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FORMAZIONE

PON Sviluppo dell’Istruzione: i primi risultati

Una sintesi degli interventi formativi del Programma Operativo Nazionale dal 2007 al 2012

di Claudia Chellini
19 Agosto 2013

Il Rapporto di monitoraggio FSE Competenze per lo Sviluppo. La Programmazione dal 2007 al 2012, realizzato dal realizzato dal Gruppo PON [1] dell’ Istituto Indire, fornisce un quadro di ciò che è stato realizzato con i fondi del Programma “Competenze per lo Sviluppo” (FSE) gestiti dal MIUR (sia in qualità di Autorità di Gestione, sia quale Organismo Intermedio) dal 2007 al 31 dicembre 2012.
L’obiettivo principale è quello di offrire alcune prospettive di analisi e chiavi di lettura dei fenomeni osservati in relazione alle azioni programmate, tese al miglioramento dei risultati di apprendimento dei giovani e adulti, alla crescita professionale del personale scolastico, in sostanza al miglioramento del servizio Istruzione.
Ciò è di particolare rilievo in questo frangente, considerando che ci troviamo alla fine della Programmazione 2007-2013 e che, quindi, è possibile fornire un quadro di ciò che è stato realizzato basandosi su uno sviluppo cronologico sufficientemente ampio.
In questi anni, il 99% dei progetti autorizzati con il Fondo Sociale Europeo (FSE) riguarda l’Asse I Capitale Umano. Gli interventi relativi a questo Asse, che è finalizzato all’innalzamento delle competenze degli allievi e allo sviluppo della professionalità del personale scolastico, nonché all’allargamento dell’accesso all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, sono il cuore dell’attività programmatoria del PON FSE, in quanto puntano a incidere su alcuni dei fattori critici più importanti che influiscono direttamente e indirettamente sulla qualità del sistema dell’Istruzione (ad esempio la formazione del personale scolastico, e in particolare dei docenti, lo sviluppo dell’autonomia scolastica, ec..) e a creare condizioni di sviluppo e innovazione. In particolare le attività che riguardano l’Asse I sono

«finalizzati a garantire che il “sistema di istruzione e formazione iniziale offra a tutti i giovani i mezzi per sviluppare competenze chiave a un livello tale che li prepari per ulteriori forme di apprendimento e per la vita adulta, in modo che siano in grado di sviluppare e aggiornare le loro competenze mediante un’offerta coerente e completa di possibilità di apprendimento permanente”, avendo come obiettivo finale il miglioramento delle possibilità occupazionali[2]

Questi traguardi si riferiscono in modo esplicito agli Obiettivi di servizio: elevare le competenze degli studenti e la capacità di apprendimento della popolazione e ridurre gli abbandoni scolastici. Le azioni a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE) che si ritengono funzionali a tali scopi riguardano l’intero sistema scolastico, e si focalizzano sugli studenti, considerando anche che tutti e tre gli indicatori con i quali viene misurato il raggiungimento degli Obiettivi di servizio sono relativi proprio agli studenti [3].

In effetti, l’82% dei 160.622 interventi formativi autorizzati dal 2007 al 2012 sono rivolti agli studenti.

Vedi Figura 1 - Distribuzione per tipo di destinatari degli interventi autorizzati sull'Asse I (2007/2012). Valori percentuali

Interventi rivolti agli studenti

Fanno parte di questo tipo di interventi sia i corsi incentrati sul miglioramento dei livelli di conoscenza e competenza nei giovani, con particolare riferimento alle otto competenze chiave [4], ai temi della legalità e dell’ambiente e a esperienze on the job, sia corsi specificatamente orientati alla promozione del successo formativo e alla prevenzione della dispersione scolastica. Ne fanno parte inoltre anche le attività realizzate nell’ambito del Piano Nazionale Qualità e Merito (PQM).
Più della metà dei corsi rivolti agli alunni è rappresentata dainterventi per lo sviluppo delle competenze chiave, fra le quali, lo ricordiamo, sono presenti le competenze in matematica e lingua madre, direttamente correlate a due degli indicatori del raggiungimento degli obiettivi di servizio:

- percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in lettura del test PISA effettuato dall’OCSE,

- percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in matematica del test PISA effettuato dall’OCSE.

