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ANALFABETISMO

Abbandono scolastico precoce: un problema per tutta l’Europa

La più recente Raccomandazione del Consiglio dei Ministri della Commissione Europea in tema di dispersione scolastica

di Fiora Imberciadori
14 Giugno 2011

“Government is not-and should not be the engine of job creation- that’s the role of the private sector. But one thing government can do is partner with the private sector  to make sure that every worker has the necessary skills for the jobs they are applying for…”
(Barack Obama- Weekly address – Giugno 2011)

Nella seduta del Consiglio dei Ministri dell’Istruzione e della Cultura dell’Unione del 20 Maggio u.s. è  stata approvata una Raccomandazione, su proposta della Commissione, per la messa in atto negli Stati membri di politiche e strategie  volte a ridurre l’abbandono precoce degli studi da parte dei giovani. 
Nel linguaggio europeo parlando di  abbandono precoce degli studi si fa riferimento a coloro che non sono riusciti a completare il percorso di studi di una scuola secondaria superiore o della scuola dell’obbligo e, interrompendo il percorso, non sono stati capaci di ottenere qualifiche o certificazioni  finali.
I tassi di abbandono sono definiti dalla percentuale di popolazione fra 18-24 anni che ha un titolo di scuola secondaria inferiore o più basso e che sono fuori dal sistema di istruzione o  formazione professionale. 
Con la Raccomandazione il Consiglio dei Ministri prende atto che la percentuale media europea di abbandono è allo stato attuale ancora intorno al 14% e, esprimendo molti timori sulle possibili ed attuaImmagine  tratta dall'Archivio DIAli conseguenze, stabilisce che nel  2020 dovremmo poter parlare di un 10%, al massimo. 
La Raccomandazione è la più recente tappa di una riflessione iniziata da tempo in risposta ad una preoccupazione comune. 
I giovani ed il loro futuro, dal quale dipende il futuro dell’Europa, ne sono il soggetto primo. 
Condivisa è la consapevolezza che troppi giovani, abbandonando gli studi, entrano nella sfera di situazioni di grosso rischio personale, sociale ed economico, e che la disoccupazione tocca in maniera speciale questo gruppo, tanco che nel 2009 il 52% di coloro che hanno abbandonato gli studi anzi tempo erano disoccupati. I lavori disponibili nei prossimi  anni saranno soprattutto quelli che richiedono competenze di alto livello ed alte qualifiche, e la ricchezza di un paese dipende anche dalla qualità delle  conoscenze e livelli di competenze della sua gente. Ridurre il numero di coloro che abbandonano precocemente gli studi significa sostenere e rinforzare lo sviluppo economico e sociale e dunque avere più  vicini gli obbiettivi chiave della strategia Europa 2020: crescita intelligente, sostenibile, inclusiva.
 
Già nel 2003 il Consiglio aveva individuato nell’abbandono precoce un problema di sistema ed  aveva posto un benchmark da raggiungere entro il 2010: per questa data, il tasso di abbandono non doveva superare il 10%.  
Il punto viene ripreso nella Risoluzione del Consiglio del Novembre 2007 su “Nuove competenze per Nuovi lavori”- nella quale si ribadisce la necessità di innalzare, attraverso azioni prioritarie di istruzione e formazione, i livelli di competenze di coloro a rischio di esclusione sociale ed economica, in special modo i giovani che hanno o tendono ad allontanarsi dai percorsi di formazione. 
Nel Maggio 2009 il Consiglio vara il Piano strategico per la cooperazione in ambito istruzione e formazione (ET2020) nel quale, prendendo atto che l’obiettivo stabilito nel 2003 non è stato raggiunto, se ne  ribadisce comunque l’importanza sottolineando che la percentuale di coloro che lasciano deve scendere al di sotto del 10% entro il 2020.
Gli ultimi dati dei quali disponiamo sono del 2009 (European Labour Force Survey) e ci dicono che  il tasso si aggira ora intorno al 14%, una riduzione importante ma insufficiente ancora a raggiungere l’obbiettivo.
Qualche confronto: Slovacchia,  Polonia e Repubblica Ceca sono i paesi più virtuosi, dati migliori dei nostri ce li propongono anche  Francia (12.3), Germania (11.1), UK (15.7) ma non la Spagna (31.3).   
Ad oggi dunque un giovane su sette lascia ogni forma di istruzione prima di avere concluso la scuola secondaria superiore, 6 milioni sono i giovani europei che abbandonano gli studi dopo avere al massimo ottenuto un diploma di scuola secondaria inferiore e la Commissaria Vassiliou sottolinea :”Ridurre di un solo punto percentuale il tasso di abbandono equivale a creare ogni anno quasi mezzo milione di giovani qualificati in più... “.

Nel Maggio 2010 il Consiglio dei Ministri conclude che, per prevenire l’abbandono precoce, è necessaria una seria conoscenza dei gruppi a rischio a livello locale, regionale, nazionale  e che le strategie di recupero devono essere trasversali, includendo non solo i sistemi scuola ma anche le politiche sociali e del lavoro.
Preceduta da tutto questo, la recente Raccomandazione, partendo dall’affermazione che le ragioni dell’abbandono sono tante  e diverse nei diversi luoghi e contesti, ribadisce i punti  già affrontati  ed  invita gli  stati membri a identificare i fattori principali dell’abbandono e a monitorane le caratteristiche quali elementi fondanti di  efficaci scelte politiche; chiede inoltre che vengano messe in atto strategie trasversali  ad hoc entro la fine del 2012, che tengano conto delle priorità nazionali e degli obbiettivi Europa 2020.

