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EDILIZIA SCOLASTICA

«La 'scuola del domani' è il progetto di riavvio del Paese»

Cos ha esordito il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo intervenendo a Roma al convegno INDIRE-MIUR "Quando lo spazio insegna"

di Costanza Braccesi
18 Maggio 2012

Il Governo ha individuato la scuola come uno degli elementi centrali per avviare il complicato processo di crescita del Paese. Ma la fotografia che troppe volte viene fatta della scuola italiana non corretta: mi sono reso conto che le scuole del nostro Paese, da Nord a Sud, sono piene di energie positive in termini di competenze, di persone, di sistemi di relazione. Sta a noi far vedere quello che abbiamo, far conoscere le nostre sperimentazioni, far capire il nostro vero valore. Queste le parole con cui ha aperto la sua relazione il Ministro Francesco Profumo intervenendo al convegno "Quando lo spazio insegna - Nuove architetture per la Scuola del nuovo millennio" organizzato dall'Indire in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e svoltosi lo scorso 16 maggio a Roma, nella Sala della Comunicazione del MIUR in viale Trastevere.

Obiettivo dell'incontro, capire in che modo l'innovazione digitale, attivata di recente nelle scuole del nostro Paese, richieda conseguentemente anche una riprogettazione degli spazi e degli ambienti della scuola. Ha aperto i lavori Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione delle risorse del MIUR, che ha spiegato come l'introduzione della lavagna interattiva multimediale in classe abbia gradualmente modificato prima l'attivit didattica, poi la classe stessa, rompendone i confini spaziali e temporali e innescando un cambiamento tale da richiedere ormai un'innovazione dell'architettura stessa della scuola.

stata poi la volta di Elisabetta Mughini, coordinatrice del Dipartimento Comunicazione ANSAS, che ha raccontato brevemente il lavoro di ricerca dell'Agenzia sul tema dell'edilizia scolastica innovativa e ha introdotto i tre casi di studio relativi all'restad Gymnasium di Copenhagen (presentato da Leonardo Tosi e dal preside dell'istituto Allan Kjr Andersen), al Het 4e Gymnasium di Amsterdam (con la presentazione di Giusy Cannella) e al TelefonPlan (Consorzio Vittra) di Stoccolma esposto da Elena Mosa. In collegamento dagli USA, l'architetto Alessandro Rigolon ha mostrato una sintesi dei pi importanti programmi internazionali di innovazione architettonica della scuola, sottolineando i due temi ricorrenti nel dibattito globale sulla nuova edilizia scolastica: il superamento della tradizionale aula rettangolare e la scuola intesa come "community center".

Tre sono stati gli elementi cruciali sottolineati dal Ministro Francesco Profumo nella sua relazione conclusiva: il primo, la scuola intesa come guscio aperto verso l'esterno, saldamente integrato con il contesto territoriale. Una struttura aperta non solo durante il tradizionale orario scolastico della mattina, ma con un orario pi lungo che travalica fino al tardo pomeriggio; una sorta di "scuola-centro civico", dunque, che diviene punto di riferimento per la comunit del paese, del quartiere, della citt. Uno spazio in grado di proporre e accogliere attivit culturali, sportive, di aggregazione e di formazione anche direttamente organizzate e gestite dagli studenti per gli adulti. Sono tanti i settori in cui i giovani sono pi bravi degli adulti. Se gli studenti dedicassero un po' di ore a settimana a questo tipo di attivit, e noi gliele riconoscessimo come credito per la maturit, gli studenti contribuirebbero attivamente allo sviluppo dell'Italia e noi avremmo fatto un buon servizio sia a loro sia al Paese. L'idea quella di una scuola aperta e "multifunzione", quindi, aperta alla partecipazione di altri attori, come ad esempio le province e i comuni, che potrebbero portare all'interno della scuola tutte quelle iniziative realizzate oggi in altri luoghi, talvolta in maniera dispendiosa e dispersiva.