Nel periodo 2007-2012, si sono iscritti ai corsi loro dedicati 1.515.645 alunni, dei quali 1.308.892 ha ricevuto l’attestato finale (pari all’86,3%): considerando l’intera popolazione studentesca iscritta nelle scuole del I e II ciclo dall’a.s. 2007/2008 all’a.s. 2012/2013, si calcola che abbia preso parte alle attività finanziate con il Fondo Sociale Europeo del PON Istruzione il 48,9% del corpo studentesco delle 4 regioni dell’Obiettivo Convergenza, con un incremento del 3,3% rispetto al 2011 [5].
In effetti, fra il 2011 e il 2012 c’è stato un investimento importante sulla formazione degli studenti, in quanto, in aggiunta alla programmazione annuale dei Piani Integrati, sono state promosse due specifiche tornate di interventi per attività di stage, in Italia e nei paesi europei, e di formazione linguistica all’estero, che si sono configurate come due priorità nell’ambito del Piano di Azione Coesione, predisposto per l’utilizzo dei fondi dei Programmi Operativi Regionali (POR) che Calabria, Campania, Puglia e Sicilia hanno reso disponibili per il settore Istruzione. E, osservando il fatto che proprio tra gli stage si rileva la più alta percentuale di studenti che completano le attività (94,7% di attestazioni sul totale delle iscrizioni agli stage) , possiamo pensare ad un incontro in senso positivo fra una strategia programmatoria che punta su una tematica rilevante per tutto il sistema scolastico, coma il raccordo scuola-lavoro, e la valenza motivante di un tipo di intervento caratterizzato dalla metodologia del learning by doing.
Facciamo un breve focus sui soli corsi dedicati allo sviluppo delle competenze chiave per vedere quali sono quelli che registrano il maggior numero di iscrizioni, e consideriamo soltanto quelli con un numero di iscrizioni superiori a 100.000: complessivamente i numeri più alti si hanno, nell’ordine, nelle competenze in lingua straniera, in matematica, in lingua madre, in scienza e tecnologia e infine nelle competenze digitali; dati, questi, coerenti con il numero di interventi realizzati.

Vedi Figura 2 - N. di interventi autorizzati per lo sviluppo delle competenze chiave per competenza oggetto dell’intervento (2007/2012). Valori assoluti e percentuali

Vedi Figura 3 – N. di iscrizioni ai corsi per lo sviluppo delle competenze chiave che registrano un valore maggiore di 100.000 (2007/2012). Valori assoluti

Entrando nel dettaglio dei cicli di istruzione, osserviamo che, come si poteva supporre, il primo ciclo presta maggior attenzione allo sviluppo di quelle competenze che saranno, in prospettiva, oggetto degli indicatori con i quali viene valutato il raggiungimento degli obiettivi di sevizio; mentre nel secondo ciclo gli studenti sono maggiormente interessati ad acquisire competenze superiori in ambito digitale, che potranno essere loro utili all’ingresso del mondo del lavoro.

Vedi Figura 4 – Distribuzione delle iscrizioni ai corsi per lo sviluppo delle competenze chiave che registrano un valore maggiore di 100.000 per ciclo di istruzione (2007/2012). Valori percentuali

Un dato che può fornire indicazioni sull’impatto che i corsi di formazione hanno avuto sull’apprendimento degli alunni riguarda il confronto fra il rendimento nelle quattro discipline di base curricolari (italiano, lingua straniera, matematica e scienze) precedentemente e successivamente alla frequenza del corso. In particolare ci focalizziamo sugli studenti del secondo ciclo e mettiamo in relazione il tipo di corso frequentato e i risultati ottenuti. [6]
Complessivamente risultano recuperate il 74% delle insufficiente che si registravano prima dell’inizio dei corsi e, se il maggior numero di miglioramenti si è avuto in italiano (con una percentuale del 78%, superiore a quella totale), vediamo che, invece, in matematica la percentuale di recuperi scende, pur rimanendo comunque alta (70%).

Vedi Figura 5 - Insufficienze recuperate nelle quattro discipline di base dopo la frequenza dei corsi per lo sviluppo delle competenze chiave (2007/2012). Valori percentuali e assoluti

Calcolando, per tipo di corso, le percentuali del raggiungimento della sufficienza nelle singole discipline sul totale delle sufficienze raggiunte, possiamo osservare che i corsi per la comunicazione in lingua madre e quelli per lo sviluppo delle competenze in matematica registrano le percentuali più alte di sufficienze raggiunte nella disciplina oggetto del corso (italiano per i primi, matematica per i secondi). I percorsi sulle competenze di scienza e tecnologia vedono un alto raggiungimento della sufficienza sia in scienze che in matematica, e anche nei corsi sulle competenze digitali la più alta percentuale di raggiungimento della sufficienza è riservato alla matematica: questo sembra mettere in evidenza una sorta di contagio fra aree disciplinari contigue.
Negli altri corsi rivolti agli studenti, il maggior numero di sufficienze raggiunte si ha in matematica: ciò farebbe pensare ad un’ampia valenza formativa di questi interventi che contribuiscono a migliorare la capacità stessa di apprendere, con il risultato di un miglioramento curricolare generale.