Le strategie devono prendere in considerazione misure preventive, misure di intervento e misure compensative, definite nei dettagli , con esempi e proposte, nel documento che accompagna la Raccomandazione : “ A Framework for Comprehensive policies to reduce early school leaving”.
Quest’ ultimo documento  introduce il problema in maniera molto ragionevole: “Le strategie per la riduzione dell’abbandono scolastico dovrebbero esser basate su un’analisi  delle cause del fenomeno condotta a livelli nazionale, regionale e locale, dato che i tassi medi nascondono spesso grandi differenze tra regioni e paesi. I giovani che abbandonano la scuola costituiscono un gruppo eterogeneo e le ragion individuali dell’abbandono variano sensibilmente. La famiglia di provenienza e le condizioni socio economiche  generali, come pure l’attrazione esercitata dal mercato del lavoro sono fattori importanti. Il loro effetto è condizionato dalla struttura del sistema di istruzione e formazione, dalle opportunità e dall’ambiente.. Il coordinamento delle politiche relative al benessere dei giovani e dell’infanzia , alla sicurezza sociale, all’occupazione giovanile  ed alle prospettive professionali ha un ruolo importante nella riduzione dell’abbandono…” .

La Raccomandazione insiImmagine  tratta dall'Archivio DIAste poi  su questi punti: gli stati membri dovrebbero assicurarsi che siano attivate misure specifiche per gruppi a maggior rischio, come i ragazzi in situazioni economiche svantaggiate, o provenienti da altri paesi o rom.
Le misure nazionali, dice ancora la Raccomandazione, siano coerentemente riferite ai processi di istruzione e di formazione professionale  e prese in carico ed agite in maniera sinergica dai diversi settori responsabili del benessere del paese, dalla scuola alle strutture sociali nel loro insieme.
La Commissione, da parte sua, nel contesto strategico di ET2020, contribuirà agli sforzi dei paesi monitorando l’evolversi delle situazioni, sostenendo gli scambi di esperienze e buone pratiche, facilitando l’apprendimento fra pari, il sistema di rete e la sperimentazione di approcci innovativi.
La Commissione inoltre porrà il tema fra le priorità dei suoi programmi e promuoverà studi e ricerche. L’Annual Growth  Survey  sarà lo strumento con il quale, anche sull’abbandono precoce, verrà fatto il punto.   
E per sapere a che punto siamo, abbiamo disponibile l’Annual Growth survey 2011 – Progress report on Europe 2020 – lo strumento adottato a livello comunitario per monitorare  complessivamente gli andamenti negli stati membri.   
Nell’Annual Growth Survey 2011, elaborato a partire dai National Reform Programmes (NRP) presentati dagli stati membri per valutarne i progressi, la Commissione esplicita che tutti i paesi, fatta eccezione di UK e Paesi Bassi, in materia di abbandono hanno indicato i loro target nazionali.
Dalle indicazioni che arrivano dagli Stati membri si deduce però che neanche nel 2020 saremo complessivamente in grado di raggiungere l’obiettivo del 10%, ma resteremo ancora un po’ al di sopra. Il che significa che ancora, ogni anno, continueremo a smarrire la storia di duecentomila ragazzi.
Ogni paese ha infatti valutato situazione e proprie possibilità ed ha trasmesso alla Commissione il piano di Riforme, costruito avendo davanti a sé le prospettive di Europa 2020 .   
In Italia attualmente il tasso di  abbandono si colloca  al 19,2%, già fortemente diminuito rispetto all’oltre 25% degli inizi degli anni  2000, della classe di età compresa fra i 18 ed i 24 con l'obiettivo per il 2020 di scendere al 15-16%.

Oltre all’ Annual Growth Survey, che rileva in sostanza i macroandamenti, il Consiglio elabora per ciascun paese una Raccomandazione che valuta il Piano proposto, formula un parere e suggerisce  iniziative. 
Nella  Raccomandazione per l’Italia, definitiva a giorni, dopo esser passata attraverso il Consiglio dei Capi di Governo, si legge: “Quanto alle misure specifiche per i giovani, il governo intende ampliare i contratti di apprendistato per rafforzare le prospettive di occupazione di chi segue una formazione professionale o abbandona prematuramente la scuola. La misura chiave è l’ampliamento delle opportunità di apprendistato, con l’introduzione della possibilità per gli studenti di effettuare un tirocinio in un’impresa in alternativa ai corsi in aula durante l’ultimo anno di istruzione obbligatoria. Sono inoltre previste misure per migliorare le politiche di istruzione e formazione al fine di agevolare la transizione dalla scuola al lavoro, far corrispondere meglio le competenze conseguite e quelle richieste dal mercato del lavoro e ridurre il tasso di abbandoni scolastici, che si situa attualmente al 19,2%. Queste misure appaiono coerenti con il previsto obiettivo di riduzione del tasso di abbandoni scolastici al 15-16% entro il 2020. Tuttavia non sembra essere stata posta in atto alcuna strategia per ridurre questo elevato tasso, in quanto il PNR non indica quali cause specifiche saranno affrontate e in che modo.”  

Per approfondire:

http://ec.europa.eu/education/school-education/doc/earlyrec_en.pdf - Council recommendation on policies to reduce early school leaving
http://ec.europa.eu/europe2020/pdf/1_en_annexe_part1.pdf - Annual Growth survey - Progress report on Europe 2020 - COM (2011) 11-A1/2
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/PNR/pnr_05112010.pdf  pag. 42  Pr. “ Capitale Umano”.

Circa l'ultima citazione, si fa riferimento al Documento di lavoro dei Servizi della Commissione “Valutazione del Programma nazionale di riforma e del programma di stabilità 2011 dell’Italia“, che accompagna il documento “Raccomandazione del Consiglio" sul programma nazionale di riforma 2011 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2011-14.  



  

 


 

 
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