Indire, sito ufficiale
Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa MIUR
immagine di contorno      Formazione separatore dei progetti      Documentazione separatore barra alta      Didattica separatore barra alta      Comunicazione separatore barra alta Europa
contorno tabella centrale
FORMAZIONE

L'esperienza del Museo virtuale Indire

Un percorso di didattica laboratoriale che ha coinvolto i ragazzi dell'ITT "G. Chilesotti" di Thiene (VI) nella valorizzazione del patrimonio di Indire

di Pamela Giorgi
25 Marzo 2015

Sala Michelucci, Palazzo Gerini, IndireL’esperienza di riallestimento virtuale del Museo nazionale della scuola di Firenze, 1941 - sviluppata nel corso della mia attività pluriennale di ricerca sul patrimonio storico documentario custodito in Indire e, più ampiamente, sui processi di valorizzazione dei beni culturali (in particolare, complessi archivistico-librari) - è in linea con gli intenti del protocollo di intesa MIUR-MIBACT (28/05/2014) avente ad oggetto l’applicazione delle ICT per l’istruzione e la cultura. Indice della rinnovata attenzione del Ministero sull'educazione al patrimonio storico-culturale nelle scuole, il protocollo (ex art. 1) è principalmente finalizzato alla costruzione di rapporti costanti tra le istituzioni culturali e quelle scolastiche per la riscoperta di quella identità storico-culturale troppo spesso non adeguatamente considerata. Si vuole, per questa via, favorire una relazione viva e consapevole degli studenti con il patrimonio presente sul territorio e stimolarne una maggiore comprensione. Integrando l’azione educativa con un'azione inclusiva, gli studenti diventano realmente partecipi e testimoni del quotidiano processo di valorizzazione del patrimonio in cui sono impegnati ogni giorno gli enti di conservazione.

A riguardo è stata usata spesso l’espressione “la scuola adotta un museo”, che significa favorire il formarsi di legami tra gli studenti e i beni culturali, attraverso varie fasi: conoscitiva (del monumento, del contesto storico e del territorio), attuativa (ipotesi operative, costruttive, espressive) e di diffusione (ad esempio, con la pubblicazione di quanto fatto in Rete).


Che cos’è e come si è sviluppato il progetto Museo nazionale della scuola di Firenze, 1941

Accolto dalla direzione Indire nel 2011, si è svolto in stretta collaborazione con due docenti (Raffaella Calgaro e Marco Cuoghi) e alcuni studenti dell'indirizzo di informatica dell'ITT "Giacomo Chilesotti" di Thiene (VI). L’obiettivo è stato ricreare virtualmente l'allestimento del Museo Nazionale della Scuola, nella versione riallestita, nel 1941, dall’architetto Giovanni Michelucci nel rinascimentale Palazzo Gerini, ancora oggi sede di Indire.
I ragazzi delle classi quarte e quinte dell'Istituto Chilesotti, negli anni scolastici 2012-2013 e 2013-2014, hanno così applicato le loro competenze nel campo delle ICT per la valorizzazione di questo importante patrimonio storico. Grazie ad un lavoro di paziente ricerca, su materiale fotografico e documentario, è stata individuata l’originale sistemazione delle stanze del Museo, dove è stato poi ricollocato virtualmente il nucleo del patrimonio storico-documentario che fu del Museo stesso. 
Ricordiamo che Indire - a partire dal suo primo antecedente istituzionale, quella Mostra Didattica Nazionale voluta dal pedagogista Giuseppe Lombardo Radice - per oltre novant’anni, caso unico in Italia, ha raccolto in modo sistematico e conservato migliaia e migliaia di esemplari documentari, i più vari, tutti riconducibili al mondo della scuola e dell’educazione.

