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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Tutti vincitori i ragazzi della squadra italiana

Le Olimpiadi delle Scienze della Terra

di L. Lancellotti, S. Occhipinti, E. Piccioni
07 Ottobre 2014

border=Quattro assonnati ragazzi italiani attendono che si apra il check-in del volo che li riporterà in Italia da Madrid.
Hanno al collo una medaglia ciascuno: tre bronzi e un argento! I loro nomi sono rispettivamente Matteo Vajente del Liceo Scientifico “Tron” di Schio, Dario Sterzi del Liceo Scientifico “Messedaglia” di Verona, Tiziano Poropat del Liceo Scientifico “Oberdan” di Trieste e Lorenzo Basso dell’ISIS “Grigoletti” di Pordenone.

A guardarli ora con gli occhi piccoli per la stanchezza e i capelli spettinati, avvolti in giacche sformate dal viaggio e camice bianche che sottolineano la loro magrezza, non si direbbe che siano i quattro migliori studenti d’Italia nelle Scienze della Terra, piazzatisi tra i primi 50 al mondo. Ma, si sa, quando si è giovani una notte in bianco non spaventa, specialmente se passata a festeggiare assieme a coetanei provenienti da ben 21 Paesi diversi.
Invece, questi sono i fatti, questa è la felice realtà dell’Italia delle eccellenze, che alleva giovani talenti pieni di entusiasmo, impegno e dedizione, l’Italia sempre presente tra i primi posti delle classifiche internazionali, anche quando le risorse logistiche ed economiche, ma soprattutto le spinte motivazionali, non sono certo comparabili con gli investimenti di nazioni come il Giappone o la Korea.   

Dal 22 al 28 settembre si sono disputate le Olimpiadi Internazionali delle Scienze della Terra (IESO), che quest’anno hanno avuto luogo nella straordinaria cornice della Penisola della Maddalena a Santander (Spagna).

Dopo il miglior successo fuori casa, registrato in India durante la passata edizione (con un oro e tre bronzi), quest’anno la delegazione italiana, accompagnata dai docenti dell’ANISN Emanuele Piccioni (Liceo Scientifico di Assisi), Lorenzo Lancellotti (Università di Camerino) e dalla Dirigente scolastica Susanna Occhipinti (Assessorato Istruzione e Cultura - Regione Autonoma Valle d'Aosta), ha fatto un altro grandioso centro ottenendo ancora una volta quattro medaglie su quattro. 

Come sono arrivati i nostri “fantastici 4” a questa prova di livello mondiale?
Dario, Lorenzo, Matteo e Tiziano sono stati selezionati durante un lungo percorso, partito a inizio anno scolastico 2013/14. Dalle 335 scuole italiane iscritte alla dodicesima edizione delle Olimpiadi delle Scienze Naturali, sono stati inizialmente scelti circa 1500 studenti, ammessi alle fasi regionali svolte in tutta Italia l’8 aprile 2014. I migliori 100 studenti si sono quindi riuniti in una “tre giorni” di prove teoriche e pratiche a Castellammare di Stabia (Na), dove il 4 maggio 2014 sono stati finalmente dichiarati vincitori i quattro che hanno formato la squadra impegnata nella competizione internazionale. Ai primi di luglio questi studenti, assieme ad altre sei eccellenze, hanno partecipato gratuitamente ad una settimana di stage di studio e ricerca presso la Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino. Gli studenti sono stati seguiti da dottorandi e docenti Unicam, potendo approfondire aspetti teorici e svolgendo attività sul campo, al fine di ampliare le proprie conoscenze e abilità nelle Scienze della Terra. 

La gestione della macchina organizzativa è spettata all’ANISN, la quale, con il patrocinio e il sostegno del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ma soprattutto grazie al lavoro pressoché volontario di un piccolo esercito di insegnanti, è riuscita nell’impresa.

All’edizione spagnola delle IESO erano presenti 21 nazioni partecipanti e 5 nazioni osservatrici, senza alunni in gara, per un totale di 82 studenti e più di 80 accompagnatori.

border=Le prove che i ragazzi hanno dovuto affrontare sono state cinque, divise su due giornate. Quest’anno gli organizzatori si sono concentrati sulla “Terra come Sistema”, integrando efficacemente nei quesiti i differenti ambiti disciplinari. Le circa 30 domande di ogni prova hanno sempre avuto un filo conduttore che le legava a un tema principale, richiedendo abilità e conoscenze, che spaziavano tra gli svariati ambiti delle Scienze della Terra. I ragazzi si sono dovuti cimentare con il viaggio di Darwin da un punto di vista geologico (meno noto di quello biologico), con le straordinarie caratteristiche paleontologiche della gola africana di Olduvai, con le innovative scoperte della sonda Curiosity sulla superficie di Marte e con il delicato equilibrio degli ambienti costieri, soggetti a correnti, venti e fenomeni di marea. 

Gli stessi ragazzi hanno infine dovuto affrontare una prova pratica, che è consistita in una “gimcana geologica” sulla stupenda Penisola della Maddalena.

Alle cinque verifiche valide per le medaglie si è poi affiancata un’ulteriore prova pratica svolta in gruppi internazionali composti da dieci studenti ciascuno, obbligatoriamente provenienti da nazioni differenti. Durante questa attività, denominata International Field Trip Investigation (IFTI), che nella fattispecie prevedeva la produzione, l’analisi e l’interpretazione di un campione stratigrafico di costa sabbiosa, i ragazzi hanno dovuto mostrare ulteriori abilità e competenze. Infatti, in un simile contesto l’aspetto che maggiormente contava è stato la capacità di interagire con i compagni stranieri, per ottenere assieme un risultato soddisfacente dal punto di vista scientifico, interessante da quello conoscitivo e coinvolgente da quello divulgativo, utilizzando rigorosamente la lingua inglese come veicolo di comunicazione.

A tale proposito, oltre allo straordinario risultato che gli studenti sono stati in grado di portare a casa, quello che ha arricchito maggiormente i nostri futuri geologi è racchiuso in alcune delle loro stesse parole, scritte di getto dopo la premiazione:

border=Ho trovato l’esperienza incredibilmente divertente e costruttiva, dal punto di vista caratteriale, umano e scientifico. La cosa, a mio parere, incredibile è stata che la gara vera e propria è stata ampiamente surclassata dalla componente umana di incontro tra le culture.” Lorenzo

“Tornerei a farlo subito.” Dario

“La tipologia di prove scritte mi è piaciuta, in quanto basata non solo sulla conoscenza ma anche sul ragionamento... Per quanto riguarda l’evento è impossibile definire quanto mi abbia dato dal punto di vista umano e delle relazioni.” Matteo

“L’incontrare persone da ogni parte del mondo mi ha molto cambiato, soprattutto nel mutare opinioni e punti di vista rispetto a varie questioni”. Tiziano

Queste frasi dimostrano come i ragazzi abbiano ben compreso l’importanza dell’esperienza, sia dal punto di vista scientifico, sia da quello umano e come si siano dimostrati seri e maturi nell’affrontare la settimana di trasferta.

L’auspicio è che questa buona tradizione italiana si consolidi negli anni, perché avvenimenti come questo sono strumenti indispensabili per promuovere la riflessione sull’importanza di conoscere il nostro pianeta e di comprenderne fenomeni e dinamiche, per poterne salvaguardare al meglio risorse e ricchezze.  

 

 

 

 
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