Indire, sito ufficiale
Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa MIUR
immagine di contorno      Formazione separatore dei progetti      Documentazione separatore barra alta      Didattica separatore barra alta      Comunicazione separatore barra alta Europa
contorno tabella centrale
FORMAZIONE

Il progetto iTEC: sperimentare la "classe del futuro"

Oltre la sperimentazione per fare sistema

di Andrea Benassi
27 Febbraio 2013

Se è vero che le numerose iniziative susseguitesi negli ultimi anni, volte a promuovere l’introduzione nella scuola di metodologie e tecnologie innovative, stanno portando in molti casi a risultati importanti, è altrettanto vero che la difficoltà più grande appare quella di portare a sistema queste esperienze. Il problema si manifesta particolarmente quando si tratta di valutare e comparare le ricadute didattiche di esperienze così eterogenee rispetto a specifici obiettivi di apprendimento. Se la “vecchia scuola” può contare su protocolli di valutazione consolidati e condivisi, quella “nuova” è ancora alla ricerca di piattaforme comuni attorno alle quali far emergere, consolidare, sistematizzare le sue migliori pratiche.

In questo contesto si inserisce iTEC (Innovative Technologies for an Engaging Classroom), un progetto europeo di ricerca e sperimentazione su larga scala, volto a prefigurare le potenzialità della “classe del futuro”. Avviato nel 2010, il progetto iTEC coinvolge decisori politici, ricercatori, aziende fornitrici di tecnologia, esperti di innovazioni tecnologiche per la didattica e docenti innovatori per progettare e creare scenari di insegnamento e apprendimento trasferibili nella “classe del futuro”, tenendo conto delle problematiche concrete e dei processi di riforma in atto. Grazie al coinvolgimento di 27 partner di progetto, 14 Ministeri dell’Istruzione e ad un finanziamento della Commissione Europea di 9.45 milioni di euro, iTEC mira a sviluppare un modello per descrivere come l’uso delle tecnologie per l’innovazione delle attività di insegnamento e apprendimento possa andare oltre le sperimentazioni su piccola scala ed essere integrata nelle scuole di tutta Europa.

Il progetto prevede la sperimentazione di una serie di pratiche innovative in oltre 1.000 classi di 12 paesi - 100 in Italia - e si tratta della più vasta sperimentazione internazionale mai realizzata in questo campo. Il cambiamento che si propone iTEC è basato sulla pratica didattica e sull’idea che processi di riforma efficaci debbano essere valutati e testati nel reale contesto del cambiamento stesso. Il progetto non esamina solo come le nuove tecnologie possano essere integrate nella didattica, ma anche i processi di cambiamento richiesti per innovare le pratiche di insegnamento e di apprendimento, per poi trasferirle su larga scala. Affinché la tecnologia possa potenziare efficacemente queste pratiche, è necessario considerare altri fattori chiave come una visione di riferimento, le competenze in gioco, le potenzialità e l’accessibilità della tecnologia.

Tre sono i concetti cardine sui quali si basa il “sistema iTEC”: Learning Scenarios, Learning Activities e Learning Stories.

 

 

Learning Scenarios

Gli scenari sono descrizioni relativamente astratte di esperienze di apprendimento innovative, costruite attorno ad una visione della "classe del futuro" che combini possibilità tecnologiche, opportunità concrete per i docenti, obiettivi politici e strategici. Gli scenari descrivono aspetti quali interazioni tra docenti e studenti ed evetuali altri soggetti, strumenti e risorse, contesti e ambienti di apprendimento, etc. I "mattoncini" dello scenario sono i cosiddetti trends - trasformazioni economiche o tecnologiche, movimenti di opinione, pratiche sociali e comportamenti emergenti, nuove linee politiche di importanza strategica, etc. - e l'analisi degli effetti che questi potranno avere sull’educazione formale e informale nei prossimi 5/10 anni. Sotto due esempi di scenari iTEC presentati sottoforma di animazioni video:



 

 



Scopo degli scenari iTEC è di ispirare la costruzione di efficaci Learning Activities e Learning Stories.
 

 

Learning Activities

Una Learning Activity è un'attività didattica strutturata basata su uno scenario iTEC.
Laddove lo scenario si limita a descrivere un contesto di apprendimento innovativo, la learning activity descrive in termini più concreti interazioni, strumenti e risorse. Potremmo pensare alle learning activities come a degli "scenari ingegnerizzati". Sviluppate da insegnanti provenienti da 15 differenti paesi europei in collaborazione con policy makers, esperti di pedagogia e di tecnologie, le learning activities prevedono attività come il lavoro in team, l’uso di strumenti tecnologici e il ricorso ad ambienti diversi dalla tradizionale aula scolastica. Le learning activities sono risorse strutturate ma flessibili, che i docenti possono declinare su vari contesti disciplinari e ordini di scuola. Di seguito alcune brevi descrizioni di Learning Activities sviluppate per il progetto iTEC:

  • “Imparare in gruppo” Questa attività permette agli studenti di sviluppare competenze interpersonali attraverso la collaborazione tra pari, l’esercizio della critica e l’uso di strumenti didattici audio-visivi (es. TeamUp). I docenti possono usare questa attività per far lavorare in gruppo studenti che normalmente non interagiscono tra loro, sviluppando così una maggiore coesione in classe.

