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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Scuola e Lavoro: a che punto siamo?

Nuovi contesti, altri apprendimenti, opportune scelte

di Antonella Zuccaro
12 Marzo 2012

Immagine tratta dall'Archivio DIAL’attività dell’alternanza scuola-lavoro erogata dagli istituti di istruzione secondaria di II grado viene regolarmente monitorata dal MIUR sin dall’a.s. 2004/05. A partire dal 2006/07, l’indagine viene realizzata dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (Ansas-Indire) su incarico della Direzione Generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e per i Rapporti con i Sistemi Formativi delle Regioni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).
Per l’annualità 2010/2011
sono state rilevate le attività di 1.518 istituti di istruzione secondaria di II grado, impegnati nella realizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro; considerato che gli istituti di istruzione secondaria di II grado in Italia sono 5.206 [1], nell’annualità di riferimento quelli che hanno realizzato percorsi in alternanza sono circa il 29,2% del totale.
Gli studenti coinvolti sono stati 90.228 ovvero il 5% della popolazione studentesca registrando un incremento percentuale del 26,1% rispetto al precedente a.s. 2009/2010.
I percorsi sono stati 3.991 di cui 1.505 (37,7%) realizzati dagli istituti tecnici, 1.482 (37,1%) dagli istituti professionali e 541 (13,6%) dai licei e 463 da altri istituti (10,8%). Dei 3.391 percorsi di alternanza 1.878 (47%) hanno una durata di oltre 100 ore. Stage, visite guidate sono stati realizzati all’interno di aziende o di altre strutture: ne sono coinvolte ben 25.347.

A che punto siamo?
Se osserviamo la serie storica presentata, emerge un quadro rappresentativo di un fenomeno che ha registrato incrementi percentuali considerevoli, soprattutto negli ultimi quattro anni, sia per gli istituti coinvolti, sia per la partecipazione degli studenti e per i percorsi realizzati ed una flessione nella partecipazione delle strutture del 14% rispetto all’annualità precedente:

  1. gli istituti di istruzione secondaria superiore di II grado (istituti tecnici, licei, istituti professionali) con un incremento del 75,9% dal 2006/07 al 2010/11;
  2. il numero dei percorsi realizzati: se nel 2006 per ogni istituto erano attivi in media 1,8 percorsi, nell’ultimo anno 2010/2011 il rapporto sale a 2,6;
  3. gli studenti partecipanti all’alternanza, con incremento del 96,7%; infatti passano dai 45.879 del 2006/07, agli oltre 50.000 del 2007/08, ai 69.375 dell’anno successivo, fino ai 71.561 del 2009/10 e ai 90.228 del 2010/11.

Che cosa emerge dall’analisi dei dati?

  • Una differenziazione dell’offerta dell’alternanza, che solo in parte risente delle diverse realtà socio economiche, ma che sembra molto centrata sul modello organizzativo interno a ciascuna scuola che produce un effetto a macchia di leopardo.
  • Un’attività scolastica supportata da aziende vs sistema organizzato di apprendimento territoriale scuola/lavoro con un impianto di ricerca sul territorio (lavoro, economia, società, cultura,…).
  • L’alternanza come solo stage vs alternanza come realizzazione di una attività/progetto personale o per gruppi di scopo.
  • Il ruolo svolto dai tutor aziendali e della scuola, sia per la quantità dei soggetti coinvolti, che per il loro ruolo strategico, in quanto facilitatori di reti di relazione tra scuola ed azienda.
  • L’estensione dell’alternanza agli alunni più giovani e una conseguente sua interpretazione didattico metodologica con percorsi che si attestano su una durata significativa ed una conseguente interpretazione dell’orientamento che abbia maggiore valore pedagogico ed educativo.
  • Una progettualità multistakeholder con percorsi capaci di intervenire nel curricolo scolastico aggiornandone metodi e contenuti.
  • Un ambito strategico per l’attivazione di un sistema di valutazione delle competenze.

Che cosa fare?
Un percorso di alternanza scuola-lavoro implica necessariamente il raccordo della scuola con il tessuto produttivo del territorio e quindi, nello specifico, occorre intrecciare e correlare l’analisi delle caratteristiche socio-economiche del territorio con le attitudini degli studenti.

