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ANALFABETISMO

Building bridges: SOS studenti

Recupero, sostegno online … per non sentirsi un pesce fuor d’acqua

di Isabel de Maurissens
27 Giugno 2011

In Italia, la ripetenza è ancora una pratica che viene utilizzata come rimedio alle difficoltà e lacune scolastiche, nonostante che in molti paesi europei un certo numero di regolamenti e leggi tendano a limitarla [1]. Tenendo conto anche dei costi che questo orientamento tradizionalista comporta – un’ incidenza dell’8,4% ad esempio per un ragazzo che ha ripetuto un anno nel triennio della scuola secondaria di I grado[2] - sarebbe bene che il dettato legislativo avviato dal decreto Fioroni avesse un peso effettivo, e si potenziassero quelle attività di recupero in presenza e online, considerate “parte ordinaria e permanente dell’offerta formativa” (D.M. n. 42 del 22 maggio 2007).
La tendenza a considerare la ripetenza (la bocciatura) come risolutiva delle carenze cognitive dello studente si riscontra in alcuni paesi d’ Europa dove i tassi di ripetenza sono dell’ordine del 20% con punte fino al 30%: Belgio francofono, Spagna, Francia, Lussemburgo, Portogallo. Molti studi hanno messo in evidenza come le carenze degli studenti non siano sempre di carattere cognitivo, ma denotino un disagio socio-culturale e socio-emozionale momentaneo dell’adolescente. Il basso rendimento non è solo da imputare a differenze dell’ambiente socio economico degli alunni, come evidenziano i risultati PISA 2009: ad esempio la variazione delle performance degli alunni in comprensione del testo può essere imputata per il 55% a differenze dell’ambiente socio-economico degli alunni, ma per l’11% a differenze tra paesi e per il 34% a differenze fra scuole.
I bocciati sono stati definiti una generazione“invisibile ( Buzzi, Cavalli e de Lillo, 1997, Miscioscia, 1999) e la lista degli invisibili può essere ben rappresentata dalle categorie espresse in questa tabella (Morrow, Lecompte, Dworkin, Janosz, Blank, Bouleric, Trembley): Ci sono, infatti:

  • i cacciati: gli allievi indesiderati che la scuola cerca attivamente di allontanare da sé;
  • i disaffiliati: studenti che non provano attaccamento per la scuola e per le persone che fanno parte del contesto e desiderano solo allontanarsene;
  • i drop-out capaci : studenti che hanno la capacità di seguire il programma, ma non sono allineati alla richieste della scuola;
  • i stop-out: studenti che lasciano la scuola per un certo periodo;
  • i drop-out: con bassa prestazione, soggetti con un basso coinvolgimento e con bassi risultati scolastici;
  • i turned-out: gli studenti che continuano a frequentare la scuola, ma senza essere sintonizzati con essa;

A qualunque categoria appartenga lo studente, le ragioni della ripetenza sono attribuite sempre al progresso insufficiente degli apprendimenti, all’assenteismo, al comportamento spesso legato a particolari situazioni familiari dell’alunno. Ad esempio in Italia, l’assenteismo (giustificato o meno) è considerato un criterio per stabilire la ripetenza in sé se la presenza scolastica è inferiore al 75%. Il criterio principale è comunque sempre quello del rendimento scolastico che segue diversi criteri a seconda dei paesi e che può consistere o in un giudizio per materie o in giudizio globale, indipendentemente dai voti delle singole materie.

L’atteggiamento culturamente innovativo
Nei paesi europei che non hanno adottato la ripetenza come rimedio ma esclusivamente misure di contrasto al fenomeno, rompendo con la tradizione, la percentuale dei ripetenti si aggira al 1,5%: Danimarca, Slovenia, Finlandia, Svezia, Regno- Unito (PISA 2009) senza considerare l’Islanda e la Norvegia che preconizzano la promozione automatica.
E’ un atteggiamento culturale molto diverso che, oltre a ridurre i costi dell’istruzione non allontana lo studente ai confini dell’impero e quindi non lo relega nella generazione degli invisibili.
Il decreto Fioroni attribuendo il carattere di ordinarietà dell’attività di recupero, di fatto sposa questo atteggiamento culturale che offre allo studente strumenti di sostegno, recupero e potenziamento.

