
Gli studenti e le certificazioni Gli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore di II grado per l’annualità presa in esame sono complessivamente 1.961.467 (esclusi gli studenti delle classi prime) , mentre quelli iscritti ai percorsi di Alternanza sono 69.375, pari al 3,5%. Per inciso, da notare come il dato sia comprensivo anche degli studenti delle classi seconde che, in alcune regioni, accedono già ai percorsi di Alternanza. Per quanto riguarda il numero medio degli iscritti per percorso, esso si attesta su 20,4 studenti per percorso, con punte di 23,6 studenti per percorso in Sardegna. Il numero minore è in Calabria 16,3. Se poi osserviamo il numero medio dei percorsi attivati per singolo istituto, in Sicilia è presente il minor numero di percorsi (1,4) a fronte della Lombardia con 6,6 percorsi per istituto. La maggior parte degli studenti in Alternanza frequenta gli istituti tecnici (43%) e gli istituti professionali (41%). Significativa la presenza degli studenti dei Licei (10%). (Vedi Tabella: Studenti in Alternanza Scuola-Lavoro per tipologie di Istituti, a.s. 2008/09) Considerato il rapporto tra gli iscritti (69.375) ed il numero totale di attestazioni/certificazioni rilasciate (66.018) rileviamo che il numero maggiore di attestazioni rilasciate è quello relativo alle attestazioni/certificati di competenze 25.858 (39,2%), seguono gli Attestati di frequenza 25.446 (38,5%) ed infine le attestazioni/certificati di crediti 14.712 (22,3%). (Vedi Tabella: Numero e tipologia delle attestazioni e/o certificazioni rilasciate, a.s. 2008/09) Le regioni che hanno complessivamente rilasciato il maggior numero di attestazioni sono la Lombardia (23,1%), la Campania (10,5%), la Toscana (10,4%). Il numero medio di attestazioni rilasciate per percorso è di 19,3. Gli attestati vengono rilasciati con una maggiore frequenza nelle classi IV (48,7%), a seguire le classi III con il 33,25%, le classi V con il 15%, le seconde (6,6%). La distribuzione è invariata rispetto ai dati dello scorso anno. Rispetto alla tipologia di attestati il dato relativo alla singola classe è proporzionale al dato generale. Importante segnalare l’aumento delle attestazioni di competenza e dei crediti rispetto allo scorso anno a fronte di una diminuzione degli attestati di frequenza. (Vedi Tabella: Tipologia delle attestazioni e/o certificazioni rilasciati agli studenti in Alternanza ripartite per classi, a.s. 2008/09 )
I soggetti ospitanti per le attività di stage I soggetti ospitanti (le imprese, …) coinvolti nei percorsi di Alternanza sono 26.513. A livello nazionale, confrontando il numero totale delle imprese coinvolte con il numero degli studenti, risulta che il numero medio degli studenti per azienda è del 2,9 (nello specifico al Nord del 2,6, al Centro del 2,7, al Sud del 5,9, nelle Isole del 9,1). Tuttavia, all’interno delle macroregioni, è presente una elevata variabilità del fenomeno che definiremo a macchia di leopardo: p.es. in Campania 12.54, in Puglia 3.56. Questo dato, considerato che la dimensione delle strutture ospitanti è spesso molto piccola e che tale dimensione non è in relazione con il numero di studenti inviati in azienda, risulta molto importante perché può suggerire una differente interpretazione delle modalità con cui viene organizzata l’esperienza in azienda. Ciò potrebbe costituire oggetto di indagini successive.
Gli accordi “I corsi in Alternanza sono progettati sulla base di diversi tipi di accordi con soggetti pubblici e privati” (comma 2, art. 1 D.L.cit.). Gli accordi stipulati dalle scuole rivestono una particolare importanza perché possono essere considerati indicatori significativi dell’integrazione della scuola con altri soggetti sul territorio. Analizzando i dati relativi agli accordi stipulati dalle scuole si nota che la tipologia più frequente è la convenzione (75,5%). E’ interessante un’analisi del restante 24,5% perché le tipologie indicate sono rappresentative di strategie di accordi molto diversi tra loro e estremamente significativi per un’analisi dei processi di integrazione territoriale anche in relazione alle politiche attive dell’area considerata. Il numero maggiore di accordi stipulati si trovano in Lombardia (17,7%), seguono la Toscana (13,9%) ed il Veneto (8%). (Vedi Tabella: Accordi, ripartiti per tipologia, stipulati dagli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di II grado con percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, a.s. 2008/09).
