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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Tempi e spazi digitali: un giovane mondo dalla storia antica

Intervista al Professor Mario Boninsegni

di Francesco Vettori
29 Gennaio 2014

E’ un fatto che stiamo assistendo ad una moltiplicazione dei dispositivi di comunicazione, e di riflesso delle risorse didattiche, rispetto all’unica “macchina” rappresentata dal libro a stampa.
Però è altrettanto vero che un libro, come le maggior parte delle ICT, è un oggetto che comunica a distanza, sia spaziale che temporale. Eppure queste sue caratteristiche sono generalmente passate sotto silenzio.
Che cosa giudica autenticamente nuovo del cosiddetto “mondo digitale”?

L’Epistolario di Giacomo Leopardi e le lettere su Recanati, come constatai in una bellissima mostra a Pisa, venivano recapitate in calesse. I tempi erano diversi.
Oggi, quando si dice, ormai ovunque : “Mandami”, si sottintende la “differita” email che, in poco più di 30 anni, ha invaso il mondo, veicolata da Internet.
L’ SMS è concettualmente uguale ad una email, con pochi caratteri e nessun allegato. Curiosamente, mentre dovremmo domandarcelo, di tali cose non si studia mai la storia né si conoscono gli inventori.
Non credo si ricordi che negli anni ’80 del secolo scorso imperava il Minitel.
Il Minitel, un servizio telematico francese di videotex accessibile attraverso la linea telefonica POTS, simile ai servizi Videotel in Italia o a Prestel nel Regno Unito, ebbe molto successo poiché l'apparecchio necessario era gratuito e senza canoni di abbonamento, mentre l'unico costo da sostenere era rappresentato dalla connessione, variabile a seconda del servizio scelto.
Con l'avvento di Internet questo sistema telematico è caduto in disuso ed è stato eclissato dalla nuova tecnologia, pur continuando a funzionare per molti anni.
Piccolo particolare.
Io ed il mio amico Prof. Paolo Coscia, per mesi, abbiamo verificato le possibilità di connessione tra Minitel, Prestel, Ibertext, Videotel e BTX tedesco, che non esistevano senza “passerelle” invero mai attuate, mentre per i nostri Progetti Telematici Europei abbiamo utilizzato la rete “binomeSesame Passport, (con la quale creammo il primo Progetto “Europa” con 54 scuole ed Università) e poi Internet. Allora, anno 1989, la cosa ci creò qualche problema.

Penso sia salutare per i giovani studiare anche una storia che, stranamente, non si studia mai. Lo splendido mondo digitale, che i Giovani apprendono quasi naturalmente, ha delle origini, direi sconosciute, dalle quali c'è molto da apprendere.
Perché non fare una ricerca per conoscere la Storia della Intel Corporation, la più grande azienda multinazionale produttrice di dispositivi a semiconduttore (microprocessori, dispositivi di memoria, circuiti di supporto alle telecomunicazioni e alle applicazioni informatiche) con sede a Santa Clara, California.
Fondata nel 1968, ancora leader nel suo segmento di mercato.
Perché non sapere che il primo SMS della storia è stato inviato dall'ingegnere britannico Neil Papworth il 3 dicembre 1992 da un computer ad un cellulare sulla rete GSM Vodafone: il testo del messaggio era "MERRY CHRISTMAS".
Il primo SMS da cellulare a cellulare invece venne inviato all'inizio del 1993 da uno stagista della Nokia.
Perché non sapere che il primo messaggio e-mail della storia è stato spedito da Ray Tomlinson, un ricercatore del MIT che stava lavorando sul progetto ARPANET, evoluto poi nell'Internet attuale. Nonostante fosse molto impegnato, trovò il tempo per lavorare sull'e-mail perché gli sembrava un'idea interessante.
Il primo messaggio fu scambiato tra due computer situati uno accanto all'altro. Tomlinson non ricorda il testo, ma era qualcosa del tipo "test", "1234" o "QWERTYUIOP", la prima riga di lettere della tastiera.
Così si capirebbero meglio i nuovi Mc Book Pro 13”Intel 5 o Intel 7 , retina a memoria flash, o il Microsoft Surface 2, 64 Gb.