 

  • "Raccogliere dati fuori dalla scuola” Gli studenti escono dalla classe per spostarsi all’aperto a cercare e raccogliere dati. Questi dati verranno poi analizzati e presentati come una serie di osservazioni scientifiche o come presentazioni multimediali. Questa attività da agli studenti l’accesso ad ambienti diversi dal tradizionale ambito della classe e serve per illustrare loro le differenze tra dati empirici raccolti sul campo e le informazioni contenute in un libro di testo.

 

  • “Lavorare con esperti esterni” Questa Learning Activity prevede che la classe collabori con specialisti della materia che sta studiando. In questo modo gli studenti possono vedere applicazioni nel mondo reale degli argomenti del curricolo scolastico. La collaborazione con gli esperti avviene prevalentemente attraverso strumenti di comunicazione Web 2.0 come social networks (LinkedIn, Google +, Facebook), VoIP tools, come Skype o Viber. L’attività serve anche per sviluppare abilità nel collaborare ad un progetto comune.

 

 

Learning Stories


Le Learning Stories sono di gruppi di learning activities “impacchettate insieme” sotto forma di narrazioni. Contengono sia i principi di innovazione derivati dagli scenari, sia le unità di interazione educativa fornite dalle learning activities. In questa immagine uno schema di come le learning stories combinino, facciano lavorare insieme, le learning activities.

Sono proprio le learning stories ad essere adottate, adattate e implementate dai docenti coinvolti nelle sperimentazioni iTEC: all'inizio del ciclo sperimentale il docente scrive la propria personale learning story a partire da una di quelle suggerite, declinandola nella propria disciplina di insegnamento e adattandola al curricolo, all'età degli studenti coinvolti e alla propria realtà locale. Dopodichè la implementa in classe per un periodo di circa 2-3 mesi.
Ecco un video che descrive la sperimentazione di Francesca Panzica, insegnante di inglese, e dei suoi studenti della scuola primaria.

 

 

Saranno le sperimentazioni ad informare il progetto iTEC (ed i decisori politici dei paesi coinvolti) su quali sono gli scenari, le attività, le storie che funzionano meglio in classe, e come fare per migliorarle e per meglio supportarle dal punto di vista pedagogico, tecnologico, logistico, organizzativo e politico.

Da una prima analisi delle sperimentazioni fin qui svolte emerge innanzitutto la validità della metodologia della Learning Scenario/Activity/Story come supporto alla progettazione didattica per il docente: l’equilibrio tra vincoli da rispettare (le learning activities, uguali per tutti) e margini di personalizzazione (la learning story che ciascun docente ri-scrive declinandola nella propria materia e nella propria realtà scolastica e territoriale) ha permesso ai docenti di esprimere le proprie specificità seppure in un contesto sperimentale comune e condiviso. Gli scenari sperimentati sono risultati da un lato sufficientemente “sfidanti” per i docenti, che hanno dovuto mettersi in gioco ed uscire dalla propria "zona di conforto"per superare problemi organizzativi, metodologici, tecnologici, talvolta anche logistici; dall’altro sono risultati sufficientemente flessibili da non dipendere dalla disponibilitù di una particolare tecnologia o tipologia di organizzazione scolastica, a tutto vantaggio della replicabilità in contesti più ampi delle pratiche educative sperimentate.

Ma ciò che forse più conta per i docenti coinvolti è il sentirsi parte integrante di una comunità di innovatori con i quali confrontarsi, condividere idee, avanzare proposte attorno ad una pratica innovativa condivisa. Riteniamo questo un valore particolarmente importante in un contesto, quello scolastico, dove ancora troppo spesso il docente innovatore si ritrova a giocare il ruolo di “mosca bianca”.

 

Editing a cura di Francesco Vettori, redazione Indire.

 
Articoli correlati

'L'apprendimento alternato per gli studenti del Nuovo Millennio'
di Redazione (28 Settembre 2015)

Memory Safe: i primi risultati
di Fausto Benedetti (31 Luglio 2015)

Scuola, compattare l'orario... si può!
di Stefania Chipa e Lorenza Orlandini (10 Luglio 2015)

eTwinning Traineeship all'Università degli Studi di Firenze
di Vanna Boffo (22 Giugno 2015)

La statistica nella formazione M@t.abel dell'Indire
di Redazione (09 Giugno 2015)

Contenuti Didattici Digitali e Libri di testo: quando il manuale non si porta più a mano
di AA.VV.* (29 Maggio 2015)

Formazione degli insegnanti, verso la costruzione di un continuum
di Maria Chiara Pettenati e Francesca Brotto (15 Maggio 2015)

Migliorare la scuola: modelli ed esperienze
di Rudi Bartolini (29 Aprile 2015)

La scuola come sistema aperto
di A. Anichini, S. Chipa, L. Orlandini (10 Aprile 2015)

La penna 3D, imparare costruendo e manipolando le figure geometriche
di Linda Giampieretti (02 Aprile 2015)

L'esperienza del Museo virtuale Indire
di Pamela Giorgi (25 Marzo 2015)

Innovazione, apprendere in modo attivo con le tecnologie
di Silvia Panzavolta (06 Marzo 2015)

E-CLIL: insegnare in lingua straniera con le tecnologie digitali
di Rudi Bartolini (23 Febbraio 2015)

Metodologia CLIL e innovazione didattica
di Letizia Cinganotto (03 Febbraio 2015)

Perché aderire al Movimento delle Avanguardie educative
di Lorenza Orlandini (26 Novembre 2014)