di Rudi Bartolini
24 Febbraio 2014
“Migliorare la scuola. Autovalutazione, valutazione e miglioramento per lo sviluppo della qualità”, questo il titolo del volume - appena pubblicato - curato da Massimo Faggioli e frutto di una partnership di ricerca tra Indire, Università di Milano Bicocca, Università Alma Mater di Bologna e Università di Genova. Con quest’opera - facente parte della collana “Formazione, ricerca, didattica” delle Edizioni Junior diretta da Elisabetta Nigris - si è cercato di elaborare, secondo prospettive disciplinari diverse, uno sfondo teorico condiviso su cui fondare le azioni di supporto ai piani di miglioramento delle scuole.
Un lavoro originale e significativo, essendo il primo libro nel panorama editoriale italiano ad affrontare il tema del miglioramento nella scuola. Tema che tocca questioni cruciali per l’evoluzione del nostro sistema formativo, come la capacità della scuola di rispondere ai bisogni e ai cambiamenti sociali, di fronteggiare le sfide dell’innovazione, di restare al passo nel contesto internazionale.
Innanzi tutto, il volume cerca di chiarire cosa si intende per “miglioramento” e per “miglioramento scolastico”. Ne vengono rintracciate così le origine nel contesto aziendale/organizzativo e nei modelli che fanno riferimento al concetto di “qualità totale”, per arrivare all’incontro/scontro con il mondo della scuola e la sua cultura. La dimensione organizzativa sta facendosi largo nella scuola, la quale tende sempre più a caratterizzarsi come una learning organization; ciò comporta la necessità di ridefinire alcuni ruoli e funzioni, a partire dalla figura del Dirigente scolastico chiamata a promuovere una cultura della collaborazione e un sistema di leadership distribuita.
Il libro pone grande attenzione sul rapporto fra autonomia scolastica, valutazione, miglioramento, e su come questi elementi possano interagire in maniera virtuosa:
“La valutazione e l’accountability diventano […] chiavi per riflettere sull’autonomia in termini di strategie di miglioramento dei processi e di conseguenza dei risultati. In questa visione […] si auspica che una sapiente combinazione di autonomia e accountability possa condurre a migliorare le performance degli studenti e che il 'Sistema Nazionale di Valutazione sia la condizione perché l’autonomia si realizzi senza trasformarsi in anarchia'.”
Inoltre:
“[…] i processi di miglioramento non possono essere fondati su strumenti e procedure massificate, ma devono essere tagliati su misura per le specificità di ogni scuola.”
Il nuovo Sistema Nazionale di Valutazione – formato da Invalsi, incaricato di elaborare e sviluppare gli strumenti di valutazione, da Indire, a cui spetta il compito di sostenere le scuole nei processi di miglioramento, e dal Corpo Ispettivo del Miur nel ruolo di responsabile del processo di valutazione – rappresenta dunque un’occasione per valorizzare l’autonomia delle scuole, chiamate a confrontare gli esiti dell’autovalutazione con quelli della valutazione esterna per scegliere le priorità su cui intervenire col piano di miglioramento.
Nell’opera si ripercorrono le tappe delle principali sperimentazioni in corso o appena concluse (VSQ, VALSIS e VALES), che hanno “testato” metodi e strumenti di valutazione esterna, mostrando le criticità da esse incontrate e i dati rilevati. Queste esperienze sottolineano quanto sia delicato strutturare un processo valutativo, dall’individuazione degli indicatori all’analisi dei dati:
“I dati non sono neutrali e gli indicatori ancor meno. Essi rinviano a una certa concezione del mondo, assumono determinati criteri di rilevanza e sottendono ipotesi causali anche quando non le esplicitano.”
Le ultime due parti del volume sono dedicate rispettivamente alla figura del “tutor di miglioramento” e alla progettazione del piano di miglioramento.
Il tutor di miglioramento è visto come figura centrale per far entrare la cultura del miglioramento nella scuola. La sua attività va a toccare diversi ambiti: organizzativo, valutativo, progettuale, relazionale comunicativo e pedagogico-didattico. Svolge un ruolo fondamentale affinché si porti a regime “un sistema che non si appiattisca sugli aspetti burocratici, ma che coinvolga tutti coloro che vivono la scuola ponendo la valutazione come un’opportunità per realizzare, attraverso la partecipazione attiva ai processi di miglioramento, quella crescita professionale, che rappresenta uno dei fondamenti del processo di autonomia scolastica”.
La parte dedicata al piano di miglioramento, tenendo conto di quanto emerso dalle recenti sperimentazioni, ne ribadisce confini e specificità:
“Il processo di miglioramento dell’organizzazione scolastica non ha un inizio e una fine: l’ottica in cui la scuola dovrebbe cercare di entrare è quella di un processo di apprendimento continuo. Il Piano di Miglioramento invece prevede tempi ben definiti e una scansione precisa delle azioni necessarie per realizzarlo.”
Si cerca infine di fornire indicazioni operative e strumenti alle istituzioni scolastiche per passare dalla fase valutativa, alla scelta di un’area di intervento per risolvere un dato problema, fino alla stesura di un vero e proprio documento di progettazione.
Il volume si configura come un importante contributo per chi opera nel mondo della scuola e per tutti coloro che si chiedono “Come migliorare la scuola?”, “Come dare nuovo impulso, rivitalizzando la voglia di cambiamento, in un sistema scolastico che vive una fase di crisi durissima?”. Per Indire rappresenta un’importante conferma di quanto risulti proficua l’apertura a parternship di ricerca con le università e altri enti; apertura che, ricordiamo, è parte integrante della propria mission istituzionale.
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