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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Il ''tagliacarta'' e il digitale

..i primi passi di una scuola che ha svoltato!

di Giusy Cannella
22 Novembre 2012

Da qualche tempo il tema del rapporto tra spazio fisico - in cui gli studenti e gli insegnanti si muovono - e modello didattico è tornato a essere oggetto di riflessione sia da parte delle istituzioni che delle scuole. L’azione Scuola Digitale, così come tutte le altre iniziative nazionali e locali relative all’adozione di tecnologie per le attività quotidiane in classe che hanno investito il mondo della scuola, ha permesso alle scuole di confrontarsi con criticità e punti di forza di queste. L’attività di riflessione sia culturale che metodologica avviata da dirigenti illuminati e docenti interessati le sta conducendo verso un progressivo mutamento, forse potremmo azzardare l’uso della parola “mutazione”. Le scuole che vi presenteremo infatti, stanno cambiando pelle attraverso un processo lento e graduale ma dal quale, come molti docenti e dirigenti testimoniano, non si può tornare indietro.
Una delle scuole che ha avviato già da qualche anno questo processo è l’Istituto Superiore “E. Fermi” di Mantova. Una scuola che accoglie dal territorio circostante un bacino di utenti molto ampio con i suoi oltre mille iscritti. La targa all’ingresso ci dice che si tratta del Campus Enrico Fermi dichiarando il ruolo che la scuola vuole assumere nei confronti dei suoi studenti: uno spazio dai connotati di ambiente di apprendimento a tutto tondo.

L’altro aspetto che ci fa capire che siamo di fronte ad una scuola innovativa ed attenta alla realtà è il sito. Un “ponte” tra il mondo esterno e l’ambiente di apprendimento interno alla scuola che comunica chiaramente cosa la scuola offre e come si colloca sul territorio. Questa promessa è mantenuta ancora navigando il sito tra le cui pagine è possibile rintracciare l’identità della scuola  che si declina attraverso la narrazione delle innumerevoli attività degli studenti, la descrizione fisica degli spazi dove gli studenti si muovono e la possibilità di conoscere (e raggiungere) le persone che quotidianamente animano questi spazi e lavorano per studenti e famiglie, la preside e i docenti con i rispettivi ruoli e funzioni.
Infine, anche “l’aspetto fisico” della scuola attrae l’attenzione del visitatore: distribuiti nei corridoi si trovano armadietti colorati destinati a ciascuno studente; alcune immagini realizzate dagli stessi studenti decorano spazi comuni come la mensa o i corridoi. Aspetti che mirano a creare uno spazio personale e personalizzato finalizzato a far “star bene” lo studente. E’ con questo obiettivo che la dirigente scolastica, Cristina Bonaglia, ad esempio, è riuscita a cablare tutta la scuola con l’aiuto degli studenti! Ma andiamo con ordine.

Prima di tutto è necessaria una vision! Con queste parole la dirigente ha risposto alle nostre domande, segno di un approccio critico e ragionato al cambiamento e non effetto delle necessità istituzionali o emotive. Nel raccontarci della sua vision della di scuola (E. Fermi) e sulla scuola del futuro, Cristina Bonaglia è certa che la direzione intrapresa è quella giusta anche se non nasconde le mille difficoltà a cui è andata incontro sin da quando è arrivata.
“I cambiamenti culturali sono più difficili da rimuovere di qualunque muro della classe, anche accompagnati dalle migliori motivazioni”. La “mutazione” della scuola è partita da un progetto chiamato “Tagliacarta”, una sorta di cavallo di troia, con il quale lei e il suoi collaboratori miravano alla “dematerializzazione della documentazione” e dei processi legati soprattutto all’attività amministrativa.
La digitalizzazione delle procedure organizzative, amministrative e di comunicazione scuola-famiglia è stato il primo passo per far toccare con mano agli addetti ai lavori  (personale amministrativo e famiglie) l’efficacia e il risparmio economico di questo cambiamento. Ma per poterlo rendere effettivo la scuola doveva subire un intervento infrastrutturale, il cablaggio dell’intero istituto.
Così sfruttando le potenzialità che l’autonomia scolastica offre, ha coinvolto gli studenti di quarto anno in uno stage operativo al termine dell’anno scolastico e con la guida del docente della disciplina di riferimento, molte aule della scuola sono state cablate. Un ulteriore passo era stato fatto e gli studenti avevano acquisito crediti formativi.
Ma la mutazione organizzativa e strutturale non si è arrestata. Da lì a poco (a.s. 2010) sono stati introdotti il registro e il libretto delle giustificazioni elettronici. L’altro strumento che ha contribuito a velocizzare operazioni di carattere organizzativo per la scuola e di comunicazione con la famiglia è stata l’introduzione del badge per la segnalazione della presenza degli studenti. Così le famiglie vengono messe al corrente della frequenza dei loro figli a scuola in tempo reale. Inoltre, il badge consente agli studenti alcune operazioni come la possibilità di fare fotocopie e di acquistare snack al bar.
Sul fronte della didattica il primo passo che ha segnato l’evoluzione è stato quello di fornire strumenti digitali agli insegnanti per l’attività didattica in classe. LIM e netbook hanno consentito di cominciare a lavorare con contenuti digitali prodotti dagli stessi insegnanti e resi disponibili a tutti i colleghi dello stesso dipartimento in un ambiente on line (moodle nel loro caso).
Così pian piano quasi tutti i docenti hanno cominciato a mettere in comune le risorse prodotte e adesso la scuola è dotata di un repository gestito dal docente referente del dipartimento ma a cui tutti gli insegnanti della stessa disciplina contribuiscono.
Questo percorso che la scuola ha intrapreso è stato il volano per innescare un processo culturale che pur essendo partito da pochi ha contagiato buona parte del collegio docenti. E poiché non si può tornare indietro adesso la “mutazione” investirà gli arredi!

Di seguito il video relativo all'Enrico Fermi.

 
 



 
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