 

Un’esperienza di didattica laboratoriale della storia

L’allestimento ha rappresentato un’esperienza di didattica laboratoriale, che ha visto l’integrazione di varie materie curricolari quali storia, italiano ed informatica. 
Nella prima fase di lavoro, quella di conoscenza diretta del monumento (Palazzo Gerini a Firenze, sede di Indire) e di quanto conserva, gli studenti hanno esaminato i documenti autentici dell’archivio storico e della biblioteca, hanno realizzato lavori sul campo, come fotografie, misurazioni e rilievi, disegni, interviste, ed individuato gli spazi ove un tempo sorgeva il complesso monumentale. L’obiettivo principale è stato insegnare la storia attraverso un percorso di ricerca e di ricostruzione, lavorando su documenti autentici e abbandonando la vecchia impostazione mnemonico ripetitiva. A titolo esemplificativo, per quanto riguarda l’analisi storica dei documenti, lo studente ha imparato a privilegiare un’organizzazione tematica e non cronologica dei dati, acquisendo la capacità di selezionare i contenuti realmente significativi nel contesto in cui ha operato. Il gruppo di studenti, posto nella condizione di poter lavorare in modo autonomo alla ricerca di informazioni, è stato poi in grado di passare alle fasi successive di creazione dell’ambiente in 3D.
Gli studenti si sono così trovati insieme al conservatore e al loro docente nel “fare storia”, coinvolti nell’ideazione, nella progettazione e nella realizzazione del museo virtuale, attraverso momenti di attività pratica e collaborazione fra pari. Il risultato è stato un allontanamento dal modello “lineare” di insegnamento della storia, a favore dell’idea di un sapere integrato, che richiede di andare oltre la lezione frontale e l’uso esclusivo del manuale verso una modalità articolata e complessa di costruzione della conoscenza storica.
Nel percorso svolto emergono, pertanto, i temi dell’innovazione e del cambiamento: un progetto di questo tipo, infatti, riflette appieno i mutamenti che da alcuni anni interessano la didattica e, in particolare, l’insegnamento delle discipline storiche, con il passaggio dal modello tradizionale trasmissivo a quello conoscitivo-collaborativo. 

                 

La scuola adotta un museo

La dimensione laboratoriale di questa esperienza è stata sia interna alla scuola, sia esterna; gran parte della ricerca è stata infatti svolta direttamente nel luogo di conservazione.  Indire è stato, in tutto il corso dell’esperienza, sia il luogo didattico (e luogo di conservazione) dove si svolgevano le ricerche, sia il soggetto che coordinava il progetto. Ciò ha fatto sì che gli studenti socializzassero con un’istituzione che altrimenti avrebbero visto come lontana: utilizzandone le risorse umane e quelle tecnologiche, entrando in contatto e manipolando gli oggetti del patrimonio, approfondento la conoscenza dei momenti fondamentali della storia dell'Istituo e "drammatizzandoli".
In questo percorso, occorre sottolineare la reale centralità degli studenti nel processo di valorizzazione del patrimonio storico, del bene comune, che induce non solo all’acquisizione di nuove competenze culturali, ma anche ad un rapporto consapevole con la cosa pubblica, concetto, a sua volta, relato strettamente a quello di cittadinanza.

Una delle 309 xilografie dell’edizione per il centenario di Pinocchio  (Editore: Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Pescia, 1983)

Il modello, messo a punto nel corso di questa esperienza e presentato a LuBec 2015 alla presenza del Ministro Giannini, è adesso applicato su un nuovo complesso documentario-librario e museale. Durante questo anno scolastico (2014/15), infatti, sotto la mia consulenza scientifica, e con il medesimo gruppo di lavoro (composto dagli studenti dell’ITT Chilesotti e, ancora una volta, dai docenti Raffaella Calgaro e Marco Cuoghi) verrà messo in Rete un nuovo Museo Virtuale, quello della casa museo dell’artista pistoiese Sigfrido Bartolini (1932-2007). Tra le molte cose, anche celebre illustratore della monumentale Edizione Nazionale del Pinocchio del 1983, anno del centenario della nascita del burattino di Collodi.

 

 


Approfondimenti sul Museo virtuale Indire 

P. Giorgi in Atti dei Cantieri cultura: dal dire al fare. Dibattito I am I blog a LuBeC 2012 

P. Giorgi in La scuola adotta un museo a LuBeC 2014 

P. Giorgi e R. Calgaro in Generazione digitale: I beni culturali a scuola

R.Calgaro, M. Cuoghi e L. Dappiano in rubrica del sabato “Il Settimanale” RAI 3 – VENETO

 

Indicazioni sitografiche per Musei virtuali

The Virtual Museum of Iraq (CNR - Ministero degli Affari Esteri)

Museo Galileo (Museo Galileo, Firenze)

