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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Uno sguardo attraverso il ''Cannocchiale di Galileo''

Nell’ambito delle misure di accompagnamento al riordino del secondo ciclo di istruzione, il progetto sviluppa i temi della didattica laboratoriale e delle scienze integrate

di Antonella Zuccaro
25 Marzo 2013

Il processo del riordino del secondo ciclo dell’istruzione passa attraverso innovazioni organizzative, metodologiche e didattiche che rispondono a esigenze fortemente sentite nel nostro Paese non solo nel mondo della scuola, ma anche nel più ampio territorio delle imprese, in vista di un rilancio dell’economia e di un adeguamento a quanto più in generale viene avvertito come bisogno in campo europeo.
Ma il riordino non può prescindere “dalla messa a punto e dalla pratica di costanti azioni di ricerca e innovazione nell’ambito dei contenuti, delle metodologie e dei modelli organizzativi riferiti alle aree tematiche previste dai nuovi assetti ordinamentali”(circ. MIUR prot. n. 269,14.1.2011).
Parliamo di quella sperimentazione che può avvenire solo a livello di istituzione scolastica, allo scopo di valorizzare le esperienze realizzate nelle scuole di tutti gli ordini scolastici. Parliamo, insomma, delle Delivery Unit, quelle unità di consegna e di distribuzione di materiali prodotti dalle scuole e messi a disposizione on line, costituite per coordinare la sperimentazione a livello territoriale e valorizzare le esperienze realizzate.
Le Delivery regionali hanno coordinato e coordinano infatti il lavoro di ricerca e sperimentazione degli istituti tecnici, licei e professionali, e raccolgono materiali innovativi relativi a diverse aree tematiche (comitati tecnico scientifici, dipartimenti, didattica per competenze, scienze integrate, didattica laboratoriale e orientamento).
I documenti prodotti dalle scuole e selezionati dai referenti delle Delivery Unit regionali (oltre 1.600 materiali) sono on line anche ad accesso riservato sull’ambiente dedicato. Di questi, oltre 360 riguardano la didattica laboratoriale e 70 le scienze integrate, tematiche, queste, che affronteremo più da vicino.

Parliamo di didattica laboratoriale

I documenti delle scuole che testimoniano attività dedicate alla didattica laboratoriale fanno emergere alcuni temi-problemi:

  • La coincidenza tra didattica laboratoriale e competenze.
    L’analisi dei documenti ci ha permesso di constatare la costante sovrapponibilità delle due tematiche e, soprattutto, che nella pratica realizzata la metodologia per l’acquisizione delle competenze passa attraverso qualcosa che, seppur non espressamente nominato, può definirsi “didattica laboratoriale”:
    Con gli alunni di questa prima classe noi docenti abbiamo sperimentato una didattica che utilizzasse il più possibile le tecnologie informatiche. Visualizzare Internet in classe con una LIM significa avere a disposizione una ricca biblioteca virtuale da cui attingere le informazioni più disparate; inoltre la lavagna interattiva permette di visualizzare i lavori eseguiti dagli alunni, dai testi scritti alle presentazioni multimediali, e ciò consente correzioni collettive utili a far riflettere tutti sugli errori di ciascuno o di apprezzare insieme i lavori ben eseguiti. Sin dall’inizio dell’anno scolastico, noi insegnanti ci siamo impegnati a rinnovare le programmazioni didattiche mettendo in rilievo contenuti e competenze da far acquisire agli alunni, puntando su una didattica laboratoriale e sull’interdisciplinarità reale, ottenuta individuando preliminarmente le tematiche da affrontare nelle varie discipline. Liceo “Cartesio”, Triggiano”.
  • Le nuove tecnologie e le potenzialità didattiche del laboratorio virtuale. Le nuove tecnologie offrono un campo stimolante per una didattica laboratoriale radicata nei prerequisiti degli studenti cioè nelle competenze informali dei digital natives. “The business game”, una proposta di didattica laboratoriale dell’IISS L.Luzzatti, Mestre-Venezia, è una delle più innovative.
    Il The Business Game (TBG) è un gioco di ruolo web-based avanzato, incentrato sulla simulazione della gestione d’impresa all’interno di un mercato concorrenziale. E’ realizzato da The Business Game S.r.L.., uno spin off dell’Università di Udine che si occupa di formazione manageriale attraverso la simulazione della gestione d’impresa. E’ nato per essere utilizzato nei corsi triennali di Ingegneria Gestionale, ma attraverso il Progetto Leonardo TOI (Transfer of Innovation) M.E.E.T, di cui l’Istituto “L. Luzzatti” di Mestre è capofila, è in fase di sperimentazione l’adattamento ai livelli 4 e 5 dell’EQF per consentirne l’uso nella scuola secondaria di secondo grado. Si gioca a squadre. Ogni squadra rappresenta il management di un’azienda che deve individuare e attuare le strategie migliori per massimizzare gli obiettivi di efficacia ed efficienza aziendale al fine di aggiudicarsi la competizione con le imprese presenti sul mercato simulato che è basato su un modello economico definito ed estremamente realistico. I giocatori, quindi, autonomamente operano scelte di cui sono responsabili, prendono confidenza con situazioni di rischio e incertezza, affinano abilità gestionali e di orientamento strategico, confrontandosi tra pari e risolvendo problemi complessi insieme. L’apprendimento in un contesto realistico, per quanto simulato, aiuta a superare il disallineamento tra teoria e pratica, integrandole e favorendo il trasferimento di competenze a situazioni reali. La simulazione è molto vicina alla realtà, ma trattandosi appunto di una simulazione, la paura del nuovo viene ridotta e aumentano la fiducia dello studente nel mettersi in gioco e l’esperienza pratica. L’elemento ludico, inoltre, favorisce il coinvolgimento e permette di agire più spontaneamente, senza sentirsi giudicati. I.I.S. “L. Luzzati”, Mestre (Ve)

