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FORMAZIONE

Cosa significa insegnare al tempo dei nativi digitali

Imparare in molti modi diversi contemporaneamente

di Anna Pietra Ferraro
10 Settembre 2013

Da diversi anni mi occupo di didattica multimediale nella mia scuola.
L’uso delle ICT è ormai imprescindibile nella vita quotidiana e anche tra i banchi di scuola. In una società di “digital natives”, alunni cresciuti in un mondo dominato dalla tecnologia, è fondamentale per i docenti avvicinarsi alla tecnologia per avvicinarsi agli alunni stessi cercando di capire il loro mondo. La didattica tecnologica si basa proprio sul presupposto di usare i linguaggi più affini agli alunni per migliorare il processo di insegnamento – apprendimento.

I “digital natives”: si può parlare di una nuova tappa evolutiva?

Secondo M. Prensky [1] assolutamente si.
Se, con l’avvento delle nuove tecnologie, si afferma un nuovo processo di sviluppo e di organizzazione delle persone, con l’utilizzo delle tecnologie multimediali e di Internet si genera un nuovo linguaggio e un nuovo modo di organizzare il pensiero.
Ecco quindi che i "nativi digitali" rappresentano un nuovo stadio dell’evoluzione umana.
In questo contesto risulta fondamentale servirsi della tecnologia per diversificare i metodi e le strategie di apprendimento, potenziando attraverso l’uso della tecnologia le opportunità educative. Se alcuni contenuti della scuola rimangono validi in ogni tempo, è il modo di trasmetterli che cambia e si adegua alla digitalizzazione.
Proporre una vera e propria rivoluzione nel campo dell’educazione scolastica è stato lo spirito che ha motivato gli amministratori dei due gruppi presenti su Facebook, Docenti Virtuali e Insegnanti 2.0 nell’organizzare il 1° meeting nazionale delle due comunità per incontrarsi e discutere di come integrare le nuove tecnologie nell’azione didattica. Ciò che accomuna i due gruppi è una forte passione per il proprio lavoro teso all’educazione, ad infondere cultura e a cooperare con altri colleghi, anche sul web, per arricchirsi e divenire sempre più professionali e operativi nel proprio settore lavorativo.
Un docente che si impegna a sviluppare la propria professionalità, promuove la qualità della scuola e l’evoluzione positiva della società. Come insegnare ai nativi digitali? Come insegnare usando computer, palmari, schermi touch? Quali sono le tecniche per utilizzare il web tra i banchi? Come usare le app ed il blog di classe?
Certamente l’era digitale influenza notevolmente la vita stessa dell’uomo.
Se pensiamo già al fatto stesso che nel campo dell’informatica i cambiamenti avvengono così velocemente! Non si può pensare più all’apprendimento tradizionale come unico veicolo del sapere. Gli stimoli che offrono il pc e la rete sono svariati e inoltre coinvolgono più canali sensoriali che certamente favoriscono l’apprendimento.
Le opportunità offerte dalla tecnologia sono da considerarsi non soltanto in relazione allo sviluppo di specifiche conoscenze o abilità, ma a supporto dell’intero processo di insegnamento / apprendimento per l’acquisizione di competenze complesse come la risoluzione dei problemi, lo sviluppo di congetture e dimostrazioni. L’uso delle ICT ed il loro utilizzo applicato alla didattica offre la possibilità ai nativi digitali di confrontarsi con i contenuti curriculari delle varie discipline in maniera innovativa e coinvolgente, utilizzando un linguaggio condiviso, comune.
Il web diventa il presidio di un apprendimento in rete, un ambiente in cui si trovano stimoli e potenzialità molto forti; un ambiente in cui il docente ha la possibilità di impostare l’azione didattica nello stile di un linguaggio usato dai digital natives; un ambiente che diventa luogo di insegnamento e di apprendimento, un ambiente libero da confini nozionistici ed aperto ai contenuti del villaggio globale.
In un contesto scolastico in continuo cambiamento, l’introduzione delle tecnologie nella didattica non può più essere negata o ignorata, in quanto l’utilizzo di tali risorse offre agli alunni nuove opportunità di partecipare attivamente al processo educativo all’interno di comunità virtuali che apprendono collaborativamente.
In tale ambiente si impara in molti modi diversi contemporaneamente: osservando cosa fanno gli altri e come lo fanno, facendo da soli o sperimentando, chiedendo aiuto o consigli. L’alunno partecipa al processo dell’organizzazione delle informazioni, della costruzione, maglia dopo maglia, della immensa rete che costituisce la conoscenza, incrementando e favorendo il dialogo con gli altri.
Internet non è solo informazione, gioco, lettura, studio, intrattenimento. Per i nostri studenti Internet è anche una fonte di nuove opportunità: grazie alla sua capacità di coinvolgere un gran numero di persone, offre ogni giorno un trampolino di lancio per chi ha idee innovative e originali, capaci di avere successo.