Oggi è più semplice: il mio Maestro e grande amico Prof. Robert Valette, Presidente della Associazione Eurosesame, di cui sono vice Presidente, mi ha spedito ieri una mail da Parigi:

"Carissimo Mario,
je te fais suivre pour information cette invitation au Salon du E. learning
avec l'intention de t'y représenter
si tu m'en donnes l'autorisation et si j'en ai l'énergie ;-)

[Ti invio per informazione l'invito al Salone dell' E. Learning
con l'intenzione di rappresentarti, se tu mi autorizzi e io ne ho l'energia]

Forte abbraccio
Robert"

A Parigi è interessantissimo, io non posso andare, mi rappresenta lui, poi mi riferirà.
Un grande avvenimento in poche righe.

Abito da 40 anni in un grande attico dove il mio Studio ha la parte preminente: tutte le pareti sono “tappezzate” di librerie e al centro c’è il mio anziano, ma velocissimo, Computer, dotato di ogni periferica. Tutte le stanze sono invase dai libri, oggi circa 5000, raccolti in decenni:
leggo e studio i miei libri e lavoro con il mio Computer.
Le due cose non sono incompatibili, i libri resteranno sempre, il digitale, anche nella Scuola, si evolverà di continuo….

Allora cosa c’è di diverso?
Un sempre maggiore apprendimento da parte dei Giovani e la velocità di crescita del loro sapere e della loro cultura.
La meraviglia del Sapere che cresce ed apporta linfa alla Civiltà.
Un sogno stupendo che inseguo da tanto tempo: i Giovani che sobriamente e velocemente sfiorano il loro cellulare touch screen, il loro tablet, il loro notebook, il loro portatile.
Ma non c’è niente di miracoloso in tutto ciò: si tratta dell’evoluzione della Scienza, della Tecnologia, si tratta del Progresso.
Non bisogna dimenticare mai di sollecitare i Giovani all'iniziativa, conservando la propria identità e dignità, alla ricerca nella Conoscenza di una via per la Vita, ad essere stessi, dignitosamente, a non essere mai asserviti:

"Great Princes’ favourites their fair leale spread,
But as the Marigold at th sun’s eye,
And in themselves their pride lies buried,
For at a frown they in their glory die."

"I favoriti dei Principi schiudono i loro petali
Al pari di calendule sotto l’occhio del sole,
Ma la loro alterigia han sepolta in se stessi:
Basta un cipiglio a ucciderne il rigoglio."

William Shakespeare, Sonetto 25, Einaudi, Torino, 1999

Il vantaggio offerto dal mondo digitale è sicuramente il potenziamento della comunicazione e la facilità di accesso a tutte le informazioni possibili ed in tempo reale.
Attraverso i sistemi di social network (come facebook, twitter, youtube), di comunicazione a distanza (videoconferenza, skype ), gli individui possono comunicare e condividere informazioni, pensieri e stati d’animo in tempo reale, creando delle vere e proprie comunità sociali e di apprendimento.
Attraverso Internet si è in grado di ricercare tutti i tipi di informazione, dai fatti di cronaca alle ultime scoperte scientifiche, dalle informazioni storiche e culturali agli eventi nel mondo dello spettacolo e del costume.
Nel caso dell’insegnamento, Internet (utilizzato con strumenti innovativi come LIM e Tablet in classe) è in grado di apportare elementi di aggiornamento nella propria didattica, offrire elementi di simulazione e risorse multimediali di ogni tipo.
Il connubio tra mondo digitale e didattica tradizionale è però possibile e dire anzi sostanziale.
La rete espone gli individui a una overflow di informazione, spesso non valida, eccessiva e non esatta: sta alla scuola e ai suoi bravi insegnanti riuscire a fornire agli studenti gli strumenti per valutare criticamente le fonti del loro sapere senza essere sommersi da questo mare magnum di dati.

Quali sono le differenze più significative in termini sia di pratiche che di atteggiamenti mentali tra le generazioni “gutenberghiane” e quelle digitali?

Una volta ho colloquiato con una Grande prelato del Digitale, e lui mi ha detto:
”Io sono per la penna”.
Eppure Papa Francesco, mi sembra su Twitter, ha scritto di Internet:
"Dono di Dio. Chiese aperte nel mondo digitale".