Museo virtuale di architettura 

Muva. Museo Virtual de Artes. El Pais

Pinterest per lo Schulmuseum di Lipsia

Musei virtuali. Visita le migliori mostre al mondo

Musei virtuali (Università Torino – al momento non accessibile)

Musei della scuola

150 anni di storia della scuola italiana (Treccani)

 

Indicazioni bibliografiche 

Bandini Gianfranco  e  Bianchini Paolo, Fare storia in rete. Fonti e modelli di scrittura digitale per la storia dell'educazione, la storia moderna e la storia contemporanea, Carocci, Roma, 2007

Becherucci Luisa, Lezioni di Museologia (1969/1980), UIA, Firenze, 1995

Bibliography. Virtual Museums (Icom, International Council of Museums)

Bourdieu Pierre, Darbel Alain, L'amore dell'arte: le leggi della diffusione culturale. I musei d'arte europei e il loro pubblico, Guaraldi, Rimini, 1972

De Socio Patrizia, Piva Chiara, Il museo come scuola, Carocci, Roma, 2005

Franchi Elena, Museo e “Musei”, in Franchi Elena, Capitolo Zero. Storia, civiltà e patrimonio, introduzione al manuale scolastico di storia dell’arte: Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell’arte, Zanichelli, Bologna, 2006

Lugli Adalgisa, Museologia, Jaca Book, Milano, 1992

Mazzi Maria Cecilia, In viaggio con le muse. Spazi e modelli del museo, Firenze, Edifir, 2005

Ragazzini Dario, Le fonti storiche nell’epoca della loro riproducibilità informatica, in La storiografia digitale, UTET, Torino, 2004

73 Musei d’arte, archeologici, etnografici, naturalistici, scientifici e tecnologici, tematici, aziendali, ecomusei, presentati da Luca Basso Peressut, Maurizio Di Puolo, Mario Mastropietro, Valeria Minucciani, Maria Clara Ruggieri Tricoli, Edizioni Lybra Immagine, Milano, 2007

 

Nota biografica sull'autrice

Pamela Giorgi è dal 2014 ricercatrice Indire, istituto con cui collabora dal 2008, si occupa della valorizzazione del patrimonio archivistico e librario, con particolare attenzione alle fonti fotografiche. Inoltre è consulente scientifico per gli archivi delle fondazioni Giulio Einaudi (Torino), Xavier e Caterina Bueno (Fiesole), Don Lorenzo Milani (Firenze), Sigfrido Bartolini (Pistoia).

 

 

 

 

 
Articoli correlati

'L'apprendimento alternato per gli studenti del Nuovo Millennio'
di Redazione (28 Settembre 2015)

Memory Safe: i primi risultati
di Fausto Benedetti (31 Luglio 2015)

Scuola, compattare l'orario... si può!
di Stefania Chipa e Lorenza Orlandini (10 Luglio 2015)

eTwinning Traineeship all'Università degli Studi di Firenze
di Vanna Boffo (22 Giugno 2015)

La statistica nella formazione M@t.abel dell'Indire
di Redazione (09 Giugno 2015)

Contenuti Didattici Digitali e Libri di testo: quando il manuale non si porta più a mano
di AA.VV.* (29 Maggio 2015)

Formazione degli insegnanti, verso la costruzione di un continuum
di Maria Chiara Pettenati e Francesca Brotto (15 Maggio 2015)

Migliorare la scuola: modelli ed esperienze
di Rudi Bartolini (29 Aprile 2015)

La scuola come sistema aperto
di A. Anichini, S. Chipa, L. Orlandini (10 Aprile 2015)

La penna 3D, imparare costruendo e manipolando le figure geometriche
di Linda Giampieretti (02 Aprile 2015)

Innovazione, apprendere in modo attivo con le tecnologie
di Silvia Panzavolta (06 Marzo 2015)

E-CLIL: insegnare in lingua straniera con le tecnologie digitali
di Rudi Bartolini (23 Febbraio 2015)

Metodologia CLIL e innovazione didattica
di Letizia Cinganotto (03 Febbraio 2015)

Perché aderire al Movimento delle Avanguardie educative
di Lorenza Orlandini (26 Novembre 2014)

Migliorare la scuola
di Rudi Bartolini (24 Febbraio 2014)