Pratiche di sostegno
Tra le pratiche di sostegno messe in atto nel nostro paese si possono annoverare gli interventi didattici educativi che normalmente si organizzano nel mese di febbraio, per gli studenti che riportano insufficienze dopo gli scrutini intermedi. La scuola ha il dovere di offrire opportunità di recupero anche se chi esercita la patria-podestà nei confronti dello studente può comunque scegliere di non avvalersi del servizio offerto dalla scuola. Di norma queste attività si svolgono in presenza, ma il POF può prevedere modalità diverse ed innovative e quindi anche attività online o laboratoriali. Lo stesso decreto Fioroni allude ad attività diverse che la scuola sceglie a discrezione di organizzare.

Pratiche di recupero
A fine anno poi la scuola è tenuta ad organizzare vere e proprie attività di recupero per gli alunni che non hanno conseguito la sufficienza. Il giudizio viene sospeso fino alla verifica che deve comunque avvenire prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Le attività di recupero sono gestite dai professori dello stesso istituto o liceo, se questi declinano l’incarico vengono effettuate da altri docenti in graduatoria e infine nel caso che nessuno dia la disponibilità, da persone anche esterne alla scuola. In ogni caso la responsabilità didattica di individuare la natura delle carenze, l’indicazione degli obiettivi dell’azione di recupero e la verifica degli esiti del saldo del debito formativo rimane di esclusiva responsabilità dei Consigli di classe. (art. 3. D. Fioroni) Questo aspetto è importante perché la scuola ha il dovere di offrire i corsi di recupero, ma è il docente che decide le modalità del recupero e può indirizzare o meno lo studente verso i corsi di recupero oppure proporgli attività alternative anche gestite da lui stesso, magari online.

Pratiche di potenziamento
Alcune scuole prevedono nel POF attività anche per chi non ha nessun debito ma vuole consolidare gli apprendimenti.
In tutti questi casi, si tratti di recupero di potenziamento o sostegno, la piattaforma SOS studenti può rappresentare un’opportunità per le scuole.
SOS Studenti, la piattaforma on line proposta da ANSAS , completamente gratuita, offre, infatti, percorsi didattici digitali personalizzati attinenti al curriculum e alle materie oggetto dei debiti scolastici. E’ chiaramente uno strumento integrativo di contrasto alla dispersione scolastica, che converge con gli obiettivi dell’Europa per la quale il tasso di abbandono scolastico dovrà essere al di sotto del 10% entro il 2020 (il tasso attuale è dell’ordine del 14, 4% (media europea) ma si evince che in alcuni sistemi scolastici sale fino al 25%).

La piattaforma, per ora, riguarda solo il biennio della scuola superiore di primo grado e solo alcune materie fondamentali (italiano, matematica,inglese, fisica) le discipline in cui, in base ai risultati delle prove OCSE-PISA , le carenze degli studenti italiani sono più marcate.

SOS Studenti offre la possibilità di organizzare e gestire corsi di recupero disciplinare online personalizzati offrendo tre diversi ponti:

  1. percorsi costituiti da chat con il tutor, video-chat con esperti, esercizi guidati e in auto apprendimento, forum, blog tematici, laboratori con altri studenti non provenienti necessariamente dalla stessa area geografica organizzati dall’Agenzia con tutor esperti nelle materie disciplinari,
  2. possibilità per la scuola, il coordinatore o il professore di organizzare in modo autonomo i propri materiali disegnando il percorso personalizzato per gli alunni con debiti formativi,
  3. percorsi in auto-apprendimento dove lo studente può attingere materiali predisposti dall’Agenzia ma anche depositati da docenti,