Vi sono quindi due aspetti, almeno, che costituiscono una “barriera generazionale”: il primo è l’uso degli strumenti tecnologici che, a parte quelle principali, ha molteplici funzioni, e bisogna “perdere un po’ di tempo” ed “assuefarsi” a metodologie differenziate da quelle classiche, acquisendo una manualità più specifica (e qui subentrano reazioni atipiche quali il timore, oppure la pigrizia).
La seconda è l’abitudine, e la facilità, della “carta”, qualcuno anzi aggiunge: “Il profumo della carta”.
Indubbiamente avere un bel libro in mano, anziché un Kindle paperwhite, da una sensazione diversa, ma le funzioni, la capienza, la portabilità di quest’ultimo sono incomparabili.
Eppure subentra una diffidenza cui segue, per contraltare, chiamiamola così, l'“avidità” per la comunicazione comoda ed agevolata, che non conosce alcuna barriera d’età.
In Italia abbiamo oltre 48 milioni di cellulari, e ormai nessuno, anche avanti con l’età, ne fa a meno, poiché questo è anche diventato un fenomeno di costume, dilagante a velocità elevatissima, anche seguendo le “mode” del momento.
Mi sia permessa una nota personale.
A mia figlia ho dato nome Lilit.
Il nome deriva dai Vangeli Apocrifi Ebraici, quindi dal Golem, cui si richiama anche la raccolta “Lilit e altri racconti” di Primo Levi.
Lilit significa indipendenza ed anche ribellione all’Ingiustizia della Donna. Quindi Lilit è stata educata ala Cultura, ed alla Conoscenza, in mezzo ai libri, poi con notebook, portatile, kindle, Ipad, Mac Book Pro, Iphone 5s.
Con a disposizione le dotazioni per lo studio e per il lavoro, ciò che serve ai Giovani, ciò che ormai serve a tutti. Oggi Lilit, laureata in Scienze della Comunicazione, “scarica” i miei libri in e pub dalla Piattaforma Amazon.

La riorganizzazione degli spazi e dei tempi scolastici è una delle conseguenze della trasformazione tecnologica in atto. Come giudica sia cambiato il rapporto insegnamento-apprendimento, base di qualsiasi riflessione didattica.

Sono passati più di 10 anni da quando Marc Prensky ha coniato la metafora sulla contrapposizione tra nativi digitali e immigrati digitali, proprio a voler sottolineare la facilità con la quale un individuo nato e cresciuto in una società già evoluta tecnologicamente si interfaccia con gli strumenti digitali, a differenza di colui (l’immigrato digitale) che è nato in una società non tecnologica ed ha dovuto adattarsi ad essa, in un secondo tempo.
A parte la facilità di interazione e manipolazione, Prensky ritiene che alla lunga il gap tra le due tipologie andrà a colmarsi e si parlerà semplicemente di digital wisdom (saggezza digitale), intendendo “una qualità dell’uomo che può emergere grazie al potenziamento che le naturali capacità umane ricevono dall’utilizzazione appropriata e creativa delle tecnologie digitali”.
Prensky afferma che la tecnologia non sostituirà l’intuizione, una buona capacità di giudizio o la capacità di risolvere problemi. Però una persona, anche saggia, senza l’amplificatore della tecnologia, non riuscirà ad accedere agli strumenti di saggezza, resi disponibili a tutti, dal potenziamento della tecnologia digitale.
Molti docenti sentono la necessità di modificare la vecchia aula fatta di quattro mura e una lavagna, con quegli arredi rigidi replicati all'infinito, i banchi che guardano la cattedra e la polvere di gesso sparsa per terra.
Attraverso la rete, i tablet, le LIM, la didattica si sta trasformando, non esistendo più confini tradizionali.
Una scuola 2.0 con ambienti flessibili senza più solo la lezione frontale: un’aula trasformata in un laboratorio, secondo le necessità e i bisogni degli studenti.
In teoria, il rapporto insegnamento-apprendimento avrebbe dovuto modificarsi radicalmente, poiché la lezione frontale (trasmissiva, da parte di un docente depositario di un sapere indiscusso, universale ed astratto) non ha più senso all’interno del nuovo quadro di riferimento, il costruttivismo, con il soggetto che apprende al centro del processo formativo.
Lavorare a scuola in senso costruttivista implica lo sviluppo di capacità comunicative, collaborative, di condivisione, impensabili nella scuola “vecchio stampo”.
Le tecnologie hanno offerto un valido (e per certi versi insostituibile) supporto a questa metodologia didattica ma la variabile “docente” non è sottovalutabile.
I docenti si sentono defraudati del loro ruolo e non sono, in gran parte, disposti ad accettare che, nella realtà odierna, si sono moltiplicate le sedi e le occasioni di apprendimento, non più esclusiva della scuola come in passato.
Per cambiare questo atteggiamento diffuso occorrono più occasioni di formazione e aggiornamento per i docenti, oltre a incentivare e motivare il lavoro degli insegnanti, invece sempre meno riconosciuto dalla società in cui vivono e sempre più difficile per mancanza di risorse.