Il tema della didattica laboratoriale presenta un punto di criticità che andrebbe risolto: la definizione di che cosa intendiamo quando ne parliamo.
I regolamenti, le linee guida del riordino e le indicazioni nazionali offrono riferimenti utili [1].
Dall’analisi dei materiali prodotti dalle scuole delle Delivery Unit ricaviamo che i punti fondamentali da considerare quando parliamo di didattica laboratoriale possano essere:

- può essere introdotta in tutti gli ambiti disciplinari,

- richiede una sostanziale interattività tra docente e studenti e degli studenti tra loro,

- la mediazione didattica deve integrarsi con l’operatività degli studenti,

- viene praticata nell’ambiente comune, la classe, salvo il caso in cui sia richiesto uno spazio attrezzato, laddove necessitino artefatti tecnologici o materiali particolari.


In senso più ampio, potremmo dire che la didattica laboratoriale è un modo di fare scuola che coinvolge insegnanti e allievi in un rapporto che conduce tutti (tutti, sia chi è in cattedra, sia chi è sui banchi) lungo un percorso di crescita. Una metodologia multifunzionale: come spazio emotivo, mentale e culturale; come luogo fisico; come luogo virtuale (ICT); come contesto di attività strutturate; come spazio di azione e di interazione; come metodologia didattica idonea a promuovere il successo formativo attraverso la quale il consiglio di classe, gli insegnanti, la scuola, costruiscono un ambiente di apprendimento in cui le discipline hanno la funzione organizzativa delle attività e le attività sono compiti criteriali, cioè sono criteri oggettivi e attendibili di verifica degli apprendimenti.
“Di fronte alle difficoltà manifestate dai nostri studenti, noi insegnanti dobbiamo cominciare a porci alcune domande fondamentali. Domande del tipo: cosa posso fare per coinvolgere maggiormente i miei ragazzi e fare in modo che le cose che imparano a scuola possano essere utili per la loro vita? La risposta: ricercare nuovi strumenti che ci aiutino ad essere più efficaci nel nostro lavoro(I.I.S.S. “N. Garrone”, Barletta).

La didattica laboratoriale sembra quindi configurarsi come:
un pozzo di idee: illaboratorio, grazie alla polivalenza del suo significato pratico permette di fare lievitare una pluralità di esperienze
una parola mantra per l’autonomia di ricerca. Una parola importante per fare convergere la ricerca didattica su metodologie partecipative, interdisciplinarietà, valutazione delle competenze

Parliamo di integrazione delle scienze

Nei documenti presentati dalle Delivery ci si chiede quale approccio teorico debba porsi come background per la strutturazione di un programma di scienze integrate. Nell’impostazione del riordino del secondo ciclo degli istituti tecnici e professionali, uno di punti più complessi è quello che riguarda le scienze integrate. Il mondo della scuola si è trovato a dover risolvere non solo il problema di spostarsi dal tradizionale modello sequenziale delle discipline al modello per conoscenze, abilità, competenze ma anche a dover affrontare l’interessante tematica della integrazione dei mondi della scienza, tradizionalmente separati per linguaggi, approcci e metodi. La capacità di individuare connessioni tra idee, concetti e campi del sapere è ormai una competenza trasversale fondamentale e come tale è sembrato corretto introdurla nella scuola.
Vengono scelte alcune tematiche dalle scuole delle Delivery, in particolare ecosistemi, clima e meteorologia, ed energia, che divengono argomenti comuni affrontati dagli insegnanti delle singole materie, ciascuno nelle sue ore …
Dall’analisi dei documenti presentati emergono alcuni temi-problemi:

  • L’utilizzo flessibile del monte ore curricolare per sviluppare moduli diversi da quelli dell’indirizzo scelto nella classe per consentire in seconda un riorientamento.
  • Motivazione alla frequenza a facoltà scientifiche attraverso attività di scienze integrate svolte con metodologie di tipo laboratoriale.
  • Le scienze integrate offrono la possibilità di intendere la validità complessiva del metodo scientifico nei vari campi.
  • Alcune scuole vedono le scienze integrate come momento privilegiato per stabilire rapporti con le aziende del territorio.

Dagli esiti del monitoraggio del primo anno di applicazione delle Linee guida per il primo biennio per il passaggio alNuovo Ordinamento degli Istituti Tecnici e Professionali, a proposito della didattica laboratoriale e l’integrazione delle scienze emerge che:

- la didattica laboratoriale si realizza in modo significativo con l’uso di strumenti multimediali e utilizza il lavoro di gruppo come metodologia prevalente;

- il 50% delle scuole progetta sulle scienze integrate.