A fronte di ciò e del fatto che:

  • I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro (art.1 d.l. n. 77)
  • [sono progettati per]realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, nei processi formativi; correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio (art.2 .l. n. 77)
  • Le convenzioni di cui al comma 1, in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti (art..3 d.l. n. 77)

l’alternanza scuola lavoro sul piano istituzionale si propone di rafforzare i collegamenti della formazione con il mondo del lavoro (in funzione dell’occupabilità); sul piano sociale, di rendere i percorsi più attrattivi, puntando su una loro qualità più elevata e su maggiori collegamenti con la formazione superiore; sul piano curriculare, di puntare sulle competenze chiave (come base per il lifelong learning); sul piano metodologico, di rendere i percorsi più flessibili (modularizzazione, personalizzazione,..).
L’attività di alternanza consente al giovane la verifica della corrispondenza tra le proprie rappresentazioni di che cos’è il lavoro ed il lavoro quale lo si affronta nella realtà di un’azienda, mettendone alla prova la capacità di trasferire ed utilizzare le conoscenze acquisite in nuovi contesti ed in situazioni impreviste. In conclusione, di valutare il peso delle proprie risorse di fronte a prestazioni diverse da quelle richieste a scuola (DD.pp.rr. n.87, 88, 89 del 15 marzo 2010).
Quando si parla, quindi, di alternanza scuola lavoro ci si riferisce ad una metodologia di apprendimento. E’ un’alternanza formativa (non lavorativa) e lo status giuridico prevede che tutto si svolga sotto la responsabilità dell’istituto scolastico. Il Decreto legislativo n. 77/2005 parla di “periodi di apprendimento”, il che esclude la facile equazione “scuola = teoria” “lavoro = pratica”.
Per la realizzazione di un percorso funzionale a tali obiettivi sarà necessario quindi confrontare le diverse esperienze realizzate dalle scuole, per proporre modelli uniformanti a livello nazionale, criteri unitari per la stipula di accordi di reti stabili e strutturate, per la progettazione, la realizzazione, la valutazione e la certificazione.

I dati in sintesi: monitoraggio dell’alternanza scuola-lavoro a.s. 2010/2011

Gli istituti in alternanza scuola-lavoro: in quali tipologie di istituti si sviluppa l’alternanza, ed in quali regioni?

Significativa la distribuzione dei dati relativi agli istituti in alternanza per quel che riguarda la loro tipologia e distribuzione territoriale. Infatti, se evidenziamo l’analisi su tutti gli istituti presenti sul territorio nazionale emerge come la modalità di apprendimento in alternanza, per questo anno scolastico, sia stata scelta in prevalenza negli istituti tecnici (38,4%), seguiti dagli istituti professionali (31%) e dai licei (22%).

Se analizziamo la variazione percentuale rispetto all’anno scolastico precedente, osserviamo che i Licei che realizzano percorsi di alternanza hanno avuto un incremento percentuale del 43,4%, gli istituti i tecnici del 12,2% .
Se si focalizza l’analisi rispetto alla distribuzione territoriale dei 1.518 istituti, la realizzazione di attività in alternanza è stata superiore al Centro, con il 47,6% del totale degli istituti presenti nella stessa area territoriale, e al Nord con il 30,9%. In queste due aree geografiche il raccordo con il mondo del lavoro è probabilmente favorito dalla maggiore presenza di realtà aziendali, e da una consolidata collaborazione con i vari enti presenti sul territorio. Al Sud la presenza di esperienze di istituti in alternanza è del 22,7% e nelle Isole del 13,5% nel totale degli istituti presenti. Rispetto allo scorso anno, si nota un incremento delle regioni del Centro ed una lieve flessione rispetto a quelle del Nord.

La progettazione, i percorsi, le metodologie, gli operatori coinvolti
La progettazione.
Per quanto riguarda la progettazione dei percorsi, la maggior parte delle scuole (il 79%) ritengono di prestare “attenzione alle politiche di sviluppo e valorizzazione del territorio” (Fig. 2). Per quanto riguarda la distribuzione del dato per ordine di studio, si può rilevare una generale uniformità di risposte, con una lieve predominanza dei negli istituti professionali.
Ma l’ipotesi progettuale a chi appartiene?
Dirigente scolastico (780), organi collegiali (consiglio di classe in 685 e collegio in 668) sono i soggetti a cui fa capo l”ipotesi progettuale dell’alternanza” per i soggetti interni alla scuola .
Per quanto riguarda i soggetti esterni alla scuola, l’ipotesi progettuale è attribuibile alle imprese (683), a cui seguono le associazioni di categoria (642), gli enti locali (451).