Come utilizzare i documenti allegati alla banca dati Le scuole possono allegare ai dati quantitativi una documentazione sulla progettazione e realizzazione delle attività. Per quanto riguarda la documentazione delle attività in Alternanza, i materiali inseriti dalle singole scuole sono 10.197, di cui il 29,2% riguarda i progetti, il 16% materiale relativo alle attività di valutazione. (Vedi Tabella: Tipologia della documentazione allegata dalle scuole Anni 2006-2008). Si segnala l’importanza che potrebbe rivestire uno studio approfondito di questa documentazione per meglio descrivere i modelli e gli strumenti adottati dalle scuole nelle singole regioni, al fine di individuarne le specifiche e caratterizzanti peculiarità e disseminare le migliori pratiche.
Conclusioni Se osserviamo la serie storica presentata nell’arco di 5 anni scolastici, emerge un quadro rappresentativo di un fenomeno che ha registrato incrementi percentuali considerevoli, soprattutto negli ultimi tre anni, sia per gli istituti coinvolti che per la partecipazione degli studenti e per i percorsi realizzati. (si veda Grafico: Trend Alternanza Scuola-Lavoro. Anni 2004-2008). Infatti, comparando i risultati rilevati per gli ultimi tre anni e per le variabili considerate i dati evidenziano un indice di crescita generale per:
- gli istituti scolastici sedi di riferimento, con incrementi percentuali annui compresi tra il 14% ed il 16%;
- il numero dei percorsi realizzati: se nel 2006/07 per ogni istituto erano attivi in media 1,8 percorsi, nell’ultimo anno 2008/09 il rapporto sale a 3,1;
- gli studenti partecipanti all’Alternanza, con incrementi annui compresi tra il 10,7 % ed il 36,6%; dai 45.879 del 2006/07 si passa agli oltre 50.000 dell’anno successivo fino ai 69.375 del 2008/09, con un incremento complessivo per gli ultimi tre anni del 51,2%.
Rispetto al fenomeno si segnala:
- un aumento degli istituti tecnici rispetto ai professionali;
- l’estensione dell’Alternanza agli alunni più giovani e una conseguente sua interpretazione didattico metodologica con percorsi che si attestano su una durata significativa;
- una conseguente interpretazione dell’orientamento che abbia maggiore valore pedagogico ed educativo e non sia direttamente mirato all’inserimento lavorativo;
- una differenziazione dell’offerta dell’Alternanza, che solo in parte risente delle diverse realtà socio economiche, ma che sembra molto centrata sul modello organizzativo interno a ciascuna scuola (differenziazione che abbiamo definito a macchia di leopardo);
- l’importante ruolo svolto dai tutor aziendali, sia per la quantità dei soggetti coinvolti, che per il loro ruolo strategico, in quanti facilitatori di reti di relazione tra scuola ed azienda.
Sono da approfondire:
- le modalità con le quali si svolgono le attività in azienda;
- l’evolversi delle certificazioni ed il rapporto tra certificati di competenza e crediti;
- l’analisi qualitativa delle ore svolte in aula e del rapporto tra queste e le esperienze in azienda e del rapporto tra il lavoro svolto tra alcuni alunni e l’intera classe;
- i modelli di raccordo territoriale tra scuole ed aziende e soggetti mediatori (associazioni di categorie, istituzioni locali,…)
Gli Esiti dei monitoraggi nazionale dell’Alternanza Scuola-Lavoro e dell’Area professionalizzante (Terza Area) – annualità varie. I dati sono consultabili e/o scaricabili nell’apposita area del portale Scuola Lavoro.
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