Nella voce delle scuole recepita attraverso un questionario si legge: "una intensa attività laboratoriale... è percepita dagli allievi come altamente coinvolgente e motivante ed è stata utilizzata come modello educativo...per l'incremento di quelle capacità teoriche e pratiche connesse ad un continuo uso dei laboratori". Occorre dare incremento ad "una didattica laboratoriale" perché "coinvolge maggiormente i discenti perché essi stessi sono protagonisti di un percorso in cui dimostrano fattivamente le loro capacità", "questo tipo di approccio ha in alcune situazioni risolto problematiche di carattere motivazionale".
A fronte di questo, però, si notano anche varie criticità non attribuibili alle scuole: "mancanza di LIM in molte aule", "scarso utilizzo delle TIC nella pratica", "aver previsto soltanto due ore per la disciplina relativa all'informatica", "carenza di personale tecnico e di attrezzature multimediali di ultima generazione", "carenza di strutture multimediali in ogni classe".

In estrema sintesi, dall’analisi dei materiali prodotti dalle scuole, dalle indicazioni emerse nei seminari svolti (2010-2012), dall’esito dei monitoraggi sulle linee guida del nuovo ordinamento è risultata chiara l’opportunità di concentrare gli sforzi su alcune azioni, tra cui la produzione di materiali e lo sviluppo di casi su didattica laboratoriale ed integrazione delle scienze.
Si tratta di interventi complessi che rendono necessario realizzare un piano di sviluppo che preveda attività che, integrandosi, investano l’area della documentazione, del monitoraggio e della ricerca, producendo in tal modo esiti che afferiscono al campo della informazione, della formazione e della consulenza. Già nelle linee guida si afferma che “è indispensabile prevedere una fase sperimentale che guidi e curi a livello territoriale la messa in atto di percorsi didattici da testare, verificandone e comparandone i risultati”. Di questo processo, in cui le scuole sono allo stesso tempo soggetto ed oggetto della sperimentazione, fa parte il progetto: Il Cannocchiale di Galileo.

 

Il cannocchiale di Galileo

Il progetto, affidato all’Indire dalla Direzione Generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e i Rapporti con i Sistemi Formativi delle Regioni nell’ambito delle misure di accompagnamento al riordino del secondo ciclo di istruzione, sviluppa le indicazioni presenti nel documento delle linee guida del primo biennio sul tema delle scienze integrate [2] e didattica laboratoriale e si propone quindi di realizzare percorsi didattici dedicati alla didattica laboratoriale  con particolare riferimento all’apprendimento delle scienze integrate .

Sono coinvolti oltre 40 istituti (tecnici, professionali e licei) [3], partecipano anche alcuni musei [4] e otto associazioni industriali [5], per coadiuvare l’attività di sperimentazione delle scuole.
Il progetto si fonda su quattro punti strutturali che implicano azioni corrispondenti: la produzione, la documentazione, la ricerca, la comunità di pratica. La produzione è considerata come obbiettivo fondamentale. La documentazione: i prodotti di scrittura che emergeranno dalle azioni saranno narrazioni capaci di sistematizzare e di generare nuove possibili evoluzioni dello stesso linguaggio del progetto e di stendere la rete dei lettori-scrittori capace di sostenerne lo sviluppo. La ricerca rappresenta l’anima del progetto perché essa ha il compito di mantenere il livello di riflessività necessario sia per il versante epistemologico sia per tutte le operazioni. la comunità di pratica cheserve ad approfondire alcuni temi-problemi ed allargare la condivisione e la partecipazione del sistema scolastico.
La “rete” del progetto come sistema di produzione, di ricerca e di offerta richiede un sistema di coordinamento tra soggetti in grado di “fare regia” nella rete di accordi e di alleanze che sono necessari ai raccordi, alle integrazione e alle sintesi.

 

Le attività in corso di realizzazione.Per l’avvio del progetto è stato effettuata una ricognizione di materiali prodotti su didattica laboratoriale e integrazione delle scienze in alcuni progetti quali: Delivery Unit, Experimenta [6], PLS [7]). E’ stato prodotto un documento teorico di base per la messa a punto dei materiali da produrre. Le scuole che hanno aderito progetto di ricerca hanno presentato proposte di: elaborazione di un progetto didattico, progetti da realizzare nel corso dell’anno 2012-2013, e riflessione scientifica.
I progetti si ispirano al documento teorico di riferimento, si richiamano ad alcuni concetti e processi unificanti quali: misura, proporzione e quantità, causa ed effetto, modelli, energia e materia, stabilità e cambiamento, sistemi e modelli di sistema, struttura e funzione, fanno riferimento ad alcuni nuclei essenziali delle singole discipline (fisica, chimica e biologia, scienze della Terra ed astronomia …) e siconcentrano su diversi aspetti metodologico-didattici: le nuove tecnologie, inquiry-based science education, competenze e valutazione, problem solving, critical thinking,apporto integrato delle discipline, dimensione storica e sociale,laboratori di produzioni di artefatti, le reti territoriali, comunità di pratica e formazione, elementi di innovazione.
Ne forniamo alcuni esempi:

Le nuove tecnologie:

  • La matematica ricreativa. Costruzione di modelli da guardare e toccare riguardanti la matematica, la fisica, l'informatica e le scienze realizzati con semplici materiali, facilmente reperibili dai ragazzi, progettati e verificati nelle aule delle classi del primo biennio con l'utilizzo di software multimediali per la realizzazione di video esplicativi”. Liceo scientifico “M. Curie” Teramo - Giulianova
  • Misura e TrasFormAzione. Uso delle TIC (tutorial presenti in rete: http://phet.colorado.edu/) e uso della realtà virtuale 3D (opensim) in una ottica costruttivista volta alla utilizzazione e/o realizzazione di modelli didattici dei fenomeni naturali I.I.S. “G. Bruno“ - Perugia
  • Il Museo dei formaggi. Il progetto predilige un approccio metodologico di tipo attivo. In particolare, individua nel laboratorio la sua principale opzione didattica, considerata la più adatta a produrre interesse,motivazione e protagonismo cognitivo…con contenuti integrativi, selezionati secondo un approccio di tipo pluridisciplinare e multidimensionale, e con le seguenti risorse tecnologiche: computer, lavagna interattiva, videocamera, macchina fotografica, materiale multimediale, software specifici)I.I.S.S. “Da Vinci”- Potenza
  • Misurar … pensando. La mostra didattica interattiva di fisica, matematica e scienze coinvolge gli studenti interessati delle classi,terze, quarte e alcuni studenti delle classi quinte e la maggior parte dei docenti di fisica, scienze naturali e matematica, i quali nel corso dell’anno si dedicano al lavoro preparatorio attraverso l’attività “Gli studenti realizzano esperimenti”. Liceo scientifico “L. Da Vinci” - Treviso
  • Acqua da bere. “Si intende proseguire sulla sperimentazione di una didattica per problemi e progetti che abbia nell'utilizzo di tecnologie digitali uno strumento e non fine un nuovo approccio metodologico in cui l’alunno, al centro del processo di apprendimento, costruisce, attivamente, la conoscenza”. ITG “Blaise Pascal- Reggio Nell’Emilia

Inquiry-based science education:

  • Biancan@neve. Si propone attraverso l'integrazione delle scienze di analizzare i fenomeni dell'innevamento artificiale e naturale in un comprensorio di alta montagna che diventa laboratorio vivo nonché "science center". Gli studenti attraverso la metodologia IBSE saranno educati ad acquisire competenze scientifiche, tecnologiche e soprattutto competenze di cittadinanza da poter spendere lungo tutto l'arco della vita. I.I.S. “Patini Liberatore”- Castel di Sangro - L’Aquila
  • Integrazione delle scienze e IBSE. “Verifica della realizzabilità dell'integrazione delle scienze sperimentali e dell'utilizzo della metodologia IBSE nelle classi del biennio dell'istituto tecnico economico. I.I.S. “Savoia Benincasa”- Ancona
  • Dalla struttura dei materiali alla crescita degli organismi: le muffe nei sassi di Matera. Sul piano metodologico - didattico: lavorare secondo le logiche dell’IBSE, Inquiry – based Science Education, in modo da rendere gli allievi protagonisti nel processo di costruzione delle competenze. I.I.S. “Pentasuglia”- Matera
  • Il codice della mente. La finalità del progetto è indirizzata alla formulazione di una proposta integrata e organica mediante l’organizzazione di percorsi integrati attraverso le discipline e percorsi integrati collocati in uno spazio orario ad hoc fuori dalle discipline che proponga e sviluppi organizzatori cognitivi. La messa in atto dell’inquiry-based Science Education atta a predisporre un ambiente di apprendimento indirizzato a migliorare le potenzialità, le capacità, le competenze degli studenti. Liceo Scientifico “Da Vinci”- Reggio Calabria.
  • Innovazione della didattica delle scienze. Il progetto consiste nel declinare il curriculo del primo biennio e quanto esposto nelle indicazioni provinciali relative all’insegnamento di scienze naturali, in una serie di unità di lavoro che si susseguono in modo organico così da costituire un piano di lavoro generale che ogni insegnante potrà adattare in funzione delle esigenze delle singole classi. Vengono realizzate unità didattiche in varie classi utilizzando metodologie “iquiry-based science education”. I.I.S. “Marie Curie” Tione (Trento)
  • Insegnamento integrato delle discipline scientifiche e metodo IBSE. Sperimentazione dell’approccio transdisciplinare e del metodo IBSE. Sperimentare un approccio alternativo a quello tradizionale nell’educazione scientifica avendo come obiettivo l’acquisizione delle competenze stabilite dagli standard nazionali e di promuovere l’interesse verso le discipline scientifiche. “I.T.S.T.” J.F. Kennedy- Pordenone

Competenze … valutazione:

  • Fare per apprendere. “Sviluppo dell'apprendimento attraverso la didattica di laboratorio che sarà usato in modo sistematico in sostituzione delle lezioni frontali. Sensibilizzare i giovani nei confronti dei temi oggetto di dibattiti pubblici di carattere scientifico (in particolare legati al territorio di appartenenza). È prioritario ricercare e sperimentare modalità di insegnamento e di apprendimento capaci di attivare competenze, superando la inefficace separazione, tra conoscenze, abilità, atteggiamenti”. Istituto Tecnico “San Giorgio”- Genova
  • Il sesto senso: la misura. “L'insegnamento prevede lo sviluppo dei contenuti scelti per il raggiungimento delle competenze a partire da esperimenti condotti dagli allievi. L'osservazione del fenomeno, la misura delle variabili connesse, l'elaborazione e quindi l'interpretazione, con conseguente socializzazione del risultato, consentono all'allievo: - di imparare facendo - di sperimentare il linguaggio scientifico - di appropriarsi del metodo scientifico - di integrare i saperi”. I.S.I.S. “Europa”- Pomigliano d’Arco
  • Ambiente-energia-salute. “L’innovazione principale che ci si propone di attivare è sicuramente nella metodologia didattica unificata per le scienze integrate che sfruttando attività interattive a livello di coppia/gruppo/classe faciliti il controllo delle preconoscenze degli allievi, la loro disponibilità a mettersi in gioco esprimendo previsioni e risultati attesi nelle diverse attività, raccogliendo e abituando così al pensiero divergente. Altro elemento innovativo sarà la messa a punto e l’utilizzo di verifiche di varie tipologie, afferenti a diverse discipline scientifiche ma ad una stessa competenza”. ITC e PACLE "V. Bachelet"- Ferrara
  • Verso le competenze del futuro“L'adesione al progetto nasce dalla volontà di poter condividere esperienze e migliorare il processo di innovazione didattica e organizzativa che l'istituto ha promosso a partire dal 2010 per meglio interpretare le linee guida e di indirizzo della riforma dell'istruzione tecnica e scientifica: sulla didattica per competenze e sulla valutazione per competenze (energia, ecosistemi,..)” . I.I.S. "Volterra - Elia“- Torrette di Ancona
  • Per una nuova scuola“Programmazione a ritroso (backward design) che si sviluppa attraverso l’individuazione delle competenze, la definizione dei livelli di competenze, l’individuazione degli indicatori, strutturazione di prove di verifica capaci di accertare il raggiungimento dei risultati, pianificazione dei percorsi didattici.”. I.T.I. “Manuppella-Mattei” Isernia.

Problem Solving, Critical thinking

  • Energeticamente consapevoli (Scuola 21). Il tema dell’energia diventa il nucleo attorno al quale costruire, nelle classi coinvolte,programmazioni curricolari ed extracurricolari nella forma del problem solving, ponendo al centro un progetto di ricerca scientifico ed etico e applicando il modello di analisi retorica e argomentativa proprio del “Laboratorio della comunicazione scientifica e bioetica.I.I.S. “Natta” - Bergamo
  • Il tempo tra storia, convenzioni e misure. Costruzione di un orologio solare. La costruzione di un orologio solare, offre l’opportunità non solo di porre e risolvere un problema tecnico, ma anche di affrontare il tema della misura del tempo in un contesto più ampio, di conoscere per esempio come nel passato è stato risolto dai vari popoli, perché è necessario misurarlo … . I.T.I.S. "Primo Levi“- Mirano (Ve)

Apporto integrato delle discipline

  • Le nuvole. Realizzazione di un progetto didattico biennale trasversale a fisica-scienze della terra-matematica-arte-italiano-latino-inglese sul tema della meteorologia. Nel progetto è prevista un’attività di collaborazione con un laboratorio di analisi e la visita ad un centro meteorologico, inoltre sono previste attività di ricerca personale e realizzazione di materiali da parte dei singoli alunni, in funzione della prova esperta di valutazione delle competenze.Liceo Scientifico "J. Da Ponte" Bassano del Grappa - (Vi)
  • Il libro della Natura fra lettere e simboli matematici … fra ipotesi e modelli … Guardano all’unitarietà del sapere, articolato negli assi culturali, privilegiandone l’integrazione come strumento flessibile per realizzare processi di insegnamento-apprendimento basati sull’ innovazione didattico-metodologica. Liceo Scientifico “Pitagora”- Rende
  • Il Paradosso di Hawking. Rivisitazione degli attuali organizzatori concettuali, elaborazione nuovi organizzatori concettuali, rivisitazione dei contenuti con i nuovi organizzatori concettuali, elaborazione di commutatori epistemologici, calibrazione su nuovi descrittori degli apprendimenti.ITIS “Giovanni XXIII”- Roma
  • Dalla Terra al Mondo, dal Mondo alla Terra. Il progetto scardina la classica impostazione delle lezioni per l’intero anno scolastico. Non essendo le Scienze Integrate “ materie di indirizzo”, nel biennio è finalmente possibile trattarle in uno scenario in cui le nozioni sono davvero parte di un percorso e non “il percorso”. L’impostazione orienta docenti e allievi sul “reale”, fin dal momento in cui si inizia il lavoro con riviste e quotidiani. L’attività di indagine tocca la quotidianità. Il laboratorio tenta di riprendere voce dopo la riduzione di ore subita. IT "Enrico Fermi“- Ciriè-Torino
  • Che tempo fa? Scopriamolo con la meteorologia. Coordinamento di diverse discipline al fine di innovare la programmazione sulla tematica scelta. Coinvolgimento degli studenti nell'attività didattica attraverso un ruolo attivo. Stimolare negli studenti la capacità di osservazione della realtà locale anche sulla base dei saperi scientifici acquisiti. I.S.I.S. “Arturo Malignani”- Udine