Interventi rivolti al personale scolastico

Considerati strumenti fondamentali per la qualità del servizio scolastico e in particolare per il miglioramento dei livelli di apprendimento degli alunni, tali interventi comprendono corsi di formazione rivolti ai docenti e al personale scolastico non docente.
La formazione del personale in servizio nella scuola è pensato infatti come un insieme di interventi diretti a innovare le competenze didattiche in ambito disciplinare e metodologico, a sviluppare le abilità organizzative relazionali e comunicative, a incrementare le capacità d’uso delle tecnologie dell’informazione nella pratica didattica, con particolare riguardo sia alla gestione del lavoro del docente sia alla definizione ed elaborazione di contenuti digitali. Si ritiene infatti che «l’apprendimento dei linguaggi multimediali e l'uso di modalità familiari alla generazione dei giovani motivano e favoriscono il miglioramento della didattica, stimolano l’innovazione dei saperi e facilitano lo sviluppo di conoscenze, abilità e competenze». [7]
Si individuano poi, come aree d’intervento del personale non docente, la capacità di gestione amministrativa, contabile e di controllo, anche grazie all’uso di software gestionali che consentano una maggiore efficienza e trasparenza.
Oltre agli interventi progettati dalle scuole sulla base di un’autodiagnosi che è tesa anche a individuare i bisogni di formazione del personale, l’Autorità di Gestione promuove Piani di formazione nazionali [8], finalizzati alla costituzione di reti sulle competenze di base (lingua madre, matematica, lingua straniera, competenze digitali) e che prevedono una formazione blended, che unisce cioè alle attività in presenza, attività online, in ambito disciplinare e metodologico, un Piano nazionale di informazione e sensibilizzazione sulle indagini nazionali e internazionali sulle competenze che comprendeinterventi sulla valutazione nei processi di apprendimento, e infine attività che hanno lo scopo di migliorare la qualità dei sistemi di Istruzione nelle regioni dell’obiettivo Convergenza, attraverso lo sviluppo delle capacità di governance dei processi di istruzione e formazione da parte dei soggetti che operano, a vari livelli, nell’amministrazione [9].

Globalmente, i corsi maggiormente frequentati sono quelli organizzati dalle scuole per i docenti e dedicati alla promozione delle competenze in lingua madre, lingua straniera, matematica e scienze e tecnologia, che registrano sia la più bassa percentuale di ritiri (il 6,5% rispetto a un complessivo 7,2%) sia la più alta percentuale di conseguimento dell’attestato finale (90,5% rispetto al complessivo 79,6%).

Considerando il totale dei corsi rivolti ai docenti (comprendendo quindi anche i Piani di Formazione Nazionale e i corsi per lo sviluppo delle competenze digitali), la distribuzione per tipo di competenze ci mostra che il 23% degli insegnanti ha frequentato attività per lo sviluppo delle competenze digitali e la stessa percentuale corsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche applicate alla didattica. Si è ritenuto opportuno tenere separate questa due categorie, per evidenziare due tipi di bisogno diversi: in un caso (“competenze digitali”) l’esigenza di migliorare in generale le proprie competenze nell’ambito delle ICT, nell’altro (“tecnologie per la didattica”) si tratta dello specifico bisogno di aggiornarsi su come si può fare didattica utilizzando le tecnologie digitali.
Per il resto, le competenze sulle quali gli insegnanti hanno ritenuto, negli anni, di aver maggiore necessità di formazione sono, in ordine decrescente, competenze scientifiche e in lingua madre (entrambi hanno visto la partecipazione del 17% dei docenti), in matematica (12%) e in lingua straniera (sono compresi sotto questa categoria anche i percorsi di formazione CLIL).

Vedi Figura 6 - Distribuzione dei docenti e degli alunni per tipo di corso frequentato. Valori percentuali.

Un rapido confronto fra le scelte di formazione dei docenti e quelle degli studenti mette in rilievo la diversità di esigenze formative, basti pensare alla posizione che occupano le competenze digitali fra le scelte degli insegnanti e fra quelle degli alunni. Questo fenomeno, rappresentato al Comitato di Sorveglianza del PON che si è tenuto il 10 giugno 2013, sarà oggetto di uno specifico approfondimento.