Lei sottolinea il valore e l’importanza di ascoltare i giovani: quale prossimo futuro vede e augura loro a scuola, quale ai loro insegnanti?

"Et encore une fois
Le soleil se lève
Le soleil libre et vagabond,
qui qime à dormir au bord des riviere
sur la pierre
sous les ponts"

"Ed ancora una volta
Il sole si alza
Il sole libero e vagabondo.
Gli piace dormire sulla riva dei fiumi
Sulla pietra, sotto i ponti."

Jacques Prèvert, Storie e altre Storie, Guanda, Parma, 1996

La poesia rispecchia ciò che io penso e sento per i Giovani.

Mille icone, brillanti e pallide, celate in una matriosca.
(Vedi l'introduzione al mio, I sette sensi del Prof., , Editrice Liber Iter, 2013)

Ascoltare i Giovani significa prima di tutto porgere loro la nostra vera, non superficiale, attenzione ed imparare insieme a loro.
L’ascolto, il prestare veramente attenzione, il “dare retta” è oggi, anche se non sembra, poco diffuso, perché ognuno ha la sua da dire, anche nei frammenti di saluto di un incontro casuale.
“Quando un discorso viene, dalla sua propria forza, trascinato in questo modo nella deriva dell'inattuale, espulso da ogni forma di gregarietà, non gli resta altro che essere il luogo, non importa quanto esiguo, di un'affermazione”, diceva il semiologo francese Roland Barthes.

Ebbene, come mai i Giovani praticano, con gli strumenti teconologici, così tanto i Giochi?
Perché ai giovani piace divertirsi e ridere.
Ricordiamoci ora cosa ha sostenuto per secoli la Chiesa: “Risus abundat in ore stultorum”.
La Scuola, per piacere, deve anche, quindi, divertire? O almeno interessare fortemente?
A mio parere, sì.
Perchè il riso può essere burla, satira, sbeffeggiamento, presa in giro… quindi il riso è “Pericoloso”. Tante vignette sono rimaste nella storia.
I Saggi religiosi dell’Università di Parigi, nel sostenere gli amanuensi, nel 1400, dicevano che Gutemberg era un “buffone”.
Tutta roba vietata anche durante il Fascismo e il Nazismo: lo splendido Bertold Brecht è dovuto emigrare in America, Internet oggi è controllata in Cina.
La comunicazione è veicolo di libertà, l’ironia e la satira, particolarmente in alcune sue forme, sono un “pericolo” per il Potere costituito.
Nel romanzo di Umberto Eco, cosa cercavano i frati Francescani Guglielmo da Baskerville ed Adso da Melk nel Monastero Benedettino?
Un libro di Aristotele.
Otto monaci uccisi ed il rogo della biblioteca per quel libro, che non doveva essere trovato. Cos’era? Il secondo libro delle Poetiche di Aristotele dove si esaltavano la Commedia ed il riso.
Un pericolo gravissimo per la Chiesa, se intendiamo ciò che la Chiesa pensava di Aristotele. Riflettiamoci su.
Io spero che i Giovani in futuro trovino la Scuola “bellissima e divertente”, perché possono usare i libri, portatori di un’immensa cultura, e tutti i loro strumenti tecnologici, per ora l’alba, presto il giorno, del domani.
Studiare avendo accanto Google è un’avventura fantastica che ti porta ogni giorno in ogni dove.

Quanto segue l’ho tratto da Google.
Era il 1990 e Massimo Marchiori aveva appena 20 anni. Oggi è un informatico di fama internazionale, considerato dalla Technology Review uno dei 100 ricercatori più innovativi al mondo. Vive e lavora in Italia dal 2001, dopo aver trascorso diversi anni tra l’Olanda e gli Stati Uniti.
Un “cervello di ritorno” famoso per aver inventato Hyper Search, il motore di ricerca da cui Larry Page ha tratto l’idea di Google.