La struttura organizzativa
Per la maggior parte delle scuole (il 60%) l’alternanza sembra richiedere la creazione di una “struttura dedicata”.
Nelle scuole dove questo avviene, la struttura è prevalentemente definita come “gruppo di progetto”.
In pochi casi è coinvolto il Comitato Tecnico Scientifico. Raramente per svolgere l’alternanza si ricorre ad Agenzie accreditate.

I percorsi
I percorsi erogati dagli istituti ammontano a 3.991, ancora in aumento rispetto allo scorso anno del 13,3%. La modalità in alternanza è prevalentemente utilizzata dagli istituti tecnici e professionali. Significativi i 541 percorsi nei licei, ancora in aumento rispetto allo scorso anno.
La regione in cui i singoli istituti organizzano più percorsi è la Lombardia, con il 33% dei percorsi notevolmente superiore a tutte le altre regioni. Se osserviamo la media dei percorsi realizzati per regione sul totale degli istituti, risulta che: la Lombardia organizza 5 percorsi di Alternanza per istituto, il Veneto 3.9, la Campania 3.1, le Marche e la Toscana 2.7, il Lazio 2.6, la Liguria 2.4, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna 2.2 .
Le tipologie di istituti tecnici che risultano maggiormente impegnate nell’erogazione di percorsi di alternanza sono: gli istituti tecnici commerciali, gli istituti tecnici industriali e gli istituti tecnici commerciali e per geometri.
Le tipologie di istituti professionali che risultano maggiormente impegnati nell’erogazione di percorsi di alternanza sono: gli istituti professionali per l’industria e artigianato, gli istituti professionali per i servizi commerciali, gli istituti professionali per i servizi alberghieri e la ristorazione e gli istituti professionali per i servizi sociali.
Le tipologie di licei che risultano maggiormente impegnati nell’erogazione di percorsi di alternanza sono i licei scientifici.

Ma quali sono i risultati attesi dei percorsi ?

Il “risultato atteso” per gli studenti è per la quasi totalità delle scuole lo “sviluppo di competenze” (1.098), segue “l’aumento di capacità di apprendimento” (762), meno significativa “l’attività personalizzate” (424) (Fig.7).
Per i docenti, invece, il “risultato atteso” è soprattutto “l’integrazione tra scuola e territorio” (1.070) e “ l’adozione di metodologie alternative” (686). Meno importanti gli esiti connessi all’uso dell’alternanza per la “riorganizzazione delle aree disciplinari” (391)
Analizzando la ripartizione dei percorsi in relazione alla durata in termini di annualità si può osservare una quota significativa di percorsi con una durata annuale (49,2%), ma si nota anche una presenza consistente di percorsi articolati nell’arco di un triennio (34,5%).

I percorsi di alternanza scuola lavoro che prevedono almeno 100 [2] ore di attività risultano, a livello nazionale, 1.878 su un totale di 3.991. Del totale dei percorsi che prevedono almeno 100 ore di attività, 1.657 hanno realizzato almeno 50 ore di stage.

Didattica dentro la scuola e fuori della scuola

Come si realizza l’alternanza? Con quali attività di orientamento? In quali modalità didattiche intervengono gli esperti esterni? Tra le attività realizzate dentro la scuola e comuni ai tre principali ordini di studio, le scuole rispondono: orientamento (760 scuole), attività con esperti esterni (677), attività ed insegnamenti delle aree di indirizzo (539), attività ed insegnamenti dell’area di istruzione generale (243).
L’orientamento associato ai percorsi di alternanza, svolto dentro la scuola, è per molti “preparazione all’attività di stage” (610), “incontri informativi” (502). Un orientamento molto centrato su processi di informazione, meno su aspetti formativi come “il bilancio di competenze” (164) o i “laboratori” (222).
Nell’analisi della tipologia di attività didattica dei corsi, l’indagine ha preso in considerazione le seguenti voci: formazione in aula, stage, visite guidate, osservazione attiva, laboratorio di impresa formativa simulata.