Dimensione storica, scientifica, sociale

  • Sotto un’altra ottica. L’aggancio alla figura di Galileo permette la progettazione di interventi interdisciplinari con un respiro culturale ampio che contribuisca a superare la dicotomia ancora presente tra le, cosiddette, culture scientifica ed umanistica. Sviluppare la discussione sul rapporto tra scienza e tecnica nel nostro tempo e a colmare la distanza che spesso c'è nella scuola tra lo studio della scienza e quello delle sue applicazioni. Gli argomenti sono presentati agli studenti in una prospettiva che cerca di tener conto del contesto storico-sociale entro il quale è maturata la loro invenzione.Liceo scientifico e linguistico - Ceccano- (Fr)
  • Progettiamo l’energia.“Il progetto ha lo scopo di presentare le idee fondamentali e gli aspetti scientifici e tecnologici delle più importanti e promettenti fonti energetiche, le loro potenzialità e i loro problemi.”Liceo Scientifico Statale “L. Respighi”- Piacenza
  • Apprendere ad Apprendere: approccio intersemiotico. Dal reale all'immaginario.Il percorso opzionale, Dal reale all’immaginario, continuando l’incipit dato dalla visione intersemiotica dei saperi disciplinari, si concentra sulla visione critica dei processi di mutazione culturale, scientifica e storica e mirerà, in particolare, a rafforzare la coscienza del pensiero matematico-scientifico. Adottando un linguaggio integrato e condiviso, l’obiettivo è di mettere lo studente al centro dell’apprendimento, realizzando attività significative che portino a un confronto fra teoria e sperimentazione, fra pensiero e realtà, con l’intento di sviluppare una conoscenza consapevole delle discipline. L’approccio integrato vuole mettere in evidenza il livello di scambio intersemiotico tra le discipline matematico-scientifiche e quelle umanistico-filosofiche. I.I.S. Telesi@-Telese (Benevento)

Laboratori di produzione di artefatti

  • Profumi e sapori della natura. Produrre, con le proprie mani in laboratorio, alimenti e cosmetici a partire dalle piante aromatiche e medicinali sarà il punto di arrivo del percorso. La riscoperta e valorizzazione della biodiversità della flora sarda come centro del progetto da cui partono i principali filoni d’indagine: ricerca storica ed etnobotanica; studio di differenti ecosistemi e del loro precario equilibrio minacciato dalle attività antropiche; scoprire come dalle piante sia possibile ottenere “prodotti per la salute e il benessere” come integratori alimentari, fitofarmaci, farmaci, cosmetici, ecc. Partendo dalle attività sul campo ed in laboratorio, si affronteranno in modo graduale le tematiche dei nuclei fondanti le Scienze. I.I.S. - “Guia” - Cagliari
  • Parco giochi. Le fasi: studio di fattibilità, analizzata attraverso i parametri di progetto; raccolta e analisi dei requisiti (situazione reale, necessità e/o opportunità del progetto) mediante analisi della normativa vigente in materia e interviste; progettazione logico-funzionale in relazione agli spazi, al budget disponibile, alle aspettative dell'utenza, studio delle aree gioco, degli spazi di socializzazione, dei laboratori scientifici; realizzazione attraverso la realizzazione della mappa, del plastico e del sito web; validazione e collaudo (virtuale e del plastico); funzionamento con stesura del regolamento.I.I.S “Pertini” e “Volta”- Frosinone
  • Sarrocchi I. Sviluppo e realizzazione di un razzo, analisi delle variabili tecniche di costruzione e resoconto delle attività svolte sia nella ricerca di informazioni che nella realizzazione laboratoriale del prodotto. I.T.I.S “Sarrocchi”- Siena
  • Il sole in laboratorio. Costruzione e accensione reattore a fusione nucleare. Il sole in laboratorio", di estensione biennale, è il terzo progetto realizzato nell’istituto “L. Pirelli” nel quadro dell'insegnamento delle scienze secondo il nuovo ordinamento. Esso fa parte di un percorso che ha inteso analizzare terra e aria nel primo anno (meteorologia) col nome "centralina meteo- ambiente intorno a noi", acqua nel secondo (estrazione solare dell'acqua dall'atmosfera) col nome "sete di sapere", fuoco nel terzo (energia rinnovabile) col nome "il sole in laboratorio"; si sono toccate, così, le quattro entita' aristotelicheI.I.S. "Pirelli“ - Roma
  • Realizzazione e gestione di un piccolo acquario. ...Con la Fondazione Bruno Kessler di Trento ed il Museo: Tridentino di Scienze Naturali. I.I.S. "M. Curie“- Trento

Le reti territoriali

  • Andare oltre………..: costruzione di nuovi universi del sapere. Costituzione di un gruppo di lavoro articolato (Istituzioni scolastiche e Enti pubblici/privati che insistono sul territorio) a livello regionale; coinvolgimento di istituti di diverso ordine e grado.Istituto tecnico per le attività sociali “Deledda” - Lecce
  • Zoomando nella realtà. Collaborare fra istituti diversi via web e avviare un processo di confronto di metodologie didattiche al fine del miglioramento di buone pratiche …. sviluppare i seguenti argomenti in parallelo: le leggi dei gas e il numero di Avogadro a partire da esperienze di laboratorio… Liceo scientifico “Gobetti”- Torino
  • Terra e acque dei paesi tuoi. Forte apertura verso l’esterno sia in termini generali come indagine da svolgere sul territorio, sia in termini di collaborazione e presenza di personale e ricercatori di enti e aziende.“ I.I.S. “Capellini-Sauro” La Spezia
  • Quanta energia! Didattica laboratoriale e interazione diretta con realtà data la possibilità di proporre soluzioni immediate finalizzate al risparmio energetico.I.I.S.S .“N. Garrone” Canosa- Barletta

