Indire, sito ufficiale
Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa MIUR
immagine di contorno      Formazione separatore dei progetti      Documentazione separatore barra alta      Didattica separatore barra alta      Comunicazione separatore barra alta Europa
contorno tabella centrale
LEARNING OBJECTS

Come cambierà il tuo lavoro di insegnante con gli Oggetti Didattici?

Una piccola indagine a Nancy per cogliere dalla voce di alcuni insegnanti di varie nazioni pareri ed opinioni sul futuro. E non solo dei LO

di Francesca Sbordoni
29 Settembre 2003

Pensi che i Learning Object rappresentino una grossa novità e un’opportunità per il futuro? Oppure sono solo un nuovo nome per qualcosa che nella scuola si fa già da anni?

 

Nitzanit (Israele):  Secondo me è roba vecchia e rimasticata. Sono cose chiuse in cui mettere testo, immagini e quant’altro. Il vantaggio è che gli Oggetti Didattici sono un’ottima soluzione quando sono piccoli, riciclabili e adattabili a diversi contesti.

Tor Aas (Norvegia): Se saranno buoni abbastanza dureranno e verranno usati in futuro. La chiave di lettura migliore, però, è l’uso in prima persona di tali Oggetti da parte degli studenti, se stimola abbastanza la loro curiosità e il loro senso della scoperta.

Drew (Scozia): Offrono interessanti possibilità ma dipende dal singolo insegnante. Per me, per esempio, sono interessanti, ma penso che alcuni colleghi non ne saranno altrettanto entusiasti

Ernestina (Italia): Da alcuni anni produco e uso con i miei alunni dei Learning Object. L’esperienza che ho fatto in questi anni è stata stimolante ed interessante per  me e per i miei studenti. Penso che i LO siano lo strumento che useremo in futuro nella scuola affiancato agli strumenti che tradizionalmente usiamo: libro cartaceo, lezione frontale. I LO rispondono  ottimamente all’esigenza di una didattica più dinamica, la multimedialità offre strumenti che permettono di intervenire con efficacia in alcuni processi di apprendimento per i quali gli strumenti tradizionali a volte non producono esiti positivi: le simulazioni danno l’opportunità all’alunno  di vedere in tempo reale e in tre dimensioni l’evolversi di un fenomeno o proprietà di figure geometriche che siamo costretti a far solo immaginare. Un disegno alla lavagna non ha la stessa efficacia. Gli OD lasciano spazio all’autoformazione e all’autoverifica in modo molto più efficace  rispetto a quanto si può fare con un libro di testo. I LO, veicolati attraverso Internet, permettono di “assistere” lo studente anche a distanza. I LO propongono un insegnamento non lineare, su questo punto mi piacerebbe avere un confronto con quanti operano in questo settore per discuterne le implicazioni didattiche e pedagogiche.

Emanuela (Italia): Durante i lavori di Nancy è emerso il problema di una definizione chiara ma al tempo stesso onnicomprensiva di cosa sia un LO. Esplorando la versione demo del portale di European Schoolnet contenente i vari LO ci si trova di fronte a oggetti diversi: a volte si tratta di simulazioni, altre di animazioni con tecnologia Flash, altre ancora solo testo e immagini, in altri casi ancora si hanno questionari e test, oppure immagini, grafici e suoni integrati tra loro, e così via. Quindi è difficile trovare, almeno per ora, una descrizione univoca. E’ più facile intuire cosa sia un LO piuttosto che darne una spiegazione precisa. Probabilmente si tratta di una unità di apprendimento, piccola o grande che sia, in sé autonoma e conclusa, che sfrutta la multimedialità e l’interattività, possibilmente svincolata da un contesto preciso e riusabile in differenti situazioni di apprendimento. E’ probabile che certe forme siano più adatte ad alcune discipline: si pensi alla simulazione in ambito scientifico, meno al settore umanistico. Certamente il LO rappresentano una grande opportunità. Ma nella loro programmazione bisogna puntare a renderli più autonomi e conclusi possibile, così che l’insegnante li userà potrà inserirli facilmente nel proprio contesto. Prima che un problema tecnico, è un problema di progettazione e di realizzazione di un prodotto che deve essere flessibile. Alcuni dei contenuti visti a Nancy sono presenti in forme più o meno analoghe anche nei Cd-Rom scolastici o nelle enciclopedie multimediali. Il punto è che questi ultimi sono difficilmente scomponibili, non facilmente prelevabili dal docente che vuole costruire un personale percorso di lezione, sono rigidi nella progettazione, protetti dal copyright. Metterei però grande attenzione nella cura dei contenuti: non sempre quelli dei LO da me visionati mi sono sembrati all’altezza. Penso che “gli effetti speciali” non devono far perdere di vista la scientificità di ciò che viene proposto.