Oggi, utilizzare i nuovi media per un apprendimento proficuo significa servirsi di Internet e dei nuovi scenari che esso ci offre per rendere possibile una didattica collaborativa di stampo costruttivista.
In questo modo insegnare ed apprendere online significa riprodurre, anche se in un ambiente virtuale, gli obiettivi prefissati da un approccio metodologico di tipo comunicativo. E, visto che la navigazione e la comunicazione online diventa sempre più frequente tra i nostri studenti, perché non veicolare l'insegnamento in ambienti di apprendimento dove il confronto e la condivisione permetterà di mettere insieme abilità e competenze maturate durante il percorso lavorativo?
Fare didattica in un ambiente virtuale significa, anche, coniugare l'aspetto ludico con quello formativo attraverso la simulazione intesa, genericamente, come "rappresentazione interattiva della realtà basata sulla costruzione di un modello di un sistema del quale si vuole comprendere il funzionamento" [2].

"Rispetto alle modalità tradizionali di apprendimento, l'uso dei mondi virtuali – integrando testo e voce al senso di presenza - favorisce interazioni sociali più complesse ed esperienze di apprendimento strutturato che stimolano lo studente e ne aumentano la motivazione e la partecipazione interattiva" (De Freitas e Veletsianos 2010) [3].

Le potenzialità e le nuove prospettive didattiche offerte dagli ambienti virtuali mettono in evidenza la possibilità, attraverso l'esperienza della simulazione offerta dagli ambienti come EdMondo [4], di organizzare ed ampliare le interazioni sociali e la collaborazione, di aumentare il coinvolgimento e la motivazione attraverso la partecipazione attiva.

Questo approccio didattico migliora la capacità degli studenti di applicare conoscenza astratta collocando l'educazione in contesti virtuali autentici, consentendo loro di svolgere compiti che potrebbero essere difficili o impossibili da vivere nel mondo reale. Gli studenti che sono “nativi digitali” (Prensky, 2001), pensano e apprendono in ambienti che sono veloci, multimediali, multimodali, interattivi, digitali. Sperimentare quanto il virtuale può rappresentare il reale in contesti didattici è quanto propongono gli ambienti 3D come evoluzione degli spazi per apprendere. Nella mia esperienza, lavorando con i ragazzi, ho imparato che il ricorso alle esperienze reali e alla manipolazione è sempre stato alla base dell’insegnamento. Tutte queste strategie si rivelano utili nell’insegnamento perché permettono una più forte interiorizzazione dei saperi, così come descritto da Dale [5] già nel lontano 1946 e la simulazione può essere un mezzo per realizzare esperienze condivise mediante un approccio volto a favorire le diverse intelligenze dei nostri alunni.

La mia esperienza, mi ha portato fin da subito a credere fermamente nella capacità delle ICT di facilitare il lavoro didattico e di mantenere alta la motivazione degli alunni.
Il percorso didattico "Il giro del mondo in 5 Teleport" ha inteso rappresentare, attraverso la costruzione virtuale di un ambiente di apprendimento e lo sviluppo di un percorso didattico immersivo, un’esplorazione didattica con l’obiettivo di promuovere nuove vie per fare scuola attraverso le tecnologie informatiche ed i linguaggi digitali e per trovare nuovi canali di coinvolgimento che motivano maggiormente gli alunni.
Ogni ambiente MUVE [6] consente di esplorare i confini e le potenzialità di interazione non solo testuali ma anche relazionali, riportando in ambienti reali i percorsi didattici 3D.
L'idea nasce in seguito alla lettura in classe del romanzo d'avventura "Il giro del mondo in 80 giorni" di Giulio Verne nel quale si narra la storia del londinese Phileas Fogg e del suo cameriere francese Passepartout che, per vincere una scommessa, tentano di circumnavigare il mondo in 80 giorni; visto il coinvolgimento dei ragazzi, durante l’ascolto, ho pensato che avrei potuto simulare un giro del mondo virtuale, in un ambiente immersivo che consentisse agli alunni di visitare i cinque continenti.
Il viaggio virtuale attraverso i cinque continenti è stato possibile grazie alla funzione del teleport che permette di spostarsi da una zona all’altra e che può essere attivato usando i Landmark memorizzati nel proprio inventory oppure usando la mappa; ho potuto, quindi, pianificare un percorso didattico che consentisse una strategia di apprendimento attraverso l'interazione, l'immersione e la condivisione.
Il metodo adottato per la sperimentazione è stato di tipo induttivo: dal vissuto esperenziale dentro i mondi 3D è stato possibile costruire la propria conoscenza partendo dall'osservazione di dati singoli per arrivare ad un sapere generale; ecco, in sintesi, i punti di forza :