Termino dicendo che, in questo senso, la cosa più importante è l’aggiornamento degli Insegnanti e la disponibilità dei relativi finanziamenti.
Alla Scuola Media "Tenerani" di Carrara trovammo i finanziamenti presso la CRC, oltre a una forte agevolazione da parte dell’Amministratore delegato della Olivetti Prodest e così riuscimmo a prendere 12 Olivetti Prodest 128 s, non ancora Dos.
Allora nella scuola si discuteva se l’informatica fosse educativa o meno.
La prima cosa che organizzammo fu un corso d’aggiornamento per i Docenti.
Ricordo ancora che sulla cartella blu dei materiali era disegnato magistralmente un gabbiano bianco in volo: questo auguro ai Giovani, mio Ideale di sempre.
White sea gull, blanc mouette, gaviota blanco, gabbiano bianco.

P.S.: Compito a casa

Andate su Google, cercate la Sagrada Familia, vedete le immagini e dite che impressione vi fanno.
Potete anche consultare vita e opere di Antoni Gaudi, l’Architetto che l’ha costruita, massimo esponente del modernismo Catalano.
E' necessario sapere, su Google, “come”scrivere le domande.

Buon divertimento.

Trovate sul Sito weebly in calce la seguente Poesia:

Sentieri

Sentieri liquidi
Tra le onde,
Sentieri di fuoco
In un astro vagante,
Sentieri di lacrime
In un viso piangente,
Sentieri cangianti
In una stella cadente,
Sentieri di brivido
In una nota echeggiante,
Sentieri di luce
In un sole calante,
Sentieri struggenti
Di una storia rimpianta,
Sentier pulsanti
In uno sciame di lucciole
Che nel buio incanta,
Sentieri d’amore
In uno sguardo che canta.
Sentieri pallidi,
Di saggezza antica,
Di un sentimento di Padre
Che sussurra al Figlio
Bellezze di vita.

Il sommo Galileo Galilei diceva: “La verità riesce ad imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano”.

Si legga l'articolo completo in formato pdf.


 

Bibliografia

William Shakespeare, Sonetti, Einaudi, Torino, 1999

Jacques Prèvert, Storie e altre Storie, Guanda, Parma, 1996

Bertold Brecht, Vita di Galileo, Einaudi, Biblioteca Giovani, Torino, 1963

Mario Boninsegni, I sette sensi del Prof., Editrice Liber Iter, 2013 (E pub www.liberiter.it/?p=3461 )

Mario Boninsegni , Il Solitario, Liber iter, 2012 (E pub www.liberiter.it/?p=2672)

Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso, Einaudi, Torino, 1997

Primo Levi, Lilit e altri racconti, Einaudi, Torino, 1981.

Marc Prensky, On the Horizon, MCB University Press, Vol. 9 No. 5, October 2001, disponibile qui

Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, Milano, 1980

 

Biografia

Mario Boninsegni è nato a Città di Castello (PG) il 14. 12.1946. Si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano e, nella stessa città, ha conseguito l’Abilitazione all’Insegnamento.
Dopo il servizio militare, ha insegnato nelle Scuole Medie della Provincia di Milano e di Massa Carrara, continuando a farlo per tutta la sua carriera di docente.
Alla fine degli anni ’80 ha iniziato il Coordinamento di Progetti Telematici europei ed internazionali (in particolare con gli USA). Ha collaborato con il CNR di Roma (Istituto di Psicologia ) e di Genova (ITD).
Collaboratore giornalistico presso diverse riviste specializzate e quotidiani, Siti e Blog, ha curato, e contribuito, alla stesura di diversi volumi che hanno per tema la Comunicazione.
Dal 1992 è socio fondatore e vicepresidente dell’Associazione telematica europea Eurosesame.
E’ Relatore per la Comunicazione presso diverse Università, in particolare la Federico II di Napoli.
Ha ricoperto la carica di Segretario Generale della CGIL Scuola toscana.
Ha organizzato Convegni per promuovere le Nuove Tecnologie nella Scuola.
Ha eseguito molteplici progetti architettonici.

Si veda il Curriculum completo.

 

 

 
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