 

 

Pensi che il tuo modo di insegnare cambierà ora che hai capito cosa sono, a che cosa servono e come funzionano i Learning Object?

 

Nitzanit (Israele): Non so se cambierà ma mi darà nuovi strumenti per fare tante cose. Ho sempre lavorato con i pc, con Internet per fare per esempio ricerche su usi e costumi dei diversi paesi di provenienza dei bambini. I LO però combinano tutte queste cose e sono intuitivi, non hai bisogno di training per imparare a usarli.

Tor Aas (Norvegia): Spero che lo migliorino. E ciò dipende dagli stessi LO. Può darsi che usandoli scoprirò modi di insegnare che cambieranno in maniera significativa il mio attuale modo. Nella mia classe sono rilevanti le infrastrutture: se avessi un videoproiettore e una lavagna interattiva sicuramente potrei usare i LO meno interattivi e più informativi.

Drew (Scozia): Non credo che cambierà il mio modo di insegnare, ma quello di altri si. Io utilizzo già molte tecnologie informatiche e penso quindi che i LO non potranno che aiutarmi a migliorare.

Ernestina (Italia): Dopo Nancy avrò l’opportunità di confrontarmi con altri colleghi europei sull’uso dei LO, avrò a disposizione molto materiale in inglese da usare in classe. Il confronto con altre realtà europee mi permetterà di usare i LO con maggiore consapevolezza. Sarebbe bello mettere in contatto anche gli alunni che usano lo stesso tipo di materiali.

Emanuela (Italia):Mi piacerebbe pensare di poter utilizzare nel mio lavoro dei LO che siano molto interattivi, cioè che creino il seguente ambiente di apprendimento: l’insegnante come guida per gli allievi, fornisce indicazioni, corregge eventuali deviazioni dell’alunno, sorveglia il processo ma lascia fondamentalmente che sia lo studente a scoprire i contenuti e a costruire la propria conoscenza da solo. Credo che i LO possano contribuire a determinare quello che si chiama apprendimento per scoperta ed esperienza diretta, anche se mediata da un computer. Io non mi farei il problema di dire: ma lo studente molto spesso di fronte ai LO non sa come agire. E’ qui che interviene l’insegnante per reindirizzarlo, che funge da mediatore, che facilita l’acquisizione delle sue conoscenze, rinunciando al ruolo tradizionale di trasmettitore di contenuti.

Non è da sottovalutare, inoltre, che si tratta di una forma di e-learning, qualcosa che nelle scuole italiane risulta ancora assolutamente nuovo e tutto da sperimentare. Con lo sviluppo dei LO e il programma Celebrate siamo di fronte a una vera comunità di apprendimento a livello europeo che realizza lavoro collaborativo a distanza e attua una proficua condivisione di risorse.

 

 

Utilizzerai Learning Object nella tua attività didattica? E pensi che modificheranno sostanzialmente il tuo modo di stare in relazione con gli studenti?

 

Nitzanit (Israele): Più che la relazione cambierà il modo di gestire la classe per esempio con una maggiore attività svolta mediante l’uso della lavagna luminosa. Quel che è certo è che l’uso dei LO costringe a ripensare la tua attività suddividendola in frammenti di tempo più piccoli

Tor Aas (Norvegia): Forse cambieranno il mio modo di relazionarmi con i ragazzi, ma non troppo. In fondo il mio stile di insegnamento è già informale e continuerà ad esserlo. Forse mi renderanno più capace di differenziare e individualizzare i percorsi formativi. Mentre alcuni alunni potrebbero lavorare al computer, io potrei dedicarmi a lavorare con altri della classe su altre cose.

Drew (Scozia): Non credo che le cose cambieranno. Oppure sì ma solo nel caso in cui i ragazzi siano anche coautori e coproduttori delle risorse e dei LO. Prediligo sicuramente una impostazione collaborativa.

Emanuela (Italia): Sul portale visto a Nancy non erano disponibili LO di letteratura, di lingua, o di latino. Quindi, per la specificità delle materie che insegno, è difficile farsi un’idea precisa. C’erano LO di storia ma mi sono sembrati materiali riadattati all’ultimo momento per Celebrate. Insomma, nulla di nuovo sul piano della progettazione perché erano solo schermate di testo e immagini. Tra l’altro non capisco perché classificati sotto la categoria History poiché erano piuttosto mitologia e storia dell’arte. Migliori quelli di geografia. Con Indire stiamo lavorando a produrre esercizi interattivi per il recupero di Latino e di Italiano, quindi spero che anche il settore umanistico venga presto raggiunto dalla didattica con gli LO.