Questi percorsi si intrecceranno in un'unica comunità online (sicura per lo studente perché monitorata) costituita da studenti.
SOS studenti mette gli allievi in condizione di partecipare a laboratori on line in cui si affrontano argomenti disciplinari con la guida di un docente esperto che conduce il lavoro a distanza e dialoga con un gruppo di ragazzi che non necessariamente si conoscono di persona. In questo spazio on line si lavora affrontando temi, argomenti e attività molto simili a quelli di cui si parla nella scuola reale, ma utilizzando metodologie e approcci diversi, che possono favorire coloro che non hanno trovato nella pratica scolastica quegli stimoli sufficienti all’apprendimento. L’ambiente in cui ci si muove è virtuale, complesso, inedito rispetto alla classe che i ragazzi conoscono. Le relazioni assumono nuove peculiarità, le dinamiche mutano.
E’ in questo spazio nuovo che la rete delle interazioni si modifica. La relazione tra le persone e il loro ambiente (fisico,virtuale, e sociale) Non è più la somma dei singoli elementi ma qualcosa di più. La realtà si arricchisce e non si riduce solo in un ambiente determinato (quello dell’aula) ma spazia in contesti diversi sia fisici (in presenza) che virtuali (online) personali e sociali. L’apprendimento può essere, in questo senso, solo personalizzato, perché sfrutta le conoscenze dell’individuo, delle sue relazioni sociali, e dei suoi obiettivi formativi.
Sostenendo la sua teoria del complex learning, Mc Donald è utilizza una metafora molto adatta al recupero dei debiti: “building bridges”. Si tratta proprio di questo: costruire ponti, tanti ponti, tra la scuola secondaria di I grado e di II grado attraverso lo strumento dell’orientamento; tra dentro e fuori le mura della scuola attraverso i vari device a disposizione in un ottica crossmediale; tra apprendimento informale, formale e non formale e vita quotidiana attraverso una scuola che coglie e sfrutta il web partecipativo e inteso come pratica quotidiana; tra motivazione degli studenti e orientamento attraverso un’ottica sistemica.

Certificazione del percorso
Il recupero non sarà più visto in modo tradizionalista come la bestia nera, ma come ordinaria attività della scuola. L’Ansas vuole contribuire a questa nuova visione del recupero scolastico meno tradizionalista e penalizzante evitando il più possibile la ripetenza. Parafrasando l’incipit di una poesia della grande poetessa Szymborska,”Alla nascita di un bimbo, il mondo non è mai pronto” si potrebbe dire “Alla crescita di un figlio, la scuola (non) è (mai) pronta”.

Le scuole, i coordinatori o professori interessati a SOS studenti possono contattare la responsabile del progetto: Alessandra Anichini: a.anichini@indire.it

bibliografia

  • Barbieri, G.; De Sanctis G, Govi, S. La scuola in cifre 2008, Quaderni della Direzione Generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi, MIUR
  • Eurydice, Le redoublement dans l’enseignement obligatoire en Europe: réglementations e statistiques, Quaderno Eurydice , 2011
  • Fleischner, E. Il paradosso di Gutenberg: dalla crossmedialità alle medie on demand, Zone, RAI-ERI, 2007
  • Friso, G., Moè, A.Pazzaglia, F., Perché (non) mi piace la scuola, come acquisire un atteggiamento positivo verso lo studio, Erickson,, Gardolo, 2005
  • Iannaccone, A. La dispersione scolastica in una prospettiva psicologica culturale: storie di mancata integrazione. Psicologia dell’educazione e della formazione, v. 5, n. 2 sett. 2003
  • Mac Donald,D. Complex learning communities, IADIS International Conference e-Society, 2005
  • Migliorini, L. , Piermari, A., Rania, N. ,La dispersione scolastica: analisi delle sue componenti e motivazioni, psicologia dell’educazione, v. 2, n. 2, sett 2008
  • OCDE “Résultas du PISE 2009: surmonter le milieu social, l?égualité des chances et l’équité du rendement de l’apprentissage.” Pisa 2009



[1] Le redoublement dans l’enseignement obligatoire en Europe: réglementations e statistiques, Quaderno Eurydice , 2011

[2] Barbieri, G.; De Sanctis G, Govi, S. La scuola in cifre 2008, Quaderni della Direzione Generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi, MIUR , 2008

 
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