Comunità di pratica e formazione

La valigia del Museo Galileo
Una nuova modalità per incontrare, ascoltare e comunicare con il mondo della scuola portando direttamente nelle scuole alcuni “pezzetti” del Museo Galileo. All’interno della valigia saranno messe alcune copie di strumenti scientifici (cannocchiale di Galileo, astrolabio, notturlabio, meridiane, giochi ottici, ecc.) che saranno mostrati e spiegati, con la possibilità per i ragazzi di toccarli ed usarli, per far crescere in loro l’interesse verso la storia della scienza. L’iniziativa nasce quindi come scambio di idee: l’intento è quello di mettere in comune le esperienze educative del Museo ma anche quello di ricevere e di ascoltare quelle della scuola.Istituto e Museo della Scienza di Firenze.

Come si può intuire dall’eterogeneità e distintività dei progetti, le tematiche che le scuole hanno scelto di approfondire nei seminari in presenza e nelle comunità di pratica on line sono:

  1. ICT a supporto dei processi di apprendimento
  2. Ambienti di apprendimento laboratoriale
  3. Didattica per concetti e processi unificanti
  4. Progettazione didattica verticale delle scienze e delle tecnologie
  5. Inquiry-based science education

Molte le questioni ancora aperte:

  • La messa a fuoco di un modello organizzativo – relazioni tra docenti nella progettazione e gestione, partnership territoriali, risorse – che non renda le esperienze straordinarie ed episodiche
  • La messa a fuoco di modelli teorici che garantiscano il controllo qualitativo di esperienze spesso sperimentali
  • La individuazione di metodiche che rendano congruenti le osservazioni delle performance con le valutazioni del profitto scolastico
  • Una maggiore tracciabilità dei contenuti delle discipline nelle esperienze di laboratorio
  • La ricerca sulla evoluzione qualitativa delle strumentazioni e dell’uso dei laboratori tecnici (i costi)

Appuntamento al mese di luglio 2013 per il convegno di chiusura dei lavori e la presentazione del piano di diffusione dei materiali prodotti. Per saperne di più: http://deliveryunit.indire.it.

 

Note a margine

Da quanto presentato fino ad ora emerge che qualcosa di nuovo si sta sviluppando nelle scuole: il segno dell’aumento di quella mentalità tecnico-scientifica oggi così richiesta perché i nostri giovani raggiungano una vera competenza di cittadinanza lo si riscontra nell’introduzione di un linguaggio diverso, di una modalità diversa di avvicinarsi al sapere ed al suo uso nella realtà extrascolastica.
Da molto tempo aspettavamo che nel nostro Paese tornasse ad affacciarsi quello spirito che, nel cuore del Rinascimento, aveva fatto di Galileo e dei suoi discepoli i padri del pensiero scientifico moderno.
Che tornasse un modello di pensiero libero e speculativo simile a quello che, dopo la Controriforma, si era mosso verso Ovest, producendo insieme progresso scientifico e sviluppo economico.
Una rinascita auspicata ma non realizzata fino all’unità di Italia, e soprattutto non diffusa a livello di massa - pensatori e scienziati, in realtà, non sono mai mancati da noi - non condivisa come spirito civico, come senso di responsabilità collettiva di fronte alle scelte comuni. Si potrebbe riassumere l’esigenza espressa oggi dalla società in una paideia che insegni ad essere attivi, non passivi, nella costruzione di sé stessi.
Nel 1888, nelle premesse ai nuovi programmi per la scuola elementare, Aristide Gabelli affermava che la scuola deve dare “vigore al corpo, penetrazione all’intelligenza, rettitudine all’animo”, deve “promuovere fiducia, spirito di associazione, credito, lavoro”: deve adeguarsi “alle altre scuole europee”.
Ne Il metodo di insegnamento delle scuole elementari d’Italia egli raccontava la storiellina dei due pesci: era stato promesso un premio a chi avesse spiegato perché un pesce morto pesa di più di un pesce vivo. Dopo molte proposte, basate su argomentazioni teoriche, vinse un tale che pensò di mettere sulla bilancia un pesce vivo e poi di ripesarlo da morto, provando che, vivo o morto, il pesce aveva sempre lo stesso peso. Forse, a più di cento anni di distanza da quelle scuolette dell’Italia unita, la ripresa di tematiche di didattica laboratoriale, di integrazione delle scienze, di cultura del lavoro, di educazione alla cittadinanza attiva avranno la forza di ridestare nei giovani la speranza di un futuro migliore.

 



[1] L’impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti tecnici richiede che la progettazione formativa sia sostenuta da forme organizzative che pongano, al centro delle strategie didattiche collegiali, il laboratorio e la didattica laboratoriale. Le istituzioni scolastiche e gli organi collegiali, avranno cura di privilegiare la didattica laboratoriale ritenuta maggiormente in grado sia di raccordare le discipline tradizionali con le nuove discipline previste dal Regolamento (scienze integrate e scienze applicate), sia di favorire un atteggiamento mentale adeguato con cui affrontare situazioni problematiche. (Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento, d.P.R. 15 marzo 2010, n. 88, articolo 8, comma 3).
L’impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti professionali richiede che la progettazione formativa sia sostenuta da forme organizzative che pongano, al centro delle strategie didattiche collegiali, il laboratorio e la didattica laboratoriale ( d.P.R. 15 marzo 2010, n. 87, articolo 8, comma 6).