 

Riguardo ai Learning Object della tua disciplina prodotti da professori di altri paesi, pensi che sarà possibile utilizzarli e inserirli nel tuo curricolo di studi?

 

Nitzanit (Israele): Con le materie scientifiche non penso ci siano problemi. Per le materie che fanno diretto riferimento alla cultura, dipende. Forse sarebbero scarsamente utilizzabili: vedi il caso di tematiche quali la religione, la storia.

Tor Aas (Norvegia): Forse non potrò usarli facilmente perché abbiamo metodi pedagogici diversi… Il problema della lingua non è poi da trascurare perché la personalizzazione porta via molto tempo. Ma naturalmente i LO più piccoli saranno più facili da riutilizzare. C’è poi il fatto che un’animazione non ha molto testo e del resto non la puoi trovare in un libro. Infine c’è la questione dell’importanza che in Norvegia diamo alla curiosità, alla scoperta e alla discussione per giungere all’apprendimento.  Usiamo molto il problem solving più che l’insegnamento teorico, l’approccio costruttivistico invece di quello nozionistico.

Drew (Scozia): No, non credo che li utilizzerò. Forse per cose come la storia la diversità culturale e di paese del produttore potrebbe rappresentare un problema. Ma anche lì, bisognerebbe guardare quello che prevedono i diversi curricoli nazionali. Sarebbe interessante avere una specie di tabella che correla un argomento, per esempio il corpo umano, ai diversi modi di formazione utilizzati nei diversi gradi di istruzione dei diversi paesi

Ernestina (Italia): Utilizzerò certamente con i miei alunni i materiali messi a disposizione dal progetto Celebrate. Sarà interessante verificare come gli studenti si orientano nell’uso di materiale didattico scritto in inglese: oggi, per le materie scientifiche, è di fondamentale importanza l’uso di questa lingua.

Emanuela (Italia):Penso a possibili LO di latino e di italiano e credo proprio di utilizzarli. Specialmente per quanto riguarda l’aspetto più strettamente linguistico: la morfologia, la sintassi, la metrica in poesia, oppure le questioni legate all’analisi del testo. Per lo studio della letteratura si può condividere un’idea di partenza e magari realizzarla nel proprio curricolo nazionale con i template. In fondo uno degli aspetti più interessanti di questo progetto è proprio la possibilità di lavorare su modelli predefiniti ma non chiusi in maniera rigida: l’insegnante può diventare autore. Anche, e soprattutto, insieme agli alunni può costruire LO tagliati esattamente per il proprio contesto, finalizzati ai suoi obiettivi didattici. Grazie poi alla comunità di Celebrate si potrebbe condividere la buona pratica, l’esperienza, l’idea che è stata alla base di quella particolare situazione di apprendimento.

Interviste a cura di Francesca Sbordoni (f.sbordoni@indire.it)

 
Articoli correlati

Learning Object: dal dire al fare
di Massimo Faggioli (18 Luglio 2005)

La dittatura dei learning object
di Giovanni Biondi (16 Dicembre 2004)

Learning Object: parola agli insegnanti
di Antonio Sofia (10 Dicembre 2004)

Note di Antonio Fini sui Learning Object
di Francesco Vettori (03 Dicembre 2004)

Puntoedu, ambiente di apprendimento
di Silvia Martinucci (23 Novembre 2004)

Officina Puntoedu
di Giusy Cannella (23 Novembre 2004)

Learning object: storia di un oggetto in mutamento
di Valentina Tiracorrendo (05 Novembre 2004)

L.O.: messa a fuoco!
di Valentina Tiracorrendo (05 Novembre 2004)

Oggetto didattico, questo sconosciuto
di Marisa Trigari (05 Novembre 2004)

Costruire oggetti didattici con le banche dati Indire
di Silvia Panzavolta (20 Ottobre 2004)

Peer education: l'educazione tra pari che passa conoscenze
di Silvia Panzavolta (08 Ottobre 2004)

Oggetti Didattici: la valutazione degli insegnanti
di Silvia Panzavolta (29 Settembre 2003)

Learning Object, oggetti didattici per l'e-learning
di Silvia Panzavolta (01 Gennaio 2003)