Il secondo elemento puntualizzato dal Ministro Profumo stato quello della scuola aperta all'interno. Tante volte, visitando le scuole, ho ritrovato gli stessi banchi di frmica verde, le stesse seggiole che avevo io in classe quando ero uno studente - ha ironizzato il Ministro - ma oggi le scuole si possono fare in modo diverso: possiamo prevedere spazi aperti che siano, a seconda del momento e del piano educativo, luoghi di apprendimento ma anche di socializzazione. Gli ambienti possono essere resi flessibili e adattabili, anche nel corso della stessa giornata, ad usi diversi per gruppi di docenti e studenti differentemente assortiti. Ma per riformulare gli spazi serve un modello organizzativo diverso da quello attuale, un modello che noi dobbiamo assolutamente cominciare a pensare.

Il terzo punto emerso  stato quello del progetto pedagogico da elaborare per fare in modo che la scuola formi i nuovi cittadini del domani. L'accelerazione dei tempi ci pone oggi dinanzi a un grosso interrogativo per rispondere al quale occorrerebbe la sfera di cristallo: cosa andranno a fare domani gli studenti di oggi? Se pensiamo a cos'era il mondo solo pochissimi anni fa, si intuisce quanto sia difficile progettare oggi un percorso formativo che rimanga valido nel tempo. Questa forse una delle sfide pi difficili in assoluto, ma alcuni punti fermi sui quali possiamo provare a iniziare una riflessione ci sono, ha rassicurato il Ministro. Il primo punto  che la scuola deve essere prima di tutto formativa, ma un po' meno informativa. Le informazioni sono oggi a disposizione di tutti e facilmente reperibili, ma non sono organizzate. Gli studenti sono perfettamente in grado di ricercare in autonomia quello che cercano, quindi le capacit che la scuola attuale deve permettere loro di potenziare sono altre: da quelle logico-deduttive a quelle critiche, da quelle di analisi a quelle di sintesi. Una solida base di competenze di questo tipo - ha continuato Profumo - permetter agli studenti di oggi, cittadini di domani, di saper aggiornare, rivedere, ampliare in autonomia nel corso della vita quella base informativa alla quale, proprio per via di quest'accelerazione dei tempi, la scuola non pu tenere testa.

Profumo ha poi toccato il tema dell'uso delle tecnologie, sottolineando come esse non debbano mai essere considerate l'elemento primario da cui iniziare la riflessione sulla scuola del domani. Se noi andassimo a disegnare la scuola del futuro basandoci sulle tecnologie che abbiamo a disposizione oggi, avremmo gi sbagliato. L'accelerazione delle tecnologie rende impensabile prevedere su quali strumenti potremo contare nei prossimi anni. Ecco perch per costruire una "scuola nuova", ha spiegato il Ministro, non ha senso partire dagli strumenti tecnologici che abbiamo adesso, ma occorre formulare un nuovo punto di vista culturale, senza dimenticare che il nostro progetto sar tanto migliore quanto pi saremo capaci di disarticolarlo dal tema tecnologico.

Il Ministro ha concluso il suo intervento ricordando che nel corso degli ultimi mesi sono stati raccolti circa 200 milioni di euro, moltiplicatisi con il coinvolgimento di enti previdenziali, enti assicurativi e della Cassa deposito e prestiti in circa 2 miliardi. Tanti? Pochi? Spesso ci dimentichiamo che sono quattromila miliardi di lire!, ha scherzato Profumo. Una quantit di risorse, questa, tale da consentire di fare un piano e buttare gi, entro la fine del mese di giugno, le linee guida per la "scuola nuova". L'auspicio del Ministro quello di fare un concorso di idee in forma partecipativa per individuare un certo numero di progetti attraverso i quali avviare una sperimentazione nel Paese di cui potrebbero beneficiare intanto, dati alla mano, dalle 100 alle 180 scuole. Una sperimentazione attenta, naturalmente, di cui dovranno essere valutati i risultati, ha puntualizzato Profumo. Poter pensare di disegnare la scuola del futuro una sfida che deve gratificare tutti noi che siamo coinvolti in questo processo, ha concluso il Ministro.


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