Le ore di attività didattica erogate complessivamente sono 463.762, così ripartite il 65,5% di attività in azienda per lo stage, 27,5% di formazione in aula, 3,2% di attività in azienda con visite guidate, 2,2% di attività in azienda per l’osservazione attiva. Le ore di laboratorio IFS presentano la percentuale minore, l’1,6% (7.586 ore). Calcolando la variazione percentuale rispetto all’a.s. 2009/2010 si rileva che le ore di stage sono aumentate del 12,8% e le ore formazione in aula dell’11,8%; invece le ore svolte in laboratorio IFS hanno subito una diminuzione del 15,7% e le ore di visite guidate del 35,7%.
Il 9% del totaleImmagine tratta dall'Archivio DIA delle ore erogate è stato dedicato all’orientamento, in calo rispetto allo scorso anno scolastico; il maggior numero delle ore dedicate all’orientamento è in aula.
Per quanto riguarda le attività previste e realizzate fuori della scuola, 690 istituti (il 61%) dichiarano di realizzare attività fuori della scuola, a fronte di 437 scuole (il 39%) che non ne realizzano.
Tra le attività realizzate fuori della scuola, gli stage svolti in 913 scuole, prevedono con peso perlopiù equivalente una pluralità di attività.
L’esecuzione di compiti di realtà, guidati o programmati è l’attività prevalente in assoluto nei tre ordini di studio. L’osservazione strutturata dell’organizzazione e dei processi è prevalente negli istituti tecnici; la modalità di autonomia nello svolgimento di compiti è prevalente negli istituti professionali; la partecipazione a lezioni svolte da esperti dell’azienda/struttura ospitante è prevalente nei Licei.

Gli operatori della didattica
fanno riferimento sia a personale interno, sia esterno alla scuola. Essi sono complessivamente 64.004, di cui esterni 38.944 (61%), interni 25.060 (29%).
I tutor aziendali sono 34.892 (54,5%), i docenti interni che svolgono attività didattica in aula sono 10.410, (16,3%), i docenti incaricati del rapporto con le strutture ospitanti/aziende sono 7.593 (11,9%), i docenti incaricati del raccordo con l’alternanza 7.057 (11%), i consulenti esterni 4.052 (6,3%).

Gli studenti e le certificazioni

Gli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore di II grado, per l’annualità presa in esame, sono complessivamente 2.583.952, mentre quelli iscritti ai percorsi di alternanza (il 53,6% maschi ed il 46,4% femmine), sono 90.228; ciò significa che il 5% della popolazione studentesca partecipa ai percorsi di alternanza (esclusi gli studenti delle classi prime).
La maggior parte degli studenti in alternanza frequenta gli istituti tecnici (33,5%) e gli istituti professionali (33,2%). Significativa la presenza degli studenti dei Licei (12,4%).

Le certificazioni

Al termine dei percorsi di alternanza scuola lavoro risultano essere state rilasciate complessivamente 79.188 attestazioni.
Prendendo in esame i dati relativi agli esiti di tali percorsi per l’anno scolastico 2010/2011, si nota che il numero totale delle certificazioni è pari a 79.188, con 32.153 (40,6%) attestati di frequenza, 29.822 (37,7%) certificazioni di competenze e 17.213 (21,7%) certificazioni dei crediti acquisiti. Rispetto al precedente a.s. 2009/2010, che aveva visto un totale di certificazioni pari a 70.794, c’è stato un incremento percentuale pari all’11,9%, con 8.394 attestazioni in più. Il dato maggiormente significativo si rileva per quanto riguarda gli attestati/certificati di competenze.
Considerato il rapporto tra gli iscritti (90.228) ed il numero totale di attestazioni/certificazioni rilasciate (79.188), rileviamo che il numero maggiore di attestazioni è quello relativo agli attestati di frequenza 32.153 (40,6%), seguono le attestazioni/certificati di competenze 29.822 (37,7%), ed infine le attestazioni/certificati di crediti 17.213 (21,7%).
Gli attestati vengono rilasciati con una maggiore frequenza nelle classi IV (48,6%), a seguire le classi III con il 30,5%, le classi V con il 13,7%, le II con il 7,1%. Importante segnalare l’aumento degli attestati di frequenza e degli attestati di competenza rispetto allo scorso anno.

Con quali strumenti viene effettuata la valutazione delle competenze?

Questionario di valutazione (493), relazioni finali (451), griglie di osservazione (422) sono parimenti utilizzati nelle diverse scuole. Schede per l’autovalutazione (272) e produzione di compiti di realtà (193) in modo minore (Fig.11).
Per la valutazione delle competenze si è fatto riferimento a repertori standard?
Tra i repertori in primis le competenze predisposte dall’istituto (518), quindi quelle più istituzionali: assi culturali (407), competenze di cittadinanza (315), competenze chiave europee (243); in pochi casi si fa riferimento a competenze definite in sede di accordi di rete (112).Il 67,4% degli istituti dichiara di utilizzare un modello di certificazione. Pochissime scuole utilizzano il modello dell’obbligo di istruzione (43, il 5%) o un modello regionale (125, il 16%) la gran parte utilizza un priprio modello (582, il 73%).