 

[2] Le scienze integrate non vanno intese come una nuova disciplina, nella quale si fondono discipline diverse, ma come l’ambito di sviluppo e di applicazione di una comune metodologia di insegnamento delle scienze. […] Nel primo biennio, l’integrazione delle scienze, pur non disperdendo la specificità degli apporti disciplinari, mira a potenziare e sviluppare l’intima connessione del sapere scientifico di base, a partire da quanto acquisito nella scuola secondaria di primo grado e in vista di orientare progressivamente gli studenti alla scelta degli studi successivi a livello post-secondario. L’integrazione non è tuttavia affidata all’unicità dell'insegnante; gli insegnanti possono essere diversi per le diverse discipline. Essa si realizza nell’attività di progetto che muove dall’individuazione di elementi comuni che uniformano prospettive, visioni e metodi. Esige un lavoro in team dei docenti di tutto il consiglio di classe nella programmazione dell’attività didattica: nella progettazione, nella previsione dei momenti di confronto tra i docenti interessati su metodi e contenuti, nella preparazione di prove di verifica dell’apprendimento e nella valutazione dei risultati. Potrà essere utile costituire nella singola istituzione scolastica un dipartimento specifico ( Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento, d.p.r. 15 marzo 2010).

[3] IIS "Patini-Liberatore", Castel Di Sangro (Aq); Liceo Scientifico "M. Curie",Giulianova (Te); ITIS “Pentasuglia”, Matera; IIS “L. Da Vinci”, Potenza; Liceo Scientifico “Pitagora”, Rende; Liceo Scientifico “Da Vinci”, Reggio Calabria; IIS “Europa”, Pomigliano d'Arco - NA; IIS “Telesi@”, TermeTelese- Benevento; ITC E P.A.C.L.E.” V. Bachelet”, Ferrara; ITG “Blaise Pascal”, Reggio Nell’Emilia; Liceo Scientifico “L. Respighi”, Piacenza; IIS "Volterra - Elia”, Torrette di Ancona; ITI “Manuppella-Mattei”, Isernia; Liceo Scientifico “Gobetti”, Torino; IIS “P. Martinetti”. Torino; Istituto Tecnico Statale per Ragionieri e Geometri “Enrico Fermi” Ciriè (Torino); Istituto di Istruzione "Marie Curie". Pergine Valsugana (TN); Istituto di Istruzione "Don L. Guetti", Tione Di Trento; I.I.S.S. “N. Garrone”, Barletta “; Istituto Tecnico per le Attivita' Sociali “Deledda”, Lecce; ITI “Agrario Duca Degli Abruzzi”, Elmas; ITI “Giua”, Cagliari; ITI “Dionigi Scano”, Cagliari; ITIS ”T. Buzzi”, Prato; IIS “Sarrocchi”, Siena; IIS “G. Bruno”, Perugia; Istituzione Tecnica e Professionale “Corrado Gex”, Aosta; I.T.I.“Primo Levi” Mirano (Venezia); Liceo Scientifico "Leonardo Da Vinci", Treviso; Liceo Scientifico “J. Da Ponte” Bassano del Grappa; IIS “Savoia - Benincasa”, Ancona; ISIS “A. Malignani” Udine; ITST “J. F. Kennedy”, Pordenone; IIS “Pertini” e ITS “Volta”, Frosinone; IIS “Pirelli, Roma; ITIS “Giovanni XXIII, Roma; Liceo Scientifico e Linguistico, Ceccano; Istituto Tecnico “San Giorgio” Genova, IS “Capellini-Sauro”, La spezia; IIS “Natta” Bergamo.

[4] Istituto e Museo della Scienza di Firenze, Museo della scienza e della tecnica di Milano, Città della Scienza di Napoli, Immaginario scientifico di Trieste.

[5] Assindustria Foggia, Assindustria Pesaro Urbino, Confindustria Ancona, Assindustria Reggio Emilia, Assindustria Macerata, Unindustria Rovigo, AssoLombarda, Milano, Confindustria Lecco.

[6] Il progetto Experimenta, promosso dalla Direzione generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica con il concorso del Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR si è posto come obiettivo che il primo biennio delle superiori si ponga in continuità con la secondaria di primo grado, partendo da elementi di metodo e chiavi di lettura concettuali comuni per poi far sperimentare agli studenti tutte le discipline scientifiche.

[7] Il progetto Lauree scientifiche è frutto della collaborazione del Ministero dell’Università e dell’Istruzione, della Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze e Tecnologie e di Confindustria. Nato nel 2004 allo scopo di incrementare il numero di iscritti ai corsi di laurea in Chimica, Fisica, Matematica e Scienza dei materiali, il progetto si propone di migliorare la conoscenza e la percezione delle discipline scientifiche nella scuola secondaria di secondo grado, offrendo agli studenti del triennio di partecipare ad attività di laboratorio curriculari ed extra curriculari (PLS). Inoltre il progetto risponde allo scopo di avviare un processo di crescita professionale dei docenti di materie scientifiche in servizio nella scuola secondaria a partire dal lavoro congiunto tra scuola e università per la progettazione, realizzazione, documentazione e valutazione dei laboratori.

 

Editing a cura di Francesco Vettori, redazione Indire.

 
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