  • Coinvolgente - fattore importante per ridurre il rischio "distrazione";
  • Pragmatico - per cui la conoscenza della realtà è legata alla possibilità di interagire con essa attraverso l’operatività;
  • Ha consentito di alleggerire l’approccio “teorico” alla lezione;
  • Ha garantito un rinforzo emotivo che ha agevolato l'acquisizione dei contenuti perché i partecipanti hanno potuto “ancorare” la teoria alla pratica.

Il punto di partenza del percorso è la costruzione di un ambiente adatto ad ospitare l'"aula virtuale", denominata "Alunni virtuali" [7] tecnologicamente dotata di tutti gli strumenti cui sono abituati i ragazzi: computer, tavoli e sedie, uno schermo su cui poter proiettare video tratti dalla rete (YouTube) , un proiettore di slide nel quali poter caricare le immagini da visualizzare durante gli incontri e la lavagna interattiva multimediale che propone molteplici funzioni grazie a particolari tool: disegnare, marcare zone dell'immagine, inserire testi o note .

L’attività didattica inizia con la visualizzazione di un video reperito su You Tube sulla formazione dei continenti [8] e l’illustrazione delle mete del nostro viaggio virtuale supportata da un globo terrestre costruito appositamente ed a cui, grazie ad uno specifico script, viene dato il movimento rotatorio.
La scelta delle mete [9] non è casuale, l’intento è quello di sintetizzare le varie culture attraverso la visitazione di luoghi emblematici e, in alcuni casi, di specifici simboli che meglio servono a rappresentare il popolo o la nazione; così, ad esempio, per quanto riguarda il continente asiatico si ritiene opportuno far passeggiare gli studenti lungo la Muraglia cinese coinvolgendoli anche con il gioco del Mahjong.

Nuove tecnologie, nuovi linguaggi, nuovi modi di comunicare e di apprendere, nuove pratiche sociali. Il docente è chiamato a rispondere a una serie di trasformazioni e sollecitazioni sempre più importanti e profonde.
L’efficacia e l’efficienza dell’insegnamento aumentano se lo studente è motivato ad apprendere, permettere agli studenti di partecipare attivamente al proprio processo di costruzione della conoscenza è un modo efficace di impegnarli ed indurli alla riflessione su ciò che stanno apprendendo; anche gli ambienti didattici devono coinvolgere i ragazzi motivandoli, trasformandoli da semplici spettatori in “autori di contenuti”.
Il docente di oggi non può prescindere dalla tecnologia, ma deve trovare in esse strumenti e metodologie didattiche rispondenti alla necessità di aumentare la qualità dell’insegnamento, puntando sulla crescita del sapere, della ricerca e sull´innovazione, dotata di sistemi educativi, scolastici e formativi efficaci.

Pensare che un docente possa escludere dalle sue strategie la conoscenza e l'uso degli strumenti informatici significa condannarlo a vivere fuori del tempo, togliendogli senso e ruolo.

Note

1 Marc Prensky, Digital Natives, Digital Immigrants, MCB University Press, Vol. 9 No. 5, Ottobre, 2001, disponibile qui

2 Landriscina F., La simulazione nell'apprendimento. Quando e come avvalersene. Ed. Erikson, Trento, 2009

3 De Freitas, S., Veletsianos, G., Crossing boundaries: learning and teaching invirtual worlds. British Journal of Educational Technologies, 41, 1, 2010, 41, pag. 3-9

9 Reportage fotografico


Sitografia

 

Editing a cura di Francesco Vettori, redazione Indire.

 
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