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INTEGRAZIONE

Gli anziani: cittadini digitali?

In una società sempre più telematica, sono molte le iniziative per colmare il divario fra ultrasessantacinquenni e computer

di Valentina Piattelli
18 Febbraio 2004

Nel gennaio del 2002 il Rapporto “L'Italia dell'e-Family 2002” di Federcomin-Anie, ha rivelato che le persone di età superiore ai 50 anni che utilizzano il PC da casa sono meno del 12%, percentuale che scende a meno del 6% fra gli ultrasessantaquattrenni, rispetto ad una media nella popolazione del 25,6%. Le percentuali erano ancora più basse riguardo all'utilizzo di Internet: solo il 2,4% degli ultrasessantaquattrenni navigano in Internet, rispetto ad una media-popolazione del 18%. Fra le donne ultrasessantaquattrenni tali percentuali sono drammaticamente più basse poiché solo una è donna su sei anziani che utilizzano il PC a casa e su cinque che si collegano a Internet.

Nel 2003 la ricerca del Censis "Cittadini digitali . L’innovazione nella pubblica amministrazione: gli italiani, internet e i nuovi servizi" ha segnalato che pensionati e casalinghe compongono la quota maggiore di quelle persone che non conoscono Internet, neanche in maniera indiretta ignorando del tutto i servizi che offre.

Le origini di questo divario generazionale vanno cercate innanzitutto nei problemi legati all’alfabetizzazione tout court della popolazione anziana e in particolare nelle difficoltà all’alfabetizzazione alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti di comunicazione, verso i quali si possono riscontrare anche difficoltà di ordine psicologico. Inoltre gli anziani possono avere problemi di natura fisica e mentale che rendono difficile l’utilizzo del computer. Se questi problemi non sono gravi, le barriere informatiche possono essere superate facilmente, soprattutto nella videoscrittura, ad esempio ingrandendo i caratteri. Tuttavia, accade spesso che i siti Internet non siano adeguatamente accessibili da persone con difficoltà di visione. L’“accessibilità” è definita dallo standard internazionale ISO 9241 come “l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con cui utenti specifici raggiungono specifici obiettivi in una situazione particolare”. Nel 2002 il Nielsen Norman Group ha stilato 46 linee guida per l’usabilità dei siti da parte di persone ultrasessantacinquenni. Tali linee guida non sono in realtà molto diverse da quelle necessarie affinché un sito sia accessibile ai disabili.

Mentre è lontana la soluzione del problema della più generale carenza culturale della popolazione anziana, ancora in buona parte analfabeta o semianalfabeta, le diffidenze culturali possono essere superate con iniziative specifiche, tanto più necessarie adesso che la pubblica amministrazione ha avviato un percorso di modernizzazione attraverso Internet, che rischia di escludere buon parte della popolazione anziana.

Recentemente il Ministro delle Telecomunicazioni Maurizio  Gasparri al IV Congresso di Ageing Society, Osservatorio Permanente sulla Terza Età, ha affermato che “avvicinando la terza età alle nuove tecnologie si delegherà la gestione dei rapporti della salute e della previdenza a canali più rapidi e veloci che miglioreranno i servizi e il livello di vita degli anziani, che non disperderanno le loro energie in pratiche burocratiche spesso estenuanti, soprattutto nelle grandi metropoli”.

Già fra aprile e maggio del 2000, con il progetto del Ministero della Pubblica Istruzione e della Commissione Pari Opportunità “nonnionline”, 700 ragazzi della scuole superiori fecero da “facilitatori” ad altrettanti ultrassessantenni. Silvia Costa, ex presidente della Commissione Pari opportunità ha così illustrato il progetto: ''I corsi di alfabetizzazione digitale hanno vinto la diffidenza degli anziani verso i giovani (''erano pazienti'', hanno detto gli intervistati al termine del progetto) ma anche la diffidenza inversa (''non pensavano che fossero cosi' curiosi'', hanno riferito i giovani")”.

Da allora si sono moltiplicate, anche a livello locale, iniziative analoghe per volontà di enti pubblici, ma anche di privati, come Microsoft che a Milano ha creato un Internet Saloon per anziani, o di associazioni non governative e di volontariato, come il sito per la terza età Intrage della Lega Cisl che ha creato già nel 2001 a Roma l’Internet point per over 50 “la Cambusa”, primo di una serie di locali analoghi aperti poi in altre città d’Italia.

E’ di pochi giorni fa, 6 febbraio scorso, l’inizio delle trasmissioni su Rai Due della versione aggiornata di “Non è mai troppo tardi”, lo storico programma che negli anni ’60 alfabetizzò attraverso la televisione 400.000 italiani. Adesso si chiama “Non è m@i troppo tardi”ed intende spiegare l'utilizzo del computer e di Internet soprattutto alle categorie finora più escluse: anziani e casalinghe.

A proposito del programma il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha detto “E’ necessario promuovere l’alfabetizzazione informatica. Possiamo infatti permetterci un analfabetismo informatico che interessa due terzi della popolazione, quando in altri Paesi europei solo un terzo delle persone non ha familiarità con il pc?”.

“Non è m@i troppo tardi” va in onda il giovedì alle 9.45 su Rai Due. Versioni approfondite e ripetizione delle vecchie puntate del programma sono trasmesse anche via satellite su Rai Edu2. Come già avvenne per le trasmissioni del maestro Manzi negli anni 60 è stata organizzata una rete di tremila centri di ascolto in tutta Italia, con tutor e docenti di supporto. (Consulta la scheda del Centro Studi Alberto Manzi sul catalogo PERINE)  

Il direttore di Rai Educational, Giovanni Minoli, ha affermato: “Il nostro compito se possibile è ancora più difficile rispetto a cinquant’anni fa: perché se gli italiani di allora erano consapevoli che essere analfabeti impediva la partecipazione alla vita sociale del Paese, gli analfabeti informatici di oggi devono ancora comprendere interamente che saper utilizzare le nuove tecnologie è una condizione indispensabile per essere pieni cittadini”.

    Valentina Piattelli, redazione webzine

 
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