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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

La settimana europea della programmazione

Intervista a Alessandro Bogliolo, Code Week Ambassador per l'Italia.
La Code Week è stata lanciata per la prima volta due anni fa dalla Commissione Europea e prevede la collaborazione di diversi enti, partner e scuole di tutta Europa.

di Giovanni Nulli
13 Ottobre 2014

Dall'11 al 17 ottobre centinaia di eventi in tutta Europa per offrire a giovani l'opportunità di iniziare a programmare. Professor Bogliolo, ci spiega cos’è il coding?

Il coding è uno dei termini inglesi utilizzati nel linguaggio internazionale per descrivere la programmazione. Andando oltre la traduzione letterale, il termine assume un significato più ampio della semplice "codifica" e fa riferimento a un'attività che comprende non solo la scrittura di codice, ma anche l'individuazione di una soluzione algoritmica al problema da affrontare.

Quali competenze può contribuire a sviluppare nello studente, e perché secondo lei il coding va introdotto nelle scuole?

La programmazione implica il problem solving e sviluppa capacità di pensiero creativo e pensiero computazionale. In questo senso non va intesa come una competenza riservata agli addetti ai lavori, a chi da grande vorrà lavorare nel campo dell'informatica, ma come una disciplina di base, utile a sviluppare capacità trasversali agli ambiti applicativi, e complementari alle altre materie di studio. Bisogna pensare alla programmazione come a un linguaggio, prendendo come metafore l'italiano, l'inglese o la matematica. Se la scuola non insegnasse ai ragazzi a esprimersi correttamente nella propria madre lingua o non offrisse loro ottime basi di inglese e di matematica, formerebbe persone con gravi lacune culturali e comprometterebbe la competitività degli individui e del Paese. La programmazione e il pensiero computazionale vanno intesi allo stesso modo, come strumenti di emancipazione culturale e competitività individuale e collettiva.
 
Può descrivere ai docenti italiani cos'è la Code Week?

La Settimana europea della programmazione è un'iniziativa del gruppo degli Young Advisor della Commissione Europea lanciata lo scorso anno per avvicinare i giovani e i giovanissimi alla programmazione. Si tratta di una settimana (quest'anno dall'11 al 17 ottobre) nella quale si concentrano eventi di ogni genere, che compongono un'offerta ampia e variegata di opportunità per un primo approccio alla programmazione. Tutti gli eventi in programma sono visualizzati su questa mappa: sono già più di 700 e si prevede che superino i 1000. Gli strumenti più utilizzati sono quelli di programmazione visuale a blocchi, che consentono ai ragazzi di programmare giocando, ed essere immediatamente produttivi. Ma c'è molto di più. I ragazzi potranno essere coinvolti nello sviluppo di applicazioni per smartphone, nel controllo di robot, nello sviluppo di videogiochi o nella realizzazione di opere d'arte. Tutto quello che accadrà nel corso della settimana lascerà una traccia e una rete di relazioni che consentiranno di continuare a condividere eventi, esperienze e materiali. Per far parte della rete chiunque può registrarsi sul sito della Code Week: individui, scuole, aziende, enti, associazioni, organi di informazione. Al momento la rete del Code Week in Italia, coordinata dall'Università di Urbino e da NeuNet comprende 60 scuole, 20 partner e 15 media partner. Questa rete di partner è la migliore garanzia di ricadute positive della Code Week. Per questo il Miur, nella circolare del 23 ottobre scorso, ha invitato tutte le scuole ad aderire.

Ci spiega il senso di questa iniziativa nel quadro generale delle tendenze in ambito educativo a livello europeo?

A livello europeo, ma forse potremmo dire a livello internazionale, c'è la consapevolezza che le competenze e la creatività dei giovani sono un investimento per il futuro. La programmazione, intesa come disciplina di base, gioca un ruolo fondamentale in questo scenario, sviluppando competenze e creatività a tutti i livelli.
L'altra tendenza educativa che possiamo riconoscere, a livello globale, è l'approccio ludico e spontaneo alla programmazione, reso possibile dagli ottimi strumenti di programmazione visuale disponibili online, dai tanti giochi orientati alla programmazione, dalle tante persone e dalle tante organizzazioni che si impegnano spontaneamente per offrire a bambini e ragazzi l'opportunità di sperimentare e programmare insieme. È venuto il momento di portare questo metodo dentro le scuole.  Il progetto "Programma il futuro" che, grazie all'intervento del CINI, mette le risorse del Code.org a disposizione delle scuole italiane, è un ottimo punto di partenza. Usare all'interno delle scuole strumenti e metodi ludici e autoesplicativi consente di iniziare subito, senza attendere riforme e corsi di formazione. L'altro aspetto su cui suggerisco di fare leva è l'ampio spettro di applicazioni dell'informatica e della programmazione. Usando gli stessi strumenti intuitivi di cui abbiano parlato è facile concepire attività interdisciplinari che inducano gli alunni a usare la programmazione in modo strumentale nell'ambito delle altre discipline.

LOGO era stato inventato come strumento/linguaggio indirizzato alla scuola: c’è qualcosa di analogo?

Certo.
I costrutti base dei linguaggi di programmazione visuale assomigliano molto alle istruzioni LOGO usate per far muovere la tartaruga sullo schermo. La tecnologia attuale rende solo più semplice, divertente e immediata la programmazione, ma non ne cambia la sostanza.

Secondo lei, come può approcciarsi un docente al coding?

Credo che ogni docente possa farlo come lo fanno i suoi stessi alunni, ma rassegnandosi come ogni adulto ad essere più lento di loro nell'apprendimento. Tuttavia, non credo che i docenti abbiano bisogno di diventare programmatori per aiutare i loro alunni a imparare a programmare. I docenti sono fondamentali punti di riferimento per i ragazzi, quindi devono dare loro consapevolezza, motivazione, strumenti, partecipazione, gratificazione. Se anche loro si cimentano nella programmazione, il loro esempio è senz'altro di stimolo indipendentemente dai loro risultati individuali. Dirò di più, se fossi un docente senza competenze informatiche e dovessi o volessi fare qualcosa per sensibilizzare i miei studenti al coding, li inviterei a seguire insieme i percorsi disponibili online, a cominciare da "Programma il futuro", sfidandoli a imparare prima di me per insegnarmi a programmare.


La Code Week è stata lanciata per la prima volta due anni fa dalla Commissione Europea e prevede la collaborazione di diversi enti, partner e scuole di tutt'Europa. Indire aderisce all'iniziativa in qualità di partner italiano. Per maggiori informazioni sulle inziative in corso, il sito web è http://codeweek.it. Su Twitter: #codeEU

 
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