Interventi rivolti agli adulti

La strategia del Programmazione pone l’attenzione sul miglioramento dei sistemi di apprendimento durante tutto l’arco della vita, considerato uno strumento di rafforzamento della coesione sociale, in quanto offre possibilità di accesso all’istruzione, e di acquisizione di un titolo di studio, da parte di giovani e meno giovani. Si ribadisce infatti che contrastare i nuovi analfabetismi, aggiornando saperi e competenze, favorisce infatti la partecipazione attiva e consapevole alla vita sociale e politica. L’Autorità di Gestione ha scelto quindi di finalizzare una parte degli investimenti della Programmazione su «coloro che hanno un basso titolo di istruzione, coloro che necessitano di recuperare le competenze di base (nei casi di analfabetismo di ritorno) o di integrarle con nuove competenze (nei casi di percorsi scolastici obsoleti) e coloro che maggiormente rischiano l’emarginazione sociale (immigrati e immigrate, inattivi, casalinghe, detenuti e detenute, ecc….)» [10]
Sono inclusi fra gli interventi rivolti agli adulti sia i corsi per i genitori degli alunni a rischio di dispersione scolastica sia i corsi per il recupero dell’istruzione di base e per giovani e adulti, ivi comprese le attività per lo sviluppo delle competenze digitali «a sostegno dell’impatto che avrà per la quotidianità dei cittadini l’entrata in vigore del nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (DLgs 235/2010)» [11].
Si tratta di due tipi di interventi che nascono con finalità diverse, ma che si è deciso di trattare congiuntamente, anche sulla base di alcuni interessanti risultati dell’indagine sulla percezione dell’offerta formativa da parte dei genitori che partecipano ai moduli loro dedicati all’interno dei percorsi per la promozione del successo scolastico dei figli. Si è rilevato, infatti, che i genitori percepiscono una valenza culturale e di formazione di base in queste attività formative, che vedono come un’opportunità utile per acquisire una maggiore cognizione e conoscenza delle proprie capacità, dei propri bisogni di formazione anche con risvolti legati alla propria competitività nel mondo del lavoro [12].
I dati di monitoraggio sui corsi per il recupero dell’istruzione di base, invece, ci mostra che il 21,8% dei partecipanti ha meno di 24 anni, in coerenza con le finalità di questo tipo di formazione che si rivolge sia agli adulti che ai giovani, che il 6,9% dei 91.765 corsisti che hanno completato la formazione ha cittadinanza non italiana e che, globalmente, il 64,5% di tutti i partecipanti (italiani e non) sono donne; quest’ultimo valore è di poco più alto se si considera solo la popolazione italiana, mentre è sensibilmente più basso se si considera la popolazione straniera (55%).

Vedi Figura 7 e Figura 8


Note

[1] Il Gruppo PON si occupa dell’implementazione e dello sviluppo del Sistema di Gestione della Programmazione Unitaria 2007-2013, della stesura dei rapporti di monitoraggio, della realizzazione di indagini di ricerca su alcuni temi del Programma e delle azioni di assistenza e consulenza tecnica a tutti gli operatori delle scuole coinvolte nella Programmazione Unitaria 2007-2013.

[3] Si tratta della percentuale della popolazione in età 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione di durata superiore ai 2 anni, della percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in lettura del test PISA effettuato dall’OCSE e della percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in matematica del test PISA effettuato dall’OCSE. (Cfr. Piano d’azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio del settore istruzione, p. 4).

[4] Comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità e consapevolezza ed espressione culturale. Cfr. Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (2006/962/CE).

[5] E’ importante sottolineare che questo dato tiene conto non della media della popolazione studentesca, sulla quale i tassi sarebbero ben più elevati, ma di tutti gli studenti che ne hanno fatto parte dall’a.s. 2007/2008 ad oggi: essa include dunque sia gli studenti che nel 2007/2008 erano all’ultimo anno delle scuole superiori, sia i bambini che sono entrati nella scuola dell’obbligo negli anni successivi.

[6] Si considerano qui soltanto gli studenti per i quali sono stati inseriti sia i dati dei risultati curricolari precedenti il corso sia quelli successivi.

[8] Nello specifico si tratta dei seguenti interventi: Educazione linguistica e letteraria in ottica plurilingue (Poseidon); Educazione Scientifica; Lingue, letteratura e cultura Europea: ITALIANO; Lingue, letteratura e cultura Europea: LINGUE STRANIERE; Matematica (M@ta.bel); Tecnologie per la didattica.

[9] Cfr. Accordo del 21/12/2010, fra il Dipartimento per la Programmazione (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) – e il Dipartimento della Funzione Pubblica (Presidenza del Consiglio dei Ministri).

[12] I risultati dell’indagine menzionata sono di prossima pubblicazione.

 

Editing a cura di Francesco Vettori, redazione Indire.

 
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