Le aziende, le strutture per le attività di stage

Il 71% circa delle ore di attività svolte dagli studenti, nell’ambito dei 3.991 percorsi di alternanza censiti, ha riguardato stage, visite guidate, osservazione attiva, all’interno di imprese o di altre strutture ospitanti. La partecipazione di strutture ospitanti (imprese, Enti pubblici,…) coinvolte nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, è stata di 25.347, fra imprese e altro tipo di strutture, presso le quali è stata registrata la partecipazione di 93.246 studenti. Confrontando questi dati con quelli relativi all’annualità precedente, si osserva una diminuzione del 14,7% nell’adesione delle strutture (che nel 2009/2010 era pari a 29.728) e un aumento del 23,8% della partecipazione degli studenti (che nel 2009/2010 era pari a 75.313).
Delle 25.347 strutture, le imprese (14.222-di cui 13.646 private e 576 pubbliche- che rappresentano lo 0,3% delle imprese attive in Italia nel secondo trimestre 2011 [3]) rappresentano la tipologia di struttura maggiormente significativa: queste infatti costituiscono il 56,1% del totale e risultano aver accolto il 47,2% degli studenti che hanno svolto stage, visite guidate, osservazione attiva nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro. Significativa è poi la partecipazione dei professionisti - 3.312 adesioni (il 13,1%), presso cui sono stati accolti 6.667 studenti (il 7,1%) – e dei comuni – 1.239 adesioni (il 4,9%) e 4.307 studenti accolti (il 4,6%).
Nella quasi totalità dei casi (il 90%) è previsto un tutor esterno con il compito di accompagnare lo studente in azienda (876), valutarlo (850), assegnargli compiti avendone individuati attitudini e interessi (797) comunicare l’eventuale variazione del percorso (605) anche coprogettato con il tutor interno alla scuola (606) (Fig 14).

Gli accordi
Premesso che gli accordi vengono stipulati dagli istituti sedi di riferimento (le sedi amministrative) e che gli istituti sedi di riferimento che hanno organizzato percorsi di alternanza scuola-lavoro durante l’a.s. 2010/2011 sono 1.150, risulta che, di questi, 971 istituti (l’84,4%), hanno stipulato accordi e realizzato percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro.
Il numero degli accordi stipulati rispetto allo scorso anno risulta in aumento del 4,3%. Tra le tipologie di accordi maggiormente utilizzati, anche per questo anno, risulta prevalere la convenzione (il 76% del totale degli accordi), in aumento del 6,6%. E’ interessante un’analisi del restante 24% perché le tipologie indicate sono rappresentative di strategie di accordi molto diversi tra loro ed estremamente significative per un’analisi dei processi di integrazione territoriale, anche in relazione alle politiche attive dell’area considerata.
Gli accordi hanno come oggetto contenuti diversi, senza un contenuto prevalente: ogni scuola dà importanza ad ambiti diversi. Nello stipulare accordi, le scuole, nel complesso sembrano più interessate a questioni come “l’individuazione delle aziende/strutture ospitanti”, “l’accoglienza degli studenti” e la “individuazione dei partner” piuttosto che “le modalità di erogazione dei fondi”. Minimo anche l’interesse a pattuire “modalità di sensibilizzazione e informazione verso il territorio.

Si legga lo studio completo, comprensivo di grafici e tabelle, in formato pdf.


[1] Per la raccolta dei dati sono state contattate le scuole pubbliche statali del territorio nazionale che risultavano negli archivi forniti dai Sistemi Informativi del Ministero . Tali archivi contengono l’elenco completo degli istituti scolastici sedi di riferimento: sedi di presidenza e di segreteria da cui dipende il coordinamento amministrativo e organizzativo di tutte le attività scolastiche.

[2] “Non saranno ritenuti ammissibili progetti che prevedono una durata complessiva inferiore alle 100 ore ritenendosi tale limite minimo sufficiente per la significatività del percorso formativo” (Linee guida per la realizzazione di progetti di alternanza scuola - lavoro finanziati dall’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia).

[3]Il numero delle imprese attive in Italia nel II Trimestre 2011, utilizzato nelle tabelle relative alle imprese coinvolte nei percorsi di alternanza scuola lavoro, è pari a 5.160.894. I dati sono tratti da Movimprese, l'analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, per conto dell'Unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane ( vedi http://www.infocamere.it/movimprese.htm).

 
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